La storia di Natale Papini e la sua banda è il classico esempio di come lo stato ti usa anche con il ricatto ( papini fu messoi a scegliere o essee mandato in prima linea oppure scarcerato si trovava già in carcere per un furto o rubare per il paese ) . Mentre slo i pezzi grossi cioè quelli che gli fornirono i mezzi furono , come riporta la voce di wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Colpo_di_Zurigo ricompensati con privilegi e prebende
Il meccanico livornese beffò gli 007 e aprì la cassaforte delle spie
In missione segreta per conto dello Stato (che poi lo rinnegò) per beffare i servizi segreti nemici nel cuore blindato di Zurigodi ROBERTO RIU
Il colpo di Zurigo: cento anni fa l'incredibile furto dell'agente segreto livorneseUna rapina degna di un film. Ma a compierla sono dei patrioti italiani durante la Prima guerra mondiale. Il protagonista di questa storia è lo scassinatore livornese Natale Papini che, 100 anni fa, si introdusse nel consolato austro-ungarico di Zurigo e, con la sua banda, trafugò decine di documenti con i piani di spionaggio degli austriaci (video a cura di Yuri Rosati) - L'ARTICOLOA cento anni dalla Prima Guerra Mondiale torna alla ribalta la figura del livorneseNatale Papiniche fu protagonista di un celebre episodio di spionaggio noto come “Il colpo di Zurigo”.
Lo spionaggio ed il controspionaggio hanno da sempre ricoperto un ruolo chiave in guerra (ed anche in tempo di pace) per scoprire i segreti del nemico e mettere al sicuro i propri: lo scopo del “Colpo di Zurigo” fu appunto quello di mettere fuori gioco la rete spionistica austriaca in Italia che aveva il suo centro nevralgico presso il Consolato Austro-ungarico, diretto dal capitano di corvetta Rudolph Mayer, con sede nella città elvetica ed alla quale erano imputati parecchi gravi episodi di sabotaggio (come l’affondamento delle corazzate Benedetto Brin e Leonardo da Vinci, oltre al piroscafo Etruria saltato in aria a Livorno), mentre un altro punto di riferimento era in Vaticano con l’attività spionistica svolta da monsignor Rudolph Gerlach, un ex ufficiale tedesco divenuto nientemeno che cameriere segreto del Papa.
L’operazione di Zurigo fu ideata e realizzata dal Servizio informazioni della Regia Marina con il quale fu chiamato a collaborare Natale Papini, un abilissimo meccanico livornese specializzato in casseforti, purtroppo descritto nella pubblicistica, anche recente, come una sorta di delinquente patentato (mentre in realtà, come riferisceAldo Santini, si trovò solo implicato nel 1913 in un furto con scasso alla Banca Commerciale Marittima di Viareggio).
Era nato il 25 dicembre 1881 – per questo si chiamava Natale – Papini era figlio d’arte e viveva in via Materassai (l’odierna via Montegrappa) dove, come ricordaUgo Canessain un articolo comparso nel 1999 sul Tirreno, il maresciallo Donateo della Questura di Livorno lo andò a trovare nel dicembre del 1916 per chiedergli di partecipare ad un colloquio riservato con agenti segreti italiani.
Dietro l’offerta di un cospicuo compenso Papini accettò così il rischioso incarico di recarsi a Zurigo per aprire la cassaforte del Consolato Austrostro-ungarico dove era racchiuso l’elenco delle spie e dei sabotatori operanti in territorio italiano.Utilizzando le chiavi false realizzate dal triestinoRemigio Bronzin, un fabbro impiegato alla Stigler di Milano, il colpo fu tentato una prima volta il 22 febbraio 1917, ma dopo avere aperto nell’edificio ben sedici porte, si scoprì una diciassettesima porta chiusa di cui però mancava la chiave.La squadra composta da Papini, Bronzin, dall’avvocato fiorentino Livio Bini, un doppiogiochista a favore dell’Italia, e daStenos Tanzini, sottufficiale della Regia Marina, riprovò quindi nella notte tra il 26 ed il 27 febbraio riuscendo finalmente ad entrare nella stanza della cassaforte.
Papini si mise subito al lavoro con la fiamma ossidrica, ma il forziere era ben protetto: dal varco aperto nella lamiera uscì un getto del gas tossico immesso per sicurezza nell’intercapedine e che mise in grave difficoltà la squadra. Coprendosi la bocca ed il naso con uno straccio bagnato e dopo avere bevuto acqua da un vaso da fiori per placare l’irritazione alla gola Papini riuscì comunque ad avere ragione della cassaforte dopo quattro ore di duro lavoro impiegando anche una sega “sorda” circolare: con tre valigie piene zeppe di documenti, soldi e gioielli i quattro, usciti dal Consolato senza problemi, si diressero poi alla stazione per consegnarle al tenente di vascello Pompeo Aloisi che, con il capitano di vascello Marino Laureati, aveva la responsabilità dell’operazione. Fu un vero successo, paragonato ad una grande vittoria in battaglia, ma Papini ebbe solo in minima parte il compenso pattuito e per di più, con suo profondo disappunto, nel film “Senza bandiera” del 1951, in cui si parlava della memorabile vicenda, fu dipinto come un ergastolano (all’episodio venne dedicato anche lo sceneggiato televisivo Rai “Accadde a Zurigo” diretto da Davide Montemurri nel 1981). Papini morì nel 1967 e non ebbe mai neppure la pensione nonostante la proposta di legge presentata in suo favore alla Camera dei Deputati nel 1954 da alcuni esponenti politici: dal monarchico Ettore Viola Di Cà Tasson al liberale Vittorio Badini Confalonieri, dal socialdemocratico Luigi Ceccherini ai comunisti Vasco Jacoponi e Laura Diaz, entrambi livornesi. Non ebbero miglior fortuna le inchieste ed i processi avviati dopo la Grande Guerra promettendo sfracelli e terminati invece “a coda di topo”: fra insabbiamenti e documenti misteriosamente spariti nessuno dei grossi nomi italiani a quanto pare implicati nella trama spionistica pagò per le navi perdute e per le centinaia di morti nei sabotaggi. Alla fine i soli ritenuti colpevoli furono tre marinai, di cui uno ebbe l’ergastolo, mentre gli altri due furono condannati a morte con pena commutata nel carcere a vita: tutti furono liberati una ventina d’anni dopo e non se ne è saputo più nulla.
nei giorni scorsi camminando per la città sono capitato nel viale cittadino , luogo della passeggiata estiva e della movida . In fondo al viale c'è il famoso monumento ai caduti delle dellle due guerre mondiali e delle guerre fasciste .
l'autore di tale post
è stato duro , ma ogni tanto tale durezza ci vuole . Infatti neppure io , almeno fino a qielache anno fa , che ero un imbattatore ( anche se per educazione ricevuta dai nonni , e dai genitori non sno arrivato a deturpare monumenti storici o celebrativi ) seriale di : muri , banchi scolastiic , pareti , ecc non solo domestici sono arrivato tanto . A mancare di rispetto ai morti .
A diffferenza di alcuni commenti del post
(....)
Fabrizio MereuBrutti stronzi, senza un minimo di rispetto. Meritereste di essere messi in galera. Vergogna.
Anna DeianaI
ragazzini di oggi sono all'80% maleducati e cafoni... Con tutto
comprese le altre persone.... Vuliani semplicemente presi a ciaffi
....insemmi a li genitori però....
Duca Di La NaciolaA volte mi viene voglia di organizzare una spedizione punitiva fatta dì falati di pedi a culu!!!
(....)
proporei come punizione e rieducazione
fargli fare durante le vacanze delle ricerchè all'archivio di stato . magari trovano che: 1) : alcuni dui quei morti sono loro avi o discendenti ., 2 9 qualche morto non comprenso nell'elenco . E poi a spese o loro se maggiorenni o delle loro famiglie seminorenni far rifare ( con eventuali aggiunte se si trovassero nuovi nomi ) quelle lapidi
fargli vedere obbligatoriamente , non paretecipi alla visione di quel documentario meno crediti in meno sula pagella , documentari o vìfar venire parenti di quei morti o sopravvisuti ale duie guerre e alle guerre fasciste che raccontino cosa è stato
e all'amministrazione comunali di recintare l'area sopra le scale del moumento visto che oltre a tale situazione ci si trovano anche sirighe e altri rifiuti ( bottiglie di birra ed alcolici , cicche , ecc =
Essendomi rotto delle solite bufale e dei soliti post islamfobici che trovo su facebook e twitter .
Lancio una provocazione ( N,.b chi mi conosce lo sa che non farei mai una
cosa del genere sa he non la penso cosi ) : 1 ai destrosi ma anche non visto che tale malattia pè sempre più diffusa anche in altri ambienti culturali immuni fino 30 ani fa da tale " virus " ., 2 ) agli xenofobici , razzisti , ai foibo islamici soprattutot quelli aprioristici e acritici .
Perchè
non chiedete allo stato italiano di restituire a qualche stato
islamico , magari alle stessa Croazia in cambio di nostri cippi e resti di caduti nei loro confini i resti e i cippi di questo
cimitero islamico che deturpa
il nostro suolo italico
da https://www.facebook.com/tapum14.18Sul
Moschiag, il cimitero dei bosniaci, l'unico interamente musulmano in
Italia. Almeno per ora. Notare le sepolture tra le buche delle granate.