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4.6.09

Due Italie, due mondi

Bella lezione, quella tenuta da Philippe Daverio lo scorso 31 maggio, alla Villa Manzoni di Brusuglio, nell'ambito del 3° Festival della Biodiversità. Un anfratto, quello dove sorge l'edificio, ancora tutto da scoprire: "E che, fra quindici anni o anche prima, diverrà mèta turistica tra le più ambite". Ma che ora, grazie anche a una cura dei privati non sempre negativa, ancora conserva il suo sobrio splendore. "La villa che ha ospitato Giulia Beccaria, Margherita Sarfatti, Anna Kuliscioff: non è un caso che donne simili, l'esatto contrario del modello allora imposto e che oggi è tornato prepotentemente di moda, avessero deciso di stabilirsi qui".

L'occasione ha fornito a Daverio lo spunto per osservazioni di carattere più generale o, meglio, ampio. "Il Sud milanese è luogo di marcite e fontanili, il Nord di fontane sorgive. In un luogo come nell'altro grande impulso all'economia venne fornito dai monaci. Fu nel Medioevo che venne delineata l'accidia come peccato capitale, che noi traduciamo come pigrizia, ma che, in realtà, è la lentezza a fare il bene, l'indolenza, l'indifferenza". Sempre i monaci combattevano la superbia e la vendetta, che invece, per i cavalieri teutonici, erano considerati virtù indispensabili. Tutto quanto per dire che il monachesimo s'impegnò moltissimo per frenare gli istinti al tempo stesso svogliati e belluini, alimentando parallelamente la collaborazione, la solidarietà, il senso di comunità.


Un senso di comunità che però, a un certo punto, s'incrinò: "Noi parliamo di contadini, i francesi di paysans. C'è una differenza sostanziale. Il contadino era colui che si trovava sotto la giurisdizione del comites (conte), il funzionario di Carlo Magno che, col tempo, in Europa divenne stanziale mentre nei territori italiani era itinerante; il contado, quindi, si adeguava ai voleri del comites di turno, alienandosi dall'originario senso di comunità. Il contadino divenne perciò simile al plebeo, un personaggio fuori del tempo e della storia, passivo, schierato col più forte".


"L'Italia è sempre stata divisa tra queste due 'fazioni'. Ogni tanto si scatenano fra di loro autentiche 'guerre civili'. Adesso sembra prevalere la parte plebea, aggressiva, intollerante, appiattita sui grandi numeri, ma noi abbiamo anche altro, perché non tirarlo fuori, una buona volta?".



Rino T.



29.12.06

Senza titolo 1543

legendo l'articolo sotto  riportato  , mi sembra  che per  certi aspetti il nostro paese   sia   ancora rimasto fermo ai   racconti  di Giovannino Guareschi   ed in particolare   alla saga  Peppone  e doncamillo  trovate news  sul collegamento  ipertestuale precedente  . Dove  nonostante i cambiamenti epocali avvenuti dal 2  doipo guerra ad oggi ed in particolare negli anni  60\80  (  gettando  a rammengo, anchje in Sardegna [ SIC]    quel poco di buono  che  c'era  nelle radiuci  contadine  e tutte  le  tradizioni e  usanze  e elementi antropologgici che  c'erano  dietro   )     ci sono ancorta  forti sacche di restitenza  ( ed  proprio ad esse che si riferisce  la mia categoria  guerriglia  culturale  )  di bigottismo  e di falsa  ipocrisia  condannata  anche dala casnzone  Dio  è morto  di  Guccini  e che si regge  sul detto : <<  cambiare  tutto  per non cambiare nulla  >> dal romanzo  IL gattopardo  di Tommasi di Lampedusa
Ma  ora  Bado alle ciancie  e  a  voi l'articolo  e  a voi  ogni  giudizio  in merito

Fonte  la repubblica  online  del 29\12\2006

L'opera di Tranquilli sul campanile di Santa Sofia scatena  la polemiche. Appello a Mastella: "Offesa alla nostra cultura" "Quel Batman è il demonio"una scultura divide Benevento





dal nostro inviato ANTONELLO CAPORALE



 
BENEVENTO - Il demonio è comparso, secondo l'Udc e An, agli inizi di novembre. E' in città, sul campanile più amato della chiesa più bella, quella di Santa Sofia, consacrata alla devozione, rifugio dei peccatori del Sannio. Sovrasta il corso principale interrompendo l'architettura monumentale della torre e il passeggio tranquillo e natalizio degli umili e dei credenti. A Benevento sembra sia davvero giunto il demonio, e si sia imbracato senza più dare segni di trasferimento né avvertire peso o imbarazzo.
Sere fa nel corso di una veemente omelia al cospetto del ministro Clemente Mastella, monsignor Pasquale Maria Mainolfi, ha citato un gigante della filosofia moderna, Soren Kirkeegard: "Tremate o naviganti tra le tempeste del mare, perché il capitano è assente e la nave è in mano ai cuochi di bordo".
Mastella ha fatto uno scatto con il corpo perché si è sentito, come dire?, per un attimo cuoco. Si è però rasserenato quando ha capito che monsignore chiedeva a lui, leader dell'Udeur, di intercedere presso il comune amico Fausto Pepe, nominato dalla famiglia mastelliana sindaco della città. "Glielo dica lei che lo tolgano - ha detto dall'altare - I Longobardi, i cosiddetti barbari, ci hanno lasciato un capolavoro d'arte vera, la chiesa di Santa Sofia. I politici di oggi hanno consentito che una figura demoniaca, offensiva del comune senso del decoro, campeggiasse su un simbolo della nostra cultura cattolica".
Il guaio, perché di gran guaio si tratta, è che persino questa indiscutibile questione religiosa, cioè il confronto serrato tra angeli e demoni, si è sviluppata tutta all'interno dell'Unione. E' vero. Sono stati i diessini a spalancare le porte della città, che è comunque, è bene ricordarlo, la città delle streghe, al diavolo presunto, nella fattispecie, secondo la Chiesa e molti prudenti rappresentanti politici, travestito da Batman.
E' stato voluto dell'amministrazione provinciale guidata da Carmine Nardone, personalità di spicco della Quercia, Arcos, il magnifico museo di arte contemporanea che, sotto la direzione di Danilo Eccher, anima la vita culturale della provincia. A ridosso del Natale, Arcos ha programmato la mostra collettiva sulle fiabe contemporanee. E ha chiamato lo scultore Adrian Tranquilli a esporre una delle sue opere, che prevalentemente hanno ad oggetto eroi moderni tratti dai fumetti. Tranquilli, fiero del suo lavoro, ha depositato Batman. "Batman - dice il diessino Nardone - è indiscutibilimente un eroe positivo. E la sua figura non indugia neanche per un momento alla rappresentazione di uno spirito demoniaco. Non mi pare. Batman è culla dei sogni di ogni ragazzo, e io mi batto per difendere la libertà di espressione di ogni artista. Sta lì, sulla torre civica (non il campanile): fa sognare. Benevento ha la fortuna di godere della presenza di Arcos che ospita opere di grande livello. Ricordo che l'autore di Batman ha esposto al Kunsthalle di Vienna, al Dali Museum di St. Peterburg in Florida, allo Iaspis di Stoccolma. E comunque una cosa è certa: Batman resterà con noi fin quando si è convenuto". Si è convenuto che resti in città fino al 27 gennaio prossimo e pare, per i troppi che vorrebbero interrompere la visita, un tempo lunghissimo.
Nell'Unione dunque la divisione si è così formalizzata: i diessini vedono nell'uomo pipistrello soltanto Batman. La Margherita vede e non vede. Sta zitta, non sa. L'Udeur? Assiste terrorizzata perché l'acrobata insuperabile, il pipistrello assorbe nelle sue fattezze le curve demoniache: le mani, le gambe e soprattutto quelle corna fanno paura e obbligano, quando si attraversa il bellissimo corso, a tenere il passo svelto e il capo chino. Il sindaco, che ha autorizzato l'installazione, "in considerazione dell'insuccesso suscitato nell'opinione pubblica cittadina", ha chiesto al presidente della Provincia di "rimuovere il manufatto artistico". Il diessino si è scandalizzato di tanto scandalo: "Ma non vedi che è Batman?".
Di un demonio bello e buono, di un'opera sacrilega che raffigura persino (su Batman) la ferita sul costato, dileggia la fede in Cristo e mortifica il suo corpo, sono certissimi i consiglieri del partito di Pier Ferdinando Casini. "La nostra storia, la nostra fede, la nostra cultura vanno difese, ricordando a tutti la Benevento pontificia. Quello è un mostro, una figura demoniaca che disorienta e offusca la coscienza fino a porsi come negazione dei valori etici".
Che il demonio si annidi sulle guglie non è tema nuovo nelle dispute politiche. Nel 1992 Cl ricordò polemicamente a Rocco Buttiglione, che "a volte il demonio si nasconde nelle guglie delle cattedrali". E chi è tra gli angeli il più potente avversario del demonio? San Michele Arcangelo, raffigurato spesso sulle guglie delle chiese. Benevento chiama a un'ultima prova di forza contro il suo demonio presunto.


  questa  è la  versione  del giornale  locale  www.ilquaderno.it/

Benevento, caso Batman: Nardone parla e censura i mezzucci




Parla anche il presidente della Provincia di Benevento,Carmine Nardone,sulla vicenda dell’installazione della  disnstllazione  dell'opera di Batman, l’installazione di Adrian Tranquilli che svetta sul campanile della Chiesa di Santa Sofia a Benevento
Nardone, dopo qualche giorno, fu destinatario di una lettera del sindaco di Benevento, Fausto Pepe, che gli chiedeva di rimuovere il manufatto dopo averne decretato l’insuccesso. Allora Nardone decise di non rispondere né a Pepe, né ai consiglieri comunali del centrodestra Luigi Bocchino e Costanzo Di Pietro.
Ma ieri ha parlato con il giornalista di Repubblica, Antonello Caporale, che stamani ha riportato un suo parere sulla vicenda (tale articolo è stato stamattina stigmatizzato dal sindaco Pepe nel corso di una conferenza stampa).
Secondo il presidente della Provincia, la polemica in corso è “una strumentalizzazione di facile opportunismo da parte di chi ha costruito le proprie fortune proprio su tali mezzucci”. Ignoto rimane il bersaglio di Nardone.
“E’ appena il caso di notare che la installazione di Adrian Tranquilli riguarda la Torre Civica di Benevento e non quello che, impropriamente, si definisce come “Campanile di S. Sofia” – continua la nota di Nardone - che, come tutti sanno, purtroppo crollò secoli fa, a seguito del terremoto del 1688, danneggiando lo stesso luogo di culto”.
dell’opera d’arte contemporanea di Adrian Tranquilli “Batman” sul campanile sito nei pressi della chiesa di Santa Sofia. L’iniziativa, promossa dal Museo Arcos ai primi di novembre, ha suscitato numerosi commenti e critiche in città tra le forze politiche e alcuni esponenti della Curia beneventana.Io ho troppo rispetto dei miei stessi sentimenti religiosi – conclude Nardone - per respingere visioni oscurantiste della fede che non si addicono né ai tempi che viviamo, né allo spirito di quella operante e straordinaria solidarietà nei confronti dei più deboli e degli emarginati che, a ragione dei veri e seri problemi e tragedie internazionali, quotidianamente ed in tutte le parti del mondo la Chiesa mette in campo”.
Probabilmente tali frasi sono riferite al parroco di San Gennaro, don Pasquale Maria Mainolfi, che nei giorni scorsi si era espresso duramente contro quella istallazione.


 


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