Occupati come sono a cercare di capire in che modo il cavaliere saprà uscire dal Trappolone abilmente teso, se non attraverso l’ipotesi del “Governissimo”, i “sinistri” rischiano di non comprendere – ancora una volta - come il mondo stia letteralmente cambiando. Non si comprende, per esempio, che il comunismo è ormai un‘ideologia archiviata dalla storia. Nulla ormai potrà risuscitare Marx, Lenin, o Mao Tse Tung, nemmeno la recessione economica già in atto. Per questo motivo l’iniziativa di riunire le forze di sinistra e libertà con il Partito Radicale appare una cosa sensata oltre che auspicabile. La gente non ha nessuna voglia di rinunciare alla ricchezza, alla popolarità, al desiderio di possedere cose belle in numero sempre crescente. Persino chi fa il cameriere sogna di vincere un terno al lotto e cambiare la sua vita in modo veramente radicale. Il sogno inconfessato della sinistra radicale è appunto questo: capovolgere le parti e passare dalla parte dei vincenti. Tutto qui. Chiunque abbia raggiunto livelli di prestigio sociale alti, difficilmente saprà rinunciarvi in nome dell’equa redistribuzione delle ricchezze (Bertinotti docet). Persino i migranti, che hanno cominciato come camerieri o “vu cumprà”, sognano di diventare proprietari di liberi esercizi. La dissoluzione della proprietà privata fondata sul lavoro personale è inattuabile in tempi come questi, oltre ad essere fallimentare sotto il profilo economico. Così pure la socializzazione dei mezzi di produzione che in parte fu fatta propria persino dal fascismo. Nessuno pensa ad una cooperativa di camerieri che diventano gestori di un ristorante. Insomma è l’ego la molla più forte, la molla che li fa scattare in piedi la mattina presto, non il desiderio di solidarietà che alberga in poche anime elette.Questo sentimento, moralmente elevato, deve essere lasciato alla libertà dei singoli, non imposto per legge o, peggio, reso cogente attraverso l’uso della violenza.
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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