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ipocrisia e uso ideologico della morte A Massa nelle mani della destra un minuto di silenzio per i 'golpisti' trumpiani morti

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come  se  non bastasse   di come    da  Osservatorio sul complottismo 11\12020 18.40 L’ESTREMA DESTRA STA TRASFORMANDO ASHLI BABBIT IN UNA MARTIRE PER INCITARE I SOSTENITORI DI TRUMP ALLA VENDETTA Sulle chat dell’estrema destra americana Ashli Babbit, la trentacinquenne californiana uccisa durante l’assedio al Campidoglio, è sempre più ritratta come una martire, una sorta di “George Floyd dei conservatori”.  [....]  Va bene  avere   pietà per i morti perchè : << [...] Qui dentro, lo vuoi capire, che siamo uguali? Morto sei tu e morto sono anche io; ognuno come a un altro tale e quale [...] ( A Livella Di Totò ) >>. Ma  qui  c'è   un uso strumentale ideologico delle vittime .  E notizia di questi giorni che Una giunta   comunale  Italiana  che fa un minuto di silenzio per i morti trumpiani (e una loro vittima, un agente ucciso con un colpo di estintore in testa) dell'assalto al Campidoglio. A questa miseria si è ridotta la politica nella città di Massa e non

Colin, che protesta contro Trump: Nessuna squadra mi vuole più

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leggi  anche  https://www.vanityfair.it/sport/altri-sport/2017/08/29/colin-kaepernick-football-americano-protesta-senza-squadra   da http://www.ilpost.it/2017/08/25/colin-kaepernick-senza-squadra/ Colin Kaepernick, il giocatore di football americano che un anno fa  rimase seduto durante l’inno nazionale statunitense , ora, a pochi giorni dall’inizio del nuovo campionato di NFL,  è senza squadra . Negli Stati Uniti l’inno nazionale è suonato prima di ogni partita (di NFL ma non solo) ed è un momento particolarmente sentito. Quando decise di non alzarsi per onorare l’inno, Kaepernick spiegò: «Non starò in piedi per dimostrare il mio orgoglio per la bandiera di un paese che opprime i neri e le minoranze etniche. Per me è più importante del football, e sarebbe egoista guardare dall’altra parte. Ci sono cadaveri per le strade, e persone che la fanno franca». La cosa fece molto parlare, nello sport ma non solo, e intervenne anche l’allora presidente Barack Obama per sostenere