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20.9.22

Chiede al tatuatore di disegnare una rosa sul collo del figlio 15enne: “Ce l’hanno tutti gli amici”. Lui si rifiuta (e diventa virale su TikTok)

 Premetto che  non sono tipo da  tatuaggi ( paura  , allergie  ,  carattere  contradditorio  ,  non mi piace fossilizzarmi  sulle cose  , cerco sempre  un  centro d gravità permanente  , ecc  )   anche  se  certi li reputo bellissimi     vere  opere  d'arte    .  Non mi piace  l'abuso , il doverselo  fare  a tutti  i costi     come   il caso che trovate  sotto   e  l'abuso   che  se ne  fa  . Infatti  leggendo     questa  notizia  



La mamma di un ragazzo di 15 anni entra in un negozio di tattoo per prendere appuntamento per il figlio ma l'artista le dice di no: "Se tuo figlio come primo tatuaggio vuole una rosa sul collo io mi domanderei il motivo. Che complessi ha? Che messaggio vuole mandare?". E intanto la clip ( Vedi il video su Tik Tok   ) è diventata virale sulla piattaforma omonima ed non solo , anche se qualcuno tuona: "Tutto fatto apposta"


 Io  sto con Claudio Gulia   , il tatuatore  ,  perchè il vero tatuaggio  soprattutto quando  è il primo  dev'essere  spontaneo  e   non imposto da mode  ed  omologazione  ( ce  l'hanno tutti  ) . Ma  soprattutto  un  genitore    dovrebbe   finchè è possibile  resistere    alle pressioni ,  acritiche  in particolare  ,  de figli   e  spiegarli  che  non lo deve  fare  per  farsi accettare   o  perchè   cl'hanno tutti . Infatti lo Stesso claudio    lo fa  capire      in questa  intervista



  e ne  nel  video   che   sono riuscito  a trovare     ed  incorporare

 


Rifiuta di tatuare il collo a un 15enne: "La legge dice che posso farlo, ma io non voglio"
"Signora, non è una questione di acconto. Suo figlio non ha ancora compiuto 16 anni quindi il tatuaggio sul collo non glielo posso fare". Cristiano Gulia, tatuatore di Sora (Frosinone), si è rifiutato di tatuare una rosa sul collo di un minorenne registrando l'episodio e poi pubblicandolo sul suo profilo social. Nel video Gulia parla con una donna (di cui si sente solo la voce) che si presenta come la madre del ragazzo . "Come mai è venuta lei qui e non suo figlio di persona?", chiede poi l'artista. "Perché mi ha chiesto di venire da parte sua", ha risposto la mamma dell’'adolescente. "Allora dica a suo figlio che i tatuaggi si fanno in due, può essere un buon inizio se viene anche lui la prossima volta a chiedere", risponde il tatuatore. "Lo scopo di quel video - ha spiegato Gulia successivamente - era spiegare che l'etica di un buon tatuatore prevede di non tatuare mani, faccia e collo a un minorenne. Se la legge mi consente di farlo, non significa che io debba farlo. Ho rifiutato il lavoro perché, al di là di quello che dice la legge italiana, un tatuatore che si rispetti davanti a un minorenne al suo primo tatuaggio, non pensa semplicemente al tutto e subito, ai soldi e ad assecondare qualsiasi sua voglia, ma lo prende per mano e lo accompagna nel mondo meraviglioso dell’'arte che un tatuatore vero rappresenta".


complimenti per la serietà e l'etica professionale che esprime Il gulia Il fatto che l'ha reso pubblico denota come è perché il mondo sta andando a rotoli; ora i genitori , la maggior parte , non pensano più al benessere dei figli ma solo alle apparenze !

3.1.16

Un leggero tedio... di Daniela Tuscano ©


Impiccare un povero cristo, anzi un bambolotto, un cicciobello sgarruppato dal presepe modestissimo d'una piazzetta di Pitelli (La Spezia) non è solo sacrilego, ma infame. Era stato allestito per raccogliere fondi a favore dei malati di mieloma e leucemia. L'hanno trafugato e appeso, proprio di fronte alla mangiatoia.


"Diamo un senso al Natale", recitava la scritta a fianco del pupo avvolto in un lenzuolino, da cui usciva una piccola mano; benedicente o timida, non si sa. Forse entrambe le cose. Chi l'ha profanato ha voluto negare proprio questo: il senso. Banalizzare il Natale, poi occultarlo, censurarlo - magari col pretesto d'un malinteso rispetto verso altre culture, mentre in Asia e Africa i cristiani vengono martoriati nell'indifferenza totale dei laici perbenisti - e, alla fine, distruggerlo, è frutto d'una medesima empietà, nemmeno voluta del tutto. Non immorale, ché l'odio sarebbe meno grave, bensì, semmai, amorale: oltre. S'impicca un simbolo, come lo si è visto fare, magari, in dubbi spettacoli rock, per noia, per un'alzata di spalle, per vuota autoreferenzialità. 

Gli hanno detto che è divertente, che fa moda, che non è grave, che non conta; al limite, una ragazzata, quando

del ragazzo, in tal gesto, non v'è alcuna freschezza. Solo, piuttosto, il rancidume d'un antico male. 
Gli emblemi non li comprendono più, ma il piccolo nella mangiatoia li sturba, perché è l'Altro per eccellenza. Perché rappresenta il bisogno, l'inizio, la vita, la nudità e la fame, il povero e il profugo, le vittime innocenti delle guerre, i carcerati, i perseguitati, l'infanzia nella sua verità di famiglia. Un'infanzia irripetibile, di cui aver cura; completezza di persona, non ricatto per liti d'adulti, non oggetto di diritti. Verità di dono, dialogo insopportabile per chi si trincera nel solipsismo. Negando il senso della nascita, hanno voluto negare anche quello della croce: e, con lei, della resurrezione. Che non si proietta nell'empireo e non è solo di Cristo ma attraverso Cristo - passaggio obbligato, unico - comincia ora, per tutti noi, nel momento in cui, offrendoci, travalichiamo la materialità, la legge di natura. Il chiuso morbo dell'egoismo. 
Si appende un bambolotto, e ciò che rappresenta, ormai troppo ingombrante e potente, di fronte al luogo del cibo: cioè della condivisione, laddove l'individuo (letteralmente: inscindibile) si fraziona e decuplica nei propri fratelli e sorelle. Non solo di sangue.
Svilisce anche la morte, riducendola a videogame, svuotandone la drammaticità e la solennità: e non conta più nulla, infatti, si tratti dell'immagine d'un bambino. Senza croce, senza morte, non ha più valore nemmeno la vita.
Ci si avvia così alla decostruzione della propria carnalità. E senza nemmeno illogica allegria. Solo con un leggero tedio.

26.1.14

perchè ricordo l'olocausto \i e la shoah parte II

inizio il post  con  questo post  di  http://ipensieridiprotagora.blogspot.it/  più  precisamente  questo 


Alena Synkovà scrisse questa poesia quando era una bambina, nel campo di concentramento di Terezin; aveva 16 anni quando fu liberata; solo un centinaio di bambini sopravvissero al lager

Vorrei andare sola

dove c'è un'altra gente migliore

in qualche posto sconosciuto

dove nessuno più uccide.
Ma forse ci andremo in tanti
verso questo sogno,
in mille forse
e perché non subito?



 ti potrebbe interessare  la mia presa  di posizione   in merito al revisionismo estremo e negazionismo

IL post precedente  ( trovate  url  sopra  ) mi ha  riportato alla mente  le varie domande   che mi arrivano  via email da  10 anni a questa parte  ai miei post   ne  approfitto per  rispondere  alle  principali   e  le  più  ripetute   spero una  volta per  tutte  

1)  E' basta  n. non si se ne può più  . non basta  quanto   la  testa  che ci fanno   fra il 20 ed  31 gennaio con il culmine  proprio il  27  


Vero  vi capisco   non avete  tutti i torti  . Infatti  leggo sulle  pagine  182-183   del televideo rai   e  di cui riporto integralmente  questa intervista  all'autrice  in questione  dedicate  al  27  gennaio   che è uscito 



da poche settimane nelle librerie, un libro dal titolo polemico [e provocatorio ]  ,sul tema del- la Shoah, o meglio,"Contro il giorno della Memoria", Add editore. Ne è autrice la scrittrice e studiosa di Ebraistica, Elena Loewenthal, che in meno di cento pagina esprime il dubbio che la maggiore tragedia del XX secolo, la Shoah, confinata nel ricordo di una Giornata come "risarcimento" per gli Ebrei, banalizzi quanto accaduto. "Che cosa sta diventando questo Giorno della Memoria?-si domanda-Una cerimonia stanca, un momento di finta riflessione che parte da premesse sbagliate per approdare a uno sterile rituale".  che in  meno di cento pagina esprime il dubbio 
 che la maggiore tragedia del XX secolo, la Shoah, confinata nel ricordo di una  Giornata come risarcimento" per gli    Ebrei, banalizzi quanto accaduto.   

Dichiararsi contro il Giorno della Me moria è "politicamente scorretto". Che  cosa la disturba di più, chiediamo alla  studiosa Elena Loewenthal. Di principio

 non sono contro la ricorrenza. In que sto libro, dal titolo effettimante provocatorio,cerco di spiegare le ragioni 
 per cui celebrare così la memoria non   funziona. C'è ridondanza nelle celebrazioni, troppa retorica,il senso vero si  perde. Ma grazie alle tante iniziative 

 messe in campo la consapevolezza è cresciuta o no? Certo di Shoah si sa di    più rispetto ad anni fa.Ma di pari pas so c'è più propensione al banalizzare,  al manipolare la storia.Le derive antisemite sono il lato oscuro della cele brazione.Lo vediamo anche in queste ore

La Shoah non è la storia degli ebrei.Ma  forse allora non è sbagliato aver isti tuito un Giorno per ricordare all'Umanità l'orrore di cui è stata capace? E' giustissimo che si ricordi la memoria    di quanto è accaduto. Ma nello spirito  di farla propria,non di rendere omaggio ad altri-cioè agli ebrei.La storia della Shoah appartiene all'Europa,all'Italia. Non  [solo ]agli ebrei.  
 Lei parla di diritto all'oblio, che intende? L'oblio è stato spesso un meccanismo di sopravvivenza individuale e    collettiva. Naturalmente nel libro la   invoco per me mi piacerebbe poter dimenticare questa storia, che sento come  un peso-ma non per la coscienza civile. 

 Un'ultima domanda all'autrice di "Contro il Giorno della Memoria".      

 C'è una frase nel suo libro che merita  una spiegazione: "Ricordare non porta   con sè alcuna speranza. Se anche non    dovesse accadere mai più, non sarà per  merito della memoria, ma del caso".     Per l'appunto, chiamo in causa l'oblio  come stimolo a una riflessione che non  si può fare a meno di fare: siamo così  sicuri che ricordare "serva"? Che ci    renda migliori? Che sia morale? Non è   detto che sia così.  
             
Ma è ’ nostro preciso compito e dovere portare il testimone della Memoria alle nuove generazioni, ai nostri figli, a coloro che stanno costruendo con noi il domani, perché cresca in loro, sano e forte, il senso vero ed intimo della nostra umanita”.
IL VALORE DELLA MEMORIA - “La Memoria è un valore fondamentale della nostra cultura e della nostra civiltà che deve essere coniugato quotidianamente, perchè pregiudizio e discriminazione sono mali ancora troppo diffusi fra noi – ha spiegato – mossi dall'ignoranza sono insidie che alimentano paura, sospetto; fratture che purtroppo sopravvivono nei sotterranei della nostra societa”. “E’ con vivo piacere che oggi, in occasione della Giornata della Memoria, la Città di Venezia per la prima volta espone la bandiera internazionale Rom, segno di rispetto verso un popolo e la sua storia; segno della forte identità che contraddistingue la Città di Venezia – ha detto Orsoni – il riconoscimento dell’Altro, della sua cultura, della sua religione. Venezia e i suoi cittadini, hanno sempre vissuto in una amalgama di diverse culture e da questa hanno tratto la loro ricchezza, e cosi’, crediamo, dovrà’ essere nell'avvenire”. Ecco quindi che  ricordare   evitando di cadere  nel  solito rituale  ed  a senso unico  solo  quella del popolo ebraico   ,  può essere  un modo   per   guardare  avanti con la  consapevolezza  del passato   ed evitare  , scusatemi se   mi ripeto ,   la bugia  diventi  verità e  la verità  diventi  bugia  .

2)  sminuisci  la tragedia degli ebrei  . offendi l'italia  , in italia    molti aderirono perchè  obbligati dal fascismo  . Gi italiani non sono mai stati nazisti 

Non credo   che raccontare   che  accanto allo sterminio sistematico degli ebrei,che fece circa sei milioni di  vittime, il nazismo estese il genocidio  ad altri gruppi etnici e religiosi con siderati "indesiderabili", come Rom (    che noi chiamiamo   zingari ) , Sinti , Testimoni di Geova  ed  altre religioni , agli omo-  
 sessuali, ai portatori di handicap, agli oppositori politici.Tragedie  che i media  ufficiali  ricordano ( quando le ricordano  )  in tono minore, tanto da essere spesso definite "olocausti  dimenticati",come quello dei Rom, "por- rajmos" (divoramento) per loro.Le cifre  ufficiali ( ma  , mi chiedo  che  importanza  ha  se  sono poche  a  molte  ?  è più  importante  quello che hanno subito non credete  ?  )   parlano di centinaia di migliaia di vittime in tutta Europa, molte di più secondo alcuni, nei campi di  concentramento e non solo.
Niente  di  più  falso  . i miti sono difficili da  sminuire  anche  documenti  . Vero che  ci  fu  anche    chi vi aderi perchè   come tutti i  regimi   in cui   : la stampa  e i gruppi giovanili  sono in mano  al regime   e  senza  opposizione o voci dissidenti   (  o quando ci sono     represse   ed  incarcerate o  all'esilio )  logico  che  per  connivenza (  ci credi   attivamente     )   convivenza  ( ci credi   passivamente  )  logico  che  ci credi  e  ti bevi    nolente  o dolente    tutto quello che  ti viene  propinato  

N.B   termini difficilmente distinguibili   visto l'umore    mutevole ( per la maggior parte  )  dopo il crollo  della dittature

Infatti   ci sono  alcuni libri ben documentati con documenti dell'epoca   che testimoniano il contrario .In particolare  suggerisco   un libro appena  uscito  (   su https://www.facebook.com/leggirazziali   trovate   le date    delle varie presentazioni  ) 








di  Mario Avagliano, giornalista e storico, è membro dell’Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza, della Sissco e del comitato scientifico dell’Istituto Galante Oliva, e direttore del Centro Studi della Resistenza dell’Anpi di Roma-Lazio. Collabora alle pagine culturali de «Il Messaggero» e «Il Mattino». Tra i suoi libri più recenti: Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945(2006) e, con Marco Palmieri, Gli internati militari italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945 (2009), Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia (2010) e Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici 1943-1945 (2012). Con Baldini&Castoldi ha pubblicato:Il partigiano Montezemolo. Storia del capo della resistenza militare nell’Italia occupata (2012), Premio Fiuggi Storia 2012.
  e  Marco Palmieri, giornalista e storico, è membro dell’Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza e della Sissco. Ha pubblicato tra l’altro, con Mario Avagliano: Gli internati militari italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945 (2009), Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia (2010) e Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici 1943-1945 (2012). 
  edito dalla  Baldini & Castoldi (   http://www.baldinicastoldi.it/ ) 

per  chi volesse  saperne  di più  c'è con un sacco di  approfondimenti  interessanti   http://www.bibliolab.it/landolfi_shoah/shoahitalia/  fra  le  tante pagine  a  cui rimando   segnalo   questa  in
particolare  questa    http://www.bibliolab.it/landolfi_shoah/shoahitalia/deportazioneebrei10.htm

OVVIAMENTE   SENZA  GENERALIZZARE PERCHE'  IN MEZZO ALLA MER.... EHM... INDIFFERENZA  E  COLLABORAZIONE  ATTIVA ( PRINCIPALMENTE   )  E PASSIVA   CI FURONO   VEDERE NEL PORTALE  CITATO PRIMA   IL LINK CON L'ELENCO DEI GIUSTI ( COLORO  S'OPPOSERO ATTIVAMENTE  A TALI SCHIFEZZA    E VERGOGNA )  ITALIANI  .
Come di Giacomo Sonnino, oggi 79 enne, che all'età di 8 anni venne salvato dalla deportazione perché nascosto nei sotterranei del Policlinico di Roma dal suo medico.
L’uomo in questione era il professor Giuseppe Caronia, rettore dell’università ”La Sapienza” di Roma dal 1944 al ’48, destinatario dell'onorificenza di ”Giusto fra le nazioni”, istituita dallo Yad Vashem, l’ente israeliano nato per ricordare eroi e martiri dell’Olocausto.
 o questi  finanzieri fra  cui alcuni   sardi


Concludo parafrasando  la  domanda   che  viene fatta  a  gli ospiti della trasmissione   di storia su rai  3  "Il tempo e la storia"Libro.  film , luogo


Luogo



  da  http://storiedimenticate.wordpress.com/category/personaggi-e-storie/



Libro  

qui  è  un po' difficile  perchè  ne  sono stati  e  credo che  ne saranno  scritti  altrettanti   sull'argomento  voglio però suggerire  due fumetti   che  sono quelli che  insieme alle  puntate  di   mixer  (  trasmissione tv    degli anni 80  )  sono quelli  che  hanno  formato   e  mi portano a parlarne   qui  sul  blog




Albo n. 83 (Agosto 1993)
Soggetto: Tiziano Sclavi
Sceneggiatura: Tiziano Sclavi
Disegni: Gianluigi Coppola
Lettering: Renata Tuis
Copertina: Angelo Stano





  •                    Data pubblicazione1 gennaio 1986 
  •                     AutoreArt Spiegelman
  •                     GeneriBiografiaAutobiografia, graphic novel, fumetto


  • FILM


     ce ne sarebbero parecchi fra i più belli , ovviamente gusti personali . : La chiave di Sara (Elle s'appelait Sarah) 2010 diretto da Gilles Paquet-Brenner. Tratto dall'omonimo romanzo di Tatiana de Rosnay ed Anita B di roberto faenza appena uscito e ma dal trailer e dalle anticipazioni sembra buono e racconta tali eventi sotto una prospettiva diversa dal solito canone i post lager proprio la tregua 1997 di Francesco Rosi ( tratto dall'opera omonima di primo levi )

    13.8.12

    perchè devono pagare gli altri per colpe non loro ? se il proprietario sbaglia ora devono pagare chi ha usufruito della pompa di benzina come èp sucesso in questi giorni a bergamo ?

    In una serata  ( salvo anche se in solitario , il concerto di stasera di time jazz ) in cui  i  tuoi amici   ho hanno figli  piccoli  e con il matrimonio  si  sono trasformati in pantofolai  o  d'state lavorano ( uno d'inverno e prof  di chitarra  e  d'state  \ autunno  fa il chitarrista  e fa serate  ) un altro  è sdposato senza  figli   e si divide  fra parentado moglie  e parentado  suo  ,  non mi resta  che cazzeggiare  e  visto che  d'uscire  da solo mi viene la paranoia   visto  che  gli altri  amici  non di greffa  sono al mare   o lavorano  anche'essi  . Ed  è proprio durante i miei cazzeggi    che  leggendo  questa news   mi  viene come  nel titolo da  commentare  se il proprietario sbaglia ora devono pagare chi ha usufruito della pompa?
     ecco la news    presa da http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca  del  1212.8.2012

    Benzina gratis a Bergamo: assalto all'impianto
    Tutta "colpa" di un errore del gestore. Ma le telecamere hanno ripreso tutto. E adesso, gli automobilisti che hanno fatto "scorta" saranno denunciati per furto


    11:42 - Assalto al distributore nella Bergamasca. A causa di un errore una pompa di benzina sulla provinciale Dalmine-Villa d'Almè, all'altezza di Treviolo, ha erogato carburante gratis per tutta la notte. Numerosi gli automobilisti che si sono messi in fila per approfittare della "speciale offerta". Conti alla mano, in totale sono stati rubati 10mila euro di carburante. Filmati dalle telecamere, gli automobilisti verranno denunciati per furto.
    All'origine di tutto c'è un errore del benzinaio, che alla chiusura si era dimenticato di inserire la modalità di pagamento self service.
    Le pompe, quindi, hanno continuato a funzionare come se il gestore fosse presente. Il primo automobilista ad accorgersene ha scatenato il tam tam. Uno è arrivato con la sua auto, poi con quella della moglie, poi con gli amici e infine con delle taniche. 
    Un altro ha portato gli amici più volte avanti e indietro, e sono arrivati anche Suv, Range Rover e Mercedes Ml che hanno riempito i loro grossi serbatoi. Il tutto si è però svolto sotto le telecamere di sorveglianza. E così, dopo la denuncia del benzinaio i carabinieri stanno controllando le targhe. A questo punto, scatteranno raffiche di denunce per furto. Un caso identico si era verificato lo scorso anno al distributore Q8 di via Borgo Palazzo a Bergamo, quando erano spariti 10mila litri di carburante per un valore di 15mila euro. Il gestore disperato aveva chiesto pubblicamente che chi gli aveva preso la benzina si presentasse a pagare. Ma era arrivato solo un ragazzo con 50 euro.

    «Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

      corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...