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23.10.11

L'abdicazione

"L'uomo si vide perduto: il terror della morte l'invase e, con un senso per avventura più forte, il terrore di diventar preda de' monatti... E cercando la maniera d'evitare quest'orribile sorte, sentiva i suoi pensieri confondersi e oscurarsi, sentiva avvicinarsi il momento che non avrebbe più testa, se non quanto bastasse per darsi alla disperazione" (A. Manzoni, I Promessi Sposi, cap. XXXIII).

Il terrore della morte è naturale e, per questo, momentaneo. Nemmeno il più profondo. La morte vera viene da dentro, direbbe ancora Manzoni; è il senso del giudizio individuale; è, in fondo, la solitudine tremenda. Gheddafi, un tiranno sanguinario, che non aveva avuto pietà dei suoi nemici, ora, in mezzo alla folla dei suoi carnefici, i monatti che di lì a poco l'uccideranno, è dunque tornato a essere un uomo, un uomo-preda, dall'occhio incredulo e annebbiato, incapace di comprendere il mistero della sofferenza. Ma riottoso ad essa. Tra quelle mani adunche che lo strattonano, la sua umanità assopita ha conosciuto un moto di ribellione antica, la percezione d'una profanazione, lo stupro del corpo umano, la più elevata delle creazioni.

La vendetta, rispetto alla giustizia, ci getta brutalmente in faccia il lato ferino dell'uomo, la sua degradazione. Capovolge i valori morali. Snuda la parte selvaggia e tremebonda del Sapiens in lotta per uscire dalla bassa naturalità. E, al tempo stesso, fa risorgere fra gl'intricati pruni della bestialità quel grido, quel no, quell'eccesso cui non sappiamo, non vogliamo più abituarci. E occorreva un despota abbattuto, ormai ridotto al rango d'animale braccato, a dimostrare che niente, e nessuno, potranno mai giustificare quel ritorno all'origine, quella desacralizzazione della sofferenza ancor prima che della fine. E non importa si tratti di malattia, di esecuzione o altre modalità con cui un uomo viene eliminato: importa quel modo, quella deprivazione, quell'umiliazione, quell'abdicazione direi, dalla nostra completezza, quando torniamo semplice grumo e polvere, per mano d'altri grumi, d'altra polvere, in un flusso continuo, in una casualità dove gl'individui, le cose, il mondo, la terra, non hanno alcun vettore e alcuno scopo, un brulicare infame e negletto, una cellula sclerotizzata, un errore di laboratorio.

A questo siamo ridotti? Sic transit gloria mundi? Le parole sono importanti, scandiva Nanni Moretti, e il contesto pure, aggiungeremmo noi. La disumanizzazione parte sempre dal linguaggio. Lo scempiato che di recente ha piegato il motto dell'Imitatio Christi ai suoi interessi di bottega, e che del dittatore libico si proclamava grande e sincero amico, avrebbe potuto benissimo evitare di spacciarlo per eufemismo e manifestare il suo vero pensiero con un più banale e volgare, ma almeno sincero: e chi se ne frega. Era ciò che intendeva. Un cinico, aziendalistico voltar pagina: via uno, avanti il prossimo. E' la legge del mercato.

Ma l'uomo è davvero solo mercato? Solo grumo? Solo naturalità? Solo vendetta? E, anche, solo gloria e potenza?

No. L'uomo è uomo senza aggettivi. L'uomo coi suoi limiti, con le sue paure, con la sua profonda cattiveria e la sua celeste bontà. L'uomo non è solo. Non può esser solo. Nel momento della massima debolezza, nel momento dell'abbandono, l'uomo deve prendersi cura di sé stesso, e degli altri. Se degrada l'altro, degrada la sua stessa immagine.

Ci resta il sapore del disgusto, dell'orrore, e, perché no, della pietà di fronte all'immagine del Gheddafi macilento e sballottato verso un abominio che nemmeno comprende appieno. Perché quell'icona, per quanto bestemmiata in vita, è anche la nostra. E' per noi che tremiamo. E' per quell'istintualità senza Dio, per quella fessura da cui passeremmo tutti, se Qualcuno non ci richiamasse a un più intimo, rotondo e pieno senso di noi stessi.




29.12.10

Resistere è esistere

Pubblicheremmo il seguente video senza alcun commento. E, in effetti, ne merita pochissimi. Nient'altro, niente altre che lei, lei, lei. Yara. Non è tornata a Natale, ma l'anno si apre vasto, lungo, interminabile, e speriamo che invece rimpicciolisca, per silenziare questa prolungata agonia. Nelle parole del padre, nella composta e devastata mutria della madre, ancor più eloquente, riecheggia esplosivo quel grido di Giobbe da noi evocato qualche giorno fa. E si comprende che quelle domande, quelle pretese diremmo, non sono rivolte ai rapitori, ma molto più in alto. Molto più definitive.

E chissà che non avvenga poi davvero, il miracolo, come suggerivano gli amici d'un Giobbe contemporaneo, quello immortalato nel romanzo di Joseph Roth. Oggi Dio fa miracoli modesti, perché la gente non gli crede più e da lui non si aspetta nulla. Ma, similmente ai compagni della Bibbia, anche il loro consiglio si era poi dimostrato ingannevole. Dio agisce grandemente ancor oggi, vuole gli uomini, ma non dipende da loro.

A Milano un bimbo cingalese è nato da una donna in coma. Prodigio della scienza, e quindi dell'uomo che ha saputo mettere a frutto il dono divino dell'intelligenza rivelata. Questa nascita è stata triplice dono. Per la donna, che è potuta tornare nel seno del Padre; per il padre naturale, cingalese, che ha subito acconsentito all'espianto degli organi della moglie allo scopo di salvare altre vite umane. Per l'umanità tutta, che non è ancora stanca di sorgere e di confidare nel futuro. A Lucca, un rapinatore e omicida pentito si è consegnato spontaneamente alla polizia. Non rischiava nulla, ma "si sentiva solo". Possedeva il mondo intero, ma avvertiva d'aver perduto la sua anima.

Quella di Yara sarebbe, comunque, una restituzione, una seconda vita. Come il bimbo di Milano, prepotentemente venuto al mondo contro ogni fatalismo. E, per chi la tiene innaturalmente segregata, l'esempio del "samaritano" redento non costituirebbe un riscatto e, anch'esso, una rinascita?

Lo scorso anno abbiamo salutato senza rimpianti un periodo funesto. Ci si è spalancata davanti una voragine sotto certi aspetti peggiore. Non abbiamo compreso, non lo comprenderemo forse mai, che l'esistenza stessa è vittoria. E continueremo ad attendere, come il "passeggiere" che acquistava "almanacchi" nella celebre Operetta morale del Leopardi, un domani necessariamente, per forza migliore, perché fino ad ora... La vita è insoddisfazione? O non piuttosto cammino?

La vita è quella che ci dà la forza di resistere all'orrido, come Yara e i suoi genitori, che vi pencolano sopra. E che potrebbero sprofondarvi fino a svanire. Ma noi vogliamo prepararci, stavolta, vita. Ti sfidiamo. Perché abbiamo solo te. Malgrado te. Buon anno Yara, buon anno e buona resurrezione, sempre, comunque.

31.10.10

gli animali sono meglio dell'uomo ? quel cane randagio vero amico di Sarah scazzi



Lo scritto d'oggi nasce da una mia incoerenza  con quanto scrissi    recentemente  riguardo al mio rifiuto di parlare   ancora del cazzo d'Avetrana .
Ma   dopo aver : 1) letto  tale lettera , da cui nascerà tale discussone , successiva   a repubblica  di Anna Maria Quattromini aquattromini@tiscali.it :
<< 
Nella  triste vicenda di Avetrana c' è un personaggio di cui nessuno si occupa o, almeno, non tanto quanto meriterebbe. Parlo del cane randagio amico di Sarah, che la seguiva dappertutto e che ancora si preoccupa per la sua piccola amica. Da quel 26 agosto staziona vicino a quel maledetto garage dove, forse, ha visto scomparire la sua Sarah e non l' ha più vista uscire. Lui è lì che aspetta, dovrà pure uscire da lì sembra dirci con questa attesa. L' innocenza di un cane non può entrare nella traviata mentalità umana, nelle perversioni umane. Lui pensa solo alla sua piccola amica. Quanto ci insegna quel cane!
>>
2) l'aver   cliccato   su tale  Url presente  insieme al video sulla mia "comunity" di facebook  ( d'altronde  nelle grandifamiglie , non puoi sempre  imporre la tua linea  , ma devi fare i conti \ tener  conto   anche con il dissenso e con la diversità   degli altri\e  )  dove  riporta  la lettera integrale della mamma  di Scazzi un'appello  di una donna che   è stata  , e   ,  ritornerà a  farlo   vista  la sua riservtezza  ,  lontana da partecipare  ai salotti mediatici  dai media tv  ) fatto nella  trasmissione Matrix (  finalmente    ameno da  questo scorcio   una dele trasmissioni  pacate  in mezzo al  fango  e sciacallaggio mediatico  su  questa  vicenda  )   lo trovate  sotto 


è troppo   importante e significativo  per il suo contenuto  in mezzzo a tanta  spazzatura e fatti  insignificanti  riportati  dai giornali e tv  sul caso  della povera Sarah .
Ma il post  d'oggi  non verte  sul commento  al  tale video e a tale intervento  ( ci sarà tempo  maghari  per parlare  di perdonismo  o perdono  in generale  ovviamente  ) . Quindi  no comment, i motivi li sapete  , non partecipo ai giochi al massacro o  le  " doppie  uccisioni " delle  vittime  e  poi  : <<  (...) cos'altro ti serve da queste vite \ ora che il cielo al centro le ha colpite \ ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.  (...)   >> 
Ecco quindi che preferisco  concentrarmi  Sul primo  fatto .Esso  è  " una continuazione "  dei posta volte  provocatori  di Danny ( alias  per  Danilo Pilato ) uno   degli ex confondatori del blog gemello    che  poi  a causa  d'incompresoni sulla  strada  e sul viaggio    e caratteri che hanno  iniziato a divergere e ad  andare incotrasto lui  dopo quasi  5 anni  ha  fatto cosi  : 
<<
(...)
Abbiamo girato insieme
e ascoltato le voci dei matti
incontrato la gente più strana
e imbarcato compagni di viaggio
qualcuno è rimasto
qualcuno è andato e non s'è più sentito
un giorno anche tu hai deciso
un abbraccio e poi sei partito.
Buon viaggio hermano querido
e buon cammino ovunque tu vada
forse un giorno potremo incontrarci
di nuovo lungo la strada.
(...)
>>  
 citazione musicale  ( videotesto )  beh a volte  capita  come dimostra il film  di cuik sotto riporto il finale  sia  l'omonimo racconto 




  in quanto  a volte penso e  condivido con lui che noi uomini ( intendo a scando d'equivoci   entrambi i sessi ) siamo come  animali nè più ne meno  cosi   siamo stati rapressentati  come   nelle allegorie della letteratura  Greco\ Latina   come  Fedro o questo  brano del filosofo Aristotele  ( e poi medievali  e seguenti  e nella   cultura popolare   ( tipo   lavora  come  una   formica  ,  è un grillo , si comporta come una cicala  , sei  forte  come u leone  , se dormi come un ghiro , ecc  ) .
Oppure  che altre  volte  lo diventiamo  nella  nostra  brutalsu questa pagina del loro sito ità , efferatezza ( vedere    certi delitti o certe vecchie  ma ancora pericolose  ideologie degenerate * ), cinismo , indifferenza   in cui siamo homo hminis lupis  e togliamo fuori , non necessariamente  ammazziamo fisicamente ma  moralmente \  psicologicamente   il peggio (  a volte  è capitato al sottoscritto  nel  suo passato  in cui si toglieva  i pesi dela coscienza    con  la vendetta  ,  a vote  fatta   nel mucchio ed  a casaccio  o peggio per un non nulla  ) di noi dele nostre  bruttezze   fatte dell'abuso dell'istinto e dell'orgoglio . M  allo stesso tempo siamo anche  dolci , teneroni  , mammoni , tanto da  sconfinare  nel nel melenso , stucchevole  , "  buonismo   d'accatto cioè  a tutti i costi con tutti\o   "  , sdolcinato all'eccesso  , ecc .
Inoltre  << L'aspetto umano non implica intelligenza umana e, viceversa, l'intelligenza umana non implica necessariamente che si debba avere un corpo umano. Ai sapienti importa solo
l'intelligenza,  poco essi si curano dell'apparenza,mentre al contrario gli uomini del volgo badano solo all'aspetto esteriore e non si danno pensiero dell'intelligenza".
(Lìeh Tze -  autore  e saggio cinese).>> . La lettura   di un articolo su donna moderna    non ricordo se  sul cartaceo  letto  da qualche parte   o comoprato  (   (  se  in ospedale  o sala d'aspetto dela fisiatra  o  del   o oppure da qualche altra parte magari durante  un viaggio a Sassari  ) oppure  sul sitop dela rivista  stessa , un mediocre  articolo  artiolo doi Donna  moderna  . L'editoriale   il cui titolo  : che meraviglia riscoprirsi animali. , di cui mi ricordo più o meno l'inizio  <<  L’uomo è un animale. Lo diceva Aristotele. E vale ancora oggi. [...] >>  e avanti ad esaltare tutto ciò che c’è di animale nell’uomo, fino alle passioni e agli istinti. Peccato che ( vedere  url prima citato )  Aristotele dicesse altro ingfatti dai miei ricordi  di studente  liceale  prima  e poi uiversitatio  egli  utilizzava la famosissima formula del “zoon politicon”, ossia l’uomo è un “animale politico” – è uomo solo all’interno di un organismo politicamente organizzato (come una polis, ad esempio).
Complimenti a Donna Moderna, nella speranza che le sue lettrici, sul filo dell’ignoranza ed  immprecisioni  dell'articolo  (  consapevoli o  incosapevoli  che  siano )  che assorbono, possano evitare di intralciare le persone che invece la testa la usano o almeno ci provano . che, forse, è un tantino differente. O no? .   secondo il parere del sottoscritto l’articolo di Donna Moderna è sintomatico e dice tutto sulla nostra società d’oggi. Si cercano emozioni forti, non si cercano più ideali alti. Troppa fatica. E chi ce la fa fare?!? .

Conludo questo post  con le note in sottofondo  radiofonico  di  un battito animale di rafe con  per chi volesse  approfondire tali tematiche   ecco  una bibliografia parziale    degli amici del http://www.uaar.it  ( unione atei  agnostici razionalisti  ) 
  • Desmond Morris. L’animale uomo. Una visione personale della specie umana (titolo originale: The Human Animal). Mondadori, Milano 1994, pp. 224, € 14,46. ISBN 8804451467
  • Massimo Recalcati. Sull'odio  B. Mondadori, ©2004.
  •  Dal dolore alla violenza : le origini traumatiche dell'aggressività / Felicity de Zulueta. - Milano : R. Cortina, 1999. - X, 388 p. ; 23 cm.((Trad. di Cristiana Pessina Azzoni.
  • L'aggressività femminile / Marina Valcarenghi. -Milano : B. Mondadori, [2003].
  • Maschi bestiali : basi biologiche della violenza umana / Richard Wrangham, Dale Peterson ;introduzione di Enrico Alleva e Francesca Matteucci. – Roma :Muzzio, [2005].
  • L''aggressività : psicologia e metodi di valutazione / Carmelo Masala,Antonio Preti, Donatella Rita Petretto. - Roma : Carocci, 2002. - 238 p.
  • Gli dei dentro l'uomo : una nuova psicologia dell'uomo / Jean Shinoda Bolen. - Roma : Astrolabio, 1994. - 328 p.
  • L'empatia / Edith Stein ; a cura di Michele Nicoletti ; presentazione di Achille Ardigo.- 4. ed. - Milano : Angeli, 1999. - 202 p.
  • Saggio sull'uomo : introduzione ad una filosofia della cultura umana / Ernst Cassirer. - Roma : Armando, stampa 1996. - 431 p. ; 22 cm. ((In appendice: Lo strutturalismo nella linguistica moderna ) .
  • Uomo, natura, mondo : il problema antropologico in filosofia / Riccardo Martinelli. - Bologna : Il mulino, [2004]. - 339 p.

  e altri che trovate  qui  su questa pagina del loro sito

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...