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20.5.12

SARDUS FABER © Il Medioevo di Fabrizio De André e i suoni del Mediterraneo sardo direttore artistico sandro fresi

Sarà eseguito   prossimamente con molta  probabilità  quest’estate  per  il festival de  Andreiano    il  progetto 

SARDUS FABER ©
Il Medioevo di Fabrizio De André
e i suoni del Mediterraneo sardo




del musicista gallurese Sandro Fresi che, partito alla ricerca degli archetipi espressivi sardi, ha sviluppato, agli inizi degli anni '80, una rilettura originale dei modi e dei repertori comunque rispettosa delle matrici. La  sua è : << (….)  una ricerca solitaria tra i moduli polivocali e la riproposizione di antichi strumenti musicali della civiltà agropastorale caduti nell'oblio, è scaturito nel '97 il cd Iskeliu (prefazione di Fabrizio De Andre'), sintesi tra campionamento digitale del suono tradizionale e suono prodotto da strumenti acustici a cui sono seguiti gli album Speradifoli (2001) Zivula (2003) e Folas de Anglona (2005).>> , ma  allo stesso  tempo  aperta  e  aiutata  da  valenti  musicisti  .>>  ( dalla sua  homepage  http://iskeliu.com/  )

Sandro Fresi  organetto medioevale, ghironda, clavisymbalum-arrangiamenti-direzione
 llaud catalano, liuto, ceterina
Mary D’Alessandro  voce, chitarra barocca
Fabio De Leonardis  viola da gamba, violoncello



 Il  progetto  secondo  il depliant  che  ho avuto modo di visionare in anteprima   (  di cui  ne  riposto in questo post  le  immagini  ) 


IL RE FA RULLARE I TAMBURI
NELL' ACQUA DELLA CHIARA FONTANA
FILA LA LANA
GEORDIE
CANZONE DELL'AMORE PERDUTO
S'I FOSSE FOCO
LA CANZONE DI BARBARA
AVE MARIA
ILRITORNO DI GIUSEPPE
IL SOGNO DI MARIA
SI CHIAMAVA GESU'
AMORE CHE VIENI AMORE CHE VAI
VOLTA LA CARTA vs CANARIOS di Sanz
SALLY
CANTO DEL SERVO
PASTORE
LA GUERRA DI PIERO
COME AGAIN  (J.Dowland)
HERE'S TO YOU  (J.Baez)

              Durata del concerto : 1h, 30’

Ora leggendo la scaletta delle canzoni gli rivolgo anch'io la domanda che gli fa il maestro Giuseppe Severini ( foto a destra ) esperto liutaio (  1  2  3 )  : << Vorrei fare una domanda a Sandro lo so, come mi disse un giorno Matteo Collura, che un'opera si giudica per quello che contiene e non per quello che non contiene, ma il mio non è un giudizio: perchè manca proprio il Testamento, ispirato al grande poeta medievale Francois Villon ? >>





Ora   conoscendo  il maestro Fresi e il gruppo  con i suoi  precedenti lavori  credo   che   <<  Il respiro del mediterraneo sardo nel suono dei liuti e degli strumenti ‘a ventu’ incontra il Medioevo e i classici ‘minori’ della produzione giovanile di Fabrizio De André. Quella popolare che rimanda ai repertori dei trovatori come ‘Il re fa rullare i tamburi’ o ‘Geordie’; o quella colta che cita l’adagio di Telemann su cui poggiano le parole della ‘Canzone dell’amore perduto’, che sanno trasportare anime sensibili in luoghi  indefiniti e senza tempo, sospese in una sorta di arcaica contemporaneità, come accade nelle fiabe.  >> che    sempre  secondo la seconda pagina  depliant  c'è  l’intento di  discostarsi <<  volutamente dai toni commemorativi e dall’utilizzo di arrangiamenti  ampiamente diffusi negli ultimi anni e affida il canto alla voce quasi eterea di una giovane donna accompagnata da strumenti colti ed extracolti con particolare riferimento al vasto e sconosciuto  instrumentarium del ‘ piccolo continente’ sardo, come il Maestro  [  de  Andrè ] amava definire la nostra isola.>>Il progetto, dunque, intende offrire innovazione ed una elevata qualità della proposta artistica racchiusa in un universo sonoro destinato a quanti vogliano ritrovare nell’incanto e l’armonia di queste latitudini, le suggestioni che hanno portato fin qui, ispirato e definitivamente conquistato Fabrizio De André.  Come potete vedere sotto   dalla dedica  che  fa  a Sandrò per il suo primo disco  . 
 concludo    ancora  con le parole di Sandro : << Insieme alla piacevole sensazione di aver condiviso l’universo poetico del più profondo e sensibile autore contemporaneo attraverso quella misteriosa alchimia di suoni e ‘parole cangianti’ su cui poggia l’immenso edificio del ricordo.
 A risentirci   dopo  la loro esibizione  

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