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17.1.16

ti sbatto in sardegna

 per  un attimo    smettiamo di parlare  di  coppie  di  fatto e  del   decreto  cirina    e  parliamo     un po'  della  nostra  terra  .


da , con cui  concordo  

Laura Laccabadora ha aggiunto un nuovo video: La Sardegna vista dai pastori (anni 60).


 lettura, della loro opinione sul banditismo in Sardegna e sull'amore dichiarato per la propria terra. Guardatela, smonta un sacco di stereotipi sulla pastorizia e sul falso mito del codice barbaricino. Non fatevi trarre in inganno dal bianco e nero, i loro pensieri sono più attuali di quanto pensiate. 
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tale    pezzo sopra  riportato  è tratto da   




23.12.14

I SONUS DE CANNA : FEDERICA LECCA, LA SUONATRICE DI LAUNEDDAS

chi lo dic e che le launeddas , classico strument sardo , debbano essere per forza suonate da uomini ? questa frase : << Su chi ti dat resaltu, et pius valore, est sa virtude chi ti nobilitat; virtude bella in anima costante ti faghe’ preziosa che diamante. ( Padre Luca Cubeddu 1748-1828 ) >> e la storia raccontata con maestria dal portale \ sito Tottus in Pari con la colaborazione di Serena Guidoni del sito ( cercatelo anche su facebook ) http:// www.ladonnasarda.it/

Le launeddas sono uno strumento musicale dal suono antico. Un ritmo atavico che risale fin dalle viscere della Sardegna e restituisce in musica una tradizione e una pratica millenaria (le prime tracce della loro esistenza risalgono alla preistoria, considerazione avallata dal ritrovamento dei bronzetti di Ittiri, raffiguranti un suonatore di launeddas). Formato da tre canne, di diverse misure e spessore e ognuna incaricata di una propria funzione (produrre la nota principale, le note d’accompagnamento e la melodia), le launeddas sono uno strumento polifonico suonato con la tecnica della respirazione circolare. Una tradizione antichissima che nel corso dei secoli ha mutato la propria funzione musicale ma ha mantenuto allo stesso tempo l’antico “mestiere” di accompagnamento nei riti religiosi e le feste laiche. Ma la vera e propria ascesa e popolarità dei suonatori di launeddas ha avuto il suo periodo di massimo fulgore a cominciare dagli Sessanta, momento storico nel quale in tutta l’isola si sono formate le diverse “scuole di pensiero” fra le quali quella del Sarrabus ha avuto i Maestri più prestigiosi come Efisio Melis, Antonio Lara e Aurelio Porcu. Se si scorre l’albo d’oro dei suonatori di launeddas di tutte le epoche, ciò che balza subito all’occhio è l’assoluta assenza di donne fra i nomi elencati. Le motivazioni sono molteplici, di natura sociale e culturale certo, ma anche una non trascurabile predisposizione fisica degli uomini per ciò che concerne la cosiddetta capacità polmonare. Quest’ultimo aspetto però non ha impedito a Federica Lecca, una giovanissima ragazza di Selargius, di “turbare” l’equilibrio fra i suonatori ed inserirsi in un contesto musicale prettamente maschile come quello delle launeddas. Federica ha amato questo strumento sin da quando era adolescente, motivazione che l’ha portata a decidere di iscriversi alla Scuola Civica di Musica di Cagliari diretta da Luigi Puddu, ambiente nel quale ha avuto modo di affinare la sua tecnica.

                                                          Federica Lecca
 Dapprima la sua era una semplice curiosità, ma ben presto la passione ha preso il sopravvento, intravedendone la possibilità che diventasse qualcosa di più. Presso la Scuola Civica ha avuto modo di diventare allieva del Maestro Luigi Lai, e il suo ingresso nella scena musicale sarda ha dato il la per una nuova generazione di suonatrici:altre ragazze, infatti, hanno seguito il suo esempio e si sono accostate a questo strumento della musica popolare sarda. Uno studio assiduo e difficoltoso quello delle launeddas, non solo per quanto riguarda la tecnica della respirazione circolare ma anche per la problematicità di trascrivere su di uno spartito tutte le sfumature della musica che si produce. Costanza, dedizione ed esercizio sono imperativi con i quali Federica si è dovuta misurare. Innumerevoli sono le sue partecipazioni a manifestazioni religiose e non, l’ultima in ordine di tempo è quella al 26° Festival “Francesco Bande” Colori e Suoni della Sardegna – Canti Voci Musiche e Balli il 6 ottobre scorso a Sassari. Ma, ammette la suonatrice, quella del Primo maggio a Cagliari, durante la festa di Sant’Efisio, rimane per lei il momento musicale più emozionante. Il legame con le tradizioni e la cultura sarda sono il motore che spinge Federica Lecca a perseverare e a tenere viva la sua passione. Una tradizione quella delle launeddas che, nonostante le insidie del tempo, ha modo di perdurare grazie soprattutto alle nuove leve che con passione si approcciano a questo strumento. Una musicalità antica che, a dispetto del pregiudizio, ha aperto le porte alle donne.

28.12.13

Rifiutò il cognome del padre uxoricida Mamoiada, a Vanessa Mele il premio S'Istima

ne  ho già parlato tempo fa   su queste pagine  , ma    con piacere ne  riparlo  , perchè  è un piacere raccontare  storie  , anche  se  tristi e  dolorose  , si  gente   che  è riuscita   a lasciarsi alle spalle  il suo passato   e  le ferite   provocate   , senza  ricorrere  all'odio e  alla vendetta

 Vanessa Mele (foto Massimo Locci)


Quando era solo una bambina, suo padre uccise sua madre nella cucina di casa. Oggi la giovane porta il cognome materno.

Oggi Vanessa Mele, ha 21 anni, sono passati 15 anni da quel giorno in cui suo padre, Pierpaolo Cardia, uccise sua madre Annamaria Mele nel soggiorno della loro casa di Nuoro.
Da allora per Vanessa non fu più lo stesso: rifiutò il cognome paterno ed ingaggiò una battaglia legale per impedire che l'uomo che si era macchiato di quel delitto usufruisse della pensione materna.
Oggi Vanessa vive in Galles dove studia Criminologia. Stasera, a Mamoiada, riceverà il premio S'Istima, pensato dal pastore Mario Dessolis e dedicato alle donne che si sono particolarmente distinte.

N.b  mi scuso se  l'articolo dell'unione sarda del 28\12\2013   fosse  cosi piccolo , ma  la versione free  dell'edizione  giornaliera presentava un errore   e non  faceva visualizzare l'articolo visualizzato  . Ed  ho dovuto prenderlo   tramite  (  di più  non si poteva ingrandire  in quanto    lo zoom  è destinato agli abbonati )  il png \ il classico cattura immagine   da sfoglia  gratis  , il tempo  di alcuni secondi  prima del  blocco , del quotidiano  .







Fu uccisa, uomo condannato ma per lo Stato è ancora viva. L'assurdo caso del giallo di Guerrina

è vero ed comprensibile che se un corpodi una persona , uccisa inquesto caso , non viene trovato , bisogna aspettare un tot di tempo per sb...