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22.8.25

non importa la sua fede politica \ ideologia , o il suo essere servo , abbia il coraggio di dirlo. Feltri attacca l’ipocrisia su Pippo Baudo: “Da dimenticato a colonna nazionale”



Vittorio Feltri  non mi sta  tanti  simpatico per la  sua  faziositè ed il  suo servilismo  padronale ma la critica il culto mediatico postumo per Pippo Baudo: “In vita dimenticato, ora celebrato ossessivamente. È il segno della nostra ipocrisia collettiva” l'ha  azzeccata  . Finalmente  uno  dell'informazione      che ha il  coraggio di  dirllo  . E di  contestare  Il culto postumo .
Dopo la morte di Pippo Baudo, il dibattito mediatico non si è fermato un attimo:
immagine  creata   con meta IA
 funerali in diretta televisiva, speciali, servizi, ricordi e persino articoli sul patrimonio del presentatore. Una narrazione che, secondo Vittorio Feltri, ha assunto i contorni di una vera e propria “santificazione postuma”. 
Infatti  su  fb      ho  scritto   e  poi   rimosso    che :  ‹‹  Basta   parlare di Baudo  .   non  sapendo   piuù cos  dire    doiranno  quante  volte  è andato al cesso ›› Come  me nell’editoriale pubblicato su Il
Giornale, il giornalista non ha usato mezzi termini: «La santificazione postuma di Pippo Baudo, che in vita era stato ridotto quasi all’oblio, è un esercizio nauseante di ipocrisia collettiva».
“Dimenticato quando era vivo”
Per Feltri, il problema sta nel divario tra la grandezza del personaggio e il trattamento che gli è stato riservato negli ultimi anni: «Baudo è stato protagonista assoluto della televisione per decenni, ha dato volto e voce all’intrattenimento italiano, ha incarnato il modello del nazional-popolare. Poi, una volta archiviata la sua stagione, nessuno se n’è più occupato. Silenzio assoluto. Non se ne è parlato per lustri, come se fosse un soprammobile dimenticato in soffitta». Da qui l’amara constatazione: «Perché la Rai non gli ha riservato attenzione quando era vivo, relegandolo piuttosto a comparsate marginali, trattandolo quasi come un reperto archeologico?».
L’accusa di ipocrisia
Il fondatore di Libero ha sottolineato come l’attuale ondata di celebrazioni dica molto più sulla società italiana che sul presentatore stesso: « La verità è che ci ricordiamo delle persone solo quando non ci sono più, e questo non è omaggio, è scherno. […] Siamo ipocriti? Indifferenti? Probabilmente entrambe le cose. Siamo un popolo che celebra la memoria per non dover affrontare la realtà. Preferiamo piangere i defunti piuttosto che rispettare i vivi». E ha concluso con una frase tagliente: «Così è andata con Baudo: da ‘vecchio arnese’ dimenticato a ‘colonna della Nazione’. Un teatro che dice molto più di noi che non di lui ».

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