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8.6.19

OCCHIO A QUANDO CERCATE IN STERAMING CATCH22 DI CLONNEY A NON CONFONDERLO CON CATCH22 DI Mike Nichols.

A volte capita che per sbaglio si vedano film caratteristici ed eccellenti .Ed è quello che mi è capitato cercando in streaming la serie tv Catch-22 di George Clooney .
Catch-22, Christopher Abbott in una scena
                                                                 CATCH22    DI CLOONEY                                                                                                                    
 Infatti dopo quasi due ore : non vedendo clooney , vedendo che aveva una colorazione particolare rispetto alla purezza di quelli d'oggi , e che le spiagge ed i luogo della base non rassomigliava per niente a quello uno dei luoghi del set l'ex aeroporto di Olbia , mi sono accorto che era Comma 22 (Catch-22) un film del 1970  --  FOTO  A  SINISTRA  --diretto da Mike Nichols. Fu sentendo ml'ultima edizione del regionale che scopri che era una serie tv .
il  film      del 1970 
 Allora mi domandai vederla o non vederla ? scelsi di vederla in quanto molte scenee due episodi su 6 sono girati nella mia Gallura anche se SPOILER Ha un po’ deluso. O forse non ha sorpreso. Tanta era l’attesa e l’aspettativa che avevamo creato intorno a questo Catch 22, la mini serie girata da George Clooney sulla pista dell’ex aeroporto di Venafiorita di Olbia (e anche a Viterbo) e nelle acque di Santa Teresa, che a vederlo veramente sul piccolo schermo ci ha lasciato un po’ con quella sensazione di inespresso. Sarà perchè, alla fine, come afferma https://www.galluraoggi.it/ , nelle due puntate girate in sardegna si è visto poco, o meglio, poco di veramente entusiasmante. C’era il tenente Sheisskopf (Clooney), intento a riprendere con veemenza il suo esercito dopo alcuni scandali e di comunela con il nemico . Si vedevano i bombardamenti nei cieli (che tanto hanno tenuto Olbia con gli occhi all’insù durante le riprese). C’era lo spazio al racconto della vita da campo, tra le esercitazioni e i momenti spensierati dei soldati e la follia di uno d'essi . Sicuramente è rimasto deluso chi credeva di riconoscere in maniera nitida le immagini della rada di Olbia o del vecchio aeroporto. La tecnica cinematografica dello sfumato, usata da Clooney, ha ovattato un po’ tutto, a partire dall’orizzonte, che avrebbe potuto regalare i riferimenti migliori. A risaltare in video è la bellezza del mare di Santa Teresa, che risplende con i suoi colori SPOILER .
 Infatti inizialmente lo reputavo magari condizionato dal film ( forse avrei dovuto aspettare a vederlo dopo il film ) più incisivo questo della serie un mezzo mezzo polpettone ma per questione di principio ed evitare rimorsi \ sensi di colpa nel lasciare a metà le cose iniziate l'ho visto fino alla fine e soprattutto per vedere le scene girate nella mia regione e s'era migliore la serie o il film . Poi invece leggendo un sunto del romanzo e sentendone il giudizio di una mia amica professoressa d'inglese mi sono accorto che SPOILER Pian piano, il microcosmo che hai attorno comincia a sgretolarsi sotto una montagna di morte, sangue, disperazione. 
L'immagine può contenere: testo
IL  ROMANZO 
Non resta che appellarsi al Comma 22 per tornare a Coney Island. Solo che, quella postilla, è una vera e propria legge di Murphy: «Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo». Comincia così, tra campi, sudore e una strabiliante fotografia color ocra (Martin Ruhe) la miniserie Catch 22, show originale Sky in sei episodi (negli USA su Hulu), basata sull’omonimo romanzo antimilitarista di Joseph Heller, edito nel 1961.Comincia così, tra campi, sudore e una strabiliante fotografia color ocra (Martin Ruhe) la miniserie Catch 22, show originale Sky in sei episodi (negli USA su Hulu), basata sull’omonimo romanzo antimilitarista di Joseph Heller, edito nel 1961.Avendo come punto di partenza un romanzo fondamentale», ha raccontato Clooney, «e tenendo in considerazione il film di Mike Nichols del ’70 (dove c’era l’amico Bob Balaban, oltre ad un giovane Alan Arkin nel ruolo di YoYo, ndr.) abbiamo cercato di realizzare -- ha affermato Clooney -- un’opera sulle assurdità della guerra e del potere, perché puoi cercare di combatterlo ma senza riuscire a sconfiggerlo». Nei panni di Yossarin, un bravissimo Christopher Abbott, affiancato da Hugh Laurie, Kyle Chandler e Grant Heslov.

                             Alan Arkin nei panni di Yossarian nel film del 1970: Comma 22. 

Così, a proposito del potere, Catch-22 diventa la metafora, tutt’ora, delle aberranti declinazioni umane, che possono trovarsi anche sotto la stessa bandiera. «Viviamo in tempi di grande nervosismo e autoritarismo, quindi la satira sulla guerra è sempre attuale. Se Catch 22 mi farà entrare in politica? No, non sarebbe logico. Voglio continuare a fare quello in cui credo di essere bravo. , ha continuato l’attore e regista. Perché, come mostra la serie, dirompente e a tratti diabolicamente esilarante, l’epopea del bombardiere Yossarin è pura catarsi greca, arrivando ad un’evoluzione finale che SPOILER lo rende consapevole di cosa può significare ricevere una stupida medaglia di bronzo. C’è il tempo e c’è lo spazio della Seconda Guerra Mondiale, il cameratismo effimero che porta solo dolore, quando pian piano quei volti cominciano a non tornare in tenda. Una missione, due missioni, tre missioni. Fino ad arrivare ad un numero spropositato, spinto oltre da quegli ufficiali senza scrupoli ossessionati dal comando, a cominciare dallo smunto e perverso tenente Scheisskopf interpretato dallo stesso Clooney. «Tanto idiota quanto arrogante. Un personaggio perfetto per me, anzi grazie a lui ho potuto urlare in modo molto terapeutico». Perché, dietro la storia di Yossarin, idealista e romantico, si combatte la sua battaglia verso un mondo esterno che necessita della guerra e dei morti in battaglia, finendo per diventarne un tragico paradosso. SPOILER
 Del resto, lassù, tra le nuvole bianche dell’Italia, mentre più giù saltano per aria ponti e uomini, a volare e morire c’erano ragazzi che avevano appena lasciato il nido. Troppo piccoli e troppo impauriti per morire. Mentre le donne, la domenica, non rinunciano ad indossare un vestito a fiori, innamorandosi di quello straniero venuto da lontano, imbrattato dal sangue innocente di un soldato che non tornerà mai più a casa. E, alla fine, pure quell’allegro motivetto di Nat King Cole suona in modo diverso, «Straighten up and fly right Cool down, papa, don’t you blow your top».
Un buon  Kolossal   che  rende  ,  forse  in  maniera   più sottile   e meno diretta   ma   non per  questo significativa  ed  eccellente  , in pieno   il   romanzo  . Tanto  da  superare   di  qualche spanna  il  film  del 1970 . Ha  avuto   tanto successo che  i  fans     ne  chiedono una seconda  stagione   . Infatti  concordo  con l'amico 






Catch-22 è finita, la 2 stagione ci sarà? Credo proprio di no, il finale ha chiuso ogni possibilità di sequel, ma con gli americani non si può mai dire . George ci sta pensando



mah staremo a vedere chi vivrà vedrà .
L'adattamento televisivo del romanzo antimilitarista di Joseph Heller è stato concepito come una mini-serie o serie limitata che dir si voglia, pertanto non è previsto un seguito né una prosecuzione, quantomeno al momento. Non è stato annunciato alcun progetto di continuare la serie con una possibile stagione 2 di Catch-22, che si ritroverebbe a misurarsi con la sfida di superare o espandere gli eventi raccontati nel romanzo. Gli episodi 5 e 6  andati  in onda il 4 giugno su Sky Atlantic sono da considerarsi come gli episodi finali di Catch-22 che concludono la storia della mini-serie e non lasciano adito ad un continuo.
Qualora Hulu o Sky decidessero di dare il via libera ad una seconda stagione di Catch-22, la serie si unirebbe a titoli come Game of Thrones, Big Little Lies e The Handmaid’s Tale nell'avere proseguito il racconto televisivo oltre le vicende dei romanzi da cui sono tratti. Catch-22 è stato tuttavia promosso come una mini-serie sin dal principio: una seconda stagione sembra pressoché impossibile. Pur vero è che lo stesso si diceva due anni fa di Big Little Lies, e la stagione 2 debutta il 18 giugno. Una possibile strategia potrebbe vedere Catch-22 virare verso il formato antologico, presentando una vicenda inedita con personaggi nuovi in ciascuna stagione e continuando a raccontare le situazioni  l SPOILER lasciate  in sospeso    dal romanzo   , dal  film  . Inmfatti   Vedremo se il protagonista sarà ancora vivo e troverà ( o ritroverà ) l'amore che alla base come militare e poi in cura da civile non è riuscito a realizzare . E il crimine , la violenza stupro e l'uccisione di una donna di vita , del collega il quale lui è costretto a tacere per evitare condanne per insubordinazione venga punito SPOILER vedremo come gli sceneggiatori e lo stesso Clooney che ha diretto ( oltre a recitare ) due puntate colmeranno " i buchi " presenti anche nello stesso romanzo

























21.5.16

neanche dei morti c'è più rispetto

nei giorni  scorsi   camminando per la città sono  capitato  nel viale  cittadino  , luogo della passeggiata   estiva   e  della movida  . In fondo al viale  c'è  il  famoso monumento  ai caduti  delle dellle due guerre mondiali e delle  guerre  fasciste  .



 l'autore  di tale  post


 è stato duro  ,  ma   ogni tanto  tale durezza  ci vuole  . Infatti neppure  io  ,  almeno  fino a  qielache  anno fa , che  ero  un imbattatore   (  anche se  per  educazione   ricevuta   dai nonni , e  dai genitori  non sno arrivato a deturpare  monumenti  storici  o celebrativi  )  seriale  di  : muri  , banchi scolastiic  ,  pareti , ecc  non solo domestici    sono arrivato   tanto .  A mancare   di rispetto   ai morti  .



 A  diffferenza  di alcuni commenti   del post

(....)


Fabrizio Mereu
Fabrizio Mereu Brutti stronzi, senza un minimo di rispetto. Meritereste di essere messi in galera. Vergogna.
Anna Deiana
Anna Deiana I ragazzini di oggi sono all'80% maleducati e cafoni... Con tutto comprese le altre persone.... Vuliani semplicemente presi a ciaffi ....insemmi a li genitori però....
Michele D'Auria
Michele D'Auria poi dicini chi li scavanati no facini be' 😏 fanno pena!
Luigi Fresi
Luigi Fresi Che degrado,non sanno che cazzo fare ? Andassero a fare in culo...vandali da tre e un soldo.....
Sabrina Bardanzellu
Duca Di La Naciola
Duca Di La Naciola A volte mi viene voglia di organizzare una spedizione punitiva fatta dì falati di pedi a culu!!!
 
 (....)  
  proporei come punizione   e rieducazione  
  •      fargli   fare  durante le vacanze   delle  ricerchè all'archivio di stato  .  magari trovano   che:  1)    :  alcuni dui quei  morti sono  loro avi o discendenti .,  2 9  qualche  morto non  comprenso  nell'elenco  . E  poi  a spese  o loro  se maggiorenni   o  delle loro famiglie  seminorenni     far   rifare   ( con eventuali aggiunte    se  si trovassero nuovi nomi  )   quelle  lapidi  
  • fargli   vedere  obbligatoriamente  , non paretecipi alla  visione di quel  documentario meno crediti  in meno   sula pagella ,  documentari  o vìfar venire  parenti  di  quei  morti o  sopravvisuti ale  duie  guerre    e alle  guerre fasciste   che raccontino  cosa  è  stato 
e  all'amministrazione  comunali di recintare  l'area    sopra le scale del moumento     visto     che   oltre  a tale  situazione    ci si trovano anche sirighe  e  altri   rifiuti  ( bottiglie di  birra ed  alcolici  ,  cicche    , ecc  = 
 
(...)    

20.1.14

Addio Hiroo Onoda, 'ultimo' giapponese che si è arreso dalla seconda guerra mondiale

Hiroo Onoda (小野 田 寛 郎) (Kainan, 19 marzo 1922 – Tokyo, 16 gennaio 2014 ) è stato un militare giapponese, noto perché, dopo quasi 30 anni dalla fine della seconda guerra mondiale nel 1974, nella giungla sull'isola filippina di Lubang, venne arrestato perché si rifiutava di credere che la guerra fosse finita. Questo fa di lui il penultimo soldato giapponese della seconda guerra mondiale, arresosi 7 mesi prima di Teruo Nakamura.  E' morto a 91 anni Hiroo Onoda, tenente dell'ex Esercito Imperiale nipponico, che per 29 anni visse nascosto in una foresta, ignorando che la II Guerra Mondiale era finita da un pezzo Infatti   , semnpre  dala voce  a lui dedicata  su   Wikipedia  Onoda era un membro della classe di comando Futamata Bunko "(二 俣 分校) della scuola militare di Nakano addestrato come guerrigliero. Il 26 dicembre 1944 fu inviato nell'isola di Lubang con il compito, insieme con i soldati già ivi presenti, di ostacolare l'avanzata nemica. Aveva ricevuto l'ordine di non arrendersi, a costo della sua stessa vita. Il 28 febbraio 1945 l'isola subì un attacco nemico che annientò quasi tutte le milizie nipponiche. Onoda e tre commilitoni, Yuichi Akatsu, Shoichi Shimada e Kozuka Kinshichi, si nascosero tra le montagne. Akatsu però, nel 1949, dapprima abbandonò il gruppo di soldati e poco dopo decise spontaneamente di arrendersi. I suoi racconti convinsero la diplomazia nipponica a cercare di far arrendere anche i restanti tre soldati che erano rimasti alla macchia, perciò nel 1952 vennero lanciate da un aereo lettere e foto di famiglia per cercare di
da  google
convincere i soldati fantasma a cessare le ostilità. Tuttavia la notizia della fine del conflitto non venne presa come attendibile dai tre soldati alla macchia e il gruppetto nipponico finì per considerare falsi quei documenti: Onoda e i suoi compagni rimasero quindi sull'isola continuando la "missione" e combattendo contro gli abitanti dell'isola, nascosti nella giungla. I tre vissero di furti di viveri e vestiti dei cittadini filippini.Così, Shimada finì per perire nel 
1954 durante uno scontro a fuoco, mentre in Giappone Onoda venne dichiarato legalmente deceduto nel 1959. Infine nel 1972, sempre in seguito ad uno scontro a fuoco, anche Kozuka venne ucciso. Onoda rimase quindi da solo e da quel momento furono diversi i tentativi di rintracciarlo: nel 1972 tramite la sorella e degli amici e nel 1973 tramite il padre, che morì poco dopo. Il 20 febbraio 1974, dopo quattro giorni di ricerche, il giapponese Norio Suzuki ritrovò Onoda. Successivamente Sozuki fece ritorno in Giappone con le foto del militare e convinse l'ufficiale diretto superiore di Onoda, il Magg. Taniguchi, a recarsi sull'isola per convincerlo ad arrendersi. Onoda, risbarcato in Giappone, venne accolto con tutti gli onori dal Governo.Onoda però emigrò in Brasile come suo fratello Tishro, a causa delle difficoltà a riambientarsi; nel 1976 si sposò in Sudamerica. Successivamente scrisse anche un libro (intitolato No Surrender: My Thirty-Year War nell'edizione inglese) circa i suoi anni nella giungla, divenuto un bestselleralla fine del XX secolo. Nel 1984 tornò in Giappone e fondò la scuola per bambini Shizen Juku Onoda ("Scuola Naturale Onoda"). Nel 1996 ritornò a Lubang, donando oltre 10.000 dollari a una scuola elementare.Curiosità 

  dall'articolo di   Daniele Scalea Direttore Generale Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie, condirettore della rivista Geopolitica  su   http://www.huffingtonpost.it/  del 17\1\2014 tranne  le  fotto prese dalla  foto galleria  di http://www.rainews.it/


Inizialmente rifiutò d'arrendersi pure di fronte ai messaggi con cui lo si informava della fine del conflitto, ritenendoli una trappola. Depose le armi solo quando il suo diretto superiore di trent'anni prima si recò da lui per ordinarglielo, dispensandolo dal giuramento di combattere fino alla morte.
Raccontò la sua storia in un libro, pubblicato nel 1975 da Mondadori col titolo Non mi arrendo.La storia di Onoda apparirà senz'altro "esotica" (roba da giapponesi!) e "arcaica" (ormai le guerre non ci sono più! In Europa Occidentale, s'intende, perché nel resto del mondo ci sono eccome) a gran parte dei lettori italiani del XXI secolo. Chi di noi riesce a immaginarsi, poco più di ventenne nella giungla, restarci trent'anni solo per onorare un giuramento e battersi per la causa che si ritiene giusta? Eppure la storia di Hiroo Onoda qualcosa da insegnarci ce l'ha; e proprio perché la sentiamo così lontana, temporalmente e culturalmente, da noi.In quest'epoca così moderna e avanzata, il lettore al passo coi tempi potrà ben pensare che, in fondo, Onoda era solo un "fanatico", un "folle", un "indottrinato". Nei tempi bui che furono, il senso comune l'avrebbe definito un "eroe". Questa figura dell'Eroe, così pomposamente celebrata nei millenni passati, ha perso oggi tanto del suo smalto - presso la civiltà occidentale, e in particolare europea. Bertolt Brecht sancì che è sventurata quella terra che necessiti di eroi. Il nostro Umberto Eco ha deciso che l'eroe vero è quello che lo diventa per sbaglio, desiderando solo essere un "onesto vigliacco" come tutti noi altri. Salendo più su troviamo il nuovo vate d'Italia: Fabio Volo ha scritto che non è eroe chi lotta per la gloria, ma l'uomo comune che lotta per la sopravvivenza.Prima di discutere queste tre idee, precisiamo che l'Eroe si definisce (o almeno così fa la Treccani) come colui che si eleva al di sopra degli altri: in origine più per la nobilità di stirpe, in seguito per la nobiltà nell'agire.
L'Eroe non è necessariamente un guerriero: semplicemente la guerra, mettendo chi le combatte di fronte a situazioni e rischi assenti nella vita comune, facilita il manifestarsi dell'eroismo. Ma non è banalizzazione dire che l'Eroe può esserlo nel lavoro, nella scienza, nella politica, nell'arte e così via. È invece banalizzazione individuare l'eroismo nel fare ciò che tutti fanno, perché viene meno il senso stesso del termine: l'elevarsi, il fare più del normale, il più del dovuto. Dove tutti sono eroi, nessuno è eroe.Alla luce di quanto appena detto, si coglierà l'illogicità della formulazione di Volo (per la cronaca: tratta da Esco a fare due passi), pure se inserita nel suo epos dei broccoletti (in sintesi elogio di mediocrità e de-gerarchizzazione di valore; ma se proponi un modello anti-eroico, allora parla di anti-eroi e non di eroi). Tutti sopravvivono, indotti in ciò dall'istinto di autoconservazione, e non vi è nulla di particolarmente commendevole nel far ciò che si è costretti a fare. Al contrario, l'Eroe per distinguersi dalla massa può andare contro l'istinto di autoconservazione (sacrificare, o porre a rischio, la propria vita per conseguire un obiettivo o per salvare altre vite), o fare più di ciò che è da parte sua dovuto. Non potremmo definire un eroe, ad esempio, un Giacomo Leopardi che sacrifica la sua salute e la sua felicità per diventare un sommo poeta, e così deliziare contemporanei e posteri?L'idea della scelta libera e volontaria pare elemento costitutivo dell'eroismo, e ciò richiama in causa anche Eco. È in fondo diventato un cliché anche hollywoodiano, quello per cui l'eroe protagonista del film non diviene tale perché convinto della causa per cui battersi, ma solo perché travolto dagli eventi. L'escamotage classico vuole che i "cattivi" massacrino la sua famiglia, inducendolo per vendetta a combatterli. Questo leit motiv lo ritroviamo in tanti film di successo: pensiamo a BraveheartThe Patriot, o Giovanna D'Arco di Luc Besson, dove tra l'altro il primo e l'ultimo cambiano la vera storia pur d'inserirvi il tema suddetto. Gli appassionati di cinema potranno trovare molti più esempi, anche in generi diversi dall'epico e dallo storico. A quanto pare, l'individuo occidentale medio riesce ad accettare molto più la vendetta personale che lo schierarsi coscientemente per una causa collettiva che si ritiene giusta.Eppure, lo ribadiamo, è la libera scelta a dare davvero valore all'atto eroico.

Sembrano in ciò molto più savi dei nostri maître à penser odierni i teologi riformatori del Cinquecento quando, con logica rigorosa, notavano che non vi può essere merito individuale senza libero arbitrio. Così come una salvezza decisa da Dio è merito esclusivamente di Dio, un atto eroico costretto (non semplicemente indotto: costretto) dalle circostanze è "merito" delle circostanze stesse.Rimane in ballo la questione se sia davvero una sventura aver bisogno di eroi. Tanti pensatori hanno più o meno esplicitamente ricondotto il progresso a un meccanismo di sfida-risposta, in cui spesso giocano un ruolo essenziale individui straordinari per la loro capacità creativa. Tra i più espliciti assertori di tali tesi nel secolo scorso, citiamo alla rinfusa A.J. Toynbee, H.J. Mackinder, Carlo Cipolla, Lev Gumilëv. Sono le persone straordinarie (nel senso letterale di fuori dall'ordinario, e dunque non comuni) che, con i loro atti creativi (in cui spesso la creazione maggiore è l'atto in sé come esempio ispiratore per gli altri), rinnovano costantemente la vitalità di un popolo. Rovesciando l'aforisma di Brecht:sventurata quella nazione che non ha bisogno di eroi, perché significa che ha scelto coscientemente d'avviarsi sulla strada della decadenza.Restiamo sull'eroismo, torniamo a Hiroo Onoda. C'è una lezione che potremmo apprendere dall'eroica follia di questo giapponese che per trent'anni continua da solo una guerra già conclusa, o dai mille altri eroi - di guerra e pace, armati di spada, penna o lingua che fossero? Io credo di sì.Potremmo imparare da loro lo spirito di sacrificio e l'indomita fede di chi crede in ciò per cui lotta - sia essa una patria o un'idea, un partito o una persona, una guerra o una pace.Dovremmo imparare da loro che eroismo non è sopportare supinamente, tutt'al più inveendo (ma su Facebook Twitter, che la poltrona è più comoda della piazza) contro le storture del mondo; ma eroismo è insorgere, levarsi contro l'ingiustizia. Se il mondo è storto non è eroico guardarlo cadere, ma cercare di raddrizzarlo.Dovremmo riflettere che se oggi le cose vanno male, mancano i diritti e abbondano le ingiustizie, la morale è corrotta, l'ingiusto trionfa e il giusto patisce; se l'oggi insomma ci pare sbagliato, dovremmo impegnarci a correggerlo.Perché i diritti non li regala nessuno, la giustizia non si difende da sola, il progresso non viene da sé. Servono i creativi, servono gli eroi. Con buona pace dei Brecht, degli Eco e dei Volo.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...