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7.3.17

Alice, la prof che fa parlare i neonati con i segni


Alice, la prof che fa parlare i neonati con i segni

Pordenone, è l’unica in regione fra le trenta in Italia ad applicare il programma “Baby signs” utilizzando il linguaggio dei sordi 
di Giulia Sacchi

 da http://messaggeroveneto.gelocal.it/pordenone/cronaca/    07 marzo 2017






PORDENONE. Aiutare i bambini sino ai due anni a parlare prima che sappiano parlare. Un percorso originale che si basa sull’utilizzo di segni semplici tratti dalla Lis (lingua italiana dei segni), impiegata dalla comunità dei sordi.

A raccontare come funziona il programma “Baby signs” è Alice Preo, istruttrice certificata, peraltro l’unica della regione e una dei 30 in Italia.

Trentun anni, originaria di San Vito al Tagliamento e residente a Pordenone, operatrice della cooperativa Itaca in una comunità psichiatrica del capoluogo di provincia, ha iniziato ad appassionarsi alla lingua italiana dei segni quando frequentava la facoltà di lingue e scienze del linguaggio all’università di Venezia. Tra le materie di studio figurava anche la lingua dei segni.

Quindi l’idea di avvicinarsi al programma americano “Baby signs”, che dopo trent’anni di successo negli Usa e in altri quaranta Paesi è sbarcato in Friuli.

Questo sabato dalle 16 alle 18.30, Alice terrà un workshop aperto a tutti nella sala Liberamente di via Umberto I a Maniago. L’obiettivo della trentunenne è far conoscere il più possibile “Baby signs”, così che «le persone capiscano che è un metodo che può fare la differenza nei rapporti coi bambini».

Ma in cosa consiste il programma?

«Si tratta di un programma di comunicazione gestuale rivolto a bimbi molto piccoli, da zero a due anni, per potenziare precocemente la comunicazione efficace con quanti li circondano – spiega Alice –. Si insegnano segni facili, tratti dalla Lis, da imparare e utilizzare per comunicare i propri bisogni, desideri e stati d'animo a genitori e chi si prende cura di loro».

Ma per i piccoli apprendere i segni non è innaturale?

«Segnare è naturale per i bimbi: usano naturalmente mani e corpo per comunicare perché, oltre a urlare e vocalizzare, è la loro unica possibilità. Gesti come “sì”, “no”, “prendimi in braccio” sono ottimi strumenti di comunicazione per i bambini, che comunque sono in grado di impararne molti di più».

Perché un genitore dovrebbe scegliere questo percorso? Non basta aspettare che il bimbo inizi a parlare?

«L’uso del segno potenzia la comunicazione precoce col piccolo, migliorando qualità ed efficacia delle interazioni comunicative genitore-bambino nei primi anni di vita. Questo rappresenta la base dello sviluppo emotivo e sociale del bimbo ed è connessa allo sviluppo delle abilità linguistiche, come dimostrato da numerosi studi».

Quanto ai benefici di “Baby signs”?

«Il programma stimola linguaggio verbale e sviluppo cognitivo a lungo termine, riduce pianti e frustrazione, rafforza il legame genitore-bambino e favorisce l’autocontrollo di emozioni e comportamenti».

Per saperne di più non resta che partecipare al workshop maniaghese: genitori,
educatori, professionisti e curiosi possono iscriversi inviando una mail ad alicepreo@gmail.com. Attraverso una modalità partecipativa, l’istruttore guiderà i partecipanti alla scoperta di questo percorso. L’incontro non prevede la presenza dei bimbi.

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