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26.9.23

Lo straziante messaggio in bottiglia lanciato in mare mentre il Titanic affondava ed altri messaggi in bottiglia


C'è qualcosa di magico nel trovare un messaggio in bottiglia. Quella lettera o quel biglietto possono essere rimasti in giro per anni finché qualcuno, da qualche parte, finalmente li ha trovati. Nel corso degli anni sono state fatte scoperte affascinanti e molte storie incredibili sono cominciate proprio con una semplice bottiglia finita sulla spiaggia.
Cosa c'era scritto in quei messaggi? Scopritelo nella galleria di immagini in cui vi presentiamo anche un messaggio lanciato dal Titanic

Ora  poichè , anche   https://www.msn.com/it-it/intrattenimento/fotogallery  ( da  cui  ho preso  foto  e  testi  comresa  l'inroduziuone  )  usa  come    stratagenmma  acchiappalike   di mettere  la  storia    del titolo    fra le  ultime  , mi  sono   letto  tra  un messaggio  pubblicitario  e  l'altro  le bellissime  e  curiose  storie   dei messaggi in bottiglia , alcune  a lieto fine  altre meno  , ma  semre  affascinanti per le  loro motivazioni  ( politiche  ,  scientifichew  ,  sociologiche , di Sos  , ecc  )   ed  il loro contenuto che  non sempre  il messaggio in bottiglia  avviene   cone    sempe  si  può  credere     da  una bottiglia  gettata   alle  onde  del mare    ,  che sotto riporto 
 sotto   Incominciando    appunto  da  quello del  Titanic 
Buona  lettura  




 Un irlandese di nome Jeremiah Burke scrisse un biglietto toccante mentre il Titanic stava affondando. Lo mise all'interno della bottiglia di acqua santa che sua madre gli aveva dato prima di partire per iniziare una nuova vita negli Stati Uniti. La bottiglia fu portata a riva un anno dopo e fu ritrovata a Dunkettle, a pochi chilometri dalla sua casa di famiglia. Il messaggio recitava: "Dal Titanic, addio a tutti, Burke di Glanmire, Cork".




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Una mamma francese in lutto per la morte del figlio ha gettato nel Canale della Manica una bottiglia contenente alcuni vestiti del bambino, un messaggio e dei gigli. Alcune settimane

dopo, due donne trovarono la bottiglia su una spiaggia del Kent, in Inghilterra. Una di loro, Karen Liebreich, scrisse un libro intitolato "La lettera nella bottiglia". La mamma e le donne si sono poi incontrate qualche anno dopo.






Nel 2009, una coppia ha trovato una bottiglia su una spiaggia del Texas, negli Stati Uniti. La bottiglia conteneva un messaggio che diceva "rompi la bottiglia" . All'interno della bottiglia c'era una cartolina con le istruzioni da rispedire al Laboratorio di Galveston dell'Ufficio della Pesca Commerciale degli Stati Uniti. Tra il 1962 e il 1963, il laboratorio rilasciò 7.863 bottiglie nel Golfo del Messico per studiare le correnti e il loro effetto sui gamberi.


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Un pescatore canadese, Harold Hackett, noto anche come "The Bottler", è appassionato di messaggi in bottiglia.Ha gettato più di 4.800 bottiglie nell'oceano e ha ricevuto più di 3.000risposte








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Il filosofo greco Teofrasto è noto per aver inviato il primo messaggio in bottiglia nel 310 a.C.L'obiettivo dell'esperimento era dimostrare la teoria secondo cui le acque dell'Oceano Atlantico avrebbero creato il Mar Mediterraneo.



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La regina Elisabetta I d'Inghilterra riteneva che i messaggi sulle bottiglie fossero così importanti che creò addirittura un ufficio reale speciale per loro, l'"Ocean Bottle Opener".

Infatti Secondo il governo della Regina, solo la persona con questo titolo poteva aprire una bottiglia contenente un messaggio. La violazione di questa legge era considerata un reato capitale.

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Il giorno di Natale del 1945, un soldato americano di ritorno dalla Seconda Guerra Mondiale gettò una bottiglia in mare

Otto mesi dopo, una lattaia irlandese rispose al messaggio del giovane soldato. I due si scambiarono lettere per sette anni, finché lui riuscì a recarsi in Irlanda per incontrarla. Purtroppo La storia d'amore finì dopo il loro incontro.

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Nel 1914, la Scuola di Navigazione di Glasgow, in Scozia, gettò in mare più di 1.800 bottiglie. Lo scopo era quello di studiare le correnti e le maree. Le bottiglie contenevano delle schede che le persone dovevano compilare e restituire alla scuola.Nel 2011, un pescatore scozzese ha trovato una delle bottiglie. La scoperta è entrata nel libro dei Guinness World Record come il più antico messaggio trovato in una bottiglia nell'era moderna (all'epoca).

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Nel 1956, un uomo svedese in cerca di amore gettò una bottiglia nell'oceano. Il messaggio

recitava "A una persona bella e lontana" e includeva i suoi dati di contatto.Due anni dopo, ricevette una risposta da una donna italiana. Alla fine si sono incontrati, lui si è trasferito in Sicilia e si sono sposati.









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Nel 1914, il soldato britannico Thomas Hughes gettò nel Canale della Manica una bottiglia contenente un messaggio per la moglie. Morì due giorni dopo in Francia.Il messaggio recitava: "Cara moglie, scrivo questo biglietto su questa barca e lo getto in mare solo per vedere se ti arriva. Se così fosse, firma questa busta nell'angolo in basso a destra, dove c'è scritto ricevuta. Metti la data, l'ora e il tuo nome dove c'è scritto firma e abbine cura. Dolce Ta ta, per il regalo. Tuo marito".La bottiglia è stata trovata da un pescatore nel 1999. La moglie di Thomas Hughes era già morta, ma alla fine il messaggio è arrivato alla figlia 86enne del soldato.






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Nel 1979, una coppia ha gettato alcune bottiglie di champagne nell'Oceano Pacifico durante una vacanza alle Hawaii. All'interno di ogni bottiglia c'era il loro indirizzo e una banconota da

un dollaro per pagare le spese postali di ritorno, promettendo una ricompensa a chiunque avesse ritrovato le bottiglie.Quattro anni dopo, hanno ricevuto una risposta da un ex soldato vietnamita che cercava di fuggire dal Paese. Alla fine la coppia ha sponsorizzato il trasferimento del rifugiato e della sua famiglia negli Stati Uniti.




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ecco un messaggio  in  bottiglia   non via  mare    . Nel 2009, all'interno di un muro del campo di concentramento di Auschwitz è stato trovato un messaggio in bottiglia. Il messaggio era datato 9 settembre 1944 .



 Il messaggio conteneva i nomi, i numeri di accampamento e le città di provenienza di sette prigionieri di Auschwitz

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La nave Lusitania fu colpita da un siluro tedesco nel 1915 e si presume che affondò in circa otto minuti. Questo, ovviamente, fu il tempo sufficiente affinché un passeggero scrivesse un biglietto veloce e lo mettesse in una bottiglia. Il messaggio recitava: "Ancora sul ponte con alcune persone.


 Le ultime barche sono partite. Stiamo affondando velocemente. Alcuni uomini vicino a me stanno pregando insieme a un prete. La fine è vicina. Forse questo biglietto..." e il messaggio finiva lì.

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Il 6 marzo 2018, una signora ha trovato su una spiaggia australiana un messaggio vecchio di quasi 132 anni. Si tratta del messaggio più antico mai trovato all'interno di una bottiglia.
Il messaggio era scritto in tedesco e conteneva informazioni sulla posizione e sulla rotta di una nave chiamata Paula.


14.2.21

La donna che cerca a Como la mamma mai conosciuta: "I suoi geni possono salvarmi dal tumore"



lo so che odio le catene ma a volte posso servire 

da  repubblica  online  del  13 FEBBRAIO 2021  
La speranza per curare il cancro è la mappa genetica di un genitore: l'appello di una donna milanese alla madre biologica che la abbandonò in orfanotrofio


                              di Lucia Landoni

Una foto da bambina di Daniela Molinari: la donna oggi ha 47 anni (ansa)


Ha deciso di lanciare un appello per rintracciare la madre che la partorì e abbandonò 47 anni fa e chiederle di sottoporsi a un prelievo di sangue: per Daniela Molinari, infermiera psichiatrica dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano, questo potrebbe essere l'unico modo per sconfiggere il cancro contro cui lotta da tre anni.
"Tutto è iniziato da un tumore al seno, che ora si è esteso con metastasi ai linfonodi. Resiste alle cure tradizionali e i medici mi hanno parlato di una terapia sperimentale svizzera, per cui però occorre la mappa genetica di almeno uno dei due genitori - racconta la donna - . Questo è un grosso problema, perché ho davvero poche informazioni al riguardo. Sono nata il 26 marzo 1973 a Como, nell'orfanotrofio delle suore di Rebbio, che oggi è chiuso. La mia madre biologica ha scelto di non far trascrivere il proprio nome nei documenti, chiedendo inoltre di cancellare tutti i dati sanitari, come all'epoca era lecito fare".
Poi la bambina venne battezzata in orfanotrofio e registrata con il nome di Daniela Simoni, che cambiò due anni dopo, quando venne adottata dalla famiglia Molinari e si trasferì a Milano.
Della donna che la diede alla luce oggi Daniela non sa nulla: "Per rintracciarla mi sono rivolta a un quotidiano locale, la Provincia di Como, per rendere pubblica la mia storia e chiederle di farsi viva. Ma non è affatto detto che viva ancora lì, né peraltro che sia proprio comasca - continua - . All'orfanotrofio delle suore arrivavano donne provenienti dalle zone più diverse per partorire e lasciare i neonati senza riconoscerli. Non so neppure se sia italiana o straniera".
I registri dell'epoca oggi sono conservati nell'archivio storico provinciale di Como, "a cui mi sono già rivolta per poter accedere al mio fascicolo".
Le procedure burocratiche in questo caso sono lunghe, ma la storia dell'infermiera 47enne ha colpito molto "gli impiegati, che hanno deciso di darmi una mano e mi hanno già anticipato che in quelle carte non c'è alcun dato utile sull'identità di mia madre".
L'unica speranza di rintracciarla sembra essere il tam tam innescato sui media e sui social network, che sta già avendo "una risonanza ben superiore alle mie aspettative - commenta la donna - . Ho ricevuto moltissimi messaggi di solidarietà e di sostegno, tant'è vero che mi sento piuttosto confusa e non sono ancora riuscita a leggerli tutti per mettere un po' d'ordine".
Daniela - che ha due figlie, "una di 26 anni che mi ha già reso nonna e un'altra di nove" - sa che non sarà semplice raggiungere la propria madre biologica, ma non vuole lasciare nulla di intentato: "Non le chiedo di venire a conoscermi, ma solo di sottoporsi a quel prelievo. Tutto l'affetto suscitato dal mio appello mi ha profondamente commosso - conclude - . Spero davvero che possa arrivare anche a lei, ovunque sia".

17.9.19

3.8.17

Studentessa di Medicina, aveva compromesso la sua salute con 'annoresia ma La promessa di un book fotografico l’ha convinta a guarire

un esempio di  come l'arte  , in questo caso la  fotografia  , possa  aiutarti  e   salvarti la  vita

da http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2017/08/03

Spenta dall’anoressia Francesca “risorge” davanti all’obiettivo


Studentessa di Medicina, aveva compromesso la sua salute La promessa di un book fotografico l’ha convinta a guarire

MONSELICE
Sono passati mesi da quando il fotografo Manuel Favaro, noto per i suoi meravigliosi scatti dei Colli Euganei, ha proposto alla giovane Francesca, in pieno periodo di cura per liberarsi dalla “bestia nera” dell’anoressia, di fare un servizio fotografico “come si deve” solo una volta ristabilita: questo piccolo incentivo alla guarigione ha funzionato e ora la ragazza, bella e solare come non mai, posa sorridente negli scatti che sono il coronamento di un percorso duro e difficile affrontato con forza e determinazione.



Non è stato di certo facile uscire da quel “tunnel” mentale che è l’anoressia ma la ventiquattrenne monselicense Francesca Bertazzo, studentessa di Medicina e Chirurgia, ce l’ha fatta, ha vinto la sua battaglia«Avevo cominciato a mangiare poco» racconta, «nel maggio-giugno 2015 in concomitanza di un esame importante e con la perdita del lavoro di mio padre. Ho iniziato con una banale dieta, iniziando a togliere quegli alimenti che consideravo iù calorici. Utilizzavo un’app conta calorie in cui annotavo ogni cosa e non andavo sopra le 1000 Kcal (il fabbisogno giornaliero è di 2000 Kcal). La cosa è stata piuttosto subdola e lenta e io non mi rendevo conto di mangiare poco e male fino a raggiungere i 42 chili
Tenendo conto che sono alta 1, 70 è poco, avevo un indice di massa corporea di 14, 8 e quindi un sottopeso grave». La salvezza di Francesca è stata rivolgersi al Centro Disturbi Alimentari di Padova, dove è stata seguita sotto il profilo psichiatrico e nutrizionale. «Ho avuto la fortuna» conferma, «di trovare medici competenti ed empatici che hanno saputo “prendermi” nella giusta maniera e con tanta pazienza indirizzarmi verso il riacquistare la salute fisica e mentale e un rapporto sano con il cibo». Le conseguenze dell’anoressia si ripercuotevano su tutto il corpo: «Avevo una pressione bassissima» spiega Francesca, «il mio cuore batteva lentissimo, soffrivo di parestesie, facevo veramente molta fatica a studiare e ricordare le cose perché non avevo energie. Ero diventata apatica, senza emozioni, l’unica mia ossessione era il cibo, come organizzare i miei pasti per non far preoccupare chi mi stava attorno ma al tempo stesso non aumentare le calorie».Francesca aveva notato da tempo gli scatti dei Colli Euganei pubblicati da Manuel nel gruppo social del paese (anche lui è di Monselice), e gli ha chiesto l’amicizia. «A un certo punto del mio percorso ho deciso di non vergognarmi» racconta la ragazza, «e di raccontare la mia storia su Facebook. Manuel mi ha notato in un post dove elencavo una serie di cose che volevo fare prima di morire, tra queste c’era un servizio fotografico. Lui si è scherzosamente offerto e io l’ho preso in parola aspettando di essere guarita, di avere bei capelli ricci - non i quattro peli sfibrati che mi ha regalato l’anoressia - delle forme femminili e soprattutto un sorriso sincero». Adesso Francesca pesa 10 chili in più (è quasi giunta al normopeso) ed è felice, il suo sogno è di diventare psichiatra per aiutare altri ragazzi che vivono condizioni di disagio.

21.8.15

tutto viaggia . anche un Il messaggio in bottiglia che arriva sulla spiaggia dopo un secolo in mare e riaffiora ala menoria del passato






  A  volte  le coincidenze  trovano me  .  Stavo  mettendo   in ordine la mia  bacheca  di  fb   e condividendo  tale post   con sottofondo  Message In A Bottle  -  The   Police


  ho  trovato  sull' www.unionesarda.it  Oggi alle 17:14   questa news

Il messaggio in bottiglia arriva sulla spiaggia dopo un secolo in mare 



un messaggio in bottiglia
                      Un messaggio in bottiglia

 Dopo un viaggio di oltre un secolo tra le onde, il messaggio in bottiglia arriva a destinazione. Nelle acque davanti all'isola tedesca di Amrum una pensionata, Marianne Winkler, ha recuperato la bottiglia e attraverso il vetro ha letto una parte del messaggio inserito:"Rompere la bottiglia". La donna, curiosamente un'ex postina, dopo essersi consultata con il marito Horst ha deciso di procedere. Il foglio conteneva un messaggio scritto in inglese, tedesco e olandese con la richiesta di annotare il luogo e la data del ritrovamento e spedire tutto alla Marine Biological Association di Plymouth, in
da  http://www.tgcom24.mediaset.it/
Inghilterra. Come ricompensa per l'impegno, uno scellino. I coniugi Winkler hanno seguito le indicazioni e, qualche giorno dopo, a Plymouth è arrivato un plico. "Potete immaginare la sorpresa quando l'abbiamo aperta", ha detto Guy Baker, direttore della Comunicazione della MBA al Telegraph. Il reperto è stato esaminato e la verità è venuta a galla: la bottiglia, con altre 1020 circa, era stata affidata alle acque del Mar del Nord tra il 1904 e il 1906 nell'ambito di uno studio sulle correnti. La MBA, per onorare l'accordo, ha inviato ai signori Winkler uno scellino. Ora la coppia tedesca aspetta il verdetto del Guinness World Records, che dovrà certificare se il messaggio sia il più vecchio tra quelli affidati alle onde. L'attuale primato spetta ad una bottiglia che ha navigato per 99 anni.


  che  mi  ha  riportato alla mente  una vecchissima     di  topolino  della seconda metà degli anni '80    stolria    che   ho ritrovato  grazie  a   questo  mio messaggio




 che  lasciai  sul forum  del portale  http://www.papersera.net/  e  che mi  fece   riscoprire  questa  storia  pubblicata   30 anni fa
da outducks.org

e quindi come da   , mi chiedoe mi faccio per  parafrasare  Guccini   le solite  domande  consuete  : <<  ma  le coincidenze  esistono ?   >>  per  il momento non lo so  vado a rifletterci   , e  poi  vi  saprò  dire . 

26.3.15

in tempo di crisi riusiamo il passa parola . Per gli amici bolognesi - piemontesi aiutiamo Dario Chicchero

Da  quando    sono passato da  splinder  a   blogger ,  delegando   tali post  a  facebook . Ma  per  un amico   pre facebookino  e  pre  blog  . ho deciso di fare  un eccezione  .
Esso  è come me  uno degli ex  di   www.testedatagliare.it \ www.comemiele.it \ https://www.facebook.com/groups/testedatagliare/

Caro Giuseppe,
mi permetto di romperti le scatole perché, purtroppo causa esternalizzazione del settore comunicazione dell’OMCeO Torino (con cui collaboro da 7 anni) da maggio, nel migliore dei casi, vedrò il mio trattamento economico ridotto di un quarto/terzo o, nella peggiore delle ipotesi, il mio rapporto di lavoro con loro terminerà. Visto che il mio rapporto di lavoro con L’OMCeO è il principale, mi permetto di romperti le scatole (spargo la voce in ogni modo) per chiederti, se puoi e se ti va di farlo, di spargere in giro il mio curriculum (allegato) e la voce che sto cercando altre situazioni lavorative che possono essere realizzare videomusicali, spot, cortometraggi, interviste, videoindustriali, riprese audio-video o fotografiche di concerti, spettacoli teatrali, danza, di eventi vari o la loro “fotografia” nel senso di gestione delle luci ecc… o anche aiutarmi a contattare altri ordini professionali, fondazioni o qualsiasi altra realtà a cui possa proporre, naturalmente nel campo di interesse del committente, un progetto simile a quello che ho creato all’OMCeO (videomedica.org e in particolare la rubrica “Oltre il Giardino” http://www.videomedica.org/videomedica/?cat=1162 o cosa simile) o altra cosa che rientra nelle mie competenze, unica cosa che, sembrerà assurdo ma è così, non rientra nelle mie competenze video e fotografiche sono i matrimoni in cui farei solo dei disastri (è una cosa molto difficile da fare se non si è mai fatto), per quanto riguarda il montaggio invece rientrano anche i matrimoni.
Ti ringrazio per il tempo dedicatomi e “citando la lingua cinese” spero che questa "crisi” si trasformi in “un’opportunità”
Ti mando un abbraccio

 Dario  

 ecco il suo curriculum  
Dario Cicchero.
Regista, Montatore, Direttore della fotografia (anche per spettacoli teatrali, concerti e danza), Operatore video
“Artigiano dell’intervista” e Sceneggiatore
Fotografo (concerti, teatro, danza, eventi ecc…, per vedere alcune gallerie delle sue foto , altre gallerie “da spulciare” )
Nato a Torino il 07/04/1965 divide la sua vita tra Torino e Bologna
Tel..: 3485924560
email:
dario_cicchero@yahoo.it
Possiede Partita IVA, Automunito
Titolo di studio:
Diploma di qualifica in fotolitografia.
Attrezzatura e software di proprietà:
Computer Macintosh MacBook Pro 2.66 GHz core 2 duo con 8 giga di ram, più vari tera in dischi esterni, 1 Telecamera
Panasonic AGAC8,
1 Telecamera GOPRO Hero 2, 1 Telecamera Panasonic NV 500, 2 microfoni rode M3, 1 microfono rode
NTG2,
con sospensione, 1 BoomPole Rode 0,853,28
metri, convertitore audio MAUDIO
Mobilepre USB, convertitore audio
BeachTek DXA2S,
accessori vari, Final Cut studio, e vari software gestionali.
Macchina Fotografica digitale: Canon 450 D con ottiche 15/85 e 55/250
Sistemi di ripresa usati nella carriera:
Betacam sp, sx e digitale, DVCAM, DVCPRO, DV (Panasonic, JVC), miniDVsemiprofessionali (canon XL1, Panasonic
AGDVX
100 ), HDTV e HD (Sony, Canon e Panasonic), sia in troup ENG che EFP.
Varie tipologie di macchine fotografiche dal banco ottico alla Minox.
Software conosciuti e usati nella carriera:
FinalCut studio, (i programmi Mac li uso quotidianamente), Media 100, Edition (software di montaggio della pinnacle), Avid,
Première, Speedrazor, Photoshop, Peak, Soud Forge, Paris, Logic pro, Flash, Fireworks, Office e applicativi vari.
Curriculum Vitae
Dopo un inizio come montaggista litografo e fotomeccanico i suoi interessi si sono spostati prima alla fotografia poi al video,
attraverso un percorso disegnato da una serie di ruoli concatenati fra loro: assistente generico, elettricista/macchinista
cinematografico (mansioni tenute con fotografi e direttori della fotografia a livello nazionale), assistente operatore, operatore,
montatore video, direttore della fotografia, regista e “artigiano dell’intervista (Per vedere alcune delle sue interviste c liccare
qui )”.
2012/2014 O
ltre a continuare la collaborazione con il portale “ Torinomedica.com/videomedica.org” realizza, in qualità di
sceneggiatore, regista, direttore della fotografia e montatore i cortometraggi “ La Quinta volta”, “PreOccupato” e
“L’apprendista”, u na serie di spot per il MuuhFilmFestival e partecipa come giurato al “ Piemonte Movie Glocal Festival” di
Torino, realizza il videoclip “ Oggi No” brano che da il titolo all’ultimo disco della “B anda Elastica Pellizza”, realizza durante il
MuuhFilmFestival, curandone regia, riprese e fotografia, il cortometraggio “ B uona la prima:quando la realtà sembra
finzione”, e sperimento di cortometraggio con attori scelti tra il pubblico del festival e realizzato in 24 ore in modo da essere
proiettato nella seconda e finale serata del festival, crea e gestisce una rubrica per il sito w ww.videomedica.com chiamata “ Oltre
il giardino: due chiacchiere con personaggi italiani su sanità e dintorni” in cui realizza le interviste non solo in qualità di
operatore e regista ma anche come “intervistatore”, incontrando personaggi come G ermana Pasquero, Massimo Cirri, Marco
Ardemagni, Sara D’Amario, Enza Negroni, Sara Zambotti, Andrea Satta, Edoardo Sylos Labini, Paolo Maggioni, Danilo
Bertazzi, Tommaso Cerasuolo, Francesco Filippi, Erika Biavati, Francesco Filippi, Pia Tuccitto e altri professionisti di vari
settori, ad oggi ha realizzato oltre 50 interviste per questa rubrica, realizza una serie di servizi giornalistici in qualità di regista,
montatore e operatore per l ’ANAAO Piemonte, realizza il documentario “ Ortoliquiando:dell’orto e delle sue declinazioni”,
partecipa al progetto “ Lavoro cercasi… nella tradizione locale Mestieri
del passato, opportunità per il futuro” in
collaborazione con la “ Cooperativa Orso” di Torino curandone la realizzazione delle interviste in qualità di operatore,
montatore e regista, inizia le riprese di un documentario su una ricerca sulla demenza, realizza uno spot dedicato alla “ Medicina
di Genere” per la C ommissione Pari Opportunità dell’ordine dei medici di Torino, p artecipa al progetto europeo
“BABE(Bodies Across Borders: Oral and Visual Memory in Europe and Beyond)” r ealizzando una serie di video di
documentazione e un videoriassunto
dei video di documentazione in qualità di regista, montatore e operatore, r ealizza due v ideo
promozionali (uno breve e uno più esteso) per il cantautore Giangilberto Monti, r ealizza lo spot “Identità” c ontro la violenza
sulle donne e 5 video di un concerto simulato per la promozione dei concerti di Jino Touche (bassista di Paolo Conte) .
2011Oltre
a continuare collaborazioni con le ditte sottocitate e soprattutto con il portale “Torinomedica.com”, di cui realizza il
“restyling” della parte video creando il sito dedicato ai videoservizi “ w ww.videomedica.org” , realizza una serie di “videolive”
di concerti e “reading teatrali” come regista (del videolive), direttore della fotografia e montatore, di artisti come “ Guido
Catalano , Les SansPapier, Fryda (duo composto da Francesco MonetiMRC
e Daniele Contardo) , Almamediterranea e Luca
Morino ” , realizza le riprese e il montaggio del secondo spettacolo teatrale della compagnia “ gli Extranei:L’importanza di
chiamarsi Ernesto” . Realizza in qualità di sceneggiatore, regista, direttore della fotografia e montatore il cortometraggio “ La
Televisione”, il cortometraggio “ Okkupato” s elezionato dalla trasmissione, di Rai Radio2, “ Il Ruggito del Coniglio” per il
concorso nazionale “ Cortoconiglio”. A luglio 2011 realizza la d ocumentazione filmata (con la ripresa dei concerti e riprese di
back stage) del festival musicale “ Glocal Sounds” svoltosi a Torino. Nel 2011 con l’associazione “ Colori Quadri” partecipa
all’organizzazione della seconda edizione del “ Muuh Film Festival” e realizza in qualità di regista, direttore della fotografia e
montatore i cinque “ spot promozionali” distribuiti in rete, sempre con l’associazione “ ColoriQuadri” gira un nuovo
cortometraggio “ Corto o son desto” in qualità di direttore della fotografia, operatore glidecam e montatore, realizza tre
videoclippresentazione
del gruppo “Prisma” .
2008/2010 Oltre
all’attività video, negli ultimi anni, torna alla fotografia con una serie di servizi fotografici di vario genere dalla
documentazione fotografica della “ View Conferente 2008” a vari concerti e spettacoli teatrali svolti a Torino. A febbraio 2009
realizza una serie di spot e istituzionali per il “ training center Apple Espero” di Milano. Ad inizio 2009 partecipa come
ottimizzatore dei testi e supervisore tecnico allo spettacolo “ Grembiulini taglia unica” curando anche le riprese di
documentazione dello spettacolo e il loro montaggio. Oltre a collaborare con alcune delle aziende sopra citate continua a
realizzare i video per il portale dell’ordine dei medici di Torino “ Torinomedica.org( oggi la parte video [ situata su
videomedica.org)” , a settembre 2009 partecipa alla realizzazione dei testi di “ Grembiulini taglia unica, la svendita” e poi ne
seguirà la regia (lo spettacolo andrà in scena il 5 marzo del 2010), a novembre 2009 realizza tre videomusicali con il gruppo
musicale “ Bandakadabra” di Torino in qualità di regista, direttore della fotografia e montatore, nel dicembre del 2009 gira, in
qualità di regista, direttore della fotografia e montatore, il videomusicale del brano “ Mi Ma” della “ Banda Elastica Pellizza” , a
gennaio 2010 gira il video “ Il Bassista” del gruppo “ Ambaradan” i n qualità di regista, direttore della fotografia e montatore. A
febbraio 2010 fonda, con altre sei persone provenienti dai più disparati settori l’associazione culturale “ C olori Quadri” con cui
realizza il cortometraggio, in qualità di regista, “ L’insostenibile indifferenza dell’essere”, sempre con l’associazione “ Colori
Quadri” o rganizza la prima edizione della rassegna di cortometraggi “ Muuh Film Festival” c he si svolge a metà settembre a
Grugliasco alla “ cascina Duc” . A fine luglio 2010 realizza un “videolive”, come regista, direttore della fotografia e montatore, di
un concerto dei gruppi musicali (che condivideranno lo stesso palco) “ Les SansPapier” e “Le C.U.L.” . Ad ottobre 2010 realizza,
in qualità di sceneggiatore, regista, montatore e direttore della fotografia il videoclip “ Le quartier” d el gruppo musicale “ Les
SansPapier” e monta “ 12 pillole di Backstage” d el processo di realizzazione del videoclip. A novembre r ealizza le riprese e il
montaggio dello spettacolo teatrale “Family Circles” messo in scena dalla compagnia teatrale di Torino “gli Extranei”.
2006/ 2 007A
settembre 2006 torna ad abitare a Torino e, oltre a continuare sporadicamente a collaborare con alcune delle
aziende sottocitate, ad ottobre 2006 inizia una collaborazione con “l ’OMCeO Torino” ( Ordine dei Medici Chirurghi ed
Odontoiatri della provincia Torino) o ccupandosi della realizzazione dei filmati da pubblicare sul portale Torinomedica.org ( oggi
www.videomedica.o rg) , di questi filmati cura regia, montaggio e fotografia. Nel 2006 realizza con l’azienda “ Creative Image”
un’istituzionale per la “ Apple” sulla divisione di elaborazione grafica del gruppo “ Fininvest” . A maggio 2007 inizia a
collaborare al progetto del sito “ ANAAOPIEMONTE” supervisionandone la grafica e la progettazione dei database e dopo la
presentazione ufficiale del sito ne cura la realizzazione della parte video in qualità di Regista, Montatore e Direttore della
fotografia.
2000/2005 Si
trasferisce in Toscana in pianta stabile e inizia a collaborare con lo studio “ Sport Video Action ” di Firenze, in
qualità di montatore e regista, con lo studio “ Artape ” di Piombino, in qualità di montatore, operatore, direttore della fotografia e
regista, con “ l’Accademia di Cinematografia Sperimentale ” di Bologna in qualità di operatore. Continua la collaborazione con
la “ Uommo entertainment ” di Torino, in qualità di direttore della fotografia, montatore e regista, e occasionalmente con il
regista “ Willy Darko ” in qualità di operatore, direttore della fotografia e montatore. In questi ultimi anni realizza molti
industriali, degli istituzionali e alcuni documentari. A giugno 2000 ha realizzato le riprese video e la fotografia dell'ultima opera
di " Grazia Toderi ", Audience, r ealizzata per il “ Museo Nazionale del cinema di Torino ” . Nel 2004 realizza, oltre le solite
collaborazioni, in qualità di direttore della fotografia e di montatore, il cortometraggio “ Demented Forever ” di “M auro Russo” ,
uno spot per la concessionaria auto “ D i Viesto” di Torino e inizia una collaborazione con la ditta “ Caos” di Torino partecipando
al montaggio della trasmissione Tv “Ciau bale” ( trasmissione satirica dell’emittente piemontese Quartarete tv).
Nel 2005 inizia una collaborazione con la ditta C reative Image di Firenze come responsabile tecnico/creativo, per la
realizzazione di authoring dvd, montaggio, direzione della fotografia e regia. Sempre nel 2005 realizza 4 documentari in qualità
di coautore, regista, direttore della fotografia e montatore: “ Operazione Shingle ” dedicato allo sbarco di Anzio, “ Il museo dello
sbarco ” d edicato al piccolo museo sullo sbarco di Anzio, “ La villa di Nerone e il museo archeologico di Anzio ” , realizza come
direttore della fotografia e montatore “F los Duellatorum” , d ocumentario dedicato ad un “manuale” medioevale di scherma.
Sempre nel 2005 in qualità di direttore della fotografia, regista e montatore realizza una serie di documentari/istituzionali dedicati
agli “Ormeggiatori” .
1999Continua
a collaborare con la “ Uommo entertainment ” e il regista “ Willy Darko ” realizzando il montaggio del video per
i “ 15 anni di esistenza del Castello di Rivoli museo d’arte moderna” , inizia la sua collaborazione con l'associazione culturale
" 2Parole " di Firenze, per la progettazione e la realizzazione di spettacoli multimediali, come regista, direttore della fotografia e
del montaggio, come sceneggiatore per quanto riguarda la parte video.
Realizza 3 spettacoli: “Il sogno di Dracula”, “Maria Teresa di Gesù” e “La Discesa”.
1997/1998I
nizia la collaborazione con la " Uommo entertainment " di Torino come operatore di ripresa, direttore della
fotografia, regista e montatore video su sistemi non lineari ( c on le schede di montaggio Targa, Pinnacle Reeltime, DC1000 e
Media 100 e utilizzando i programmi Première, Final Cut, Media 100 e Speedrazor). Collabora in qualità di montatore con il
regista “ Willy Darko” , l avorando soprattutto per i l " Castello di Rivoli museo d'arte moderna " e alla realizzazione di video su e
per artisti del circuito dell’arte moderna internazionale come “ Gilberto Zorio ” , “ Grazia Toderi ” e molti altri ( link ad alcuni
video realizzati al tempo) .
1995/1996Inizia
a collaborare a vari cortometraggi con artisti Torinesi e non, occupandosi, secondo le esigenze, delle riprese,
della fotografia, del montaggio e talvolta della regia.
1993/ 1 994Fonda
con altri tecnici provenienti dai vari settori del campo audiovideo
la " cooperativa Magnetica " con la quale
termina il suo percorso professionale lavorando spesso con la società “Unistudio” di Torino .
1990/1992E
ntra in contatto con la casa di produzione video di Torino " Progetti Delta ", dove inizia a collaborare come aiuto
generico per poi diventare assistente operatore di ripresa e dopo un anno operatore.
Formazione:
Corso per Videomaker, realizzato dall'associazione " Movie club " a Torino, con docente " Vincenzo Badolisani " (regista di: “I
ragazzi Di Torino sognano Tokio e vanno a Berlino” e “Cinecittà Cinecittà”).
Corso di sceneggiatura realizzato dall'unione culturale " Franco Antonicelli " a Torino, con docente " Enrico Cerasuolo "
(sceneggiatore e regista molto attivo nella realtà piemontese e non solo, specializzato in documentari e spot, socio fondatore della
cooperativa “Zenit” di Torino).
Corso di narrativa, realizzato dall'unione culturale " Franco Antonicelli " a Torino, con docente " Gabriele Romagnoli "
(Giornalista, scrittore e sceneggiatore. Inviato per due anni de La Stampa negli Stati Uniti, inviato dagli stati uniti per la
trasmissione “Pinocchio”, è editorialista de La Repubblica e collabora (e ha collaborato) con molte riviste e quotidiani tra cui
Diario, autore di alcune sceneggiature di fiction televisive, tra cui Uno Bianca e Distretto di polizia e di vari libri.
Corso biennale di tecnico del suono, realizzato dal " C.P.M. " di Milano a Milano, con docenti, " Walter Conti " ( ingegnere che si
occupa del suono tra i più stimati in Italia, autore di molti articoli tecnici su riviste del settore audio italiane e non) e i tecnici
dello " studio Rexon " di Milano e dello studio interno al " C.P.M. " di Milano.
Stage per fonico di presa diretta e di montaggio, realizzato dall’azienda " Poliedra " a Torino, con docenti " Claudio Cormio "
(montatore cinematografico, tra i film montati troviamo: “Il caso Martello”, “La seconda volta”, Tutti giù per terra”, “Le
acrobate”, “Figli di Annibale” “Chiedimi se sono felice”, “La leggenda di Al, John & Jack”) e " Giuseppe Napoli " (fonico di
presa diretta e musicista).
Stage di sceneggiatura, realizzato dalla ditta “ Poliedra ” presso il “ D.A.M.S. ” a Torino, con docente “ Francesco Bruni”
(sceneggiatore di film di Paolo Virzì, Mimmo Calopresti, Francesca Comencini, David Riondino, Dominik Tambasco, Kiko
Stella, Vito Zagario)
Corso di montaggio su sistemi A vid, realizzato “ all ’ accademia di Cinematografia Sperimentale " di Bologna, docente " Paolo
Vanghetti" (Oltre ad insegnare montaggio all’accademia di cinematografia è docente al “ N.U.C.T.” di Roma e come montatore
ha collaborato e collabora tutt’oggi con produzioni televisive come “Superquark”, “MilanoRoma”,
“Geo&Geo” con “Discovery
(GB)”, “Nova (USA)” e “NHK (JAP)).
Corso di giornalismo presso l’università popolare di Torino con docente “ Piero Abrate” .
Per visionare alcuni suoi lavori video e fotografici potete recarvi sui siti sotto citati o cliccare sui link all’intero del
curriculum:
http://www.videomedica.org/
http://www.videomedica.org/videomedica/?cat=1162 (rubrica “oltre il giardino”)
http://ortiloquiando.wordpress.com/ortioquiandoildocumentario/
(documentario “Ortiloquiando”)
http://www.dariocicchero.com (in fase di “ristrutturazione”)
http://www.youtube.com/user/muuhfilmfestival/videos?view=0&flow=grid (cortometraggi vari)
http://www.coloriquadri.com/
Autorizzo il trattamento dei dati in base al D.Lgs. 196/2003
Dario Cicchero
 


25.2.15

Il bimbo curato via WhatsApp Quando la tecnologia aiuta


Mettendo  in ordine i  miej  file  e  i mie  preferiti  ho trovato   questa news  ripresa  dal www.unionesarda.iot    di qualche  giorno  fa  


Il bimbo curato via WhatsApp Quando la tecnologia aiuta                                      Uno smartphone con WhatsApp
Il piccolo, che vive a Stromboli, ha seguito una terapia indicata dalla pediatra che aveva "auscultato" il suo respiro attraverso una registrazione inviata dalla mamma via WhatsApp.
La tecnologia può essere un utile strumento per chi vive lontano dai punti di soccorso. E' quello che sicuramente pensa una mamma che vive a Stromboli, una delle isole Eolie: per curare il suo bimbo, affetto da una prolungata bronchite, ha inviato a una sua amica pediatra, tramite WhatsApp, la registrazione del respiro di suo figlio, dato che sull'isola è presente una sola Guardia medica e manca l'assistenza pediatrica. La specialista ha così "auscultato" il piccolo paziente attraverso la registrazione, ha individuato il problema e indicato la cura.
E' stata la mamma, Carolina Barnao, a raccontare su Facebook quanto accaduto: "Stromboli, Italia - ha scrottp - qui il pediatra non c'è, i bambini sì! Ho curato Tommaso da una brutta bronchite grazie a Whatsapp, inviando la registrazione del suo respiro a un'amica pediatra! Viva la tecnologia, viva gli smartphone e soprattutto... Viva Delia Russo! Grazie dottoressa!". La mamma ha poi spiegato: "Guardia medica e medico di base sono molto disponibili ma non sono pediatri. Il pediatra si trova a Lipari. Di mezzo c'è il mare e d'inverno è quasi sempre agitato e rimaniamo isolati dal mondo. Beh, sarebbe opportuno avere un pediatra sull'isola almeno periodicamente. Dove sta il diritto alla salute dei nostri figli? Comunque, la cosa importante è che il mio piccolo adesso sta meglio".

3.6.12

dalle strelle alle stalle Declino d'un grande sogno pop, la strada dal successo all'inferno Luigi fregapane




leggo  su l'unione sarda 316\2012 la storia toccante di Luigi Fregapane ( qui news su di lui http://giannipiludu.blogspot.it/2005/12/luigi-fregapane.html)  

 i media e i grandi cantanti ( forse perchè ancora non si è ucciso o fatto gesti eclatanti  ) non lo cagano minimamente   e pensano solo ad  apparire    anzichè 

Ma lui  tenacemente  resiste .Ma  ora lasciamo parlare  l'articolo in questione 

Declino d'un grande sogno pop, la strada dal successo all'inferno

di GIORGIO PISANO ( pisano@unionesarda.it  ) 
Ha disperatamente bisogno dell'aiuto di uno di quelli a cui non troppi anni fa dava del tu. Luigi Fregapane, detto Luis, faceva parte di un gruppo musicale che gli ha fatto sentire l'irresistibile fruscìo del danaro e il profumo della gloria pop: le ragazzine che assediano l'albergo dove dormi, la sicurezza che ti scorta fino al palco per evitare che ti divorino d'amore. Il gruppo si chiamava I nuovi angeli e cantava brani di assoluta inconsistenza ma di strepitoso successo. L'Italia nazionalpopolare, avrebbe detto Pippo Baudo, rispondeva entusiasta battendo le mani a tempo quando intonavano pezzi come Donna Felicità oSingapore .
In un lampo ricchezza e notorietà si sono fatte cenere. Da Torino, dov'è nato, Luis si è rifugiato prima a Finale Ligure e poi in un paesino minuscolo della Sardegna centrale, Baradili: 94 abitanti, lui compreso. Alle spalle ci sono due figli, vita piena e fumata. Abita in una casetta di nemmeno sessanta metri quadri con Franco, vecchio amico del padre, quattro interventi neurochirurgici già subìti e un quarto in programma.
Strana coppia. Finché la malattia non ha fatto invasione di campo, vivevano di seratine, feste di matrimonio. Campavano, insomma. Ora c'è molta malinconia nelle due stanzette (una è uno studiolo di registrazione) che dividono insieme a Perla, il cane, e Trottola, il gatto. Cento foto e articoli di giornale tappezzano le pareti per ricordare un passato magico che è volato via in un soffio. Luis lo tiene presente soprattutto a se stesso con un taglio di capelli (corvini) che rimandano ai Beatles. In aggiunta, c'è sovrabbondanza di bracciali su polsi magrissimi, anelli, orecchino e una catenina appesa a un corpo asciutto e maturo. Sorriso buono e piccoli vezzi da star: «Quanti anni ho? Diciamo più di cinquanta».
Franco invece ne ha 73. Aveva una famiglia, l'ha lasciata in Liguria per stare accanto a un ragazzo che aveva ospitato a lungo nella sua casa prima del trasferimento in Sardegna. Quel che gli preme, adesso, è stare attaccato a un'esistenza che non ha più nemmeno la consolazione «d'un lavoro o d'una specie di lavoro, come suonare le tastiere».
Il paese, che li ha visti arrivare quando Luis aveva ancora una certa popolarità, non li ha giudicati: agli artisti sono riconosciute molte attenuanti, altrimenti che artisti sarebbero? Accoglienza calda e amichevole, rimasta intatta.
Le cose però sono andate di male in peggio, a vuoto il tentativo di cercare il rilancio con una band isolana, rari i contatti col vecchio ambiente. Nel frattempo sono anche cresciuti i debiti, le incursioni fiscali, l'artiglio delle finanziarie, la spesa sempre più robusta per visite mediche ed esami. Come uscirne? Facile: basta preparare le musiche di un nuovo album, affidarsi a un buon paroliere locale e lanciare un messaggio ai big della musica leggera italiana. «Mi basterebbe che eseguissero un brano, soltanto uno e noi torneremmo a stare a galla».
A lavoro concluso, Luis ha scritto a Vasco, Jovanotti, Mannoia, Dolcenera e altri. Lettere sintetiche e chiare: Sos. Risposta? Neanche una. I compagni di ieri sono diventati fantasmi.
Quando è cominciato il declino?
«Dopo I nuovi angeli , ho avuto una stagione a Canale 5 e poi, pian piano, più nulla. Doveva essere scritto in cielo: mia madre mi ha partorito in una chiesa dedicata agli esorcismi, Sant'Alfonso. Mia sorella gemella è morta quasi subito; io, che pesavo sette etti, ce l'ho fatta».
Vuol dire che il passaggio dalle stelle alle stalle era scontato?
«Dalla vita ho sempre preso quello che mi ha dato. Sono figlio di un maresciallo di Polizia che la mattina, appena sveglio, ascoltava i discorsi di Mussolini e poi andava a combattere contro le Brigate Rosse nella Torino feroce di quel periodo. Dico questo perché non avevo messo in conto né trionfi né depositi stellari in banca».
Non si è saputo amministrare?
«Durante la carriera ho messo da parte trecento milioni di lire. Li ho spesi quasi tutti sperando inutilmente di far guarire mia madre dal cancro. Le sconfitte non mi hanno mai buttato giù ma quella di sei anni fa è stata pesantissima».
Cos'è accaduto?
«Franco s'è ammalato. Dicevano che era diabete. Era anche diabete. Quando è entrato in coma tumorale, hanno cominciato a capire. L'avevo portato a Cagliari, ospedale san Giovanni di Dio, per farlo vedere. Dieci ore d'attesa, niente: torni domani».
Poi?
«Il giorno dopo stessa storia: oggi non ce la facciamo, ripassi. Il fatto che venissimo da Baradili li lasciava supremamente indifferenti. Il terzo giorno le ore d'attesa sono diventate diciassette, e ho perso il controllo dei nervi. Ho gridato, insultato un infermiere, preteso che lo visitassero».
Perché non avrebbero dovuto?
«Avevo i capelli lunghi, un'aria trasandata, qualche filo di trucco. Capito perché ci snobbavano?».
Continuava a vivere pensando d'essere sul palco?
«Nemmeno un po'. Questo è il mio modo di essere. Ho una storia pesante, io».
Cioè?
«Coi Nuovi angeli ho cantato a Mosca davanti a centomila persone, termometro a meno 20. Il momento più emozionante della mia carriera è stato l'incontro con Fausto Leali, grande artista e grande persona. Ho scritto una canzone per lui».
Devastante l'impatto con la ricchezza?
«Sì perché ti avvicina a gente molto più ricca di te. Passavo l'estate a Porto Ercole, villa e spiaggia privata. Mi sono tolto lo sfizio di andare in Francia per una passeggiata, per sei mesi sono stato a Parigi in una suite dello Sheraton. Frequentavo locali dove incontravo Frank Sinatra, Liza Minnelli, Paul Newman».
E magari serviva un aiutino per mantenere alta l'ispirazione.
«Mi bastava mezzo spinello per schizzare di testa. Sono creativo, ci vuol niente per accendermi. Cocaina? Qualche tiro l'ho fatto ma non m'è venuta la passione, colpa della fase down».
Troppo deprimente?
«Sono rimasto deluso. Che senso aveva prendere una sostanza che ti faceva volare ma subito dopo ti schiantava a terra senza pietà? Allora avevo molti sogni e molte speranze. Forse ero progressista ma non sapevo di esserlo. D'altra parte la vera differenza tra destra e sinistra non sono mai riuscito a coglierla».
Quanto è riuscito a guadagnare?
«E chi lo sa? Ho incassato dalla Siae anche venti milioni in una botta sola».
Oggi?
«Campo ancora di musica, nel senso che compongo per qualche artista locale, il lavoro è pochino. Riesco a mettermi in tasca cinquecento euro al mese, non tutti i mesi però. In più, dormo due ore per notte e assisto Franco, che ha bisogno costantemente di aiuto. Fortuna che la casa, poco più di un nido, è nostra. Ma c'è tutto il resto».
Debiti?
«Mi hanno concesso ventimila euro per un progetto de minimis e subito dopo ne hanno preteso settemila di tasse. Franco ha la pensione e l'indennità di accompagnamento. Non solo, la Regione mi riconosce anche un'ottantina di euro al mese perché sono il suo badante».
E allora?
«Sei anni fa, quando è cominciato tutto, abbiamo bussato alle porte di tre finanziarie. Sapete quanto costa una risonanza magnetica? Trecento euro. Ne abbiamo fatto a volontà. Ma non mi lamento, non frughiamo nei cassonetti per vivere».
Ve la cavate, comunque.
«Per forza. Facciamo vita ritirata, Franco si stanca in fretta. Io lavoro a tempo pieno per lui. Il mio ritmo è il suo. Ho preso la patente quando s'è ammalato, a me non interessava averla».
A quanto ammonta il vostro debito?
«Trentamila euro. Sono sicuro che se un artista nazionale cantasse una mia canzone avrei risolto tutto».
Perché ha scelto di fuggire in Sardegna?
«Stavamo a Finale Ligure, badavamo a un oliveto di oltre 430 piante. Una sera vediamo in tivù un reportage da Baradili, uno dei più piccoli Comuni d'Italia. Una meraviglia. Ci guardiamo e in un attimo abbiamo deciso. Franco dice che è il richiamo delle radici».
Perché?
«Lui di cognome fa Meloni ed è nato a San Gavino. Io sono di Torino ma mia madre era del Nuorese. Sarà stato questo che ci ha fatto scegliere la Sardegna?».
Quando vi siete trasferiti?
«Undici anni fa. Allora Baradili aveva centoventi abitanti. Appena arrivato, mi hanno fatto qualche intervista e questo ci ha aiutato molto».
In che senso?
«La popolazione ci ha guardato subito con simpatia. Potevamo apparire bizzarri ma io avevo un volto conosciuto, quindi nessuno ci ha dato noia. Baradili è un luogo meraviglioso, fatto di gente speciale».
D'accordo, ma per campare?
«Fino a quando non c'è stata la malattia, bastava poco. Per suonare a una festa di matrimonio ci davano anche settecento euro. Metti che in un mese riuscissimo a farne due ed eravamo a cavallo. Qui non serve moltissimo per vivere».
Tutto finito?
«Inevitabile. Ho anche pochissimo tempo per comporre. Affitto il mio studiolo di registrazione, vendo qualcuna delle mie chitarre».
Come nasce l'idea di proporre a un big di cantare nel vostro album?
«Nasce dalla disperazione e dall'amicizia con un paroliere cagliaritano, Roberto Pinna. I testi sono impegnati, legati al sociale: non c'interessava la rima cuore-amore. Uno dei brani ( Nei tuoi occhi c'è la strada ), secondo noi, potrebbe essere tagliato su misura per Jovanotti».
Gliel'avete chiesto?
«Abbiamo lanciato un appello su Facebook e su Twitter per sapere se qualcuno ci stava, insomma se l'idea poteva interessare. Poi, nella fase due abbiamo inviato una mail e il brano in questione a una serie di big, compreso Luciano Ligabue».
Risposte?
«Silenzio. L'unico che ha avuto la bontà di risponderci è stato Red Ronnie. Ha promesso di invitarci in una trasmissione che conduce non so dove».
E gli altri, nessun contatto?
«Sento ogni tanto il cantante dei Nuovi angeli , Pasquale Canzi. Ma sta peggio di noi, ha beccato una serie di tramvate dalla vita».
Abitasse a Roma, sarebbe lo stesso?
«Nel segmento-nostalgia, i gruppi possono vivere per quattro mesi. Dopo le comparsate con vecchie canzoni in tivù, accettano compensi veramente minimi per continuare a stare sulla piazza. Non ne vale la pena».
Da Baradili però tutto diventa più difficile.
«Può darsi ma qui resto. Non mi sento un fallito, amo la vita e sono pronto a combattere. Nessuno risponde alla mia mail? Pazienza, cercherò un'altra via. Di sicuro non alzo bandiera bianca. In fondo sono un privilegiato».
Privilegiato?
«Ho avuto la grande fortuna di vivere una vita magica, anni irripetibili. Sono fiero di quello che ho fatto, perfino dei miei errori. Scappare a Cagliari o a Milano non servirebbe: per sfondare devi avere un padrino e io non ce l'ho. Eppoi c'è anche un'altra ragione».
Quale?
«Al di là del fatto che non potremmo permetterci di vivere in una città, qui ci sentiamo protetti. E questo è qualcosa che non ha prezzo».
Obiettivo, dunque, aspettare?
«Esatto. E intanto cercare sei-settemila euro per portare Franco in Svizzera: per la sua malattia, faringioma cerebrale, ci sono i chirurghi migliori. Serve un quarto intervento e non intendiamo rinunciarci».

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...