Due Italie, due mondi

Bella lezione, quella tenuta da Philippe Daverio lo scorso 31 maggio, alla Villa Manzoni di Brusuglio, nell'ambito del 3° Festival della Biodiversità. Un anfratto, quello dove sorge l'edificio, ancora tutto da scoprire: "E che, fra quindici anni o anche prima, diverrà mèta turistica tra le più ambite". Ma che ora, grazie anche a una cura dei privati non sempre negativa, ancora conserva il suo sobrio splendore. "La villa che ha ospitato Giulia Beccaria, Margherita Sarfatti, Anna Kuliscioff: non è un caso che donne simili, l'esatto contrario del modello allora imposto e che oggi è tornato prepotentemente di moda, avessero deciso di stabilirsi qui".

L'occasione ha fornito a Daverio lo spunto per osservazioni di carattere più generale o, meglio, ampio. "Il Sud milanese è luogo di marcite e fontanili, il Nord di fontane sorgive. In un luogo come nell'altro grande impulso all'economia venne fornito dai monaci. Fu nel Medioevo che venne delineata l'accidia come peccato capitale, che noi traduciamo come pigrizia, ma che, in realtà, è la lentezza a fare il bene, l'indolenza, l'indifferenza". Sempre i monaci combattevano la superbia e la vendetta, che invece, per i cavalieri teutonici, erano considerati virtù indispensabili. Tutto quanto per dire che il monachesimo s'impegnò moltissimo per frenare gli istinti al tempo stesso svogliati e belluini, alimentando parallelamente la collaborazione, la solidarietà, il senso di comunità.


Un senso di comunità che però, a un certo punto, s'incrinò: "Noi parliamo di contadini, i francesi di paysans. C'è una differenza sostanziale. Il contadino era colui che si trovava sotto la giurisdizione del comites (conte), il funzionario di Carlo Magno che, col tempo, in Europa divenne stanziale mentre nei territori italiani era itinerante; il contado, quindi, si adeguava ai voleri del comites di turno, alienandosi dall'originario senso di comunità. Il contadino divenne perciò simile al plebeo, un personaggio fuori del tempo e della storia, passivo, schierato col più forte".


"L'Italia è sempre stata divisa tra queste due 'fazioni'. Ogni tanto si scatenano fra di loro autentiche 'guerre civili'. Adesso sembra prevalere la parte plebea, aggressiva, intollerante, appiattita sui grandi numeri, ma noi abbiamo anche altro, perché non tirarlo fuori, una buona volta?".



Rino T.



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