Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
29.4.12
chi ha detto che in ristorante si debba solo mangiare ? Cagliari Un ristorante diventa occasione di riscatto La locanda dei Buoni e Cattivi è stata premiata come migliore progetto di impresa sociale in Italia
6.6.09
Uno spazio per noi donne
Care donne lettrici di Compagni di Viaggio,
se aveste la possibilità di ideare e progettare uno spazio dedicato alla cura, alla tutela, all'assistenza ed all'accoglienza delle donne, nella vostra città, nel quartiere in cui vivete, quali elementi e quali prestazioni giudichereste fondamentali, importanti ed idonei per la realizzazione ed il buon funzionamento di questo servizio? Quali sono i problemi e le difficoltà, anche quelle più piccole, semplici e quotidiane, che oggi affliggono noi donne? Che cosa desideriamo, di cosa abbiamo bisogno, e che cosa le istituzioni ed i servizi pubblici e privati sul territorio non sono ancora in grado di offrirci?
MariLouLou, curiosa, spera di ricevere tante risposte, non solo dalle lettrici, e vi augura una buona giornata.
Se volete leggermi, la mia dimora è sita in http://trattidanima.splinder.com
Salut à tout le monde!
18.5.09
IL MONDO NON ASCOLTA di donatella camatta
Scarno viso di madre
lacrime prosciugate
dall’immenso dolore
che le carni toccan..
Non può sfamare il proprio
bimbo
mente vacilla
verso mete perse.
Il grido
è
furioso
verso orizzonti
inesistenti.
Il mondo non ascolta
orecchie sorde
solo
potere distruttivo
esiste.
Piange il proprio bimbo
che ora non c’e’ più…
15.3.09
Senza titolo 1366
Poco tempo fa vi ho parlato di Joseph, un bambino malato della sindrome di Leigh.
con questo video voglio farvelo conoscere, farvi vedere le difficoltà ke ha nello spostare tovaglietta e bavaglino, ha solamente 4 anni e se entro brevissimo tempo i suoi genitori non riescono a trovar 300.000 € quando avrà 5 anni Joseph morirà.
voglio parlarvi un attimo di azzurra: è affetta dalla stessa malattia di Jo, oggi ha 6 anni (a ottobre 7) i dottori avevano detto ke non li avrebbe mai compiuti e invece ha fatto dei passi da gigante, mattia (di milazzo (ME) affetto dalla sindrome di West, tetraparesi spastica e epilessia) il 20 aprile vola in florida, grazie a varie manifestazioni e donazioni di gente comune.
se questo video vi ha toccato vi invito di tutto cuore a fare visita al suo blog http://wwwjosephunangiolettodasalvare.blogspot.com (il link sembra errato ma non lo è) non c'è molto ma l'essenziale x sapere la storia e donare un piccolo contributo. Nel mio blog invece metto altri casi di bambini oltre quello ke succede, passo dopo passo, a Joseph.
oggi stesso joseph a studio aperto, nell'edizione delle 12:25. mettetelo sui 15min e 20 secondi, è breve ma kiarissimo
http://www.video.mediaset.
anke un solo centesimo è importante. grazie! Lucy
9.3.09
OIL documentario del regista indipendente Massimiliano Mazzotta. e la dignità violata del popolo sardo
Dopo questo escurs ritornando al film di cui tutti i media sardi ignorano o ne parlano in breve ( dforse perchè l'autore npon è sardo o non ha ricevuto nessun premio importante , o parla male -- intendo per parlare male è critico verso la sardegna e non esalta la stereotipata sardità tipo dedicare ler prime 5 pagine alla vittoria verae meritata sul campo o come si presume solo a raccomandazioni e intralazzi \ combine di marco carta ad amici prima e a san remo poi ) e quindi è per questo che l'osservazione di pandora tv riportata anche da me in un post precedente ( ne trovate qui l'url ) sui media sardi e il loro oligopoliomeiatico è veritiera .
ma ora bado alle ciancie ecco a voi l'articolo di censurato.splinder tratto da tratto da Agoravox.it
<<
Proiettato in Sardegna il film "OIL", una video-inchiesta sul polo petrolchimico sardo del regista indipendente Massimiliano Mazzotta.
Nella serata di venerdi’ 20 febbraio, è avvenuta a Cagliari l’unica proiezione pubblica, poi eccezionalmente replicata, dell’ultimo film del 37enne regista pugliese Massimiliano Mazzotta.
Si tratta di una video-inchiesta sulla raffineria Saras (gruppo ENI) sita nel comune di Sarroch, paese di 5200 abitanti che si affaccia sul golfo di Cagliari, a pochi chilometri di distanza dal capoluogo isolano.
Tale raffineria, la più grande del Mediterraneo, sorta nei primi anni 60 del secolo scorso nell’ambito del Piano di Rinascita e di proprietà della famiglia milanese Moratti, aveva un’estensione di 180 ettari, che col tempo si sono moltiplicati sino ad assorbire, con oltre 800 ettari di stabilimenti vari, la quasi totalita’ del territorio comunale.
Fino a pochi anni fa la raffineria era autorizzata ad emettere sino a 14.000 tonnellate di emissioni l’anno, poi ridotte alla metà.
Tra tali emissioni vi sono il benzene e l’idrogeno solforato, entrambi altamente cancerogeni, oltre che estremamente tossici.
Praticamente gli abitanti del paese vivono in simbiosi col polo petrolchimico, coi suoi rumori, coi suoi miasmi, coi suoi veleni; tra le case e le ciminiere vi sono non chilometri ma, in certi casi, poche centinaia di metri. Forse per questo il dottor Annibale Biggeri, intervistato nel film, ha riscontrato tra i bambini del posto una modificazione a livello di DNA, qualcosa che spaventa solo a pensarci.
Inutile dire che l’impatto ambientale di tale impianto si è rivelato col tempo devastante per le persone e l’ecosistema. Le patologie tumorali e le affezioni croniche dell’apparato respiratorio sono altissime rispetto alla media nazionale. Le viscere degli agnelli hanno odore di petrolio, e così i pesci della zona, fin quando li pescavano.
Da notare che, negli anni si è assistito non già ad un passaggio ad uno sviluppo piu’ rispettoso dell’ambiente, ma ad un ampliamento delle attivita’ di raffinazione petrolifera.
Del resto lo scempio ambientale e le vittime del cancro non sono mai state oggetto di inchieste da parte dei media locali, che si dedicano invece a sponsorizzare le grandi opere dei loro editori, disinteressandosi completamente della consapevolezza dei cittadini.
Sotto questo aspetto la vergognosa disinformazione dei mainstream isolani (giornali e tv) è veramente scandalosa e indegna di un paese minimamente civile.
Anche grazie a tale disinformazione la cittadinanza crede che la raffineria esista quasi per diritto divino, che così debba essere nei secoli a venire e che i morti siano il prezzo da pagare, una specie di moderno sacrificio umano, mentre a Milano i padroni del vapore contano i miliardi.
Nel 2000, tra gli altri, entra in funzione l’impianto IGCC della SARLUX, che smaltisce le scorie della stessa Saras, scorie altamente tossiche e di difficile smaltimento (il cosiddetto filtercake) ma che, per il nostro stato criminogeno sono considerate (unico caso in Europa) "fonti rinnovabili" e quindi vengono usate per produrre energia elettrica, sovvenzionata dallo stato con la truffa dei CIP6, gli stessi incentivi usati per assimilare gli inceneritori alle "fonti rinnovabili" e vendere l’energia elettrica prodotta in modo altamente inquinante (nanopolveri) al triplo del prezzo di mercato.
Il film del giovane regista di Lecce prende le mosse, quasi casualmente, da una sua vacanza nella zona risalente all’estate del 2007 e che lo condurrà a tornare diverse volte nel paese adiacente alla raffineria per sviluppare una vera e propria inchiesta sugli effetti dello stabilimento sulla salute della popolazione, sulla base di interviste dirette, testimonianze, nomi e cifre.
Il documentario inizia con una breve prospettiva storica mostrando la trasformazione della zona, da prevalentemente agropastorale con forte disoccupazione a tipicamente industriale, con circa la metà degli abitanti di Sarroch impiegati in raffineria e un aumento del benessere economico diffuso.
E subito iniziano le interviste, vera colonna portante di questo bellissimo esempio di cine-giornalismo. Purtroppio il miraggio del facile benessere economico basato sulla raffineria si rivela, per i lavoratori, piuttosto effimero, perchè si può pagare con la vita.
Inizia a parlare un pescatore, con immagini che risalgono ai primi anni 70, che ci parla di "spigola al diesel", con riferimento all’odore che ha talvolta il suo pescato.
Parleranno poi Ignazio Piras (sicurezza sul lavoro Saras) per rassicurare sulle condizioni di lavoro, nonché Giorgio Zonza (responsabile comunicazione Saras) il quale, sfoderando un campionario di propaganda paradigmatico, ci parlerà di "progresso" e di "crescita" e, senza minimamente accennare alle vittime e ai veleni, ci illustrerà il gabbiano Gabì, usato come testimonial della raffineria nelle scuole elementari, per abituare sin dalla più tenera etaà gli abitanti di Sarroch a rispettare e ad amare quel mostro mefitico che avrà ucciso i loro genitori e forse un giorno uccidera’ anche loro.
Bisogna amare i propri carnefici. Siamo oltre Orwell, ma proseguiamo.
C’e’ Skizzo, il giovanissimo artista di strada coi dredlocks che ci dà un saggio delle sue capacità e fa filtrare un raggio di sole in un film che, comunque, sarà sempre basato su un tipo di comunicazione cruda e realistica, con forti rumori di fondo, a volte disturbanti, testimoni con la voce camuffata e un effetto contrasto, leit motiv di tutto il film, tra la retorica mendace del potere e la verità raccontata e mostrata dalle vittime.
Ci sono i ridicoli controlli medici sugli operai, effettuati con roulottes e medici itineranti a libro paga dell’azienda avvelenatrice.
A chi chiede di essere visitato in normali ospedale l’azienda risponde che non è possibile, a causa.... degli "alti costi". Ogni commento è superfluo.
Verrà poi ripresa, in conferenza, Claudia Zuncheddu, medico e consigliere regionale, che smaschererà gli escamotage aziendali finalizzati a vanificare gli esami medici che potrebbero evidenziare le responsabilità della raffineria e i suoi gravissimi danni sulla salute: ("si dovrebbe espettorare catarro, per avere dati veritieri, ma l’azienda ci diceva di sputare come campione della semplice saliva..." racconta un operaio).
Poi parla il disincanto di un un vecchio del luogo: "i soldi vanno a Milano"; sullo sfondo l’onnipresente raffineria.
Arriviamo all’8 marzo 2008; mentre Massimo Moratti festeggia a San Siro la squadra di calcio di famiglia, duettando al microfono con Celentano, in Sardegna, in una palestra di Sarroch, un gruppo di persone rendono omaggio all’ultima vittima del petrolkiller.
Parla Barbara Romanino, i cui nonni sarrochesi sono tutti morti di cancro, dopo essere stati spossessati delle loro terre e indennizzati da "sa rovineria" con 340 lire al metro quadro; la Romanino, al microfono, indica chiaramente le responsabilità del petrolchimico e chiama in causa anche i politici locali, nel migliore dei casi indifferenti, quando non collusi o corrotti e comunque inadeguati a salvaguardare la popolazione decimata da un ecomostro insaziabile.
L’ex governatore della Sardegna Renato Soru, che concede un’intervista al regista (cosa che non faranno i vertici di POLIMERI EUROPA, società partecipata nel business petrolifero sarrochese), ribadisce la sua contrarietà ad assimilare alle energie rinnovabili gli scarti di lavorazione del petrolio, evidentemente altamente inquinanti. Non solo l’ex governatore stigmatizza la surrettizia pratica dei CIP6 in tale velenoso contesto, ma ricorda di essere stato l’unico politico a non aver partecipato ai rituali eventi aziendali organizzati dalla Saras.
Nel film è evidenziato l’attivismo di base e la sua importanza quando la politica abdica completamente al suo ruolo.
Arianoa è un’associazione sarrochese che raggruppa, ad oggi, un centinaio di persone tra lavoratori ed abitanti, che avanzano richieste all’azienda, oltre a stimolare il dibattito e la presa di coscienza della cittadinanza. La principale richiesta è la sicurezza e il diritto a vivere in un ambiente monitorato e possibilmente salubre. Non vogliono che la Saras se ne vada, ma vorrebbero che si cominci ad ascoltare la loro voce e prendere provvedimenti concreti.
Inutile dire che ne il comune ne tantomeno l’azienda li considerano interlocutori.
Il comune di Sarroch non ha voluto concedere un qualsiasi spazio pubblico per la proiezione del film, l’unica proiezione è avvenuta in un bar, e l’azienda stessa, nei suoi comunicati interni (lo affermano testimoni nel dibattito post-film), ha fortemente criticato l’opera del regista pugliese.
Tornando ad Arianoa, nel film parleranno Beatrice Tiddia, vedova del marito morto a 48 anni, di cui trenta in raffineria, e Igor Melis, un fondatore dell’associazione stessa.
Lo scienziato fiorentino Annibale Biggeri, intervistato, ribadirà lo stravolgimento ambientale e i rischi sanitari derivanti da un polo petrolchimico così pericolosamente vicino ad un centro abitato, nonché i già accennati danni al DNA infantile dei bambini sarrochesi.
Con riferimento allo scempio ambientale nel film incontriamo anche Vincenzo Tiana, responsabile Legambiente Sardegna e Luca Pinna, suo omologo del WWF regionale; entrambi sottolineeranno l’incongruenza, per non dire l’assurdità, della presenza devastante di una raffineria in una zona di altissimo pregio naturalistico quasi unica in Europa, con zone umide, dune, aironi e fenicotteri.
Patrizia ci racconterà del suo compagno sarrochese, Gigi Vaccargiu, morto di cancro appena 31enne il 19 agosto 2007. Si tratta di una testimonianza tanto sobria quanto drammatica, veramente difficile da dimenticare.
Ma la catena di testimonianze su veleno, soldi e morti, che grava su tutta la pellicola e che sembra un pallone che stia per scoppiare, trova il suo contraltare nella suprema ipocrisia delle parole che chiudono il film, quelle di Gianmarco Moratti, gran patron della raffineria, ripreso mentre parla di fronte ai suoi dipendenti: "la nostra famiglia è la Saras". Un pugno in faccia farebbe meno male.
Inutile dire che il film è stato ignorato, per non dire censurato, da tutti i mainstream nazionali; qualche testata locale gli ha dedicato una mezza paginetta, ma senza approfondimenti, senza contesto, senza seguito.
Sia L’Unione Sarda che l’edizione locale di EPolis si sono limitate al commentino di rito, senza creare partecipazione, senza stimolare dibattiti, ricordandosi che, come sempre, prima vengono gli inserzionisti e i lettori sono la merce da vendergli. La solita vergogna mainstream.
Il film è stato rifiutato persino da eventi (pseudo)culturali come Torino film festival 2008 e Festival Cinema Giovani 2008. Non parliamo della distribuzione nelle sale, non parliamone perchè, semplicemente, non avremmo di che parlare.
Dobbiamo ringraziare l’anziano docente di comunicazione milanese Antonio Caronia che, conosciuto il giovane regista quasi per caso, si è poi adoperato per aiutarlo nella divulgazione.
Sono tutt’ora entrambi alla ricerca di spazi pubblici dove proiettare il film, specie qui in Sardegna e gli auguro buona fortuna, di cuore.
Se mi è concesso un commento, al termine di questo resoconto, che spero non sia stato troppo lungo e/o noioso, mi auguro che il film di Mazzotta possa portare la consapevolezza dei parenti delle vittime dell’azienda killer a un livello tale da permettere una eventuale azione penale nei confronti dei responsabili di malattie evitabili, morti sbagliate, sviluppo sbagliato. In primis l’azienda, ma anche politici ignavi, i sindacati opportunisti, le istituzioni che dovevano controllare, totalmente assenti.
Perchè, come ci mostra questo film capolavoro, i responsabili dello sfacelo ambientale e sanitario hanno nome, cognome e indirizzo, anche se, in Italia, certi poteri sono intoccabili, come dimostra la sentenza del tribunale di Venezia del 2 novembre 2001, che assolveva i vertici criminali di Montedison e Enichem.
>>
5.3.09
Aiutiamo Joseph
ciao. è la 1a volta ke scrivo qui. Inauguro il mio spazio parlandovi di un bambino malato. prego tutti di far girare questo post. grazie x l'invito. nel mio blog ci son vari post ke parlano di altri bambini malati. Lucy
Un aiuto per il piccolo Joseph, affetto da sindrome di Leigh
Segnaliamo un caso grave e urgente che riguarda Joseph, un bimbo siciliano di quasi 4 anni, affetto da sindrome di Leigh, rara malattia neurometabolica caratterizzata da degenerazione del sistema nervoso.
Rosario Accetta, padre del bimbo, cerca urgentemente fondi per affrontare le spese delle terapie, presso una clinica della Florida specializzata in fattore genetico.
Per poter curare il bimbo (che al massimo entro il quinto anno di vita dovrà effettuare la ricostruzione della mielina) sono necessari circa 300 mila euro annui.
La documentazione sulla malattia del piccolo Joseph è a disposizione presso il Bambin Gesù di Roma. Il referente è il Dottor Enrico Bettini, del reparto Ford, che con la ricerca molecolare è arrivato a diagnosticare la malattia.
Per eventuali donazioni:
c/c bancario
BANCO DI SICILIA UNICREDIT GROUP
IBAN--IT 62 U 01020 82071 000300619055
intestato al Sig. Rosario Accetta, causale:Un aiuto per il piccolo joseph
c/ postale
POST PAY N° CARTA 4023 6004 5960 6283
Intestato al sig. Rosario Accetta
Informazioni di contatto di Rosario Accetta:
mail: doryan2007@libero.it
Tel. ufficio: 090-9791318
Luogo: battifoglia 1/1 pal.C
Barcellona-Pozzo di Gotto (ME).
1.10.08
Ogni dose...
giungan mai!
Ogni dose
follia dell’estasi
…
Come serpe s’insinua
nell’anima
non vorrà
lasciar corpo
morte vuol prenderti.
Venduta per attimi
complici di piaceri e illusioni
…
Scappa con forza
verso la salvezza
della libertà tua!
16.7.08
DONNA..FEMMINA:
Corri destra, sinistra
stress invade la mente tua.
Nel cuor di donna viaggi in vie parallele.
Tutto concentrato su te
sicurezza follia amore..
donna sfrenata nevrotica.
distruzione interna umana.
Menti contorte possono guardarti
e vederti solo
e sempre come piacere carnale!
Donna, Femmina..
Tu portatrice sempre dell’essenza!
Coinvolgente d’ animi sofferti
contrapponi doveri piaceri.
Sorridi piangi
t’incazzi strappi dentro ogni credo volgare,
ingiustizie sociali.
Femmina madre
e donna fatale.
Eccola
rivoluzionaria
trascinatrice di un mondo migliore!
a tutte le donne ....
Femmina piena di sessualità
Si!
Rivoluzione, cambiamento solo tu donna puoi .
Dar fermo a questa violenza
4.7.08
Cado in ginocchio...
Ogni giorno
abbraccio rabbie
scivolando su asfalti freddi
in ricerca di togliere
tali disperazione che l'anima ascolta.
Non riesco
a gioire
leggendo i quotidiani
guardare i volti immortalati
con sorrisi finti ,insicuri
e poi parlano di sicurezza!
Dialogo per una Pace Mondiale
diplomazia solo per portare ancora uomini
al macello!
Fermate la violenza
si
ronde a quattro nei viali
con fiori ai balconi.
Cado in ginocchio
su sassi marchiateci tutti
con il fuoco per l'intolleranza
razziale
il dolore arriva sino al cuore mio!
Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.
Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...
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https://www.cuginidicampagna.com/portfolio-item/preghiera/ Una storia drammatica ma piena di Amore.Proprio come dice la canzone Una stor...
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...