29.12.10

Resistere è esistere

Pubblicheremmo il seguente video senza alcun commento. E, in effetti, ne merita pochissimi. Nient'altro, niente altre che lei, lei, lei. Yara. Non è tornata a Natale, ma l'anno si apre vasto, lungo, interminabile, e speriamo che invece rimpicciolisca, per silenziare questa prolungata agonia. Nelle parole del padre, nella composta e devastata mutria della madre, ancor più eloquente, riecheggia esplosivo quel grido di Giobbe da noi evocato qualche giorno fa. E si comprende che quelle domande, quelle pretese diremmo, non sono rivolte ai rapitori, ma molto più in alto. Molto più definitive.

E chissà che non avvenga poi davvero, il miracolo, come suggerivano gli amici d'un Giobbe contemporaneo, quello immortalato nel romanzo di Joseph Roth. Oggi Dio fa miracoli modesti, perché la gente non gli crede più e da lui non si aspetta nulla. Ma, similmente ai compagni della Bibbia, anche il loro consiglio si era poi dimostrato ingannevole. Dio agisce grandemente ancor oggi, vuole gli uomini, ma non dipende da loro.

A Milano un bimbo cingalese è nato da una donna in coma. Prodigio della scienza, e quindi dell'uomo che ha saputo mettere a frutto il dono divino dell'intelligenza rivelata. Questa nascita è stata triplice dono. Per la donna, che è potuta tornare nel seno del Padre; per il padre naturale, cingalese, che ha subito acconsentito all'espianto degli organi della moglie allo scopo di salvare altre vite umane. Per l'umanità tutta, che non è ancora stanca di sorgere e di confidare nel futuro. A Lucca, un rapinatore e omicida pentito si è consegnato spontaneamente alla polizia. Non rischiava nulla, ma "si sentiva solo". Possedeva il mondo intero, ma avvertiva d'aver perduto la sua anima.

Quella di Yara sarebbe, comunque, una restituzione, una seconda vita. Come il bimbo di Milano, prepotentemente venuto al mondo contro ogni fatalismo. E, per chi la tiene innaturalmente segregata, l'esempio del "samaritano" redento non costituirebbe un riscatto e, anch'esso, una rinascita?

Lo scorso anno abbiamo salutato senza rimpianti un periodo funesto. Ci si è spalancata davanti una voragine sotto certi aspetti peggiore. Non abbiamo compreso, non lo comprenderemo forse mai, che l'esistenza stessa è vittoria. E continueremo ad attendere, come il "passeggiere" che acquistava "almanacchi" nella celebre Operetta morale del Leopardi, un domani necessariamente, per forza migliore, perché fino ad ora... La vita è insoddisfazione? O non piuttosto cammino?

La vita è quella che ci dà la forza di resistere all'orrido, come Yara e i suoi genitori, che vi pencolano sopra. E che potrebbero sprofondarvi fino a svanire. Ma noi vogliamo prepararci, stavolta, vita. Ti sfidiamo. Perché abbiamo solo te. Malgrado te. Buon anno Yara, buon anno e buona resurrezione, sempre, comunque.

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