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5.7.24

adesso mi è chiaro il gesto di debora notari donna che ha fatto arrestare Gianluca Molinaro assasinio di Manuela Petrangeli



il mio giudizio espresso precedentemente sulla reazione di Debora Notari altra ex compagna del killer Gianluca Molinaro assassino di Mariangela  Petrangeli  ne   ho parlato   👉🏼qui era espresso a caldo . Ora leggendo gli aggiornamenti ( vedi articolo  sotto 👇🏼 preso  da  msn.it   ) mi accorgo che ha fatto benissimo a scegliere la legalità ed a controllare le proprie emozioni evitando d'esprimersi con la pancia



Manuela Petrangeli è stata uccisa a sangue freddo e in pieno giorno dal suo ex Gianluca Molinaro. Solo grazie all'intervento della sua prima compagna, Debora Notari, l'uomo si è costituito andando dai carabinieri della stazione di Casalotti. È proprio Notari che svela il lato oscuro del killer con cui ha avuto una figlia: l'operatore socio sanitario aveva dei precedenti per stalking e violenze
Il racconto dell'ex Debora Notari
Se le amiche e le colleghe di Manuela Petrangeli, la fisioterapista uccisa a Roma giovedì pomeriggio, non avevano avuto alcune avvisaglie di problemi o di possibili violenze dell'uomo, la sua ex invece conosce perfettamente Molinaro che ha anche precedenti per atti persecutori e stalking e indagini sono in corso anche sul possesso dell'arma. La prima compagna Debora Notari racconta: «lo denunciai per maltrattamenti, mi picchiava e lo feci arrestare. Poi però, dopo un paio di mesi in carcere, aveva fatto dei percorsi».Dopo il delitto Molinaro l'ha chiamata e lei lo ha convinto a costituirsi. «Voleva uccidersi, gli ho detto di andare dai carabinieri. Potevo esserci io al posto di quella donna. Ma ora non so che fare, mia figlia non sa niente, con lui aveva rapporti non buoni, ma un conto è un padre str**, che non paga gli alimenti, un altro un padre assassino

29.8.23

il problema degli stupri specie quelli condotti da minorenni non va affrontato di pancia di Gennaro Pagano

 visto  che mi dice  che  esagero quado parlo  degli stupri  e dei femminicidio    che   siamo di fronte  ad  emergenza  culturale  ed  sociale  , lascio la  parola  ad  un esperto     che  ne   sà  più di  me 


Quanto accaduto a Caivano, come a Palermo, atterrisce. E atterrisce altrettanto gli opinionisti e i
tuttologi che sparano la soluzione mediatica ad alto impatto oppure che si limitano a descrivere l'evidente senza andare oltre. Il problema della sessualità, dell'abuso da parte di giovanissimi verso ragazze poco meno che coetanee, della violenza gratuita e bestiale è un problema complesso e che come tale va affrontato, analizzato, affrontato di pancia capito, andando oltre il politicamente corretto di uno sdegno sterile, tutto pancia e niente testa (la “pancia” è utile, necessaria e sacrosanta ma se non muove ad un pensiero capace di dirigere un’azione è socialmente sterile).In questo breve post voglio fermarmi su quattro parole chiave che meriterebbero un'analisi ulteriore. Condivido questi pensieri assolutamente non esaustivi per spingere a riflettere e ad andare oltre gli slogan :

1. Empatia. Spesso durante il mio servizio all’Ipm di Nisida e durante l’attività di psicoterapeuta mi è capitato di incontrare adolescenti "sotto anestesia"emotiva, completamente incapace non solo di elaborare ma anche di riconoscere le proprie emozioni e quelle della loro vittima. Negli ultimi anni vi è un "distanziamento emotivo" molto preoccupante e pericoloso, correlato senz'altro in molti giovani all'utilizzo smodato di social network, video, schermi e tastiere: non si tratta di "influenza" dei social, attenzione, ma di un vero e proprio mutamento di reti neuronali che nei nativi digitali sta avvenendo, come dimostrano numerosi studi avviati. Se a questo si aggiunge spesso la mancanza di mediazione e narrazione della realtà da parte del mondo adulto, tutto diventa più comprensibile.
2. Porno. Non se ne parla. Pare un discorso da bigotti e politicamente scorretto. Ma chiunque abbia esperienza di accompagnamento psicologico di adolescenti e ragazzi sa bene quanto l'esposizione pressoché quotidiana - che non di rado sfocia in una vera e propria dipendenza - a siti e video pornografici abbia delle ricadute importanti sulla concezione del sesso, delle pratiche sessuali, del rapporto e degli atteggiamenti da assumere. L'altra/o viene "cosificata", ridotta a merce da consumare e buttar via. Non si gode della relazione (anche sessuale) ma dell'oggetto da consumo che diventa il corpo dell'altro. Del porno e del suo effetto sugli adolescenti si parla poco: ricordiamoci che è una delle industrie più fiorenti di sempre. Ricordiamoci anche che ci troviamo dinanzi ad un inedito storico: mai l'accesso alla pornografia è stato così facile e potenzialmente continuo come negli ultimi venti anni. Questo vuol dire che chi liquida questo problema lo fa con superficialità e senza pensare.
3. Consumismo. Il "consumismo", parola che andava tanto di moda negli anni '80 e '90 , è diventato sempre più un concetto anche relazionale ed esperienziale. Non si tratta più di consumare merci e cose ma anche persone, corpi, relazioni. Non superando mai la fase infantile, narcisistica ed egocentrica, in cui l'altro viene concepito unicamente come funzionale al mio bene e, perché no, al mio piacere. L’altro non è più persona ma merce, cosa fa consumare. Anche sessualmente.
4. Povertà. Abusi e stupri possono avvenire ovunque come dimostra la storia e la casistica ma in alcuni casi, soprattutto in quello che vede protagonisti minori o giovanissimi, vediamo che avviene più spesso in contesti sociali o territoriali segnati dalla povertà educativa, dalla marginalità sociale, dal degrado morale. Questo significa che anche in quest'ambito i più poveri sono quelli che subiscono di più: nascere in una famiglia difficile, di un quartiere difficile di una realtà difficile espone maggiormente a traiettorie di vita deviate.
In tutti questi ambiti occorre lavorare con un metodo seriamente preventivo, transdisciplinare e di rete. E nonostante l'urgenza occorre essere preparati ai frutti che non arriveranno domani ma dopo domani: si tratta di cambiamenti della mente "sociale" e questo richiede tempo.E in questo tempo occorre lavorare con solerzia, coraggio, passione e senza protagonismi di sorta ad aiutare le vittime e ad evitare, vigilando, che ve ne siano altre.

9.10.21

ci sono cure alternative valide e pseudo cure alternative . Il caso di Bella e il caso Stamina non hanno insegnato niente



Fra le tante email che ricevo  ce  ne  sono  certe  di  questo tenore  

Ciao
ti seguo da un po' e devo riconoscere che sei molto colto , ma visto gli ultimi post in particolare   quelli  sui  no  vax  e  sul  covid fra  cui    quello  : << Ne con  i Novak ( quelli attendisti e quelli creduloni ) ne con i Provax / i Vax ( acritici e  critici ) >>mi viene da chiederti oltre al tuo interessarti post ma solo di facciata   alle  cure  alternative perché dici d'essere per la libertà di cura e le medicine / cure medicine alternative ma non vedi che per il covid ci sono e le ignori così come ci sono per il cancro ed i tumori ? ma quanto ti pagano le case farmaceutiche e mainstream per non parlarne parlarne o parlarne male visto che fai la stessa cosa sui social ?
                                                                                       
                                                             valentina


Ora  già  dal  tono     di questa  lettera  in particolare  : <<  [...] quanto ti pagano le case farmaceutiche e mainstream per non parlarne  parlarne    o  parlarne  male  visto che  fai  la stessa  cosa   sui  social  ?
[... ]  >>dovrei       cestinarla  o  mandarle  a  Fncl ed  evitare  di ascoltare  chiunque  ogni lamento come  diceva in una bellissima canzone   un   famoso  cantante.  Ma   come il  solito    : << se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:\di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo ... (  cit .  musicale vedi   secondo  collegamento ipertestuale  >>.  
Dopo    questo   sfogo          veniamo   alla  risposta  che  è  si  singola    ma  vale  per  chi mi scrive  lettere  simili   e  che  speriamo  che     lo leggano  anche certi presunti maître à penser che si fanno portatori delle più scombiccherate teorie complottiste  sfruttando    , come  nel  caso  sotto  ,  la  nostra  componente  irrazionale  . Uno di loro, Carlo Freccero, per convincerci che siamo dominati (  ed  in parte  è vero  ) dalla Spectre mondiale del capitalismo, ha detto in tv: «Lo spiegano bene nella Casa di carta ». 


Spett. Signora \ina  



ci sono malattie che si possono curare ed in parte guarire  con le  cure  alternative  come  la  cannabis  ad uso terapeutico   o  l'olio    di Lorenzo 

una miscela di trigliceridi monoinsaturi, usata nel trattamento dell'adrenoleucodistrofia per diluire la concentrazione, nel sangue e nei tessuti, dell'acido grasso saturo C26:0 (acido cerotico), altamente dannoso per la guaina mielinica. La miscela fa abbassare la presenza di acidi grassi saturi, ma porta a un aumento della concentrazione dell'acido grasso insaturo C26:1, la cui tossicità ancora non è ben conosciuta. La somministrazione della miscela, in associazione a una dieta ipolipidica, ha mostrato "buoni risultati"[1]. Tuttavia, nonostante la normalizzazione dei livelli di C26:0 nell'arco di 4-6 settimane, la terapia con l'olio di Lorenzo non ha arrestato la progressione neurologica.Il nome deriva da quello di Lorenzo Odone, un bambino a cui i genitori, Augusto e Michaela, per primi somministrarono questa miscela, nell'ambito di un progetto di ricerca non ufficiale. Alla loro iniziativa si deve anche la fondazione del Progetto Mielina. Per i loro encomiabili sforzi e il loro contributo nel campo della neurologia e della medicina rigenerativa hanno ricevuto la laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia dall'Università di Stirling                                                                                     segue  qui   su    https://it.wikipedia.org/wiki/Olio_di_Lorenzo

Altre come quelle  citate  negli articoli  sotto  che   non si posso curare completamente  ne guarire  ed  altre  come    il  codiv  di cui   si sta  studiando   una  cura  efficace per  guarirle  . Ammettere questa  distinzione  non  significa negare     che   ci  si possa  curare  con  medicine   che  non siano quelle    " ufficiali  "  .  Infatti   ho  usato    da  poco  per  una distorsione  l'Arnica   un farmaco  omeopata   che    viene  usato in 
 traumatologia in caso di edemi post-traumatici (fratture, distorsioni, ecchimosi, contusioni, compressioni, ematomi, strappi muscolari, edemi da frattura), artralgie e disturbi articolari a carattere reumatico, versamenti articolari e flebiti non ulcerative.
L'arnica trova largo impiego nella formulazione di prodotti per il massaggio sportivo e di cerotti ad azione antireumatica. .... >>  (  da   Arnica in Erboristeria: Proprietà dell'Arnica (my-personaltrainer.it) )

Le cure di cui lei   parla per  il covid   sono per  il momento  prive di validazione scientifica  o quanto meno   sconsigliate   da  molti scienziati oppure  hanno effetto placebo  come  la famosa  cura  di  bella  o  in alcuni  casi   come  ad  esempio    una  recentissimo 


L'INCHIESTA / FERRARA

"Omissione di soccorso", aperta un'inchiesta sulle cure alternative no-vax

Aveva rifiutato il vaccino e si curava con farmaci vermifughi un uomo di 68 anni morto di Covid a Ferrara dopo aver seguito le terapie 'alternative' di un medico legato all'associazione IppocrateOrg



Redazione09 ottobre 2021 10:50


La Procura di Ferrara ha aperto un'inchiesta per omissione di soccorso in merito alla morte di un 68enne deceduto per Covid-19 dopo essere arrivato all'ospedale Sant'Anna di Ferrara in condizioni ormai già compromesse: il paziente aveva "curato" l'infezione da Sars-Cov-2 basandosi esclusivamente sull'assistenza via mail e telefonica di un medico volontario che era legato all'associazione IppocrateOrg.    ......  segue   su  :  "Omissione di soccorso", aperta un'inchiesta sulle cure alternative no-vax (today.it)


 Ora  Concludo questa mia  risposta     riportando  integralmente  questi  due  articoli     presi  da la  nuova  sardegna  del  8\10\2021





Le cure “alternative” prive di validazione scientifica: i rischi da evitare 
Da Stamina agli ultrasuoni anti cancro

08 OTTOBRE 2021

SASSARI. Il padre di Laura, affetto da un tumore al cervello incurabile, diceva di trarre giovamento dalla terapia alternativa, nel suo caso la cura Di Bella, a cui è stato sottoposto negli ultimi 9 mesi di vita. In realtà il miglioramento non c’era ma la sensazione era dovuta a un fenomeno ben noto, l’effetto placebo: quando si inizia una terapia con la speranza che funzioni, inizialmente si percepisce un beneficio; è una percezione sia psicologica, perché il nostro cervello “sente” di fare qualcosa di attivo per combattere la malattia, sia fisica. Ma l’effetto placebo è temporaneo e si esaurisce passati i primi tempi di “ottimismo” : in alcuni casi, possono addirittura peggiorare i sintomi e il decorso della malattia, se la terapia alternativa interferisce con quella tradizionale o quest’ultima è stata addirittura sospesa. Secondo le ultime stime sono circa 13 milioni gli italiani che ricorrono a cure alternative, con l’omeopatia al primo posto. La percentuale scende vertiginosamente in presenza di malattie gravi come i tumori o patologie neurodegenerative come la sla, la sma (atrofia muscolare spinale), la sclerosi multipla. Tra le terapie alternative di cui si è parlato maggiormente in Italia oltre a quella introdotta dal dottor Luigi Di Bella alla fine degli Anni 90, ebbe grande risonanza il metodo Stamina, basato appunto sulle cellule staminali che venivano prelevate e poi dopo la successione manipolazione infuse nei pazienti. Il metodo Stamina fu proposto da Davide Vannoni, comunicatore pubblicitario, attraverso la Stamina Fondation. Per un breve periodo, dal maggio al settembre 2013, il metodo fu autorizzato dal Ministero della Salute ma poi bloccato per il parere negativo del comitato tecnico scientifico che lo definì totalmente inefficace. In Sardegna suscitò molta indignazione il caso della dottoressa di Cagliari (radiata dall’Ordine) che diceva di curare i tumori agendo sull’inconscio e insultando i pazienti. Ed è in corso il processo nei confronti di un’altra dottoressa, ogliastrina, che invece per curare il cancro utilizzava gli ultrasuoni: è accusata di omicidio volontario.

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«Mio padre curato da Di Bella: lui morto, noi finiti in miseria»
Il racconto choc di Laura: «Quando si ammalò persi la testa, avrei fatto di tutto». «La terapia aveva costi esorbitanti, ci rimasero solo i soldi per il suo funerale»
                                           Silvia Sanna


SASSARI. C’era quel dottore anziano in tv con la faccia bella e i modi garbati e c’era suo padre che da un giorno all’altro perse la luce che gli faceva brillare gli occhi. «Aveva poco più di 60 anni, lavorava tanto, era pieno di energia: noi lo vedevamo come una roccia, una specie di super eroe invincibile». Un giorno, era dicembre del 1997, il padre di Laura cadde dal motorino. «Niente di grave all’apparenza ma non risuciva a muovere due dita di una mano. Allora un amico gli consigliò di fare una Tac».Dall’esame venne fuori una massa nel cervello: era grande e camminava silente chissà da quanto tempo. I medici furono schietti: il tumore era inoperabile e la chemio, in uno stadio così avanzato, non sarebbe servita a niente. Dopo 20 giorni il padre di Laura non riusciva più a muovere la mano, poi iniziò a zoppicare.
«Quando in tv apparve quel medico, nel salotto del Maurizio Costanzo show, che esaltava l’efficacia della sua terapia non tradizionale, vidi di nuovo la luce negli occhi di mio padre: voglio farmi curare da lui, ci disse, voglio provare, chiamatelo». Quel medico era il dottor Luigi Di Bella.
La scelta. Sino a quando la vita non la mise di fronte alla malattia, Laura, sassarese all’epoca quarantenne, aveva fatto della razionalità la sua bandiera: «Mi sono sempre ritenuta una persona equilibrata, mediamente intelligente e mediamente colta, capace di ragionare e agire con equilibrio, senza farmi sopraffare dall’impulsività. Tutte balle. Quando mio padre si ammalò precipitai in un buco nero: avrei fatto qualunque cosa per salvarlo. Ero sconvolta, tutti in famiglia eravamo sconvolti. Quel medico dava speranze, mi aggrappai a lui disperata. Nessuno provò a contraddirmi tanto ero determinata: ora penso che in quel periodo mi mancò una persona amica che mi scuotesse e mi facesse capire che stavo andando a sbattermi a tutta velocità contro un muro».
La terapia Di Bella. La prima telefonata riaccese il sorriso. «Spedimmo al dottor Di Bella le cartelle cliniche di mio padre, le risonanze e la biopsia fatta a Verona – racconta Laura – e lui ci rassicurò: disse che papà era il candidato ideale perché il suo tumore, un glioblastoma devastante, era curabile con la sua terapia. Di Bella non ci disse che avrebbe cercato di salvare mio padre, ci disse che l’avrebbe salvato. Di fronte a queste sue certezze, io capitolai. Presi in mano la situazione dedicandomi esclusivamente alla malattia di mio padre e alle sue cure. Insieme mandavamo avanti l’azienda di famiglia: delegai tutto ai dipendenti, mi disinteressai completamente del lavoro. In quei giorni si ammalò anche mia sorella: un male invalidante che le ha provocato un ritardo mentale irrimediabile. Mia madre si concentrò su di lei, io su mio padre.Quando Di Bella, senza neanche vederlo una volta, ci prescrisse la terapia, non ci vidi nulla di strano. E da quel momento inizò la corsa per reperire ciò che serviva: un mix di farmaci, ormoni e vitamine la maggior parte dei quali non coperti dal servizio sanitario nazionale. In particolare la somatostatina: la ordinavamo in Svizzera, andavamo a prenderla alla Città del Vaticano, aveva prezzi spaventosi, siamo arrivati a spendere 500mila lire al giorno. Ma per papà- mi ripetevo - questo e altro. Dopo la terapia lui diceva di stare meglio: noi vedevamo i peggioramenti ma li ignoravamo «sarà una fase, poi passerà».
Lui era ormai paralizzato e soffriva: il tumore cresceva e premeva sul cervello. Tante volte lo abbiamo portato in ospedale: durante i ricoveri – dice Laura – gli davamo la terapia di nascosto. Anzi, forse i medici sapevano e facevano finta di niente. Mio padre non aveva speranze e loro ne erano consapevoli sin dall’inizio: penso che noi, che non volevamo arrenderci, gli facessimo una pena infinita. Ma nel frattempo la mia follia provocò gravi conseguenze: l’azienda iniziò ad andare male e fummo sommersi dai debiti. Neanche questo mi fermò, anzi insieme a un gruppo di persone che seguivano la terapia Di Bella andai in piazza d’Italia per manifestare contro l’allora ministra della Salute Rosy Bindi, “colpevole” di non riconoscere l’efficacia della terapia. Io durante quei nove mesi continuai a mentire a me stessa: quando qualche familiare del gruppo moriva, dicevo che a ucciderlo non era stato il cancro, ma forse un infarto o chissà cos’altro. Da questo stato di trance mi svegliai solo una settimana prima che mio padre ci lasciasse: capii che era stata tutta una grande illusione. Lui era morto, a noi erano rimasti appena i soldi per pagare il funerale e la sensazione terribile di essere stati presi in giro, offesi nella nostra fragilità di fronte alla malattia di una persona cara».
L’appello. Il padre di Laura non si sarebbe salvato neppure con la chemioterapia e questo aspetto alleggerisce il peso che Laura porta sulla coscienza. «Ho rispettato la sua volontà di farsi curare da Di Bella, mi sono indebitata per questo. Ma se lui avesse avuto anche una sola speranza di farcela attraverso le terapie tradizionali, allora non me lo sarei mai perdonato. Nel gruppo di cui facevo parte tanti hanno rinunciato alla chemio nonostante l’invito dei medici e hanno pagato questa scelta con la vita. Mio padre invece non aveva altre possibilità. Ma quanto è successo a noi è stato comunque terribile: in giro ci sono medici che lucrano sul dolore della gente, proponendo terapie che non hanno valore scientifico. Quando anni dopo si è ammalata mia madre ho seguito solo la medicina ufficiale, e quando dopo Di Bella si è parlato del metodo Stamina ho pregato perché nessuno facesse i miei stessi errori. Oggi quando ascolto i No Vax che denunciano complotti sul Covid, mi vengono i brividi. E se si tratta di una persona che conosco, a cui voglio bene, d’istinto faccio quello che avrei voluto facessero a me: la scuoto, cerco con tutti i mezzi di farla ragionare. Perché quel muro su cui vai a sbattere fa malissimo. Io ne porto ancora i segni, dopo 25 anni».

Speriamo  d'esserli  stato utile 

19.12.13

Commovente Reazione di un Leopardo quando Scopre il Cucciolo della sua Preda [Video] la legge sula giungla a volte viene sospesa


La natura   è  strana  ed imprevedibile di solito vige la legge  del homo homini lupus cioè lo stato di natura descritto  dal  filosofo   Thomas Hobbes ( 1588-1679 )   ma  a volte  ci sono   storie  ed  eventi  come questo  che trovate sotto  . A prima vista la  storia  che   m'accingono a riportare qua  sotto,che conferma del mio  essere antispecista ,   sembra uscita  dalla storia   di Tom & Jerry e  l'anatroccolo (  non sono riuscito a trovare  il video  del cartone ma  solo la  copertina del fumetto   che trovate  al  lato  )   anche se per poco  perchè poi alla  fine  quando  muore  troppo  piccolo  per poter  vivere   senza la madre  , lo mangia  riprendendo  il suo  istinto naturale  

La storia  con le rispettive  foto  e  video  e presa  da  http://www.leggilo.net/


Lui è un predatore – un killer elegante e furtivo. Si avventa sulla sua preda e la uccide con un colpo di zampa. Poi, all’improvviso, qualcosa si muove tra la pelliccia dell’animale morto, e la legge della giungla viene riscritta. Vede strisciare fuori dalla sua vittima un minuscolo neonato – un babbuino che ha solo un giorno. In quel momento, il giovane leopardo dimentica di essere un cacciatore, e accudisce il piccolo babbuino come se fosse il suo cucciolo.
All’odore del sangue, un branco di iene si riunisce per banchettare. Legadema, come è stato chiamato
il leopardo dalla troupe che ha fatto il video, porta con attenzione il baby babbuino su un albero, si dimentica della sua preda, ora è prioritario proteggere il cucciolo. Lì, coccola il neonato e cerca di dargli calore durante la lunga notte africana. “E’ stato come se la natura avesse ribaltato completamente la situazione“, spiega Dereck Joubert, un regista che ha seguito Legadema per tre anni e mezzo nel suo habitat naturale, il Delta del Botswana, tra le pianure alluvionali verdeggianti note come Africa’s Garden of Eden.
“Lei aveva ucciso la madre, ma poi abbiamo visto il piccolo babbuino appena nato sul terreno, continua a raccontare Dereck. – Stava strisciando e abbiamo pensato che stavamo per assistere alla sua uccisione, invece il neonato si è diretto verso il giovane leopardo. Legadema si è fermata per un attimo, a quanto pare non sapendo cosa fare. Poi delicatamente lo ha preso in bocca tenendolo per la collottola e lo ha portato su un albero per tenerlo al sicuro“. I babbuini sono acerrimi nemici del leopardo, e una delle loro principali fonti di cibo, ma Legadema – la parola locale che sta per “la luce dal cielo” – con la piccola scimmietta non è stata predatrice, ha prevalso il suo istinto materno. 
La troupe ha vegliato tutta la notte. ”Diverse volte, il baby babbuino è caduto dall’albero, – afferma Joubert.  - Ogni volta, Legadema correva giù per prenderlo prima che arrivassero le iene e lo riportava al sicuro sull’albero. Il babbuino avrà chiaramente visto Legadema come una madre surrogata. Per diverse ore non si è mossa da lui. Legadema era come un gatto in cerca del proprio gattino, piuttosto che un predatore con la sua preda. Era attratto dal cucciolo curioso, faceva la parte della madre, e si è dimenticata che era una cacciatrice. E’ stato davvero straordinario e molto commovente da vedere….“.





 video parziale  per il video totale  vedere   l'url a fine post  

Tragicamente, quando è arrivato il mattino, la squadra si è accorta che il piccolo babbuino non dava segni di vita. ”Pensiamo che era semplicemente troppo piccolo per sopravvivere alla notte senza la madre naturale e il sostentamento che gli avrebbe dovuto fornire“, afferma Joubert. ”Quando è sorto il sole, Legadema si è resa conto che il baby babbuino era morto e gli è rimasta vicino ancora per un po’“.  Dereck Joubert ha osservato questa scena durante le riprese per un documentario sulla fauna selvatica, ‘Eye Of The Leopard‘ -L’Occhio del Leopardo, che segue Legadema dalla nascita all’età
adulta. ”Ci siamo imbattuti in un leopardo con il suo cucciolo che aveva circa una decina di giorni e abbiamo pensato di documentare la sua crescita fino all’età adulta dopo aver deciso di chiamarla Legadema, – spiega. – Stavamo riprendendo il leopardo quando questo piccolo cucciolo adorabile ha tirato fuori la testa dalla tana. Forse era la prima volta che si stava avventurando nel mondo esterno, ci ha immediatamente conquistati, cadeva in continuazione come se fosse ubriaca“.
Sul finire del loro progetto, la troupe che stava facendo il documentario ha lasciato che Legadema seguisse le sue orme in natura – ma di tanto in tanto vanno ancora a cercarla. Joubert aggiunge: “ appena saputo che lei avrà presto un cucciolo di cui prendersi cura, proprio come quella minuscola creatura che aveva accudito con tanto amore“.

31.10.10

gli animali sono meglio dell'uomo ? quel cane randagio vero amico di Sarah scazzi



Lo scritto d'oggi nasce da una mia incoerenza  con quanto scrissi    recentemente  riguardo al mio rifiuto di parlare   ancora del cazzo d'Avetrana .
Ma   dopo aver : 1) letto  tale lettera , da cui nascerà tale discussone , successiva   a repubblica  di Anna Maria Quattromini aquattromini@tiscali.it :
<< 
Nella  triste vicenda di Avetrana c' è un personaggio di cui nessuno si occupa o, almeno, non tanto quanto meriterebbe. Parlo del cane randagio amico di Sarah, che la seguiva dappertutto e che ancora si preoccupa per la sua piccola amica. Da quel 26 agosto staziona vicino a quel maledetto garage dove, forse, ha visto scomparire la sua Sarah e non l' ha più vista uscire. Lui è lì che aspetta, dovrà pure uscire da lì sembra dirci con questa attesa. L' innocenza di un cane non può entrare nella traviata mentalità umana, nelle perversioni umane. Lui pensa solo alla sua piccola amica. Quanto ci insegna quel cane!
>>
2) l'aver   cliccato   su tale  Url presente  insieme al video sulla mia "comunity" di facebook  ( d'altronde  nelle grandifamiglie , non puoi sempre  imporre la tua linea  , ma devi fare i conti \ tener  conto   anche con il dissenso e con la diversità   degli altri\e  )  dove  riporta  la lettera integrale della mamma  di Scazzi un'appello  di una donna che   è stata  , e   ,  ritornerà a  farlo   vista  la sua riservtezza  ,  lontana da partecipare  ai salotti mediatici  dai media tv  ) fatto nella  trasmissione Matrix (  finalmente    ameno da  questo scorcio   una dele trasmissioni  pacate  in mezzo al  fango  e sciacallaggio mediatico  su  questa  vicenda  )   lo trovate  sotto 


è troppo   importante e significativo  per il suo contenuto  in mezzzo a tanta  spazzatura e fatti  insignificanti  riportati  dai giornali e tv  sul caso  della povera Sarah .
Ma il post  d'oggi  non verte  sul commento  al  tale video e a tale intervento  ( ci sarà tempo  maghari  per parlare  di perdonismo  o perdono  in generale  ovviamente  ) . Quindi  no comment, i motivi li sapete  , non partecipo ai giochi al massacro o  le  " doppie  uccisioni " delle  vittime  e  poi  : <<  (...) cos'altro ti serve da queste vite \ ora che il cielo al centro le ha colpite \ ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.  (...)   >> 
Ecco quindi che preferisco  concentrarmi  Sul primo  fatto .Esso  è  " una continuazione "  dei posta volte  provocatori  di Danny ( alias  per  Danilo Pilato ) uno   degli ex confondatori del blog gemello    che  poi  a causa  d'incompresoni sulla  strada  e sul viaggio    e caratteri che hanno  iniziato a divergere e ad  andare incotrasto lui  dopo quasi  5 anni  ha  fatto cosi  : 
<<
(...)
Abbiamo girato insieme
e ascoltato le voci dei matti
incontrato la gente più strana
e imbarcato compagni di viaggio
qualcuno è rimasto
qualcuno è andato e non s'è più sentito
un giorno anche tu hai deciso
un abbraccio e poi sei partito.
Buon viaggio hermano querido
e buon cammino ovunque tu vada
forse un giorno potremo incontrarci
di nuovo lungo la strada.
(...)
>>  
 citazione musicale  ( videotesto )  beh a volte  capita  come dimostra il film  di cuik sotto riporto il finale  sia  l'omonimo racconto 




  in quanto  a volte penso e  condivido con lui che noi uomini ( intendo a scando d'equivoci   entrambi i sessi ) siamo come  animali nè più ne meno  cosi   siamo stati rapressentati  come   nelle allegorie della letteratura  Greco\ Latina   come  Fedro o questo  brano del filosofo Aristotele  ( e poi medievali  e seguenti  e nella   cultura popolare   ( tipo   lavora  come  una   formica  ,  è un grillo , si comporta come una cicala  , sei  forte  come u leone  , se dormi come un ghiro , ecc  ) .
Oppure  che altre  volte  lo diventiamo  nella  nostra  brutalsu questa pagina del loro sito ità , efferatezza ( vedere    certi delitti o certe vecchie  ma ancora pericolose  ideologie degenerate * ), cinismo , indifferenza   in cui siamo homo hminis lupis  e togliamo fuori , non necessariamente  ammazziamo fisicamente ma  moralmente \  psicologicamente   il peggio (  a volte  è capitato al sottoscritto  nel  suo passato  in cui si toglieva  i pesi dela coscienza    con  la vendetta  ,  a vote  fatta   nel mucchio ed  a casaccio  o peggio per un non nulla  ) di noi dele nostre  bruttezze   fatte dell'abuso dell'istinto e dell'orgoglio . M  allo stesso tempo siamo anche  dolci , teneroni  , mammoni , tanto da  sconfinare  nel nel melenso , stucchevole  , "  buonismo   d'accatto cioè  a tutti i costi con tutti\o   "  , sdolcinato all'eccesso  , ecc .
Inoltre  << L'aspetto umano non implica intelligenza umana e, viceversa, l'intelligenza umana non implica necessariamente che si debba avere un corpo umano. Ai sapienti importa solo
l'intelligenza,  poco essi si curano dell'apparenza,mentre al contrario gli uomini del volgo badano solo all'aspetto esteriore e non si danno pensiero dell'intelligenza".
(Lìeh Tze -  autore  e saggio cinese).>> . La lettura   di un articolo su donna moderna    non ricordo se  sul cartaceo  letto  da qualche parte   o comoprato  (   (  se  in ospedale  o sala d'aspetto dela fisiatra  o  del   o oppure da qualche altra parte magari durante  un viaggio a Sassari  ) oppure  sul sitop dela rivista  stessa , un mediocre  articolo  artiolo doi Donna  moderna  . L'editoriale   il cui titolo  : che meraviglia riscoprirsi animali. , di cui mi ricordo più o meno l'inizio  <<  L’uomo è un animale. Lo diceva Aristotele. E vale ancora oggi. [...] >>  e avanti ad esaltare tutto ciò che c’è di animale nell’uomo, fino alle passioni e agli istinti. Peccato che ( vedere  url prima citato )  Aristotele dicesse altro ingfatti dai miei ricordi  di studente  liceale  prima  e poi uiversitatio  egli  utilizzava la famosissima formula del “zoon politicon”, ossia l’uomo è un “animale politico” – è uomo solo all’interno di un organismo politicamente organizzato (come una polis, ad esempio).
Complimenti a Donna Moderna, nella speranza che le sue lettrici, sul filo dell’ignoranza ed  immprecisioni  dell'articolo  (  consapevoli o  incosapevoli  che  siano )  che assorbono, possano evitare di intralciare le persone che invece la testa la usano o almeno ci provano . che, forse, è un tantino differente. O no? .   secondo il parere del sottoscritto l’articolo di Donna Moderna è sintomatico e dice tutto sulla nostra società d’oggi. Si cercano emozioni forti, non si cercano più ideali alti. Troppa fatica. E chi ce la fa fare?!? .

Conludo questo post  con le note in sottofondo  radiofonico  di  un battito animale di rafe con  per chi volesse  approfondire tali tematiche   ecco  una bibliografia parziale    degli amici del http://www.uaar.it  ( unione atei  agnostici razionalisti  ) 
  • Desmond Morris. L’animale uomo. Una visione personale della specie umana (titolo originale: The Human Animal). Mondadori, Milano 1994, pp. 224, € 14,46. ISBN 8804451467
  • Massimo Recalcati. Sull'odio  B. Mondadori, ©2004.
  •  Dal dolore alla violenza : le origini traumatiche dell'aggressività / Felicity de Zulueta. - Milano : R. Cortina, 1999. - X, 388 p. ; 23 cm.((Trad. di Cristiana Pessina Azzoni.
  • L'aggressività femminile / Marina Valcarenghi. -Milano : B. Mondadori, [2003].
  • Maschi bestiali : basi biologiche della violenza umana / Richard Wrangham, Dale Peterson ;introduzione di Enrico Alleva e Francesca Matteucci. – Roma :Muzzio, [2005].
  • L''aggressività : psicologia e metodi di valutazione / Carmelo Masala,Antonio Preti, Donatella Rita Petretto. - Roma : Carocci, 2002. - 238 p.
  • Gli dei dentro l'uomo : una nuova psicologia dell'uomo / Jean Shinoda Bolen. - Roma : Astrolabio, 1994. - 328 p.
  • L'empatia / Edith Stein ; a cura di Michele Nicoletti ; presentazione di Achille Ardigo.- 4. ed. - Milano : Angeli, 1999. - 202 p.
  • Saggio sull'uomo : introduzione ad una filosofia della cultura umana / Ernst Cassirer. - Roma : Armando, stampa 1996. - 431 p. ; 22 cm. ((In appendice: Lo strutturalismo nella linguistica moderna ) .
  • Uomo, natura, mondo : il problema antropologico in filosofia / Riccardo Martinelli. - Bologna : Il mulino, [2004]. - 339 p.

  e altri che trovate  qui  su questa pagina del loro sito

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...