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Cellulari e social riportano i ragazzi dentro le librerie. Un fenomeno, chiamato BookTok, che sta rivoluzionando il mondo dell'editoria. E che mostra quanto gli adolescenti siano in cerca di storie in cui riconoscersi, come spiega il docente di psicologia Gianluca Daffi
di Cinzia LucchelliAll'ultimo salone del libro di Torino lo stand di Sellerio è stato assediato da ragazze e ragazzi in cerca del libro con "James Dean in copertina": Una vita come tante di Hanya Yanagihara, pubblicato in Italia nel 2016, è andato esaurito in breve tempo.
L'immagine della copertina, che in realtà non raffigura James Dean, negli anni è rimbalzata sempre più frequentemente sui social. Negli Stati Uniti sui tavoli di Barnes & Noble sono comparsi cartelli con la scritta #BookTok a fianco dei libri consigliati su TikTok. Amazon ha aperto sul suo sito la sezione chiamata "Internet Famous", con elenchi di titoli che chiunque abbia trascorso del tempo sul social riconoscerebbe. Spie di un fenomeno che si chiama BookTok. Alimentato dai video pubblicati sul social TikTok da giovanissimi lettori, sta rivoluzionando il mercato dell'editoria. Risvegliando la vendita di libri anche non di recente pubblicazione come La canzone di Achille, rivisitazione dell'Iliade di Omero di Madeline Miller (Marsilio).Telefonini e social accusati di allontanare i ragazzi dalla lettura riportano dunque i ragazzi dentro le librerie. Cosa sta succedendo? "Gli adolescenti cercano storie in cui raccontarsi e in cui rivedersi. Il dubbio che può venire a noi adulti è che quelle che raccontiamo loro siano povere. Ci stanno dicendo che la necessità del racconto è ancora viva. Li immaginiamo interessati ad altro, a oggetti come scarpe e vestiti, ma quello che sta succedendo ci fa capire che in realtà sono interessati al racconto dietro l'oggetto, alla narrazione dietro la copertina", dice Gianluca Daffi, docente di Psicologia all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia. I frequentatori di Tiktok seguono i consigli di lettura dei loro coetanei più che di un insegnante o di un genitore. Tanto da far lievitare le vendite di alcuni libri, così come i post su Instagram di Chiara Ferragni in visita agli Uffizi avevano fatto lievitare gli ingressi di un weekend del 24%. È cambiata la percezione dell'autorevolezza? "Non la metterei su questo piano. Sono cambiati i canali attraverso cui si cercano informazioni. Ma è del tutto normale. Gli adolescenti si affidano a canali orizzontali più che verticali, chiedono un consiglio di lettura a un amico non a un padre o a un nonno. C'è sempre un confronto con i pari". Anche l'emulazione sui social, spiega l'esperto, non è nulla di nuovo: Internet, la rete, è il "grande gruppo".Instagram, istruzioni per l'uso. Lo psicologo: "Come riconoscere ed evitare le insidie"
È una questione di contenuti ma anche di linguaggio. Che invece è cambiato. I ragazzi su TikTok postano video di libri infarciti di segnalibri sfogliati velocemente, recensioni di pochi secondi affidate a parole e stelline, foto di copertine di cinque volumi che fanno piangere. Video brevissimi, di 15 o 60 secondi, che attorno all'hashtag #BookTok raggiungono oggi più di 24 miliardi di visualizzazioni. "Se un adulto per scegliere un libro ha bisogno di una recensione scritta o di una presentazione, comunque di uno stile verbale, un ragazzo si affida a un modo più visivo e rapido, più sintetico ed efficace. Un tempo si parlava di stili cognitivi, ognuno ne ha uno e cambiano con il tempo", spiega il docente. Ma se lo stile è diverso, la sostanza no. BookTok, conclude l'esperto, non è un fenomeno inatteso o nuovo. Alla base c'è il bisogno di raccontarsi dei ragazzi per sentirsi parte di qualcosa. Tiktok è un mezzo, protagonista è il libro, la cultura che è viva e gira. "Poco importa che poi i ragazzi non leggano il libro, intanto sono entrati in una libreria e lo hanno comprato, se lo trovano a casa. A disposizione magari dei genitori che lo leggeranno. La cultura è anche questo, la cultura gira".