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9.12.24

Sono cose nostre Fiaba semiseria: la mafia, le scimmiette e le rane dalla bocca larga , femminicidi

 



La cassiera parlava, parlava. A voce alta. Le due persone davanti a lei chiedevano affabilmente, a voce più bassa. Alla signora sembrava di non essere all’altezza se non rispondeva a tutte le domande. Quasi volesse dire: e credete che io, regina di questo bar, non sappia quel che mi state chiedendo? Regalava a ignoti (figurati mai se può essere la mafia, che c’entra mai la mafia?), la classica “spalla” innocente. Ne impersonava una decisiva sottospecie: la rana dalla bocca larga. Ho assistito alla scena sempre più incredulo in un bar accanto al Palazzo di giustizia di Milano. Per almeno un quarto d’ora. E sono così riandato alla domanda regina, quella che da decenni sento alla fine degli incontri a cui partecipo: ma io che cosa posso fare contro la mafia? La domanda reca timbri di voce diversi, dell’adolescente curiosa come dell’anziano scettico verso le cose del mondo. In una scuola, al convegno di un ordine professionale, a un circolo di partito.

Già, che cosa possiamo fare?, fa eco un altro. A quel punto fioccano progressivamente le risposte. Niente, sono troppo forti. Bisogna informarsi, leggi X, in televisione senti Y, che dice le cose come stanno. Schierarsi con in magistrati, contro il governo che li vuole zittire. Vota le persone giuste, non mandiamo complici nelle istituzioni. Dobbiamo sostenere i prodotti dei beni confiscati. Bisogna iscriversi tutti a un’associazione antimafia. Ci vuole il monitoraggio civico, per fermarli pripensato ma, dice il più istruito di tutti.

Ecco, vedendo e sentendo la cassiera, e ripensando al suo servizio di assistenza gratuito, mi sono rafforzato in una convinzione: che a queste risposte, che sono tutte dotate di senso tranne la prima, ne va aggiunta una fondamentale che vi sembrerà sorprendente: parlare di meno, e a voce più bassa. Questo possiamo fare. Ma come, direte, è proprio la mafia che impone di non parlare, di fare come le tre scimmiette. Appunto, perché le conviene che di lei non si parli. Ma a sua volta le conviene, e molto, che gli altri parlino di sé stessi e della vita quotidiana dei propri simili. Questo lo vuole eccome.

Credo cioè che ancora non sia chiaro un principio, a dispetto delle tonnellate di libri sulla mafia: che la prima, primissima risorsa della mafia non sono i soldi ma le informazioni. Tante, aggiornate, su tutti, come neanche lo Stato si sogna di averne. Ottenute gratuitamente. Non ci avete mai che proprio là dove dovrebbe regnare il silenzio delle scimmiette è sorto invece il detto “qui anche i muri hanno le orecchie?”. Silenzio da un lato, saper tutto dall’altro. Riuscendoci grazie a quell’alleato prezioso: la rana dalla bocca larga. La nostra cassiera che parla e poi parla. Sì il giudice viene qui sempre alle..., le pulizie su credo che le faccia l’impresa..., c’è la ditta che fa i lavori..., in genere sono insieme, sì sono molto amici...

Ci si domanda come le sappia quelle cose. Chissà quante rane dalla bocca larga sono passate e passano dal suo bar a seminare informazioni, compiaciute di averle e di cui non sanno che farsi; ma che sono utilissime ad altri. Tempo fa in un ristorante di Brescia un magistrato sentì provenire da un discorso fatto a voce altissima (perché bisogna far vedere che “si sa”!), notizie personali che mi riguardavano. O forse che il procuratore Caccia non venne ucciso a Torino anche grazie alle notizie che gli addetti ai lavori diffondevano sul suo operato al bar del tribunale, sorvegliato da malintenzionate orecchie criminali dall’altra parte del bancone? E d’altronde come si viene a sapere dove vanno a scuola le bimbe di “quella signora così gentile e simpatica” e che è in realtà l’impiegata che blocca una pratica illegale, se non da un collega che vuole fare il cordialone con lo sconosciuto? Ricordate: ci chiedono di fare le tre scimmiette con gli affari loro e la rana dalla bocca larga con i nostri. Perché non rovesciamo?

IDEE E SE COMINCIASSIMO INVECE NOI A PRATICARE IL SILENZIO?


A mio avviso  , lo  stesso  pensiero   di Nando  dalla  Chiesa  , sopra   riportato  ,  potrebbe  essere    applicato ai casi  di  femminicidio    \  violenza    di genere   quelli  che   per  usare  un  termine  alla  moda    vengono  chgiamati  ,  coime   la   famosa trasmissione  Rai  amori  criminali 

Infatti  si parla  troppo ,  al 95  %  in maniera   morbosa   e  cronmachistica   senza  ( salvo eccezioni   soprattutto  nella  settimana  el  25  novembre  )   analizzare  in profondità  il   fenomeno   e le  cause  antopologiche   sociali    di  un fenomeno   ormai diventato emergenza    sociale 




22.1.23

lasciamo in pace Lorenza Alagna la figlia di Matteo Messina Denaro non tutti\e hanno il coraggio di fare cento passi

DI COSA STIAMO PARLANDO

 

Lorenza Alagna , figlia di Francesca, è l'unica figlia ufficiale del boss arrestato dopo 30 anni di latitanza e fino al 2013 viveva nella casa della nonna paterna con la madre, poi insieme hanno deciso di andare a vivere altrove. Francesca, che porta il cognome materno,  abita a Castelvetrano e il 14 luglio 2021 ha partorito un bimbo che non si chiama come il nonno.

Non ha tutti i torti i legale della ragazza , Franco Lo Sciuto , che dice e chiede  [... ]

La sfera del rapporto padre-figlia è intangibile e insindacabile, e, come tale, deve rimanere rigorosamente riservata - continua il legale - Non possono, pertanto, tollerarsi indebite intromissioni
nella sfera di questi rapporti, le cui dinamiche devono restare estranee alle cronache ed alle critiche da parte di giornalisti, sociologi, opinionisti, mass-mediologi e di tutte quelle figure che, a vario titolo, dispensano sapere e giudizi sui mass-media. Ogni ulteriore intervento sul punto dovrà ritenersi indesiderato, inopportuno e fonte di sicuro turbamento per Lorenza". 

[...]   da  repubblica Palermo  del 21\1\2023   qui  l'articolo   integrale 



lasciamo che sia lei a decidere se fare cento passi come Peppino impastato o il nipote del Boss Matte Messina Denaro cioè rompere o riprendere i rapporti ( se mai ci sono stati stando a quello che raccontano i media ) o troncarli del tutto . Quindi come ho già detto , in un post del mio facebook , i cari media e cara gente lasciamola in pace . Lasciamo che decida da sola se rinnegare il padre non come affetto ma come ideologia oppure seguirlo come esempio . Solo dopo possiamo ,eventualmente criticarla . Per momento dobbiamo solo tacere .  Anche  se  come  dice   Massimo  fini sul il FQ di  qualche  giorno  fa (  articolo  riportato  su  queste  pagine )   ,    non  sopportiamo il silenzio .

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...