Visualizzazione post con etichetta metodo vanoni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta metodo vanoni. Mostra tutti i post

20.1.14

“IENE” TENDENZA SCIACALLI - GLI SCIENZIATI CONTRO LA TRASMISSIONE DI ITALIA1: “LE IENE” HANNO GRAVI COLPE NELL’AVERE CONCORSO A COSTRUIRE, INSIEME A VANNONI, L’INGANNO STAMINA”




da  dagospia del 19\1\2014 



“Trasfigurati i fatti provati che condannavano il metodo. Interpretando al peggio la filosofia situazionista, che mescola finzione e realtà, sono state asserite circostanze insussistenti per manipolare le sofferenze di malati e parenti. In un paese civile, Parenti e chi per lui, sarebbero anch'essi chiamati a rispondere davanti a un giudice”…

Elena Cattaneo, Gilberto Corbellini e Michele De Luca per "la Stampa"

La libertà di stampa è un valore non negoziabile. Proprio per questo, cioè per proteggerla, chi ne abusa causando danni a persone, in un Paese che costituzionalmente rifiuta ogni ipotesi di autorizzazione o censura, di regola andrebbe responsabilizzato dalla legge. Anche l'indicatore della libertà di stampa ci vede in fondo alla graduatoria internazionale dei paesi civili. 
Un esempio eclatante di irresponsabilità nella pratica della libertà d'informazione, da cui sono venuti danni irreparabili a persone e alla sanità pubblica, è l'uso che della vicenda Stamina ha fatto nei mesi scorsi il


programma televisivo «Le Iene». Interpretando al peggio la filosofia situazionista, che mescola finzione e realtà, sono state asserite circostanze insussistenti per manipolare e spettacolarizzare le sofferenze di malati e parenti.Viceversa, i fatti provati che condannavano Stamina sono stati trasfigurati. Sono stati letteralmente ribaltati e proposti come una «dimostrazione» della «falsa propaganda del potere costituito» o di non meglio precisati «interessi di potenti multinazionali». In quanto tali, gli eroici giornalisti di «Le Iene» li contrastavano. E per farlo hanno condito il tutto con «impressioni» o «sensazioni» mosse dalle più viscerali e irrazionali emozioni. Si dovevano usare per far questo bambini malati? Si usavano. Tra le testimonianze pubblicate in questi giorni, che danno conto dell'incredibile calvario offerto da Stamina a famiglie disperate in cambio di numerose decine di migliaia di euro, non è insolito leggere espressioni come «Avevamo visto questo programma "Le Iene"...».
Sulla vicenda Stamina il Senato ha ora dato avvio ad un'indagine conoscitiva, per comprendere anche il ruolo di alcuni mezzi di informazione nella sua origine ed evoluzione. Nel frattempo, ora che sta franando il palcoscenico su cui si è recitata la tragicommedia dell'«inganno Stamina», giocata intorno all'illusione di uno pseudo-trattamento dai poteri taumaturgici, il direttore del programma «Le Iene» (Davide Parenti), cerca di smarcarsi e ripete un ritornello già ascoltato: «Abbiamo solo raccontato».
Aggiungendo che la trasmissione ha «reso testimonianza», che «basta guardare le cartelle cliniche» (quali?), «abbiamo avuto curiosità per un tipo di cure, ripeto compassionevoli, che mandavano segnali», etc. E, per eludere ogni responsabilità professionale, butta lì che loro sono «un varietà, ma un varietà anomalo».
A nostro avviso, «Le Iene» hanno gravi colpe nell'avere concorso a costruire, insieme a Vannoni, l'«inganno Stamina». Con una responsabilità morale forse equivalente a quella dello «stregone di Moncalieri» e con un impatto comunicativo sicuramente superiore a quello che «uno o più stregoni» avrebbero mai potuto avere.
Ma facciamo un passo indietro, un po' di storia per capire meglio e non lasciare dubbi, a nessuno. Già in passato, Parenti e la sua trasmissione avevano «giocato» ad alimentare false speranze presentando fenomenali «cure» a base di staminali proposte in paesi non proprio al centro della scienza e della medicina come: Thailandia o Cina. Coerentemente, nella vicenda Stamina, «Le Iene» non hanno esitato a schierarsi con Vannoni, facendo da cassa armonica alle menzogne e alle falsità. È stato dopo un loro servizio che Adriano Celentano ha scritto la lettera pubblicata dal Corriere della Sera in cui si chiedeva al ministro Balduzzi di consentire ad una bambina di continuare a ricevere il «trattamento Stamina». Da quel momento è stata un'escalation. 
«Le Iene» hanno cominciato a montare e trasmettere riprese di bambini gravemente malati, facendo percepire al pubblico che il trattamento Stamina producesse effettivi e «visibili» miglioramenti. A questa tesi, perseguita con instancabile accanimento, hanno a più riprese mortificato e umiliato, oltre che la verità e il legittimo bisogno di chiarezza delle famiglie, anche la reputazione di non poche brave persone, esperti e scienziati «macchiatisi del peccato» di denunciare subito, senza mezzi termini, l'odore di bruciato.
«Le Iene» hanno teso una trappola al professor Paolo Bianco, esperto italiano tra i più qualificati al mondo su staminali mesenchimali, provocandolo e montando un servizio per metterlo in cattiva luce. Con sapienti «taglia e cuci» hanno prodotto immagini distorte del serio lavoro svolto dai professionisti della Commissione incaricata dal ministro facendo ricorso a piene mani alla loro (solita) scenografica e stucchevole pseudo-ironia riservata (solitamente) ai peggiori e loschi figuri intervistati in loro passate trasmissioni. 
E ancora, hanno ingannato lo staff di Telethon, mostrando Vannoni, «che per caso passava di lì», dialogare con un addetto Telethon (non un incaricato competente di aspetti medici e scientifici), allo scopo di suffragare l'idea che Vannoni fosse «interlocutore abituale e accreditato» degli scienziati del campo e «frequentatore attendibile» dello storico e internazionalmente riconosciuto ente no-profit di ricerca. Eccetera.
L'elenco delle «furbate» sarebbe lungo come tutti i servizi mandati in onda. Tutto sempre allo scopo di «raccontare» quel che loro stessi andavano sceneggiando, con l'intento da un lato di spettacolarizzare le sofferenze dei malati, e dall'altro di alimentare un'idea falsata della controversia, dove Vannoni doveva apparire il benefattore contro cui si erano scatenati i poteri forti e cattivi, incarnati dagli scienziati, ovviamente sempre al soldo delle case farmaceutiche (sia chiaro, le stesse che producono i farmaci che spesso salvano la vita a noi e ai nostri figli). 
Di una serie di altri aspetti invece «Le Iene» si sono completamente disinteressate: 
1) dell'indagare e raccontare che fosse Vannoni a intrattenere accordi commerciali con un'impresa farmaceutica multinazionale (Medestea - che le cronache dicono sia stata censurata dall'antitrust decine di volte per pubblicità ingannevole - tanto per restare in tema di corretta informazione); 
2) del perché il proprietario di quella stessa multinazionale comparisse «improvvisamente» dietro le telecamere di «Le Iene» durante l'aggressione a Bianco (giusto quei secondi per permettergli di esprimere squallidi epiteti sottotitolati dal programma senza dire chi realmente fosse e quali fossero i suoi interessi ad esprimersi così); 
3) del dettagliare l'insussistenza del «metodo» come riportato nelle valutazioni dell'ufficio brevetti americano (diventate pubbliche solo perché Vannoni & Co. non riuscirono nell'intento di «nasconderle»); 
4) dello spiegare cosa significhi uno pseudo-metodo plagiato e falsato da artefatti sperimentali russi (come riportato da Nature); 
5) che il trattamento Stamina non avesse nemmeno i requisiti di legge per essere «compassionevole» (termine usato spesso e a sproposito nei loro servizi); 
6) che non vi fosse mai stata un'autorizzazione formale dell'Agenzia Italiana del Farmaco ad effettuare il trattamento presso gli Spedali Civili di Brescia (fatto mai smentito da Brescia), e che anzi, nel 2012, l'Agenzia avesse riscontrato illegalità su ogni fronte; 
7) del raccogliere e raccontare i motivi che hanno spinto gli specialisti scienziati e clinici del mondo, oltre a premi Nobel, ad evidenziare che «non c'è nessun metodo» e nessuna «cartella clinica» in cui fosse scritto che i pazienti erano migliorati; 
8) che in agosto Vannoni stesso avesse detto che la sperimentazione clinica del suo «metodo» era inutile e che per la variabilità della Sma - fino a quel momento malattia bandiera di Stamina e di «Le Iene» - tale malattia era da escludere dalla sperimentazione governativa in quanto sarebbe stato impossibile osservare benefici. 
Senza trascurare che dal sito del programma, che riporta il logo di Stamina, si dava accesso facilmente a informazioni utili a chi intendesse «rivolgersi a qualche giudice» (non a qualche medico!) per ottenere la prescrizione del trattamento Stamina. Ora, il contratto di convivenza sociale prevede che i danni fatti si paghino.
In un paese civile, Parenti e chi per lui, sarebbero anch'essi chiamati a rispondere davanti a un giudice e, probabilmente, nessuna testata che si riconosca nei più elementari principi della deontologia giornalistica darebbe più una riga da scrivere, un secondo di trasmissione, a chi si è comportato come abbiamo visto fare.
Perché alla base della deontologia vi è il dovere di ricercare l'oggettività nella ricostruzione dei fatti. Se poi si sale a livello europeo, le raccomandazioni etiche dicono che i giornalisti devono chiaramente e manifestamente «tenere distinti i fatti dalle opinioni». Nel caso Stamina i fatti venivano costruiti, nutriti dalla materia di opinioni insensate o manipolatorie. Questo evidenzia, a nostro parere, una chiara responsabilità diretta di chi ha agito così.
Fino a quando in Italia si potrà continuare a giocare sul fatto che in un «varietà anomalo» si possa fare anche pseudo-informazione senza avvisare lo spettatore che si tratta di puro spettacolo? Questa è diventata l'immagine dell'Italia all'estero: quella di un Paese dove negli ultimi decenni - a livello della comunicazione non solo mediatica, ma anche politica - è sempre più difficile distinguere tra le spettacolarizzazioni mistificatorie e la realtà. 
Noi pensiamo che l'Italia vera non sia questa. Vorremmo che anche le competenze e il senso di responsabilità che nel nostro Paese non mancano, venissero sempre mostrate e valorizzate. Ovviamente affidandole a quei mezzi di comunicazione capaci di cogliere, consapevolmente e ogni giorno, il significato civile e la responsabilità sociale del loro ruolo.

BASTA PARLARE DI PRO E CONTRO STAMINA \ VANONI PARLIAMO D'ALTRO

Come ho già detto dal titolo basta parlare di Vanoni e del suo , almeno fin ora , pseudo metodo .
Condivido , aggiungendovi anche la rete, quanto dice questo articolo di  di A.Dipollina  su repubblica del 14\1\2014




Quuindi vi prego di non inviarmi : email o post per chi mi segue su facebok , twitter e google+ \ google plus . Basta poi lasciamo parlare la magistratura nonchè la 2 commissione ministeriale che dovrà decidere o meno sulla validità del suo metodo . tanto da qualunque parte siamo schierati pro o contro , ne ho  , come  credo  voi  tutti ( pro o contro che  siate   ) i ........ girati di sentirne parlare o leggere di  ciò e   in tutte le salse ed ovunque .
Prendiamoci un po' di pausa almeno fino a quando non saranno pubblicati i i risultati della commissione scientifica .
Concludo rispondendo alle eventuali domande del tipo : << ma come ti censuri ? non sai più cosa dire , ecc >> .
Non mi sto censuro è che mi sono rotto le .. ehm ... stancato di sentire parlare e\o leggere sempre i solitie spesso inconcludenti   bla ...bla ...  bla ..    su tale news parliamo d'altro


13.1.14

BRESCIA. Coinvolti importanti politici lombardiCure ai raccomandati per “lanciare” Stamina. Speriamo che la gente apra gli occhi sui ciarlatani



in attesa della puntata di presa diretta stasera alle 21 su rai3 dedicata a punto al caso stamina ecco le ultime news , che se fossero confermate potrebbero ( come dicevo da titolo ) portare la gente ad aprire ulteriormente gli occhi nei confronti di un ciarlatano
 
 da  l'unione sarda  del  13\1\2014  

BRESCIA. Coinvolti importanti politici lombardi
Cure ai raccomandati per “lanciare” Stamina



BRESCIA
 «A Brescia c'era interesse di importanti personaggi della Regione di vedere curati se stessi e i propri congiunti, abbiamo perciò deciso di curare prima i raccomandati, così poi saremmo riusciti a far entrare i nostri bambini». È questa la dichiarazione choc di Marino Andolina, vice presidente di Stamina Foundation, intervistato da Presadiretta che fornisce così una spiegazione sul perché gli Spedali Riuniti di Brescia abbiano applicato per primi il contestato protocollo.
QUADRO INQUIETANTE Un nuovo tassello che si aggiunge ad un quadro sempre più inquietante, dove si allunga la lista delle testimonianze pubbliche delle tante famiglie che raccontano di avere dato somme ingenti all'inventore del metodo, Davide Vannoni, e alla sua associazione, dopo avere ricevuto assicurazione di guarigioni che però non si sono verificate. Come il papà di Nicole che racconta e dimostra con i bonifici di avere pagato 50 mila euro per alcune infusioni che hanno provocato anche problemi alla bambina, tanto da essere stata portata in ospedale. Le indagini del giudice Raffaele Guariniello a Torino, prossime alla chiusura, avrebbe individuato circa 70 vittime.
DURO IL MINISTRO Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che firmerà nei prossimi giorni, assicurano dal Ministero, il decreto che darà il via i lavori del comitato scientifico che dovrà nuovamente esaminare la metodica, ipotizza intanto ci possa essere stata truffa ai danni dello Stato se verrà dimostrato che sono stati consegnati all'ospedale di Brescia e al ministero due protocolli diversi.
L'AMMISSIONE «Un dirigente della Regione Lombardia aveva un problema, una malattia neurologica progressiva - ha spiegato Andolina durante la trasmissione che sarà trasmessa domani su Rai 3 -. Ha pensato che potevamo curarlo e ha favorito l'ingresso del nostro metodo negli Spedali di Brescia. Anche i dirigenti locali avevano qualche fratello, cognato o marito col morbo di Parkinson»,
UN PADRE ACCUSA «Il trattamento Stamina ci è costato 50mila euro, dobbiamo ancora finire di pagare e mia figlia resta sulla carrozzella»: ha invece spiegato il papà di Nicole De Matteis, una bimba di 11 anni. «Vannoni ci aveva promesso che la bambina avrebbe lasciato la carrozzella, adesso dicono che Stamina serve a migliorare la vita dei malati, ma a noi ci aveva promesso la guarigione».

9.1.14

i pasticci del metodo vanoni ( i pro stamina ) e come arrichirsi speculare sul dolore dei malati


Stamina, gli esperti: "Nel protocollo dosi adatte ai topi, non all'uomo"

I documenti del Comitato scientifico del ministero della Salute. La replica di Vannoni: "Quantità sono corrette". Il ministro Lorenzin: "Preoccupata per gli aspetti giudiziari, ma le famiglie non sono sole". Intanto emergono altre accuse: una vedova di un paziente: "Cure costate oltre 50.000 euro"

da   repubblica  del 9 gennaio 2014


.
Davide Vannoni, ideatore del metodo Stamina (ansa)
ROMA - All'indomani dall'inizio dell'indagine conoscitiva del Senato sul caso Stamina, il controverso metodo Vannoni continua a far discutere. Dai documenti prodotti dal Comitato scientifico del ministero della Salute - già "bocciato" dal Tar del Lazio perché ritenuto non imparziale - è emerso che le dosi di cellule staminali mesenchimali indicate nel protocollo Vannoni sono minime, adatte ai topi ma non certo all'inoculazione in un essere umano. La dose utilizzata per i trapianti cellulari nell'uomo, osservano infatti gli scienziati, è di circa due milioni per chilogrammo di peso corporeo, mentre il protocollo Stamina prevede il trapianto di due milioni di cellule in totale, come nel caso della Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), e l'adeguamento al peso corporeo non viene indicato con una dose esatta.
Gli esperti rilevano, inoltre, che le cellule sono ottenute in coltura primaria, ossia sono ottenute dalla prima coltura cellulare e senza ricorrere ai successivi passaggi seriali utilizzati normalmente nei laboratori per ottenere una quantità di cellule adatta al trapianto nell'uomo.
Inoltre il metodo non ha dimostrato prove di differenziazione cellulare, ossia di trasformazione delle staminali iniettate in neuroni. E ancora, nessun rispetto dei criteri di sicurezza nella produzione e nella conservazione delle cellule, e nessun metodo messo in campo per lo screening di patogeni, in parole povere nessuna prevenzione di possibili infezioni. Soprattutto, secondo gli scienziati, la metodologia di Davide Vannoni non spiega come si riesca ad ottenere dalle cellule staminali i neuroni necessari a ottenere miglioramenti nelle patologie degenerative che Stamina Foundation sostiene di ottenere.
Secondo Vannoni i dosaggi sono corretti e la bocciatura del Comitato è dovuto alla particolarità che contraddistingue il protocollo della Stamina Foundation: "Il nostro metodo è molto particolare e il fatto che siano considerate dosi da topo è da discutere, dipende dalla tipologia delle cellule" afferma Vannoni all'Adnkronos Salute.
Aifa dice no al trasporto di staminali fuori da Brescia. Intanto si è svolta a Roma una riunione per esaminare le richieste di accesso alle cellule prodotte secondo il metodo Stamina a Brescia, arrivate in questi giorni da 4 scienziati:Camillo Ricordi da Miami, Paolo Bianco della Sapienza di Roma, Michele De Luca dell'università di Modena e Reggio Emilia e Umberto Galderisi della Seconda università di Napoli. Le richieste prevedevano lo spostamento del materiale biologico fuori dagli Spedali Civili di Brescia per eseguire i test. Ma l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, ha detto no al trasporto e ha diffidato gli Spedali Civili di Brescia "dal procedere al prelevamento e al conseguente trasferimento di campioni cellulari riferibili al cosiddetto 'metodo Stamina". Inoltre, tra domani e lunedì, sarà dato il via libera al nuovo comitato scientifico nominato dal ministero della Salute per valutare il metodo Stamina.
L'intervento del ministro Lorenzin. Questa mattina sulla vicenda è intervenuto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che si è detta preoccupata dei risvolti giudiziari. "Mi preoccupano moltissimo i risvolti giudiziari: ogni giorno emergono elementi inquietanti e uso questo aggettivo perché sto parlando da ministro, altrimenti utilizzerei altri aggettivi. Vogliamo assolutamente che si faccia chiarezza, sia dal punto di vista giudiziario, e questo è un diritto per tutti, sia dal punto di vista sanitario, accertare quello che è accaduto, quello che sta accadendo ai pazienti. Noi avevamo già istituito un comitato scientifico che aveva bocciato Stamina, decidendo che il metodo che ci avevano consegnato non aveva alcuna valenza scientifica e che è pericoloso per i pazienti. Dopodiché, è stato fatto un ricorso al Tar, Stamina Foundation ha vinto questo ricorso e ci stiamo attenendo alla legge istituendo un nuovo Comitato che dovrà dare una nuova valutazione", ha detto nel corso di un'intervista a Prima di tutto su Rai 1.


Vedova malato: "cure costate oltre 50mila euro". Una richiesta di fare luce sul metodo che il ministro ha fatto mentre non si ferma il j'accuse nei confronti di Davide Vannoni. Milena Mattavelli, vedova di un paziente curato da Vannoni, ha fatto una serie di accuse pesanti nei confronti del padre di Stamina. "Ci hanno messo davanti questo foglio, l'ho tenuto. Prelievo midollo: 2000 euro. Preparazione cellule: 27 mila euro. 8000 euro a iniezione, 2500 euro per la crioconservazione. Ma la verità è che abbiamo pagato molto di più", ovvero "oltre 50 mila euro", ha detto la signora inun'intervista alla Stampa. Umberto, racconta ancora, si è aggravato "subito dopo l'ultima infusione all'ospedale di Brescia. Domenica pomeriggio l'ho imboccato qui sul divano, lunedì mattina alle 8 è morto". E ora Milena riflette: "Secondo i medici, mio marito doveva vivere 9 anni, dalla scoperta della malattia. Invece è morto dopo 5 anni appena. Magari per cercare di aiutarlo a guarire in tutti i modi, io gli ho accorciato la vita".
Lorenzin: "Le famiglie non sono sole". Episodi che preoccupano il ministro che tiene a ribadire che i pazienti e le loro famiglie "non sono sole". "Ho messo a disposizione, come Ministero, a queste famiglie la possibilità di ricorrere a cure alternative, palliative, quindi le famiglie non sono sole. Questa vicenda però - ha aggiunto Lorenzin - ci deve essere di monito, per due aspetti. IL primo, è che non dobbiamo dimenticare il valore del metodo scientifico, che non ha nulla a che vedere con la ricerca del consenso politico, ma è un valore assoluto. Troppi parlano di cose che non conoscono".

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...