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9.7.23

A 16 anni prende di nascosto l’auto della madre per fare gare di guida con gli amici da postare sui social . ma casal palocco non è servito a nulla ? ed i genitori che dicono ?






sfogliando    le mie news su bing.com\ ho letto di un altro fatto come quello di Casal Palocco.i Poteva essere una tragedia anche questa ,. Meno male che I sedicenni di Giussano non hanno ammazzato nessuno forse per puro caso o fortuna. Di sicuro si sono molto divertiti: ridono e si preoccupano di non farsi fermare dai carabinieri. “Corri, corri nooo: qua ci sono i carabinieri”. Grandi autisti non sono, anzi, ma si aiutano tra loro: “Vai, vai che te le metto io le marce. Vai tranqui”, “Occhio, occhio! Le cambia lui le marce? No le cambio io” e ancora “Tu schiacci la frizione che te le metto io le marce” . Velocità? Un obbligo anche se la 500 non è una Lamborghini. “Corri, corri”, la freccia per una svolta è un disonore. Un “Oddio che stiamo facendo” seguito da una risata collettiva quasi d’orgoglio è agghiacciante.
Ma la frase che sintetizza tutto secondo il  video   (  che     non pubblico  per  evitare   sensi  di ola  qualora  dei  ...    dovessero  emularlo   e  ci scapasse  di nuovo il morto  ) presene  in  moltisiti  è : “Dopo mi fai un video e vieni tu davanti”.


  da  repubblica   

Maxi multa da 16mila euro e fermo dell’auto dopo che i nonni avevano denunciato il furto, non sapendo che invece l’autore della bravata era il nipote 


Per due giorni ha girato con due amici sull’auto presa di nascosto a sua madre, alternandosi alla guida e con un obiettivo: pubblicare sui social un video delle loro gesta. Una storia molto simile, purtroppo, a quella che a Roma ha portato alla morte di un bambino, investito dalla supercar guidata da un influencer a caccia di like. Ma che, per fortuna, ha avuto un esito diverso: una maxi multa da 16mila euro e il fermo dell’auto. I carabinieri di Giussano, alcune notti fa, sono stati chiamati per un possibile furto di una Fiat 500 nera di proprietà di una donna 38enne brianzola, che da qualche giorno era via di casa. Il
tempo di mettersi in moto e una seconda telefonata, dal padre della donna, avvertiva che l’auto era stata ritrovata danneggiata e con le chiavi inserite vicino al cimitero.L’auto era proprio lì, con le fiancate rigate: oltre al padre della proprietaria anche suo nipote di 16 anni, figlio della 38enne che era fuori casa per alcuni giorni. Le incongruenze nel racconto di nonno e nipote hanno portato alla verità: la macchina era stata presa dal 16enne dopo aver trovato le chiavi lasciate a casa dalla madre.Da due giorni il ragazzo girava in auto con altri tre coetanei per registrare dei video da pubblicare sui social. Il tutto era nato durante una serata trascorsa insieme in casa con gli amici: trovate le chiavi avevano deciso di provare a guidare nel cortile condominiale. Ma quelle poche manovre non bastavano: così i quattro sono andati in strada, anche qui alternandosi alla guida e filmandosi a vicenda tra le strade di Giussano e dei comuni limitrofi di Mariano Comense, Briosco e Verano Brianza.Lo scopo, hanno poi raccontato, era quello di registrare una storia da postare sulla pagina social denominata “maresciallo_ciprendi” e ricevere quanti più like possibile.Durante queste due notti brave la Fiat 500 ha riportato numerosi ed evidenti danni alle fiancate, paraurti e fanali, ma ha anche danneggiato due auto in sosta e un cancello.I carabinieri hanno così ascoltato anche la nonna del 16enne che proprio qualche giorno prima aveva parlato con il nipote di quanto accaduto a Roma, del bambino morto per colpa degli Youtuber di The Borderline, facendogli capire quanto fosse sbagliato.Al termine degli accertamenti sono state elevate sanzioni 

15.6.23

guerra di classe di Daniela Tuscano

Erano nascosti nella stiva dell'ennesima carretta del mare. Sono morti in 100 nel Mare Egeo, tutti bambini.A Roma è morto un bambino. Ed è lo stesso. Sia quei cento sia quell'uno sono vittime dell'ignoranza prepotente, dell'ignoranza voluta ed esibita, sfacciata, vuota. I primi subiscono le migrazioni a causa dei predatori delle loro terre, dai magnati delle guerre, locali e occidentali. Che ingrassano sulle miserie altrui. E le irridono. Il bambino italiano viaggiava su una Smart con la madre e la sorellina di tre anni. Lui ne aveva cinque. Cinque come i debosciati che li hanno falciati via. Balordame che le Smart, si dice, le schifavano. "Ah poraccio!" strillavano all'indirizzo del guidatore. Loro, youtubers di successo, acchiappalike del niente, si potevano permettere la Lamborghini. Mica per usarla, eh. Per sgassare. Per sfasciarla se la scommessa era quella. Perché sì. La Lamborghini si è trasformata nella simbolica arma della lotta di classe. No, della guerra. I "povery" non lottano più: subiscono. Come prima, peggio di prima. La Lamborghini dello youtuber è l'arma di distruzione delle masse che senza soldi non contano niente.
Eppure continuiamo a invocare giustizia. Ce l'hanno promessa. Non vorremmo essere costretti a prendercela.

14.6.23

Elia Baby alla sua vittima: "Io ho preso 10 anni e rido, tu piangi". Il post sprezzante dopo la condanna

  va bene che  anch'io  sono stato   cinico  . Ma non  fino  a tale  punto   questo   qui    ha  superato  persino  me  . Qui non  si tratta    di  un qualcosa  scritta  impulsivamente  a caldo   ,  che  poi  puoi  cancellare    o  rettificare   come    è  capitato  nel mio  caso  ,  ma   di bastardaggine  vera  e  propria  . Infatti avvocato di parte civile, Jacopo Merlini (  uomo 

morigerato  nei  commenti   ed nel  manifestare   pubblicamente   le  sue  emozioni   )   , che ha ricevuto l'incarico di procedere con ogni azioni a tutela della vittima  ha  rilasciato    questa  dichiarazione  : << l'avvocato di parte civile non gioisce mai per l'eventuale condanna dell'imputato, e ciò per una fondamentale questione di rispetto umano". E sugli ultimi fatti dice: "Quanto apparso oggi sui social non abbisogna di commenti: alla profonda tristezza per quanto accaduto se ne aggiunge dell'altra, inutile e gratuita».>>.   e qui  mi  fermo  non vogio  fare  ulteriore  pubblicità  a  siffatto individuo   il resto  lo trovarre  nell'articolo   sotto   

  da  repubblica  .it

Spavaldo e sprezzante già in tribunale alla lettura della sentenza di condanna, ma ancora più sprezzante sui social, il trapper romano Elia17Baby, al secolo Elia Di Genova, rischia nuovi guai oltre ai 10 anni di carcere che gli sono stati inflitti ieri a Tempio Pausania per il tentato omicidio di un 35enne di Sassari, Francesco Piu, pugnalato alla schiena la notte del 14 agosto 2022 sulla spiaggia di Marinella, nel golfo di Olbia, e da allora costretto su una sedia a rotelle.

I post sono stati segnalati dalla famiglia Piu all'avvocato di parte civile, Jacopo Merlini, che ha ricevuto l'incarico di procedere con ogni azioni a tutela della vittima.
"Io ho preso 10 anni e rido, te piangi", si legge in una stories di Instagram.

E poi ancora:" Ti aspetto con ansia Jeeg Robot, metti le gomme da pioggia", alludendo chiaramente alla invalidità di Francesco Piu. In sottofondo musica che richiama a fatti violenti e a cornice di tutto gesti irrispettosi con il dito medio.

Merlini tiene a precisare che "l'avvocato di parte civile non gioisce mai per l'eventuale condanna dell'imputato, e ciò per una fondamentale questione di rispetto umano". E sugli ultimi fatti dice: "Quanto apparso oggi sui social non abbisogna di commenti: alla profonda tristezza per quanto accaduto se ne aggiunge dell'altra, inutile e gratuita».

29.12.19

Il fatto è che mia figlia, a 16 anni, non può girare da sola per Roma all’una di notte Siamo nell'era del figliarcato: i genitori non sanno più imporre regole

leggi anche
http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2019/12/la-gente-almeno-natale-ha-un-po-di.html
https://www.tpi.it/cronaca/incidente-roma-gaia-camilla-dinamica-video-20191225519320/
https://www.tpi.it/cronaca/paolo-genovese-ragazze-investite-roma-20191222518255/

non sono genitore ,  ma    avendo amici    e conoscenti  con figli di quell'età o adolescenziali   e   vedendo , abitando in una zona di  locali  , vedendo  ragazzini\e   d'età inferiore  a quelle  delle  due ragazze  morte  ,  in giuro fino  alle  4    del mattino   o  in coma etilico (  o  morto vicino  ) non solo    a  carnevale  o (  ovviamente  non tutti )  fare  danni  ed  atti di vandalismo     do  ragione    ed  non biasimo   tale articolo  . Lo dice  un libertario ed  un ribelle  .

https://www.tpi.it/opinioni/

Siamo nell'era del figliarcato: i genitori non sanno più imporre regole.
Il commento di Giulio Gambino


Immagine di copertinaMi rendo perfettamente conto che quello che sto per scrivere sarà impopolare. Ma voglio dirlo lo stesso. Il punto è che a 16 anni, da sola in giro per Roma, all’una di notte, mia figlia non ci dovrebbe girare. E meno che mai attraversare una strada sotto il diluvio, iper-trafficata, ormai più simile a un’autostrada per le velocità di percorrenza che a una via del centro città. Non è bigottismo o ritorno alle vecchie maniere, è buon senso.
Siamo nell’era del figliarcato e il dramma è che i genitori sono sempre più stanchi e arrendevoli di fronte a coloro ai quali, come i propri figli, viene concesso ogni genere di permesso. Non è modernità, è menefreghismo. Del resto se a mio figlio dico sempre sì, penserà di poter fare quel che vuole, cosa per altro irrealistica e mai vera nel mondo reale. Ma, soprattutto, penserà di poter essere così forte da avere i super-poteri e attraversare una strada in piena notte (non sulle strisce) sotto il diluvio, scavalcando un guard rail.
Non sto colpevolizzando Gaia e Camilla, e meno che mai assolvendo Genovese: per quello che mi riguarda sono tutti e tre innocenti, responsabili solo di essere nati in una società in cui regna una parziale degenerazione delle regole, e anche dei comportamenti genitori-figli così come delle lezioni che i primi devono impartire ai secondi.
Temo che questo laissez-fairismo sia il frutto di un fortissimo senso di colpa che caratterizza i genitori di oggi, privi di forza contrattuale nel rapporto padre-madre/figli poiché consapevoli del fatto che i valori a cui loro stessi hanno col tempo ceduto oggi non abbiano più senso per la propria prole: una crisi di identità e valoriale senza precedenti nella storia della società italiana, forse.
Mi hanno colpito le parole del padre di una delle due ragazze, anche lui vittima di un incidente in passato e per questo finito su una sedia a rotelle: “Adesso non ho ragioni per andare avanti”. O della sorella di Camilla: “Oggi ho scoperto il senso vero della mia vita, quel senso sei tu”.
Ciascun padre/madre si comporta come meglio crede, ma i primi a dover ripensare il loro modo di agire sono i genitori. Usare il pugno duro non significa tenere a casa in castigo i figli. Dire anche di No non equivale a essere troppo apprensivi. E non dare ai figli alcune regole, peraltro sane nella vita di ogni giovane, significa soprassedere al proprio ruolo di genitore.
È evidente che non siamo di fronte a un fenomeno universale, né possono esistere cifre e numeri a sostegno di quanto scriviamo. Questo non è un inno al non prendere più l’auto o al trincerarsi in casa: gli incidenti a volte non dipendono da noi, li subiamo e basta, ma quello che dobbiamo assolutamente recuperare è il ruolo centrale dei genitori e, da parte loro, una presa di posizione più consapevole a costo di essere impopolari o severi; a costo di risultare i genitori che non fanno fare questa o quella cosa ai proprio figli.
L’incidente avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 dicembre a Roma, in cui Gaia e Camilla sono morte dopo essere state investite da un loro quasi coetaneo a bordo di un auto, non è il primo né l’ultimo di questa serie. Quella stessa notte, poche ore più tardi, un altro tragico incidente è avvenuto nel quartiere Ostiense, vicino alla Piramide, su viale Marco Polo, quando un ragazzo è morto dopo essere stato investito. Se ne è parlato molto meno anche perché in quel caso ad investire e uccidere accidentalmente il ragazzo è stato un anziano, che diversamente da Genovese non aveva bevuto e, soprattutto, non è il figlio di un noto regista.
Non solo: pochi giorni fa una persona a bordo di un motorino è stata investita su viale Gregorio VII (quartiere Boccea). I vigili stanno ancora cercando testimoni di quello che credono essere un pirata della strada, colpevole di aver investito la persona a bordo del motorino e di essere poi fuggito.
Voi stessi lettori ce lo avete segnalato lamentando da parte dei media due pesi e due misure nel trattare questi incidenti, specie poi quando i riflettori delle nostre telecamere si sono accesi, venerdì 27 dicembre, sui funerali di Gaia e Camilla, per un vizio mediatico a volte inspiegabile che rende una notizia più ‘importante‘ di altre. Ma non è così: ogni 14 ore in media viene investito un pedone a Roma. Solo nella capitale, nel corso del 2019, ci sono stati almeno 43 morti investiti. E queste notizie vengono spesso coperte dai giornali, anche se non tutte assumono la stessa mediaticità (e non sempre per volontà dei media).
È dunque possibile rallentare la spirale di incidenti mortali che da sempre avvengono ovunque nel mondo? Quasi impossibile. Ma quello a cui possiamo porre rimedio, partendo proprio dal tragico e brutale incidente avvenuto a ridosso della vigilia di questo Natale, è il comportamento di alcuni genitori che oggi sembrano aver perso il proprio ruolo.

21.5.18

il viaggiare , evadere , uccidere il proprio ego con droghe ed alcoool non è la scelta migliore esistono altri metodi

  canzone  consigliata



N.b
scusatemi se mi ripeto , ma ogni volta che sento di giovani bruciati arrestati o morti per droga o che si drogano o di madri ( e le risposte  proibizionistiche d'appoggio alla madre vedere mio precedente post sondaggio https://bit.ly/2KIhQTS ) che denunciano il figlio per delle canne anzichè cercare di capire perchè mi viene il magone e scrivo post del genere .... continua qui https://bit.ly/2J0kk32 se volete potete anche saltare questo post o mandarmi  a  fanculo i miei indirizzi social ,l'email li conoscete

la vita è un esercizio difficile per tutti\e ma le scorciatoie sono peggio del male . ( Massimo Barra, il fondatore della comunità Villa Maraini roma )

Adesso  iniziamo  il post 

Ora il  Riuscire ad abbandonare  (  o  uccidere    dipende da  persona   a  persona  )  il proprio   EGO è il cammino verso la vera libertà, nella quale si lascia vedere la vera natura della persona ed  esso perde il controllo sull’individuo. Tuttavia, questo non si programma, si presenta in ogni individuo in un momento preciso e in modo diverso.  Trovate  per volesse  approfondire    qui   ed  qui alcuni  consigli   Io personalmente  , poi  ciascuno\a   ha   un modo doverso  di vedere   la cosa  penso  che   non debba  essere ucciso  \  abbandonato il proprio Ego  o  almeno   in toto   come  suggerisce  questo articolo  di    http://www.fiumesilente.com   perchè  più  sarebbe   come  privarti  di una  parte  di  te  .  Infatti   concordo e  prendo come punto di  riferimento     questo interessante  articolo  di  http://www.anticorpi.info 


E' impossibile uccidere il proprio ego, e qualsiasi tentativo in questo senso è, ironicamente, un trucco dell'ego.

Contrariamente a quanto affermano alcune dottrine di propaganda spirituale, il tuo ego non è affatto un errore commesso dalla natura, da annullare mediante lo spirito. Se il tuo ego - la mente cosciente, la personalità - sta nuocendo in qualche modo alla tua felicita, è perché non è sano. L'ego può ammalarsi. Riempirsi la mente degli insegnamenti di un qualche guru della new age non lo guarirà. Il tuo ego esprime il proprio malessere tramite uno stato di disarmonia (l'unico sistema con cui gli è concesso di chiedere aiuto), ma farsi prendere dal panico è controproducente.

Il tuo cervello è un capolavoro evolutivo. Intendiamoci, seppur limitato, esso è tutt'altro che inutile, innatamente malvagio o perfino ostruttivo. Il tuo subconscio è una biblioteca vivente che ricorda tutte le storie dell'universo, in particolare quelle che fanno parte di te. Se smetti di trattare il tuo ego come un nemico e inizi a rapportarti alle negatività della tua mente con compassione e senza resistenza, con ragionevolezza, logica e profondo, costante amore, l'ego inizierà a guarire. E man mano che lentamente e delicatamente lo riporterai in uno stato di salute e benessere, inizierai a capire che è sempre stato tuo alleato. La sua è una forma di auto-tutela dalla delusione, dal rifiuto e dai danni causati da altri ego malati. Stava solo cercando di arginare le forze che feriscono la mente.   [ ... ]  continua  qui
Ecco   che  lotto    tutti  i  giorni  per  ridurlo e  tenerlo a  bada     e senza più abuso  d'alcool  e senza  canne  o altre  droghe  legali ed  illegali   e  quindi ridurre l’ego
Infatti  Sapere cosa non bisogna fare in ogni momento può aiutarvi a ridurre l’ego, anche se poco, ma è un buon inizio e mostra la direzione che bisogna intraprendere. Per questo motivo è importante che mettiate in pratica alcune “linee-guida”  che  ho trovato  su  un sito (  non ricordo  quale  mi pare  fosse  fra  quelli  citati prima  )    trovato in rtete  stimolato  da  una seduta   dal mio psico analista

– Non lodate voi stessi, né in modo diretto né indiretto.
–  Non cercate di essere sempre al centro dell’attenzione.
– Non parlate troppo o più del dovuto.
– Non sottolineate le vostre buone azioni.
– Non dimostrate le vostre maggiori conoscenze.
– Non accettate complimenti e lodi.
– Non mostrare sentimenti o pensieri di superiorità.
– Non cercate luoghi o compagnie che possano ingigantire il vostro ego.
– Non cercate la compagnia di persone che vi lodano e non mostrate quello che possedete.
– Non usate la vostra conoscenza né le bugie per impressionare gli altri.
– Non spettegolare.

Ora   i  primi  punti   almeno per me  per  la  mia esperienza   fin qui  fatta   sono   stagti duri all'inzio  , ma  poi  una  volta  acquisiti   diventano parte integrante   di  te    è ed  abbastanza  facile  anche  se  a  volte  ci cado specie  ai punti :  2 ,3,8,10 .
Ma  soprattutto  perchè  :  A  ) alcool   oltre  a farmi  male  (  l'averne  abusato   con la  mia  prima  ubriacatura  a  15 anni  )  e  veritiero  cioè il classico  vino in veritas   e   ti  fa  fare  ...  cazzate  .  B  ) le  droghe  , mi sono fortunatamente   fermato  ale canne ,  creano  un sacco di  problemi .  Inoltre  essi hanno   solo  effetto palliativo e temporaneo  , ed  ogni   volta   te ne  serve  sempre  di più e  finisci per  fipendere  d'essi  .  E  che  queste  nuove  generazioni



a   non lo  capiscono    ed  i  genitori   e  la  scuola  sempre  più allo sbando    non riesco ( salvo poche mosche  bianche   ) a stargli dietro  )  o lo  capiscono    tardi



 per  le  altre storie  qui  .  
Altri metodi  li trovate   cercando nell'archivio del  blog  .  Ma  soprattutto il metodo migliore   e  la  fiducia  in se  stessi  perchè  :  <<  [...] Sei tu sei tu sei tu chi può darti di più  \  Sei tu sei tu sei tu chi può darti di più [...]  >> qui   il  testo  della  canzone  consigliata  all'inizio del post  Ma  soprattutto  sono  viaggi  che non portano    a nulla  . Ed   come questa  famosa  canzone di  Guccini  \  Nomadi   :

 << Ho visto
la gente della mia età andare via
lungo le strade che non portano mai a niente
cercare il sogno che conduce alla pazzia
nella ricerca di qualcosa che non trovano
nel mondo che hanno già
dentro le notti che dal vino son bagnate
dentro le stanze da pastiglie trasformate
dentro le nuvole di fumo
nel mondo fatto di città
essere contro od ingoiare
la nostra stanca civiltà. [...]  

>>   e   come dimostrano oltre le  testoimonianze    prima  citate    da  questa  una delle scene  più drammatiche    di questo film



Mi  chiederete  come  ottenerla   e  dove  trovarla la fede   fiducia  in se  stessi   . Mi spiace ma poichè   :  <<  La vita umana non dura che un istante.Si dovrebbe trascorrerla a fare ciò che piace.  In questo mondo, fugace come un sogno, viver nell'affanno è follia.Ma non rivelerò questo segreto del mestiere ai giovani: visto come vanno le cose oggi nel mondo, potrebbero fraintendermi.
>>  Lindo ferretti    che  cita  Yukio Mishima  con questo  è tutto   alla prossma  



12.6.12

gioventù bruciata Cagliari Al Serd 70 pazienti minorenni. Ketamina sempre più in vogaLo sballo a undici anniStupefacenti, giovani sempre più schiavi

unione sartda cronaca  cagliair i 12\6\2012

Anna Loi, direttore del Serd: «Negli ultimi due-tre anni abbiamo un aumento dei giovanissimi che consumano sostanze stupefacenti»

I ragazzi iniziano a drogarsi presto, prestissimo. Adolescenti, in prima media. Questo è il dato preoccupante che scaturisce dall'esperienza che ogni giorno vivono i professionisti del Serd, struttura che offre assistenza per i problemi di uso, abuso e dipendenza da sostanze stupefacenti. Fino a qualche anno fa l'età in cui si iniziava a fare uso di droga, a Cagliari, era 14 anni. Oggi è drasticamente diminuita. Settanta minorenni sono ricoverati per questo.
IL FENOMENO Il dipartimento di politiche antidroga che fa capo alla presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso i dati provenienti dai liquidi reflui presi in alcune delle principali città italiane, ha appurato che c'è una diminuzione della quantità di sostanze stupefacenti, e da questo si deduce un minor uso di droghe: «Ma da noi - afferma Anna Loi, direttrice del Serd di Cagliari - negli ultimi due-tre anni abbiamo un aumento dei giovanissimi che consumano sostanze, di sicuro c'è una diffusione enorme di utilizzo occasionale di droghe, anche se in molti casi chi ne fa uso non arriva da noi».
LE NUOVE DROGHE In città vanno di moda gli psichedelici, usati soprattutto per “sballarsi”, per alterare la percezione della realtà: «Ma stiamo riscontrando anche l'uso di Lsd - prosegue - e poi c'è la Ketamina, un anestetico per uso veterinario che produce effetti devastanti sul cervello e può causare stati d'ansia e forme psicopatologiche pesanti». Ci sono giovani ricoverati in Neuropsichiatria infantile a causa di problemi comportamentali derivati da queste sostanze.
I NUMERI Solo nel 2011 i pazienti minorenni in cura al Serd della città sono stati 70, un numero preoccupante, che assume ancora più rilevanza considerando che le persone in cura dai 18 ai 29 anni sono quasi trecento.
L'ALCOL Da tenere sotto controllo anche l'utilizzo di bevande alcoliche, che spesso non sono considerate un pericolo: «È ovvio che non parliamo di mezzo bicchiere di vino ogni tanto - dice la responsabile del Serd - ma si parte dall'alcol e dal fumo, per poi passare alla cannabis e ad altro». Tra l'altro desta preoccupazione anche l'assunzione da parte dei giovanissimi di bevande (il cui commercio è lecito) eccitanti e dolci, quindi ben viste dai ragazzi, ma alle quali bisogna prestare molta attenzione. «Inoltre se si fa uso di alcol insieme a determinate droghe - continua la dottoressa - i danni sono ancora maggiori».
GLI OSSERVATORI Anna Loi parla quindi del ruolo fondamentale di genitori e insegnanti: «Sono osservatori privilegiati, devono guardare i comportamenti di figli e alunni senza essere repressivi, ma comunque devono stare vicini ai ragazzi e capire i loro bisogni per comprendere i segnali importanti che possono indirizzare verso un intervento precoce, che potrebbe essere fondamentale per risolvere il problema in tempo». Anche perché spesso dietro il consumo di sostanze stupefacenti si nasconde un disagio profondo.
Piercarlo Cicero

15.2.11


"Rachele piange i suoi figli e non vuol essere consolata, perché non sono più" (Ger 31,15). La madre di Raul, Fernando, Sebastian e Patrizia, i quattro bimbi rom arsi vivi nel rogo del 6 febbraio scorso a Roma, ricorda la biblica Rachele in modo impressionante. Il sindaco Alemanno ha proclamato il lutto cittadino. Eppure, adesso, sia la donna sia la famiglia rischiano di essere imputati di “abbandono di minore”, reato previsto e punito dall’art. 591 del Codice Penale.


L'abbraccio del presidente Napolitano alla madre rom.



L’organizzazione umanitaria Gruppo EveryOne si appella al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affinché, dopo la strazio dei bambini, le istituzioni non colpiscano ancora i genitori.

Sono periti quattro bambini. Questo dovrebbe bastare. Altro non dovremmo aggiungere. Prima delle azioni, contano i segni. I silenzi. Ma non tutti i silenzi sono uguali. Esistono silenzi che impetrano, e silenzi che racchiudono scaturigini di dolore. Silenzi muti e silenzi murati. Silenzi densi e silenzi indifferenti.

Persino la giunta milanese ha osservato un minuto di silenzio, e si è levata in piedi, per commemorare le giovani vittime. Non tutti, però:
Cesare Bossetti, consigliere leghista, è rimasto seduto.

Immaginiamo abbia taciuto anche lui. Del resto, stava leggendo, come egli stesso ha dichiarato: ed era talmente immerso nella lettura, da non essersi accorto della richiesta di osservare il minuto di silenzio. Ha taciuto. In quel modo distratto e scialbo che trasmette l'assenza. Bossetti non c'era. Al suo posto, l'involucro senz'anima del passante anonimo. Del vicino di casa perbene. Che odora di chiuso e di muffa. E che, magari, si proclama cristiano.

Bossetti cercava il momento di celebrità e l'ha ottenuto, sappiamo che gli rendiamo un servizio mostrando il suo volto impenetrabile, appena sfiorato da un segmento ghignante. Non ha neppure dovuto sforzarsi di trovare scuse credibili. Non gliene importa nulla. Oggi, manifestare il proprio razzismo, nemmeno ideologico, ma di quella sordidezza vaga, gretta, allineata e conformista come un appunto di computisteria, non scandalizza più nessuno. Anzi, riscuote approvazione. E' la riscossa del vicino perbene. Il rancore del frustrato. Silenzio. Come ombra nel buio.

20.12.09

Quell'odio nato dalla "normalità"


Riporto integralmente, e senza alcun commento, una lettera inviata al "Giorno" il 18 dicembre scorso, con relativa risposta del direttore di quel quotidiano.
***
Trieste, Risiera di San Sabba, proteste antifasciste in un'immagine d'epoca. Profetici quei segni d'interpunzione...
Ho scoperto che mio figlio è un estremista di destra
Ho scoperto che mio figlio di 14 anni frequenta gruppi di estrema destra, che sono razzisti. Per me è stato uno choc. Negli ultimi mesi vedevo che era cambiato ma non sapevo spiegarmi. Mi accorgo ora, e spero non sia troppo tardi, che ho colpe precise se ha sposato idee estremiste, perché in casa indichiamo con troppa facilità come simboli negativi il comunismo e gli immigrati. (Michele Cattaneo, Cremona)
***
Mai come in questi giorni scopriamo la necessità di tornare alla moderazione e all'uso controllato delle idee e delle parole. Il malessere prim'ancora che nei partiti è in noi stessi, siamo domincati dalle passioni e dall'intolleranza e i nostri figli sono quel che noi seminiamo. Forse inconsapevolmente, anche se non ci riconosciamo responsabili dell'odio, siamo diventati espressione di insofferenza nei riguardi del prossimo che consideriamo diverso da noi. Da qui ad arrivare alle derive razziste il passo è breve. Le parole sono pietre e lo sono anche quelle usate nelle conversazioni a tavola o in salotti con i figli e gli amici. I figli ci ascoltano e ci guardano come modelli, siamo noi i loro riferimenti. Se usiamo parole e concetti improntati all'intolleranza poi non dobbiamo sorprenderci che i nostri figli ci seguano su questa strada pericolosa. E lo dico con la pena personale di essere padre di un ragazzo, che non ha un'età diversa dal suo. (Giovanni Morandi, direttore de "Il Giorno")

30.8.09

Non si può sempre combattere in solitudine

Domani sarà un giorno caliente a Milano, e martedì rischia di esserlo ancor di più. Moltissimi precari della scuola, con alle spalle una lunga esperienza, rimarranno senza lavoro. A 40-45 anni d'età. Sappiamo bene cosa significhi.

Francesco Caruso, il 28 agosto scorso, ha diramato un comunicato stampa in cui c'informa che un gruppo di sette donne, "tutte docenti precarie con oltre 10 anni di insegnamento alle spalle, sono salite sul tetto del provveditorato agli studi di Benevento per iniziare un'occupazione ad oltranza per protesta contro i tagli della riforma Gelmini.'Contro il più grande licenziamento di massa. 20000 in Italia, 500 a Benevento. Vogliamo un futuro': così recita lo striscione calato dal tetto dell'edificio". Come gli operai dell'Innse, hanno deciso di resistere a oltranza fin quando non otterranno risposta (per contatti: 334 6976405 - Daniela Basile, una delle insegnanti del CIP sul tetto). E a proposito: anche gli operai della "Ercole Marelli", storica industria di Sesto San Giovanni, stanno resistendo coi denti contro i licenziamenti, e in fabbrica bivaccano anche la notte. Lo ignoravate? Non fatevene un cruccio. Non è tutta colpa vostra. Inutile attendersi simili notizie dai tg di Minzolini, o di Raidue, o di Retequattro e Studio Aperto (!), e potremmo continuare ad libitum. Nel regno dell'Egolatra non c'è spazio per queste vicende. Il prossimo bavaglio a Raitre, l'unica rete non allineata, metterà una pietra tombale sulla libera informazione in Italia. Rimane il web, certo: e per questo abbiamo scritto "non è tutta colpa vostra". Nel senso: un po' lo è. Perché gl'italiani sono pigri. Non approfondiscono. Il 75% dei nostri connazionali attinge informazione dalla tv - e l'Egolatra lo sa perfettamente. Invece dovrebbero darsi una mossa, leggere di più (almeno prima di tornare al rogo dei libri), cercare altrove, ecco. Prima che sia troppo tardi anche per noi (i tentativi di silenziare i blogger si sono moltiplicati con frequenza vertiginosa). Scrivo finché posso, tutto ciò che posso: perché, pur sommersi, siamo molti, e perché, a questi fratelli e sorelle, glielo devo: e non li abbandonerò. Non ci avrete.

"Da tutte le situazioni, l'uomo ha sempre saputo trovare una via d'uscita" (Silo)

29.8.09

La trappola

Altri gay malmenati, ingiuriati, minacciati di morte. Persino Daniele Priori, presidente di GayLib, associazione legata al centro-destra (pur se non ne capirò mai le ragioni, in questo momento storico). Per il resto non mi stupisco, il clima che si respira ormai da diversi ha dato la stura all'omofobia più vieta e truculenta, che un tempo, per motivi di decoro, si tendeva almeno a occultare - leggetevi un po' i commenti al menzionato link di Priori... -. E nulla di sorprendente se gli Svastichella agiscono in tutta pace, pienamente liberi, e non si scomodano neppure a fuggire; tanto, sono nel giusto! Sale la rabbia, incontenibile, verso i 15 - ripeto: quin-di-ci! - delinquenti in erba che hanno cercato di accoppare due tizi solo perché sembravano gay, pardon, froci (si è tornati a chiamarli così). Roba che accadeva, al massimo, negli anni Cinquanta. L'ennesima vittima è stato il cantautore e trasformista Emilio Rez: non ha perso l'ironia, ci ha informato che "le sue paillettes sono salve".

E' comunque bene ricordare che la legge anti-omofobia non è mai andata in porto a causa della contrarietà del Vaticano, del Pdl e dei (cospicui) settori clericali dell'"opposizione" facenti capo all'illibata Binetti. Buttiglione, poi, non sarebbe nemmeno il caso di citarlo: secondo lui, una legge di tal fatta ci riporterebbe niente meno che "al Medioevo, perché si priviligerebbe una classe sociale" (!). Ma sappiamo bene che, fosse per il nostro filosofo ciellino, i sodomiti meriterebbero il rogo. Qualcuno, a quanto sembra, ci sta comunque pensando seriamente.

Mi tocca, adesso, affrontare un argomento che avrei evitato, tanta è la ripugnanza che mi suscita. Purtroppo, vi sono costretta.

Ci hanno risparmiato la pagliacciata blasfema della Perdonanza, con B. che ovviamente se ne impipa di penitenza e comunione, ma teneva molto ad apparire accanto al cardinale potente e benevolente (cfr. l'analisi di Vito Mancuso). Non è accaduto, ma è una magra consolazione perché ad abominio s'è aggiunto un abominio peggiore. Mi riferisco al killeraggio giornalistico di Feltri ai danni del direttore di "Avvenire", Dino Boffo. Ricorro proprio al termine di quest'ultimo, perché di killeraggio si tratta. A scanso di equivoci: della sessualità di Boffo, etero o omo che sia, non me ne importa - in senso letterale - proprio niente. Io non considero una persona migliore, o più buona, o più intelligente, solo perché gay. Esistono gay buoni e gay cattivi, gay geniali e gay assolutamente stupidi, artisti e portalettere, ecc. ecc.

Nel caso del Boffo, un'eventuale omosessualità costituirebbe semmai un'aggravante, poiché non solo non ha fatto nulla, nella sua attività giornalistica, per liberare i gay dai pregiudizi, ma li ha anzi alimentati diffamandoli, chiamandoli pervertiti, malati, miscredenti ecc. Mai uno sguardo non dico cristiano, ma umano su di loro. E qui casca l'asino: Feltri è un uomo che confonde artatamente il senso morale (di cui lui, peraltro, è del tutto privo) col moralismo. Della "condanna" di Boffo [risalente, secondo lo stesso "Giornale", al 2004, ma subito bollata come un'"emerita patacca"] era certo a conoscenza da diverso tempo, ma non ne ha mai fatto cenno, per non turbare gl'idilliaci rapporti tra il suo padrone e le gerarchie ecclesiastiche. Poi, a un certo punto, qualcosa s'è rotto. Poco, in verità (non s'illuda la sinistra): malgrado le recenti scaramucce, Vaticano e Pdl cercheranno in tutti i modi di salvare il loro "patto d'acciaio". Ma anche quel "poco", ormai, al piccolo Cesare non va più bene. Altro che "Repubblica", ormai non sopporterebbe più nemmeno se il maggiordomo Ghedini osservasse che ha la cravatta storta. Ed ecco il suo arciere, l'indomito Feltri, parte lancia in resta, smarronando anche un po', risultando, alla fine, più realista del re: al punto che gli ha rovinato il desiderato incontro rappacificatore. A B. devono essere girate un bel po' le balle: ma, ormai, la frittata era fatta: Perdonanza archiviata.


Berlusconi si auto-assolve sghignazzando: "Non sono un santo...". Il machismo va sempre di pari passo con l'omofobia.



Non posso pertanto condividere l'entusiasmo di Franco Grillini e la sua miope lode al "Bravo Vittorio". Egli scrive che Boffo ha "passato il proprio tempo a sparare a zero sugli omosessuali, sulle donne che abortiscono, su chi si rivolge ai centri per l'inseminazione assistita, sui divorziati, e chi più ne ha più ne metta". Tutto vero, ma forse Grillini dimentica che è esattamente quanto ha fatto Feltri, prima da "Libero" poi dal "Giornale", fino a poche ore fa: plausi al Vaticano (e a Boffo), e attacchi inverecondi agli omosessuali, una volta Marcello D'Orta (lo stesso di Io speriamo... o si tratta d'un omonimo?) se la prese addirittura con Renato Zero (e col Renato del 2006, mica dei tardi '70). Non è che adesso siano diventati improvvisamente pro-gay. Semplicemente, scrivono a suocera perché nuora intenda. Ciò che preme davvero a Feltri non è certo smascherare l'ipocrisia, bensì, ancora una volta, difendere il Capo. Dimostrando che "semo tutti ladri", che "il più pulito c'ha la rogna", Feltri vuol instillare negli italiani, più di quanto non esista già, che i valori sono chiacchiere, che il bene non esiste, o meglio, che la verità in quanto tale è liquida (Z. Baumann), e, in ultima analisi, niente è vero perché tutto è vero. E' quello che nel Vangelo si definisce "peccato contro lo Spirito santo", l'unico, non a caso, irremissibile per sua natura. Come nell'epilogo del Grande Fratello (il libro, non il reality): se lo ricordate, l'ispettore della polizia segreta tormenta il protagonista con una domanda banalissima, quanto dà uno più uno. Il disgraziato imbastisce alcune risposte sperando di compiacere il suo aguzzino: fa due? no? fa tre? nemmeno?... Al termine, esausto, capitola: "Non lo so". E a quel punto l'ispettore è contento. "Non lo so": cioè, non so più dove stia il bene né il male, è tutto così confuso, e solo allora la mente è manipolabile dall'imbonitore di turno. Se non si capisce questo, l'attacco finale alla democrazia è già vinto senza che ce ne accorgiamo. Proprio come accade al protagonista del Grande Fratello.

22.8.09

Fuori tempo massimo

"La strage degli immigrati a Lampedusa somiglia alla Shoah". Finalmente è arrivato, inequivocabile, duro, senza tentennamenti, l'editoriale di "Avvenire". Termini come olocausto, sterminio, ecatombe e truculenze varie vengono di solito utilizzati dal quotidiano dei vescovi per l'aborto, il testamento biologico e i/le senzadio che li praticano, o vorrebbero praticarli. Sull'infamia delle leggi xenofobe e razziste di questo governo, a parte qualche formale reprimenda, finora mai nulla di veramente significativo. Adesso basta. La misura pare essere colma anche per la tollerantissima gerarchia cattolica.

Sì, dovrei esclamare: "Finalmente!". Dovrei, vorrei poter riabbracciare la mia Chiesa. Dovrei e vorrei. Ma non posso. Verbi servili, verbi che - grammaticalmente - hanno bisogno del predicato cui appoggiarsi per aver senso compiuto. Ma quel predicato non mi esce. Tornare, riabbracciare, esclamare, no, non ci riesco. Spero di poter aggiungere quell'avverbio: non ancora. Perché questa denuncia, pur sacrosanta, giunge dopo troppi, complici e scandalosi silenzi. Giunge dopo il mutismo già menzionato sulle leggi anti-immigrazione, dopo le colpevoli distrazioni nei confronti degli attacchi ai diritti dei lavoratori (e non basta un'enciclica ben scritta per chiudere la questione, inutile denunciare i mali del capitalismo selvaggio se poi ci si allea, di fatto, con governi la cui religione è Mammona), sull'acquiescenza benevola verso la sessuomania misogina (spesso, ragazze) ostentato come virtù e maschia potenza, sull'apparenza, lo sfarzo, il materialismo, la verità liquida come stile di vita, il perdono ai lefebvriani. Eccetera, eccetera.

Giunge dopo che a latrare per la difesa dell'"identità cristiana" (un tempo, si sarebbe detto del "Cristo europeo") si erge il figlio pluribocciato (a sinistra) di un tizio che ha inventato su Facebook un nuovo gioco, Rimbalza il clandestino. Mi dispiace, è veramente troppo chiedermi di voltar pagina. Del resto, finora, non ho sentito nessun principe della Chiesa domandare scusa, o riconoscere che si sono sbagliati, nell'appoggiare così incondizionatamente un governo simile. Non mi sembra ne abbiano intenzione nemmeno adesso, malgrado tutto (del resto, sono infallibili, no?). Sorry, ma la memoria ancora non mi difetta. Adesso più che mai pretendiamo fatti. Le chiacchiere, stanno proprio a zero.


ULTIM'ORA: Facebook chiude Rimbalza il clandestino. In seguito alle numerose proteste, il social network ha deciso di oscurare il trastullo razzista della Lega. E per Renzo Bossi si è trattato dell'ennesima bocciatura. 'mazza, nemmeno coi giochetti, gli riesce... (24 agosto 2009)

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...