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2.4.20

E le prostitute senza più clienti si mettono in coda alla Caritas

ed io  che   ci avevo fatto giorni fa  una  battuta   .c'è poco da  ridere   invece q. questa epidemia  non guarda  in faccia nessuno  anche gente  durante  le  crisi   riusciva  a   vivere    ed  a tiratre avanti anche  se  ai margini 

 da   repubblica 

E le prostitute senza più clienti si mettono in coda alla Caritas

 Affamate, impaurite e a corto di soldi per pagare l’affitto. “Centinaia di richieste d’aiuto, non hanno da mangiare”

«Abbiamo fame e nessuno ci aiuta. Prima per strada lavoravamo, adesso ci finiamo a dormire negli scatoloni. Senza clienti non possiamo più pagare l’affitto di una stanza. Di coronavirus si può morire anche senza prendere la polmonite». Poco dopo mezzogiorno quattro ragazze sono in coda davanti alle cucine economiche popolari di Padova. Tre straniere e un’italiana: poco più che ventenni, non sembrano studentesse. «Fino a un mese fa — dice Gloria, partita tre anni fa dalla Nigeria — a quest’ora ero appena andata a letto. Ora, già all’alba, mi svegliano i crampi della fame. La vergogna questa volta può fare una strage».
La catastrofe del coronavirus in Italia travolge anche 120 mila prostitute. Il divieto di uscire di casa, le norme sul distanziamento sociale e la chiusura dei locali, azzerano un business da 4 miliardi all’anno. Le vittime sono donne e transessuali: il 55% è extracomunitario, spesso clandestino, quasi sempre schiavo di tratte e sfruttatori. Per queste invisibili, più esposte al contagio e prive di assistenza medica, non ci sono aiuti.

Le ragazze in fila

L’epidemia fa esplodere nuove povertà ed emarginazioni diverse. «A pranzare qui — dice suor Albina — vengono in 170 al giorno. Quasi tutti anziani, disoccupati, migranti e senza fissa dimora. Per la prima volta vedo impennare il numero delle ragazze che cercano cibo. Non chiediamo chi sono, ma la professione perduta è chiara». Sei prostitute su dieci, fino ai primi di marzo, vendevano sesso per strada. La maggioranza pagava una quota a chi le sfruttava e spediva il resto alla famiglia in patria. Poche quelle che hanno dei risparmi. «Difficile stimare quante sono ridotte alla fame — dice don Luca Facco, direttore della Caritas padovana — ma chi adesso ci chiede aiuto, ne ha davvero bisogno. Questo virus sconvolge anche il profilo delle emergenze: i prossimi mesi, per chi precipita nella povertà, si annunciano durissimi».

La fame e la paura

Ancora di più per chi è piegato dal peso dello stigma sociale. «Queste donne — dice Pia Covre, che con Carla Corso ha fondato il Comitato per i diritti civili delle prostitute — ora hanno fame. Più ancora, hanno paura. La maggioranza non osa nemmeno chiedere aiuto. Se non esercitano ogni giorno il mestiere, non sanno di cosa vivere e sono ancora più esposte alle violenze. Da giorni ricevo centinaia di messaggi: ragazze che domandano dove possono trovare cibo. Qualcuna, che ha da parte dei soldi, aiuta le amiche che hanno bambini». L’idea è istituire un fondo di sostentamento per chi non può più vendere sesso. «Ex clienti generosi — dice Carla Corso — potrebbero ricordarsi di noi e fare delle donazioni».

Ai margini della strada

Ad affondare, anche altri precari che dipendono dalla strada e dal benessere degli altri: giostrai, circensi, ambulanti, artisti itineranti e stagionali al lavoro nei campi. Tra Lombardia e Veneto, epicentro del contagio, migliaia di famiglie in queste ore vivono la tragedia di non avere niente da mettere sulla tavola. «È un’onda che cresce — dice Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana di Milano — con centinaia di nuclei sul lastrico. Molti hanno anche gli animali da nutrire e si affidano alla generosità dei contadini. Non possono mettere in scena i loro spettacoli, le giostre sono ferme. Centinaia di mamme non sanno come sfamare i figli. Il primo mese hanno tenuto duro, adesso non ce la fanno più. Telefonano per le borse della spesa solidale o per ritirare un pasto nelle mense: tra le necessità, anche i prodotti per l’igiene. Nessuno chiede soldi: sono ridotti a farsi bastare un pezzo di pane». I numeri sono questi: più 50% di accessi agli 8 market solidali di Milano. Quasi spariti poveri ed emarginati storici, bloccati in alloggi e comunità. Esplode il sommerso della fame improvvisamente generata da Covid-18, ancora senza data di scadenza. Anche su Caritas, parrocchie e volontariato della solidarietà incombe lo spettro delle difficoltà economiche. «Il 95% di chi sta chiedendo aiuto — dice don Davide Schiavon, direttore della Caritas di Treviso — è in emergenza alimentare. Per anni abbiamo pagato affitti e bollette, adesso compriamo farina. Qui ci sono 70 famiglie di giostrai, oltre 400 persone, che mangiano a turno ogni due giorni. Da ieri mi hanno chiamato 8 prostitute rimaste senza cibo: mai successo, nemmeno durante le guerre e dopo la crisi finanziaria del 2008: dobbiamo pensare subito al microcredito, nessuno deve essere lasciato morire di fame».

L’ostacolo della vergogna

A preoccupare, tra Bergamo, Brescia e Vicenza, le periferie urbane e i territori abbandonati anche dalla solidarietà organizzata. «Qui — dice Filippo Monari, direttore della Caritas bresciana — ammettere il bisogno fa vergognare. La sfida sarà intercettare la fame prima che uccida, come un osceno virus tollerato dall’umanità». A Brescia, la sera, le prostitute si mettono in fila a un metro e mezzo di distanza. Prima erano al lavoro lungo le strade dirette al lago di Garda. Oggi anche loro sono sole, in coda per una tazza di minestra.

9.9.17

bullismo d'ieri e bullismo d'oggi Nuoro minacciata prima del processo La vittima 14enne ingiuriata dalla mamma e da una zia di uno dei denunciati

 anche  se   è notizia  delle ultime  ore   che i genitori dei bulli  hanno smentito d'aver minacciato la  ragazza   in questione è sempe  un atteggiamednto grave  e  del  cambiamento  dei tempi  , i cosidetti  mala  tempora  currunt  come  dicevano i miei nonni  paterni  . Infatti

dallanuova  sardegna  del 8 settembre 2017



Bullismo, minacciata prima del processo

Sedici ragazzini alla sbarra il 25 settembre. La vittima 14enne ingiuriata dalla mamma e da una zia di uno dei denunciati



NUORO. Intimidita e ingiuriata alla soglia del processo che tra pochi giorni vedrà alla sbarra 16 ragazzini presunti bulli. Lei era stata presa di mira da centinaia di bulli, in città, tutti di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, che per mesi l’avevano insultata ed etichettata come “porta iella”. La ragazzina, all’epoca dei fatti dodicenne, per sfuggire ai suoi aguzzini, era stata anche costretta più volte a cambiare scuola, ma le angherie erano continuate incessantemente. È stata la denuncia dei genitori a far scattare le indagini della Polizia che nel corso dei mesi ha prodotto un lungo fascicolo contenente le conversazioni telefoniche avvenute tra i bulli e la vittima, le chat e i tabulati. A distanza di due anni, il 25 settembre, si aprirà il processo al Tribunale dei minori di Sassari a carico di 16 presunti bulli, accusati dei reati di diffamazione e molestie ai danni della studentessa oggi quattordicenne.
A poche settimane dal processo che deciderà le sorti della banda dei bulli nuoresi di 14, 15 e 16 anni la storia sembra ripetersi. Qualche giorno fa infatti durante una partita di calcio la giovane studentessa che si trovava sugli spalti in compagnia di alcuni amici è stata avvicinata da due donne, identificate come la madre e la zia di uno dei minori denunciati e coinvolti nel processo, secondo quanto riferito da alcuni testimoni presenti, che con fare minatorio e arrogante avrebbero intimidito e diffamato a più riprese la povera quattordicenne definendola in prima battuta una «poco di buono» e successivamente una «rovina ragazzi».
La vicenda è stata raccontata su Facebook dalla presidente dell’associazione Onda Rosa Luisanna Porcu, essendo stato coinvolto nel fatto anche suo figlio, coetaneo e amico della quattordicenne, che ha cercato in tutti modi di difendere la giovane ragazza. Ancora una volta l’arma usata è quella dell’ingiuria, scagliata questa volta da due madri nei confronti di una bambina, che ha avuto il coraggio di denunciare le violenze subite. Era febbraio 2015 quando i genitori della giovane vittima hanno deciso di dire basta alle violenze subite quotidianamente dalla figlia e mossi da una grande preoccupazione hanno deciso di raccontare tutto in Questura, impugnando una lista nera con un centinaio nomi di presunti carnefici, tutti studenti nelle quattro scuole medie cittadine, della figlia dodicenne. Che dopo mesi di silenzi aveva finalmente trova il coraggio di raccontare tutto ai genitori. «Ogni giorno era una fotocopia del precedente: varcata la soglia di casa era un continuo incassare, tra urla ingiuriose, gesti scaramantici e maldicenze» avevano raccontato i genitori della giovane perseguitata dalla banda di bulli. «Porti iella» le dicevano accompagnando le parole a gesti scaramantici: «Un fiume di lacrime disperate ha accompagnato il racconto di nostra figlia, l’abbiamo ascoltata con il cuore in frantumi e dentro la nostra testa ci chiedevamo perché tutto questo, perché proprio a lei. Purtroppo le hanno attribuito la nomea di porta iella e il tam tam in città è stato così veloce e impietoso che tutti i ragazzini anche se non la conoscevano si toccavano i genitali quando passava, cantandole canzoncine che fanno rima con la parola sfiga». Un anno dopo la triste vicenda i genitori della ragazza hanno fondato un’associazione cittadina contro il bullismo riunendo al suo interno numerose vittime di bullismo, genitori e professionisti impegnati giornalmente nella promozione di azioni volte a rieducare i bulli ma sopratutto a supportare le numerose vittime di questo insidioso fenomeno. «Siamo al fianco della ragazza e dei genitori in questo momento per loro difficile – ha
commentato Maria Grazia Mascia, avvocato e membro dell’associazione No Bullying –. Seguiremo molto da vicino questa battaglia che non vuole limitarsi ad essere un atto di giustizia dovuto, ma una lezione per tutti i giovani affinché capiscano quanto le parole possano fare male» conclude.


Ora per esperienza personale dico solo quiesto sempre peggio . Ok , il nonnismo e il bullismo sono sempre esisti , ma prima c'era un argine da pèarte dei genitori . Adesso anche gli stessi genitori sono peggio dei loro figli . Infatti quando io rispondevo ( ne sono statio vittima ) con bullismo \ nonnismo , anche se sapevo quando fermarmi , infatti vedevo una persona piangere chiedevo scusa e facevo ammenda perche cazziato , ma anche no dai genitori .,  e   cercavo d'aiutarli contro gli alri buli .Adesso con le nuove generazioni è anche peggio .

2.1.17

Rai 2 cancella l'oroscopo di Paolo Fox per uno speciale su Istanbul: i telespettatori insorgono su Facebook



L'UnioneSarda.it » Cronaca  Oggi alle 18:49




                                    Paolo Fox




"Buongiorno a tutti, la puntata di oggi non andrà in onda. Grazie a tutti, a presto".
Con questo post su Facebook, la Rai ha annunciato lo slittamento dell'appuntamento domenicale di "Mezzogiorno in famiglia" (con l'atteso oroscopo annuale di Paolo Fox) per trasmettere uno speciale sulla strage di Istanbul.
Ma il cambio di palinsesto non è stato affatto gradito dai telespettatori più fedeli.
Che hanno letteralmente tempestato la pagina della trasmissione di post polemici e addirittura offensivi.
Da "La Rai è una delusione totale!" a "Solo morti, assassini, politichese e ipocrisie. Tutti i giorni le solite schifezze", passando per "Chi lavora non potrà vederlo! Pagliacci!", fino all'immancabile "Paghiamo il canone per cosa?", una vera e propria tempesta di indignazione.

ecco  alcuni  commenti tratti  da http://www.tvblog.it/ in particolare da   questo articolo
mezzogiorno-in-famiglia-polemiche.jpg

che pena  che mi fa  la gente  cosi  .  Forse perchè  l'oroscopo mi sembra "fondamentale"... 😇😄  sono d'accordo  con questi commenti  

Antonella Podda Infatti ..
Mi piaceRispondi241 min
Barbara Escolca Che gente!!!! Troppa ignoranza!!!
Mi piaceRispondi237 min
Davide Deliperi Barbara Escolca e votano pure....
Mi piaceRispondi436 min
Barbara Escolca Si povera Italia!!!
Valentino Spiga Sono d accordo con te.quanta ignoranza in giro😐
Mi piaceRispondi224 min


e pensare  che



Sono passati   40   anni  dalla  chiusura   del   Programma televisivo sopracitato   che per vent’anni ha tenuto compagnia agli italiani, Carosello si affermò come fenomeno di costume e specchio della società dell'epoca. Il 1 gennaio saranno 40 anni che lo storico programma - mix di sketch divertenti seguiti da messaggi pubblicitari - ha chiuso i battenti e il 3 febbraio saranno 60 anni dall'avvio. L'inizio del 2017 si apre dunque con un anniversario che ha il valore di una macchina del tempo    e  della nostalgia     di una  tv   che  non c'è  più  e che  ora  è+  diventata    spazzatura  e  questa  vicenda  di cui si  è parlato oggi   è la punta  del iceberg.  

13.2.15

Dorgali, distruggono i lampioni del parco Le mamme li accompagnano dal sindaco che li ha nominati amministratori della località turistica di Cala Gonone., Sanluri, invia all'amica una foto osé Lei: "Pagami o la pubblico su Facebook"

  fonte degli articoli  unione sarda   del 13\2\2015  

La prima   come da   titolo è  successa a  Dorgali . Ed  è importante  perchè dimostra  che  in una società  sempre  più allo sbando o meglio  : << (....)  In questa terra senza più fiumi\In questa terra con molti fumi\Tra questa gente senza più cuore \ E questi soldi che non hanno odore \E queste strade senza più legge\E queste stalle senza più gregge\Senza più padri da ricordare\E senza figli da rispettare.(...)  >>



 

Hanno distrutto i lampioni del parco Palmasera a Cala Gonone, località turistica sulla costa orientale della Sardegna, e le mamme di sette ragazzini, tutti al di sotto dei 14 anni,
Cala Gonone
responsabili dell'azione, hanno portato i loro figli dal sindaco di Dorgali, Angelo Carta, per autodenunciarsi. Ed il primo cittadino - che è anche consigliere regionale del Psd'Az - per "punizione" li ha nominati amministratori di Cala Gonone. A raccontare il fatto è lo stesso Carta, nella sua pagina Facebook, affinché "questo sia di esempio per tutti". "Quel giorno le sette mamme arrivarono nel mio ufficio con i ragazzi - racconta Angelo Carta - erano già consapevoli della fesseria compiuta e desiderosi di poter in qualche modo riparare". Dopo la discussione il sindaco decide per loro una "punizione": "I ragazzi vengono nominati amministratori di Calagonone, con la responsabilità di individuare le cose che non vanno e quelle che devono essere fatte per migliorarlo. Ogni settimana hanno un calendario di interventi che mi devono inviare: per esempio pulire il giardino della scuola, pulire la pineta, la spiaggia, raccogliere rifiuti abbandonati; io approvo o modifico il programma di lavoro per la settimana successiva e aspetto il nuovo programma per il venerdì seguente. Mi hanno chiesto quando finirà - prosegue il sindaco - io a mia volta ho chiesto perché avevano fatto il danno al parco. Mi hanno risposto: boh, anch'io ho risposto loro boh". "Ringrazio queste mamme - conclude Carta - che hanno dimostrato di tenere a cuore l'educazione dei figli. Il loro comportamento mi auguro sia di esempio per tutti noi e un augurio di buon lavoro ai nuovi amministratori di Gonone".
nobilissimo esempio di civismo, da parte dei genitori (   cosa rara  , visto che adesso i genitori  arrivano   a  denunciare    quando   va  bene  visto che  ain alcuni casi si  è  anche arrivati a picchiare    l'insegnante  che rimprovera  il figlio  o danno ragione    ai  figli quando hanno torto marcio )  e del Sindaco, tranne che ai vandali in erba che nonnsnno neppure  spiegare  il loro gesto almeno prima   , ai mie tempi ,  anche se  con dele motivazioni ridicole   lo si spiegava  .Brave mamme e bravo Sindaco.Ecco quello che si chiama buon esempio di educazione e senso civico.Queste sette mamme hanno fatto la scelta migliore ottenendo in cambio un'ottima risposta da parte del Sindaco. 


La  seconda  invece  ,   se pur  sintetizzata  a differenza  dea prima    sempre dala versione free  dell'unione sarda  

La vicenda ha coinvolto i compagni di classe, i professori, il dirigente scolastico e i genitori.
Protagonisti della vicenda due 14enni, un ragazzo e una ragazza studenti di Sanluri. Questa volta è stato lui ad inviare alla compagna una foto sul cellulare che lo ritraeva nudo. Poi il ricatto dell'amica "Se non vuoi che faccia vedere la foto, mi devi dare tremila euro". Per la vittima inizia il calvario.


I dettagli della notizia oggi in edicola con L'Unione Sarda nell'articolo di Santina Ravì.
dimostra come  glo   adolescenti  avrebbero sicuramente bisogno di maggiori attenzioni da parte dei genitori anche verso le loro amicizie e il tempo che trascorrono con il PC e sui cellulari 

1.2.12

è ritornata la caccia alle streghe e il rogo Forza Nuova a Milano: roghi in piazza per il libro di Altan sull'omosessualità



leggendo  questa  news  mi viene in mente    quanto  dicevano due  grandissimm poetri   del  900  -La prima  si tratta  di un intervista   fatta danPasolini  ad  Ungaretti   sull'omosessualità  






La  seconda  doppia  ed  è un discorso  di Fabrizio de  Andrè (  cosi  come  la  vignetta  di Vauro  riportata  più  sotto      ispirata   ad una  sua famosissima  canzone  )  e la  canzone principesa  (   nella stupenda   e toccante  versione degli amici  \  compagni di viaggio    Faber noster )   canzone su tali tematiche  






Lo so   che  questa  canzone  parla di transessualità non di omosessualità non sono assolutamente sinomini ma  sempre  di  vittime di  questo mondo (  per  usare un termine   caro  a de andrè )  e di perseguitatoi    si tratta 





da  repubblica  online 

L'organizzazione di estrema destra richiama la campagna di Göbbels e mette al bando
il volume del disegnatore. La Lega italiana nuove famiglie: "Andrebbe consigliato a scuola"

di MASSIMO PISA
"Roghi in piazza". Li invoca, con fin troppo sfacciato richiamo alla campagna contro i libri non tedeschi lanciata da Joseph Göbbels all'indomani dell'ascesa di Hitler alla cancelleria, la sezione milanese di Forza Nuova  (  sotto  a destra   una   schermata presa  dalla  voce  forza  nuova  wikipedia  su come riconoscerli ed  evitarli  )  . Lo fa, come usa 79 anni dopo l'avanzata ideologica nazista contro l'arte "degenerata e giudaica", attraverso un post su Twitter. Il bersaglio degenerato, questa volta, sono disegnatore Marco Tullio Altan e il suo libro Piccolo uovo, storia di un minuscolo pinguino che trova la famiglia ideale in una coppia di suoi simili omosessuali. Una favola che dallo scorso settembre ha sollevato un vespaio a Milano: l'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, lo ha pubblicamente elogiato "da padre" fin dalla presentazione, con ovvie levate di scudi di cattolici e destre. 


da  google



La penultima crociata, in ordine cronologico, era una mozione del consigliere di zona 3  Francesco Migliarese (Pdl), che ne invocava la censura preventiva.   Adesso si muove l'estrema destra, per ora solo  sul web. "Il piccolo uovo di Altan. Odiosa cultura omosessuale insegnata ai bambini". Firmato : FN Milano. E quella richiesta di roghi. Ai dirigenti della Digos, al momento, non risultano iniziative di protesta imminenti. Di "nervosismo delle destre" e "assurdo tentativo di censura" parla Marco Volante, presidente della Lega italiana nuove famiglie. Che aggiunge: "Auspichiamo che il libretto venga acquisito come testo di educazione civica nelle scuole comunali". Ma nella Milano che   ha visto appena una settimana fa i lefebvriani manifestare in piazza contro la pièce teatrale Sul concetto di volto nel Figlio di Dio, di Romeo Castellucci, nulla è escluso



 Ora  esprimo la  mia  piena  ed  incondizionata   solidarietà a Tullio Altan e il mio fanculo   e la  totale   \ tolleranza  zero  contro i fascisti e cretini di forza nuova  ed  affini  , perchè








da wikipedia  alla voce  forza   nuova 





emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...