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18.7.22

come i social ti fanno morire e resuscitare

foto  simbolo 
 L’altro giorno è successa una cosa strana. Sull'acount FB di una mia compaesana  ho letto un messaggio in cui dei suoi  "amici "  (    capirete  leggendo il perchè uso le  virgolette    ( dicevano che lei aveva avuto un grave incidente e che era in terapia intensiva. Sulla sua pagina Instagram invece c’era un video di una macchina cappottata con la scritta  *****is dead” ( ***** è morta). Ho pensato che si trattasse di un hacker-cretino, ma pur sempre hacker perché, mi sono detto, una persona non può avere degli amici così stupidi che su Instragram la danno per morta, su Facebook la danno per quasi-morta. O se  li ha    sono delle merde   come  quelli che   anni  fa   mi  chiesero il cell  per  giocare  e  poi  mandavano messaggi  di  pessimo gusto ad  i miei  contatti  , ma  questa  è un altra  storia 
Non avendo    il suo numero   e   la  vedo sempre  meno  visto  che   s'è  trasferita  nella penisola    per  lavoro  mi  sono spaventato      tsnto  che stavo per  contattare  la madre  e    chiedere  informazioni  . Ma  poi   ho preferito aspettare   perchè  è meglio   che lo  sappiano da  fonti ufficiali che    dal web  .  Nel frattempo, sotto il post di FB qualcuno la incoraggiava a riprendersi, qualcuno, scettico, provava a chiedere informazioni più dettagliate circa il suo ricovero per accertarsi che il post fosse veritiero. Io mi sono comportata da spettatrice, però in effetti è stata una notizia che mi ha tenuta impigliato e  preocupato  per un paio d’ore.Fino a  quando  on  è  intervenuta la  vera  lei   a  spiegare    il tutto .  La verità ? Lei ha veramente avuto un incidente, la sua macchina si è veramente cappottata, ma non è morta né finita in terapia intensiva.  ha   solo  avuto  uno  " schiaffo    dall'aiberg  " . Qualche ragazzo o adulto, chissà, ha ben pensato di entrare nella sua macchina cappottata, rubarle il cellulare e cominciare a diffondere false notizie attraverso i social, sia in pubblico, sia privatamente a familiari e amici. Che vivessimo in un mondo malato già si sapeva prima che la macchina di **** si cappottasse, ma a me vengono i brividi  e m'incazzatura   se penso che qualcuno (maschio o femmina, grande o piccolo) abbia potuto fare una cosa del genere: rubare il cellulare a una donna,  in questo caso ,  che è dentro una macchina cappottata e utilizzare i suoi profili per diffondere falsità sul suo stato di salute, arrivando addirittura a inviare in privato foto di lei dentro la macchina cappottata dicendo che fosse morta. Saranno stati ubriachi? Drogati? Annoiati? Probabile.Ma più che ubriachi drogati annoiati io li chiamerei con il loro vero nome: dei gran pezzi di merda a cui nessuno ne   genitore  ne  prof  ha insegnato la differenza fra vita reale e virtuale, tra videogiochi e realtà. La vogliamo chiamare “una ragazzata”? No. Una ragazzata è quando passi per le vie a suonare i citofoni e te ne vai. Una ragazzata è quando metti il dentifricio in faccia a un tuo amico che dorme. Una ragazzata è una chiamata anonima simpatica. ecc Questo è un gesto criminale che ha tenuto con il fiato sospeso i familiari e gli amici stretti di ****. e, devo dire, un po’ in pensiero anche me che non sono  cosi  intimo   \  stretto  con lei. Mi son chiesto quale possa essere la punizione esemplare per questi esserini che, dopo qualche ora di divertimento a scapito di persone che stavano rischiando un infarto, hanno buttato il cellulare da qualche parte con la spocchia di chi sa che la farà franca.Non so quale sia la punizione esemplare: forse qualche giorno in terapia intensiva da spettatori? Forse degli schiaffi? Non lo so, non sono un giudice e   non  mi va   d'esserlo .So solo che più mi guardo attorno e più credo fermamente che la vera pandemia che stiamo vivendo è quella legata all’uso malato e  acritico degli smartphone, dei social, di questo calderone di finzione  \  realtà, interessi, passioni, autobiografie, minchiate e buongiornissimi caffè ,e  buonattitssime ,   gattini  ., ecc .****  come  dicevo prima  , sta bene, ha preso solo uno schiaffo dall’airbag e se l’è cavata con un grande cerotto: morta e risorta più velocemente di Gesù Cristo! Per fortuna la realtà ci ha regalato una bella notizia quando ancora gli schermi mentivano.


11.1.22

a quando un altro caso come quello di david sassoli ? se i no vax hanno ancora un po' di pudore perchè non prendono le distanze da gli sciacali che ce ci sono al loro interno .



Appena ho appreso la notizia che David Sassoli Il presidente del Parlamento europeo, ricoverato dal 26 dicembre per una grave forma di disfunzione del sistema immunitario se n'è andato a 65 anni e oltre ai classici e consueti messaggi di cordoglio dal mondo della politica, da Sergio Mattarella e Mario Draghi a Enrico Letta fino a Matteo Salvini anche sui social, oltre ai ricordi e alle cordoglianze, si sono scatenati anche gli utenti No Vax. con messaggi del tipo "Avrà esagerato con il booster", è il pessimo commento di Anna su Twitter. "Allora più vaccini, così il sistema immunitario se ne va a p...", scrive SissiMaria, innescando, come gli altri, le piccate risposte della gran parte del popolo della Rete . Inizialmente   di getto , per non alimentare ulteriormente il clima di scontro che da quasi due anni caratterizza e divide il paese dopo lo sciacallaggio e la vile \ vergognosa speculazione sulla morte di David Sassoli  volevo limitarmi a questa

Cari no vax
la vostra speculazione \ strumentalizzazione non si ferma neppure davanti alla morte di una persona . Ma soprattutto quello. che m' indigna di voi in questo caso parlate ed scrivete senza sapere se è morto per covid o per aggravamento dovuto al covid di qualche suo problema di salute oppure per effetti collaterali dei vaccini .

semplice   lettera   d'indignata .


Ma poi  ho letto  questa  💩🙈🙉🙊🤬👿🗑  di  fake news     bufala

open  11 GENNAIO 2022 - 11:07
di Alessandro D’Amato

La bufala di Paolo Becchi su David Sassoli: «È stato ucciso dal vaccino anti Covid?»

Il professor Paolo Becchi, tra i 150 firmatari dell’appello dei docenti universitari contro il Green pass, stamattina ha pubblicato un tweet sulla morte di David Sassoli, sostenendo che il presidente dell’Europarlamento sia deceduto a causa del vaccino contro Covid-19. «Rispetto per la morte di #DavidSassoli. Ma è morto in seguito alla terza dose? Non c’è nessuna correlazione? Non rendete pubblica neppure l’autopsia? O non la fate neppure? Costringete la gente a vaccinarsi e a morire. State costruendo una tirannia sanitaria mai esistita prima», ha scritto il docente di filosofia del diritto a Genova.




Il docente di filosofia del diritto su Twitter se la prende con la «tirannia sanitaria» e getta ombre sulla scomparsa del presidente dell’Europarlamento. 
Panzana   smontata      dallo stesso open   


Naturalmente si tratta di una bufala. Sassoli era malato da tempo. Dieci anni fa, come racconta oggi Il Foglio, e lui  stesso in questo video  
aveva subito un intervento di trapianto di midollo per un mieloma. L’operazione lo aveva costretto a restare lontano dalle aule di Bruxelles e Strasburgo per diversi mesi. Poi, a novembre, era stato ricoverato per una polmonite da legionella. E nell’occasione, con un video su Twitter,
aveva spiegato il suo stato di salute smentendo così implicitamente il legame tra la sua malattia e il Coronavirus.  A Natale la ricaduta con il ricovero per «problemi al sistema immunitario», quelli descritti ieri dal suo portavoce Roberto Cuillo nella dichiarazione di ieri. Già all’epoca del primo ricovero il suo staff aveva dovuto smentire che Sassoli fosse affetto da Covid-19, circostanza ricordata dai suoi collaboratori nel post di saluto di oggi. Non c’è quindi nessuna evidenza che Sassoli sia morto per la vaccinazione anti-Covid. E soprattutto questo causerebbe un corto circuito logico piuttosto evidente nella narrazione No vax: da tempo tra gli ostili ai vaccini si afferma che i politici non ricevano alcun vaccino perché non vogliono morire a causa dei (presunti) effetti avversi. Ma se un politico come Sassoli non ha ricevuto il vaccino, come fa a essere morto per il vaccino?

 



su Instagram interviene il giornalista Enrico Mentana che posta lo screenshot di un post inappropriato di un'altra No Vax lasciato su Twitter. 

E ancora. Con un altro post  sempre  il direttore del Tg di La7 denuncia: "Non ho mai visto tanta cattiveria ferina e ribalda. Gioiscono per la morte delle persone con lo stesso entusiasmo dei tifosi per un gol e quale sia la causa del decesso lo addebitano al vaccino,, ribaltando il suo accertato ruolo salvifico".

Agli attacchi degli scettici e anti-vaccinisti ha risposto lo staff di Sassoli. Una parte di un lungo post di cordoglio su Facebook riporta: "Anche quando, recentemente, di fronte ai suoi gravi problemi di salute, si erano diffuse in rete deliranti malevolenze su Covid e affini, persino in quel momento la scelta di non replicare, di non inasprire i toni, gli era sembrata l'unica possibile". Proprio a rimarcare quel lato gentile di Sassoli che amici e colleghi invece ricordano tutti. Ma  a  far tacere tali voci e insinuazioni è giunto via Twitter ( vedere sotto   ) David Carretta, corrispondente da Bruxelles ed amico di Sassoli, che ha smentito ogni ipotesi no-vax non nascondendo la sua indignazione per i commenti letti. 



L’uso della morte di Sassoli al fine di perorare la causa no-vax ha ovviamente e giustamente sconvolto chi, al contrario, conoscendolo personalmente, ben sapeva quale fosse la situazione clinica di Sassoli, che 10 anni fa aveva combattuto contro un mielina multiplo. Una brutta malattia  che  non si  augura  a nessuno     . Infatti Il mieloma multiplo è un tipo di cancro piuttosto difficile da individuare e riconoscere (spesso viene diagnosticato solo in fase avanzata) ad alta probabilità di recidiva e che è caratterizzato da una malformazione delle plasmacellule. Le plasmacellule sono le cellule del sistema immunitario, derivanti dai linfociti B e si occupano della produzione di anticorpi. Più il tumore si sviluppa, più si impoverisce il sistema immunitario, con scarsa produzione di piastrine, globuli bianchi e globuli rossi. ,La natura della patologia fa facilmente intuire come essa possa aver lasciato strascichi e conseguenze a livello fisico in Sassoli, e che dunque la disfunzione del sistema immunitario di cui si è immediatamente parlato in merito alla sua morte, sia derivante da essa. 



Hanno fatto bene come riporta sempre open ( https://www.open.online/2022/01/11/covid-19-morte-sassoli-denunciato-franzoni-no-vax/ ) visti i suoi precedenti 

 [...] Franzoni ha collezionato già una serie di denunce in questi anni, alcune delle quali per vilipendio e apologia di fascismo. A gennaio del 2021, come riporta la Nazione, era stato fermato al casello di Carrara con felpe e altro materiale che aveva delle scritte contro il premier Draghi. Prima ancora, cioè a giugno 2020, era stato denunciato dopo una manifestazione a Roma del Fronte di Liberazione Popolare, una delle sigle a cui è ricondotto. E ha partecipato in questi mesi a numerosi cortei, anche nella Capitale, contro i provvedimenti governativi per il contenimento della pandemia.

concludo condividendo     questo   dubbio che attanaglia  anche me  . 

Che genere di vuoto cosmico e degenere deve avere uno dentro di sé per gioire della sofferenza e della morte di una persona....
E non aver ancora capito che saremo tutti concime per i fiori un giorno

 

9.11.21

finalmente un uomo difende una donna da un tentato stupro si chiama Andrea Marcelli è un ex pugile e allenatore di boxe di 55 anni.

Domenica notte si trovava nella sua casa di Prati, a Roma, quando è stato svegliato dalle urla di una donna, vittima di un tentativo di stupro nell’androne del palazzo. Marcelli è corso di sotto senza pensarci e si è ritrovato di fronte un “energumeno di 100 chili che le stava sopra, la palpeggiava, mentre cercava di sfilarle i collant e provava a trascinarla giù nei sotterranei”. A quel punto lo ha spinto via, è riuscito a stenderlo, immobilizzarlo e, infine, grazie anche all’arrivo di altri condomini, a farlo arrestare. Mi Vengono i brividi a pensare a quello che sarebbe accaduto senza la prontezza, il coraggio e anche le
capacità fisiche e mentali di quest’uomo di 55 anni che ha fermato a mani nude un “bestione” di vent’anni più giovane, evitando uno stupro. << Non sono un eroe - si schermisce lui con Lorenzo Tosa - Ho fatto quello che ogni cittadino per bene dovrebbe fare, fermare una violenza contro una donna indifesa >>. Può dire quello che vuole ma per me questo è un eroe. Che merita di essere conosciuto e poi riconosciuto dalle istituzioni per quello che ha fatto. Ora

Lorenzo Tosa
Prima che arrivino gli sciacalli a banchettare, li anticipo: lo stupratore è un ucraino di 36 anni, contenti? Come se spostasse di una virgola la questione o ne cambiasse il senso. Non esistono gli stranieri tutti buoni o gli stranieri tutti cattivi, se non nella propaganda di qualche demagogo di quart’ordine. Esistono solo gli esseri umani. E la nazionalità non conta. Ora possiamo parlare di cose serie, grazie.


Non sempre sono d'accordo con lui , ma stavolta con questo commento che smorza ogni tentativo di becera polemica utile solo ad alimentare verità distorte merita, secondo me , un applauso . Infatti In questi tempi dove regnano sovrani l’indifferenza e l’egoismo assoluto, l’atto altruistico del signor


Marcelli è veramente meraviglioso e merita di essere riconosciuto!
 La razza l'etnia  e la nazionalità non contano nulla ! Ci vuole solo coscienza e giustizia. E la certezza della pena . Con concludo con una delle mie solite elucubrazioni mentali : se non fosse stato un pugile, oggi staremmo probabilmente raccontando oltre a uno stupro anche un pestaggio. Dove non può arrivare la polizia, cioé, nell’immediato, praticamente da nessuna parte, in casi particolari padroneggiare le basi di autodifesa può salvarti e salvare qualcuno. È qualcosa che interroga le mie convinzioni e mette in discussione le mie idee, ma è una questione che è giusto porsi. Voi cosa ne pensate?

9.10.21

ci sono cure alternative valide e pseudo cure alternative . Il caso di Bella e il caso Stamina non hanno insegnato niente



Fra le tante email che ricevo  ce  ne  sono  certe  di  questo tenore  

Ciao
ti seguo da un po' e devo riconoscere che sei molto colto , ma visto gli ultimi post in particolare   quelli  sui  no  vax  e  sul  covid fra  cui    quello  : << Ne con  i Novak ( quelli attendisti e quelli creduloni ) ne con i Provax / i Vax ( acritici e  critici ) >>mi viene da chiederti oltre al tuo interessarti post ma solo di facciata   alle  cure  alternative perché dici d'essere per la libertà di cura e le medicine / cure medicine alternative ma non vedi che per il covid ci sono e le ignori così come ci sono per il cancro ed i tumori ? ma quanto ti pagano le case farmaceutiche e mainstream per non parlarne parlarne o parlarne male visto che fai la stessa cosa sui social ?
                                                                                       
                                                             valentina


Ora  già  dal  tono     di questa  lettera  in particolare  : <<  [...] quanto ti pagano le case farmaceutiche e mainstream per non parlarne  parlarne    o  parlarne  male  visto che  fai  la stessa  cosa   sui  social  ?
[... ]  >>dovrei       cestinarla  o  mandarle  a  Fncl ed  evitare  di ascoltare  chiunque  ogni lamento come  diceva in una bellissima canzone   un   famoso  cantante.  Ma   come il  solito    : << se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:\di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo ... (  cit .  musicale vedi   secondo  collegamento ipertestuale  >>.  
Dopo    questo   sfogo          veniamo   alla  risposta  che  è  si  singola    ma  vale  per  chi mi scrive  lettere  simili   e  che  speriamo  che     lo leggano  anche certi presunti maître à penser che si fanno portatori delle più scombiccherate teorie complottiste  sfruttando    , come  nel  caso  sotto  ,  la  nostra  componente  irrazionale  . Uno di loro, Carlo Freccero, per convincerci che siamo dominati (  ed  in parte  è vero  ) dalla Spectre mondiale del capitalismo, ha detto in tv: «Lo spiegano bene nella Casa di carta ». 


Spett. Signora \ina  



ci sono malattie che si possono curare ed in parte guarire  con le  cure  alternative  come  la  cannabis  ad uso terapeutico   o  l'olio    di Lorenzo 

una miscela di trigliceridi monoinsaturi, usata nel trattamento dell'adrenoleucodistrofia per diluire la concentrazione, nel sangue e nei tessuti, dell'acido grasso saturo C26:0 (acido cerotico), altamente dannoso per la guaina mielinica. La miscela fa abbassare la presenza di acidi grassi saturi, ma porta a un aumento della concentrazione dell'acido grasso insaturo C26:1, la cui tossicità ancora non è ben conosciuta. La somministrazione della miscela, in associazione a una dieta ipolipidica, ha mostrato "buoni risultati"[1]. Tuttavia, nonostante la normalizzazione dei livelli di C26:0 nell'arco di 4-6 settimane, la terapia con l'olio di Lorenzo non ha arrestato la progressione neurologica.Il nome deriva da quello di Lorenzo Odone, un bambino a cui i genitori, Augusto e Michaela, per primi somministrarono questa miscela, nell'ambito di un progetto di ricerca non ufficiale. Alla loro iniziativa si deve anche la fondazione del Progetto Mielina. Per i loro encomiabili sforzi e il loro contributo nel campo della neurologia e della medicina rigenerativa hanno ricevuto la laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia dall'Università di Stirling                                                                                     segue  qui   su    https://it.wikipedia.org/wiki/Olio_di_Lorenzo

Altre come quelle  citate  negli articoli  sotto  che   non si posso curare completamente  ne guarire  ed  altre  come    il  codiv  di cui   si sta  studiando   una  cura  efficace per  guarirle  . Ammettere questa  distinzione  non  significa negare     che   ci  si possa  curare  con  medicine   che  non siano quelle    " ufficiali  "  .  Infatti   ho  usato    da  poco  per  una distorsione  l'Arnica   un farmaco  omeopata   che    viene  usato in 
 traumatologia in caso di edemi post-traumatici (fratture, distorsioni, ecchimosi, contusioni, compressioni, ematomi, strappi muscolari, edemi da frattura), artralgie e disturbi articolari a carattere reumatico, versamenti articolari e flebiti non ulcerative.
L'arnica trova largo impiego nella formulazione di prodotti per il massaggio sportivo e di cerotti ad azione antireumatica. .... >>  (  da   Arnica in Erboristeria: Proprietà dell'Arnica (my-personaltrainer.it) )

Le cure di cui lei   parla per  il covid   sono per  il momento  prive di validazione scientifica  o quanto meno   sconsigliate   da  molti scienziati oppure  hanno effetto placebo  come  la famosa  cura  di  bella  o  in alcuni  casi   come  ad  esempio    una  recentissimo 


L'INCHIESTA / FERRARA

"Omissione di soccorso", aperta un'inchiesta sulle cure alternative no-vax

Aveva rifiutato il vaccino e si curava con farmaci vermifughi un uomo di 68 anni morto di Covid a Ferrara dopo aver seguito le terapie 'alternative' di un medico legato all'associazione IppocrateOrg



Redazione09 ottobre 2021 10:50


La Procura di Ferrara ha aperto un'inchiesta per omissione di soccorso in merito alla morte di un 68enne deceduto per Covid-19 dopo essere arrivato all'ospedale Sant'Anna di Ferrara in condizioni ormai già compromesse: il paziente aveva "curato" l'infezione da Sars-Cov-2 basandosi esclusivamente sull'assistenza via mail e telefonica di un medico volontario che era legato all'associazione IppocrateOrg.    ......  segue   su  :  "Omissione di soccorso", aperta un'inchiesta sulle cure alternative no-vax (today.it)


 Ora  Concludo questa mia  risposta     riportando  integralmente  questi  due  articoli     presi  da la  nuova  sardegna  del  8\10\2021





Le cure “alternative” prive di validazione scientifica: i rischi da evitare 
Da Stamina agli ultrasuoni anti cancro

08 OTTOBRE 2021

SASSARI. Il padre di Laura, affetto da un tumore al cervello incurabile, diceva di trarre giovamento dalla terapia alternativa, nel suo caso la cura Di Bella, a cui è stato sottoposto negli ultimi 9 mesi di vita. In realtà il miglioramento non c’era ma la sensazione era dovuta a un fenomeno ben noto, l’effetto placebo: quando si inizia una terapia con la speranza che funzioni, inizialmente si percepisce un beneficio; è una percezione sia psicologica, perché il nostro cervello “sente” di fare qualcosa di attivo per combattere la malattia, sia fisica. Ma l’effetto placebo è temporaneo e si esaurisce passati i primi tempi di “ottimismo” : in alcuni casi, possono addirittura peggiorare i sintomi e il decorso della malattia, se la terapia alternativa interferisce con quella tradizionale o quest’ultima è stata addirittura sospesa. Secondo le ultime stime sono circa 13 milioni gli italiani che ricorrono a cure alternative, con l’omeopatia al primo posto. La percentuale scende vertiginosamente in presenza di malattie gravi come i tumori o patologie neurodegenerative come la sla, la sma (atrofia muscolare spinale), la sclerosi multipla. Tra le terapie alternative di cui si è parlato maggiormente in Italia oltre a quella introdotta dal dottor Luigi Di Bella alla fine degli Anni 90, ebbe grande risonanza il metodo Stamina, basato appunto sulle cellule staminali che venivano prelevate e poi dopo la successione manipolazione infuse nei pazienti. Il metodo Stamina fu proposto da Davide Vannoni, comunicatore pubblicitario, attraverso la Stamina Fondation. Per un breve periodo, dal maggio al settembre 2013, il metodo fu autorizzato dal Ministero della Salute ma poi bloccato per il parere negativo del comitato tecnico scientifico che lo definì totalmente inefficace. In Sardegna suscitò molta indignazione il caso della dottoressa di Cagliari (radiata dall’Ordine) che diceva di curare i tumori agendo sull’inconscio e insultando i pazienti. Ed è in corso il processo nei confronti di un’altra dottoressa, ogliastrina, che invece per curare il cancro utilizzava gli ultrasuoni: è accusata di omicidio volontario.

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«Mio padre curato da Di Bella: lui morto, noi finiti in miseria»
Il racconto choc di Laura: «Quando si ammalò persi la testa, avrei fatto di tutto». «La terapia aveva costi esorbitanti, ci rimasero solo i soldi per il suo funerale»
                                           Silvia Sanna


SASSARI. C’era quel dottore anziano in tv con la faccia bella e i modi garbati e c’era suo padre che da un giorno all’altro perse la luce che gli faceva brillare gli occhi. «Aveva poco più di 60 anni, lavorava tanto, era pieno di energia: noi lo vedevamo come una roccia, una specie di super eroe invincibile». Un giorno, era dicembre del 1997, il padre di Laura cadde dal motorino. «Niente di grave all’apparenza ma non risuciva a muovere due dita di una mano. Allora un amico gli consigliò di fare una Tac».Dall’esame venne fuori una massa nel cervello: era grande e camminava silente chissà da quanto tempo. I medici furono schietti: il tumore era inoperabile e la chemio, in uno stadio così avanzato, non sarebbe servita a niente. Dopo 20 giorni il padre di Laura non riusciva più a muovere la mano, poi iniziò a zoppicare.
«Quando in tv apparve quel medico, nel salotto del Maurizio Costanzo show, che esaltava l’efficacia della sua terapia non tradizionale, vidi di nuovo la luce negli occhi di mio padre: voglio farmi curare da lui, ci disse, voglio provare, chiamatelo». Quel medico era il dottor Luigi Di Bella.
La scelta. Sino a quando la vita non la mise di fronte alla malattia, Laura, sassarese all’epoca quarantenne, aveva fatto della razionalità la sua bandiera: «Mi sono sempre ritenuta una persona equilibrata, mediamente intelligente e mediamente colta, capace di ragionare e agire con equilibrio, senza farmi sopraffare dall’impulsività. Tutte balle. Quando mio padre si ammalò precipitai in un buco nero: avrei fatto qualunque cosa per salvarlo. Ero sconvolta, tutti in famiglia eravamo sconvolti. Quel medico dava speranze, mi aggrappai a lui disperata. Nessuno provò a contraddirmi tanto ero determinata: ora penso che in quel periodo mi mancò una persona amica che mi scuotesse e mi facesse capire che stavo andando a sbattermi a tutta velocità contro un muro».
La terapia Di Bella. La prima telefonata riaccese il sorriso. «Spedimmo al dottor Di Bella le cartelle cliniche di mio padre, le risonanze e la biopsia fatta a Verona – racconta Laura – e lui ci rassicurò: disse che papà era il candidato ideale perché il suo tumore, un glioblastoma devastante, era curabile con la sua terapia. Di Bella non ci disse che avrebbe cercato di salvare mio padre, ci disse che l’avrebbe salvato. Di fronte a queste sue certezze, io capitolai. Presi in mano la situazione dedicandomi esclusivamente alla malattia di mio padre e alle sue cure. Insieme mandavamo avanti l’azienda di famiglia: delegai tutto ai dipendenti, mi disinteressai completamente del lavoro. In quei giorni si ammalò anche mia sorella: un male invalidante che le ha provocato un ritardo mentale irrimediabile. Mia madre si concentrò su di lei, io su mio padre.Quando Di Bella, senza neanche vederlo una volta, ci prescrisse la terapia, non ci vidi nulla di strano. E da quel momento inizò la corsa per reperire ciò che serviva: un mix di farmaci, ormoni e vitamine la maggior parte dei quali non coperti dal servizio sanitario nazionale. In particolare la somatostatina: la ordinavamo in Svizzera, andavamo a prenderla alla Città del Vaticano, aveva prezzi spaventosi, siamo arrivati a spendere 500mila lire al giorno. Ma per papà- mi ripetevo - questo e altro. Dopo la terapia lui diceva di stare meglio: noi vedevamo i peggioramenti ma li ignoravamo «sarà una fase, poi passerà».
Lui era ormai paralizzato e soffriva: il tumore cresceva e premeva sul cervello. Tante volte lo abbiamo portato in ospedale: durante i ricoveri – dice Laura – gli davamo la terapia di nascosto. Anzi, forse i medici sapevano e facevano finta di niente. Mio padre non aveva speranze e loro ne erano consapevoli sin dall’inizio: penso che noi, che non volevamo arrenderci, gli facessimo una pena infinita. Ma nel frattempo la mia follia provocò gravi conseguenze: l’azienda iniziò ad andare male e fummo sommersi dai debiti. Neanche questo mi fermò, anzi insieme a un gruppo di persone che seguivano la terapia Di Bella andai in piazza d’Italia per manifestare contro l’allora ministra della Salute Rosy Bindi, “colpevole” di non riconoscere l’efficacia della terapia. Io durante quei nove mesi continuai a mentire a me stessa: quando qualche familiare del gruppo moriva, dicevo che a ucciderlo non era stato il cancro, ma forse un infarto o chissà cos’altro. Da questo stato di trance mi svegliai solo una settimana prima che mio padre ci lasciasse: capii che era stata tutta una grande illusione. Lui era morto, a noi erano rimasti appena i soldi per pagare il funerale e la sensazione terribile di essere stati presi in giro, offesi nella nostra fragilità di fronte alla malattia di una persona cara».
L’appello. Il padre di Laura non si sarebbe salvato neppure con la chemioterapia e questo aspetto alleggerisce il peso che Laura porta sulla coscienza. «Ho rispettato la sua volontà di farsi curare da Di Bella, mi sono indebitata per questo. Ma se lui avesse avuto anche una sola speranza di farcela attraverso le terapie tradizionali, allora non me lo sarei mai perdonato. Nel gruppo di cui facevo parte tanti hanno rinunciato alla chemio nonostante l’invito dei medici e hanno pagato questa scelta con la vita. Mio padre invece non aveva altre possibilità. Ma quanto è successo a noi è stato comunque terribile: in giro ci sono medici che lucrano sul dolore della gente, proponendo terapie che non hanno valore scientifico. Quando anni dopo si è ammalata mia madre ho seguito solo la medicina ufficiale, e quando dopo Di Bella si è parlato del metodo Stamina ho pregato perché nessuno facesse i miei stessi errori. Oggi quando ascolto i No Vax che denunciano complotti sul Covid, mi vengono i brividi. E se si tratta di una persona che conosco, a cui voglio bene, d’istinto faccio quello che avrei voluto facessero a me: la scuoto, cerco con tutti i mezzi di farla ragionare. Perché quel muro su cui vai a sbattere fa malissimo. Io ne porto ancora i segni, dopo 25 anni».

Speriamo  d'esserli  stato utile 

10.6.21

40 anni fa #AlfredinoRampi, il bimbo che non salvammo Di © Daniela Tuscano

Ci sono eventi del passato per i quali ciascuno può dire: «Mi ricordo dov’ero e cosa facevo quando è successo». Che so, le Torri Gemelle nel 2001. Poi ci sono luoghi che evocano un fatto, lo descrivono compiutamente al solo citarli, e quindi a renderli emozionanti anche a chi anagraficamente non c'era a come per esempio Caporetto. Infine ci sono nomi capaci di riacutizzare un dolore. Vermicino
da quello che leggo in questo articolo di dell'utente Daniela Tuscano che trovate sotto è tutte e tre queste cose insieme.



Avevo quasi 17 anni quando Alfredino Rampi scivolò in quel maledetto pozzo artesiano nelle campagne di Roma, per non tornare mai più. Incollata come tutta l'Italia davanti allo schermo a snocciolare i minuti, a chiedermi cosa mai ci volesse a estrarre un pischello così esile, eppure quello sgusciava via, sempre più in basso, nell'umidore maligno che lo ghermiva senza pietà. Quando poi rinvenne, ormai esanime, ricordava uno di quegli insettini imbozzolati nella tela del ragno.


Solo che i fili erano ghiaccioli, e le immagini in bianco e nero richiamavano scenari di guerra, Italia stracciona, volti neorealisti, a cominciare dal dolore inespressivo della madre, allo stesso Alfredo, gracile e quasi sottopeso, a quell'Angelo - di nome e di fatto - che si fece calare fin nelle viscere, insetto anch'egli, con mani da elitre rivelatesi poi tenaglie: "Scivolava, lo presi per le vesti, poi per il polso, sentii crac, glielo avevo rotto. Per anni fui tormentato dall'incubo: volevo salvarlo, gli ho pure spezzato un braccio". Il piccolo non emise un lamento, come Cristo sulla croce. Era già tardi. Rivedo la compostezza ruvida e partigiana del presidente Pertini, lo stellone civile e degno. E impotente. "Povero bambino tanto amato" esclamò appena si trovò davanti al corpicino freddo. Sì, Alfredo fu davvero amato, ma l'amore non bastò. E non servì.


27.7.19

la solita becera propaganda Sul carabiniere ucciso . neanche un minimo di rispetto


I fiori davanti alla stazione Farnese dei carabinieri dove prestava servizio Mario Cerciello Rega
   anche se  è  un giornale    vicino al pd   stavolta    repubblica  ha ragione    e concordo   con il titolo 

“Bestie straniere” e “lavori forzati”. Sul carabiniere ucciso propaganda sovranista senza freni I politici sparano subito le loro sentenze. Salvini inventa pene non previste, Di Maio chiede che i responsabili siano espulsi, Meloni batte tutti: "Basta far approdare animali". E l'onda web segue: "Colpa di Carola"


a  chi   mi  manderà   insulti  ,   a  chi  si rimuoverà    dai miei  contatti  social   o smetterà di ricevere  gli aggiornamenti del blog   . dico  solo questo  Essere soddisfatti della verità che emerge non potrà mai oltraggiare la vittima quanto lo sciacallaggio attuato con la menzogna. Anzi, proprio il contrario.  Mi  trova  infatti  d'accordo  
  


La soddisfazione che non fossero neri, africani e arrivati con i barconi ma bianchi, americani e arrivati con un volo di linea, sta mettendo un pelo in ombra la questione di un poveraccio ammazzato per niente.
Quel sorriso gongolante stona ai funerali, ve lo assicuro.



"Le parole sono importanti", diceva Nanni Moretti a bordo piscina, in Palombella Rossa. Scusate se lo ripeto ma in tempi in cui : << (.... ) Mio fratello vede tutto e il suo occhio non distingue\mio fratello vede tutto \ma il ricordo si confonde\urlano teorie\ rincorrono morali\la propaganda vince \con frasi sempre uguali \ Mio fratello ha rinunciato  ad avere un'opinione\mio fratello ha rinunciato \ in cambio di un padrone \che sceglie al suo posto  e che non può sbagliare \perchè ormai nessuno\ lo riesce a giudicare (....)   >> ( cit  ModenaCityramblers  in oltre la  guerra  e la  paura   )  è  ancora  a ttuale  



 vista  la  continua   manomissione delle parole

  e  la becera     campagna   , arrogante  ,  propagandista





Lascio la  parola    al bellissimo articolo  di DI CONCETTO VECCHIO  su repubblica  del  26\7\2019


Quelle che usiamo dicono quasi tutto di noi. Alle 9,10 di ieri, quando le agenzie hanno battuto da un quarto d'ora la notizia dell'uccisione del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello, il ministro dell'Interno Matteo Salvini twitta: "Caccia all'uomo per fermare il bastardo, lavori forzati in carcere finché campa".
Ora, i lavori forzati non sono ancora previsti dal nostro ordinamento, né, in quel momento, è ancora chiaro chi sono gli assassini che hanno stroncato la giovane vita di un uomo che stava svolgendo il proprio dovere di servitore dello Stato, ma Luigi Di Maio, per non essere da meno di Salvini, dice, Risultati immagini per poliziotto ucciso  a romacome recitando uno slogan orecchiato: "Se sono stranieri devono scontare il carcere a casa loro". E perché non in un penitenziario italiano?
È una giornata che ricorda un po' la tragedia del ponte di Genova. I populisti al governo non pesano le parole, non mostrano senso dello Stato, che sarebbe quello di assicurare quanto prima alla giustizia l'assassino.
"Bestie!" scrive sui social Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia. "L'Italia non può essere punto di approdo di certe bestie, spero questi animali vengano presi e marciscano in galera". Al Giornale Radio delle 11 Salvini chiama gli assassini "i due bastardi".
La ministra della Difesa Elisabetta Trenta scrive: "Tolleranza zero per i delinquenti". Persino una figura moderata come il sottosegretario M5S Stefano Buffagni su Facebook scrive senza continenza: "Tolleranza zero per questi vigliacchi assassini! Questi criminali devono marcire in carcere!". "Bastardi, vi troveremo!", dichiara Licia Ronzulli (Forza Italia). Anche Ignazio La Russa li chiama "bastardi".
Durante la Prima Repubblica, chi era al governo sapeva che la politica era un continuo esercizio di pedagogia. "La Dc", ha scritto una volta Marco Follini, "sapeva che doveva apparire più moderata" della pancia del Paese, invece che vellicarne gli istinti.
Tra i pochi sembra ricordarsene il premier Conte: "La morte del giovane vice brigadiere Mario Cerciello Rega è una profonda ferita per lo Stato. Faremo il massimo per assicurare i responsabili alla giustizia. La mia vicinanza alla famiglia e all'intera Arma dei Carabinieri" twitta. E il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Nel confidare che si arrivi rapidamente alla cattura dei criminali responsabili, desidero esprimere a lei, signor comandante generale, e all'Arma dei Carabinieri, la mia solidale vicinanza, rinnovando i sentimenti di considerazione e riconoscenza per il quotidiano impegno degli operatori dell'Arma a servizio dei cittadini".
Il comico Luca Bizzarri ha fatto un tweet che merita di essere riprodotto: "Sono figlio di un carabiniere. Un abbraccio immenso a chi soffre. Spero che l'assassino di stanotte sia arrestato, che sia processato in tempi brevi, che gli sia assicurata una difesa, che venga giudicato secondo la legge, che sconti la sua pensa in un carcere, non in una topaia".
Nel tardo pomeriggio trapela la notizia che sono stati arrestati due americani. Daniele Capezzone, figura di riferimento dei sovranisti, che in mattinata aveva accusato "i giornaloni di non dire la verità sul fatto che si tratta due nordafricani", cancella il tweet e ne scrive un altro: "Mentre stamattina gli identikit riguardavano possibili responsabili nordafricani dell'omicidio del carabiniere, ora pare che i maggiori sospettati, in stato di fermo, siano due cittadini americani".
Francesco Storace è sicuro del fatto che c'è chi brinda "perché sono stati fermati due americani". Per tutto il giorno, nei commenti ai tweet dei capi populisti, si insulta Carola: "È colpa sua se questi vengono in Italia". Salvini ritwitta un ragazzo che gli aveva dato "del lurido coglione", e rilancia quello di un tizio che ipotizza che l'assassino si possa essere difeso "dalla prepotenza delle forze dell'ordine". Un ministro dell'Interno che perde il suo tempo così. L'Italia, oggi.
non aggiungo  altro  perché  due parole  sono troppo e  una  è poco 

18.8.17

miei considerazioni a caldo sull'artentato a barcellona e sulle speculazioni politiche

Il terrporismo attuale     rispetto a quello  dei secoli  XIX e XX  Come giustamente dice il mio contatto fb

Roberto Bertu Cao2 ore faDecimomannuIl terrorismo non ha ideali, tantomeno religioni. Un uomo bianco con la croce e incappucciato che vorrebbe un mondo senza altre etnie è uguale a coloro che uccidono in nome di dio. Poi ci sono gli sciacalli che difendono o accusano gli uni e gli altri.

ed  i proprio  fra  gli sciacalli  (  sono responsabile  di quello che  scrivo  mi denunci pure   se lo ritiene  oportuno   ,ma  persona  che  strumentalizzano    tali  fatti o offendono  gratuitamente   credendondo  di fare satira  e  di fare  ridere  


da  https://www.facebook.com/SapiensUCSD )    ci  mettono  giornalisti     , politici o   gente  comune  che  hanno mandato    il cervello all'ammasso  e    si beve tutto quello   che  viene dalla  propaganda    e  non si fa  più un opinione  propria  e ragiona     cosi   : <<(...)   Mio fratello ha rinunciato   ad avere un'opinione,mio fratello ha rinunciato in cambio di un padrone che sceglie al suo posto e che non può sbagliare  perché ormai nessuno lo riesce a iudicare  (  ...   continua  qui o  qui  )


 hai ragione  Tina  Galante 
  concludo  due    mie  riflessioni  la  prima  
Li hanno finanziati ed armati per proteggere i loro interessi industriali ed economici adesso ne paghiamo le conseguenze .
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Giuseppe Scano A chi ha messo lo smile sorridente dico che C'è poco da ridere purtroppo .

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1
2 h


la seconda questo discussione   avvenu,ta per  aver  postato il  video  immediato   all'attentato       ricevuto  via  wzp     a  voi deciderlo se  cercavelo o vederlo    

le prime immagini dell'attentato a Barcellona sono crude , quindi astenersi dalla visualizzazione persone sensibili L'unico commento che mi sento dki fare a caldo è questo : Ecco il fondamentalismo appoggiato e tollerato da i governi europei e che ora gli si rivolge contro





Questo video potrebbe mostrare contenuti grafici violenti o sangue



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Roberto Facchini la smetti di condividere questa merda porcatroia

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Giuseppe Scano Roberto Facchini non sapevo che mostrare le immagini dell'attentato fosse merda

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2
5 hModificato
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Roberto Facchini spiegami il senso di condividere un video di morti girato da uno sciacallo che gira tra i morti e che vende il video alla testata che offre di più

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Roberto Facchini c'è su tutte le testate, che cazzo 
condividi e ancor di più che cazzo c'é da vedere in questi video porca puttana che atteggiamento da ignoranti

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Rox Galleri Ignorante è chi vuole ignorare....

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110 h
Maria Immacolata Concu Giuseppe ha pubblicato un video che può anche non essere visualizzato, quindi non capisco perchè questo atteggiamento così aggressivo e sgradevole. Se non vuoi vederlo, puoi non vederlo.

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7
12 h
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Roberto Facchini non vi basta che ci sia su tutte le testate? che stronzata è condividere un video di cadaveri? ma vi siete bevuti il cervello?

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Giuseppe Scano Degustibus

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1
12 h
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Roberto Facchini ma vai affanculo tu e tutti i coglioni che fanno queste cose

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1
12 h
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Maria Immacolata Concu Mi sa che il cervello se lo è bevuto lei.

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2
12 h
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Roberto Facchini roba da sciacalli

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Rox Galleri Realtà...terribile Realtà!

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10 h
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Rox Galleri Giuseppe Scano ....non mi sento per ora di guardare il video e ti ringrazio per aver scelto di renderlo fruibile o meno a chi si sente di guardarlo! Per il resto vorrei ricordare che scelleratezze legalizzate altrettanto impressionanti accadono tutti i giorni in tutto il terzo mondo....grazie anche a chi si gira dall'altra parte!

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2
10 hModificato
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Giuseppe Scano Il primo ė giusto . il secondo no . perché non sta bene mettere sullo stesso piani che le fa e chi li denuncia diffondendo le loro atrocità . sarebbe come paragonare la merda con la cioccolata

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1
6 h
Gestire
Eugenio Bisbabbo Crispo A coloro che si indignano x la crudezza delle immagini, ricordo che questa è la normalità nei teatri di guerra. Teatri in cui spesso noi occidentali facciamo affari a man bassa o che noi stessi provochiamo. 
Abbiamo dimenticato gli orrori della guerra,
...Altro...

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4 h
Roberto Facchini condividere foto e video delle stragi terroristiche significa continuare a seminare terrore e fare il gioco di quelle merde.

ci arrivate cosi o no?

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Giuseppe Scano mi spiace caro cugino ma la penso come Eugenio Bisbabbo Crispo e Rox Galleri

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Tommaso Spartaco Infatti da qualche parte ho letto, che invece di andare ad aiutare i feriti, la maggior parte facevano filmati.
"La gente scatta foto e gira video invece di aiutare i feriti dell'attentato di Barcellona"
La polemica, a ogni modo, non è stata cosa solo 
spagnola, tanto che anche nella versione italiana della piattaforma di San Francisco in molti hanno lanciato messaggi chiedendo agli altri utenti di non condividere e diffondere le immagini di chi lottava tra la vita e la morte su La Rambla.

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Niccolò Zancan @NiccoloZancan
La cosa più importante. Nessun video. Niente foto strazianti. Avere rispetto delle vittime. Non fare il gioco dei terroristi. #Barcellona
20:01 - 17 ago 2017
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"Avere rispetto delle vittime. Non fare il gioco dei terroristi" scrive infatti un utente, chiedendo di non retwittare post con scatti o filmati di chi giace a terra al centro della città. "Invece è un bene che tutti vedano! Che tutti sappiano!" gli controbatte un uomo, dimostrando che il dibattito sul potere emulativo di immagini scioccanti e sulla contrapposta necessità di testimoniare è ancora vivissimo.

qui il resto dela discussione  a  voi  decidere  se  sono sciacallo o meno    reo solo  d'aver  voluto documentare  l'orrore   creato   da  fanatici 


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...