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13.1.21

ipocrisia e uso ideologico della morte A Massa nelle mani della destra un minuto di silenzio per i 'golpisti' trumpiani morti


come  se  non bastasse   di come 

  da  Osservatorio sul complottismo 11\12020 18.40

L’ESTREMA DESTRA STA TRASFORMANDO ASHLI BABBIT IN UNA MARTIRE PER INCITARE I SOSTENITORI DI TRUMP ALLA VENDETTA

Sulle chat dell’estrema destra americana Ashli Babbit, la trentacinquenne californiana uccisa durante l’assedio al Campidoglio, è sempre più ritratta come una martire, una sorta di “George Floyd dei conservatori”. [....] 



Va bene  avere   pietà per i morti perchè : << [...] Qui dentro, lo vuoi capire, che siamo uguali? Morto sei tu e morto sono anche io; ognuno come a un altro tale e quale [...] ( A Livella Di Totò ) >>. Ma  qui  c'è   un uso strumentale ideologico delle vittime . 
E notizia di questi giorni che Una giunta   comunale  Italiana  che fa un minuto di silenzio per i morti trumpiani (e una loro vittima, un agente ucciso con un colpo di estintore in testa) dell'assalto al Campidoglio. A questa miseria si è ridotta la politica nella città di Massa e non solo .


Infatti leggo su globalist  del  12 gennaio 2021




                       di Marco Rovelli


 [...] Stiamo parlando di una giunta che come primo atto ha chiuso gli Sprar come gesto forte di identità, ha chiamato studiosi fascisti a relazionare sulle foibe, ha innalzato una lapide al vecchio podestà fascista Bellugi, ha approvato un regolamento di Polizia Urbana in cui si prevedono sanzioni pecuniarie per donne ree di "indossare abiti suscettibili di ingenerare presunzione di prostituzione”, ha negato il patrocinio al Toscana Pride dando invece il suo sostegno al “Congresso Mondiale delle Famiglie” di Verona, ha dichiarato “obiezione di coscienza” per unioni civili, e in tempi di Covid distribuisce
mascherine ai “capifamiglia”. E che, di recente, ha deliberato di non utilizzare negli atti pubblici il linguaggio di genere, ma di cancellare il femminile – certo, loro hanno scritto che utilizzeranno solo il “neutro”, vagli a dire che nella lingua italiana non esiste.
Si aggiungano poi dichiarazioni di singoli consiglieri, come quella di un leghista che definì Pertini “brigatista rosso e assassino”, o quella di un meloniano che inneggiava alla dittatura franchista. E si potrebbe continuare, non ci si fa mancar nulla in questa terra apuana che fu terra partigiana.
Fino, appunto, alla sceneggiata del consiglio comunale online dell'11 gennaio. Inizialmente un consigliere leghista chiede di commemorare Ashley Babbitt, la trumpiana seguace della teoria cospirazionista Qanon rimasta uccisa durante l'assalto al Campidoglio, poi interviene il capogruppo di maggioranza chiedendo di allargare la celebrazione a “tutte le vittime”, in un gesto di ipocrisia politica da manuale.
Il presidente del consiglio comunale, di antica provenienza fascista, accoglie la proposta, negando l'intervento a un consigliere dell'opposizione. I consiglieri di maggioranza si alzano in piedi, a cominciare dal sindaco Persiani, e regna un silenzio che mostra la natura di una maggioranza politica che ha vinto le elezioni grazie alla fragilità di una sinistra in crisi, e che ha portato nelle stanze del Comune un gruppo di potere che si ammanta di populismi eversivi dove la tragedia e la farsa non smettono di confondersi.



tale cronaca è confermata da https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/12/massa-consigliere-della-lega-chiede-un-minuto-di-silenzio-per-la-fan-di-trump-uccisa-a-capitol-hill-video/6063722/


“Chiedo un minuto di silenzio per Ashli Babbitt, la ragazza uccisa durante l’occupazione del Campidoglio”. A parlare, in apertura di Consiglio comunale, è stato il consigliere della Lega di Massa, Luca Guadagnucci. Gli amministratori della città toscana, dopo la richiesta dell’esponente della Lega, sono rimasti in silenzio per quasi una trentina di secondi, finché non è intervenuto Matteo Bertucci (gruppo Persiani sindaco) che ha chiesto di estendere il minuto di silenzio non solo alla fan di Trump, ex veterana e sostenitrice delle teorie complottiste di QAnon, ma anche alle altre tre persone rimaste uccise nel corso dell’irruzione a Capitol Hill. Le parole di Guadagnucci (e di Bertucci) hanno sollevato diverse polemiche, soprattutto dal centrosinistra. “Mi vergogno e chiedo scusa a tutti coloro che amano la democrazia”, ha detto la deputata del Pd, Martina Nardi, “lo faccio a nome di tutte le cittadine e i cittadini di Massa che purtroppo hanno la sventura di essere governati da un’amministrazione di destra, che ha osservato un minuto di silenzio per dei terroristi“. “La maggioranza ha dimostrato chiaramente di stare dalla parte di Trump e dalla parte di chi scandiva gli slogan ‘Hang Pence’ (impicca Pence, ndr) e sfoggiava simboli dell’estrema destra suprematista”, ha dichiarato Elena Mosti (gruppo Volpi sindaco).



6.9.17

Colin, che protesta contro Trump: Nessuna squadra mi vuole più

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Colin Kaepernick, il giocatore di football americano che un anno fa rimase seduto durante l’inno nazionale statunitense, ora, a pochi giorni dall’inizio del nuovo campionato di NFL, è senza squadra. Negli Stati Uniti l’inno nazionale è suonato prima di ogni partita (di NFL ma non solo) ed è un momento particolarmente sentito. Quando decise di non alzarsi per onorare l’inno, Kaepernick spiegò: «Non starò in piedi per dimostrare il mio orgoglio per la bandiera di un paese che opprime i neri e le minoranze etniche. Per me è più importante del football, e sarebbe egoista guardare dall’altra parte. Ci sono cadaveri per le strade, e persone che la fanno franca». La cosa fece molto parlare, nello sport ma non solo, e intervenne anche l’allora presidente Barack Obama per sostenere Kaepernick: ma ora che si sono calmate un po’ le acque sembra che nessuna squadra voglia avere a che fare con lui.
49ers Chargers Football

Colin Kaepernick, il giocatore di football americano che un anno fa rimase seduto durante l’inno nazionale statunitense, ora, a pochi giorni dall’inizio del nuovo campionato di NFL, è senza squadra. Negli Stati Uniti l’inno nazionale è suonato prima di ogni partita (di NFL ma non solo) ed è un momento particolarmente sentito. Quando decise di non alzarsi per onorare l’inno, Kaepernick spiegò: «Non starò in piedi per dimostrare il mio orgoglio per la bandiera di un paese che opprime i neri e le minoranze etniche. Per me è più importante del football, e sarebbe egoista guardare dall’altra parte. Ci sono cadaveri per le strade, e persone che la fanno franca». La cosa fece molto parlare, nello sport ma non solo, e intervenne anche l’allora presidente Barack Obama per sostenere Kaepernick: ma ora che si sono calmate un po’ le acque sembra che nessuna squadra voglia avere a che fare con lui.
Dopo Kaepernick, alcuni altri giocatori e giocatrici, di football ma non solo, hanno fatto la stessa cosa: molti per protestare contro il trattamento e la condizione dei neri negli Stati Uniti; qualcuno, come la calciatrice Megan Rapinoe, per i diritti delle persone LGBT. Kaepernick – che qualcuno criticò addirittura perché “non abbastanza nero” e perché troppo ricco per poter davvero parlare dei problemi dei neri – è però rimasto quello a cui si associa quella protesta. Nel marzo del 2017, quando è finita la stagione del football americano, è scaduto anche il suo contratto con la sua precedente squadra, i San Francisco 49ers. La nuova stagione inizierà il 7 settembre e Kaepernick per adesso non ne ha trovata un’altra. Molti ritengono che la cosa abbia a che fare quasi unicamente con la sua protesta, per quello che ha rappresentato, per il simbolo che per qualcuno è diventato.Kaepernick gioca da quarterback e la sua stagione migliore la fece tra il 2012 e il 2013, quando, anche grazie al suo determinante contributo, i 49ers arrivarono al Super Bowl (la finale) in cui furono battuti dai Baltimore Ravens. Gli esperti, i commentatori e i numeri dicono che Kaepernick non ha più giocato ai livelli di quei mesi, ma continua a essere considerato un buon quarterback, e nemmeno troppo vecchio: ha 29 anni, e Peyton Manning, uno dei più forti quarterback di sempre, si è ritirato a 40 anni.

Colin Kaepernick (Mike Ehrmann/Getty Images)

Ken Belson ha scritto sul New York Times che la protesta di Kaepernick sembra essersi ora trasformata in una protesa sul fatto che, per via di quella protesta, nessuna squadra di NFL sembra volerlo. A inizio settimana diverse centinaia di persone hanno per esempio partecipato a una manifestazione a Manhattan, dove c’è la sede della NFL, per chiedere che finisse quello che sembra essere una sorta di boicottaggio.


It's amazing to see the strength, courage, and understanding our youth have! I am energized by their character and hopeful for the future!


Così come successo un anno fa, anche in questo caso c’è chi ha protestato contro le proteste, sostenendo che sia falso che le squadre si stiano rifiutando di far firmare un contratto a Kaepernick per evitarsi eventuali problemi o che sia stata proprio la NFL a suggerire in qualche modo alle squadre di non prendere Kaepernick, come punizione per il polverone dell’anno scorso.
Nell’NFL ci sono 32 squadre e fino a pochi mesi fa Kaepernick giocava in una delle più forti. Come
da https://www.instagram.com/p/BYOj3nMjA3Z/
ha scritto il New York Times è strano che squadre che avevano davvero bisogno di un buon quarterback – per esempio Baltimora o Seattle – abbiano messo sotto contratto «quarterback con poca o nessuna esperienza» a quei livelli e c’è addirittura una squadra, i Miami Dolphins, che hanno preferito prendere Jay Cutler, che ha 34 anni e aveva deciso di ritrarsi, invece di puntare su un giocatore come Kaepernick forte e con ancora diversi anni di carriera davanti.

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