lasciamo ikn pace monicelli e facciamo silenzio

Non soltanto i "puffi" del giornalismo e della politica, si sono avventati sul gesto di Monicelli trasformandolo chi in un inno all'eutanasia e chi un gesto vigliacco ed un offesa alla vita, strumentalizzandolo politicamente per esaltare o esecrare l'argomento del momento: Il fine vita.
Sandro Bugialli, due giorni fa, ha scritto un bellissimo articolo, non il solito coccodrillo pronto nel cassetto da mesi e mesi. Ha raccontato il Monicelli che ha conosciuto, l'uomo che stimava e ammirava e del quale rispetta l'ultima scelta.
Ha raccontato lo spirito dell'uomo, che è tutto raccolto in Amici miei e... qualcuno ci ha letto un invito al suicidio, un'arresa alla vita, una vigliaccata, quasi un'istigazione al suicidio.
L'uomo, la sua vita, le sue opere, il suo spirito, la sua volontà di non lasciarsi sconfiggere neppure dalla malattia, sono passate in secondo piano. Hanno usato il suo ultimo gesto sfruttandolo meschinamente e strumentalizzandolo ognuno per o contro il proprio credo.
Lo trovo nauseante.  Ed  proprio questa mia nausea  che mi ha spinto  a scrivere  per la seconda volta   ai ,termine che  abborro  pro lfe  , sia  a quelli dell schieramento opposto
Non c'è altro da dire. Tutti dovrebbero tacere e riguardarsi Amici miei. Forse comprenderebbero istituito la Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi, facendola cadere proprio nel giorno della definitiva morte di Eluana Englaro. Così che quel 9 febbraio 2009 venga trasformato da affermazione dello stato di diritto, della democrazia, della laicità dello stato nella sacralizzazione della pro-vita da stato vegetativo.
Vi chiedo d'evitare come dice  sofri nell'articolo del 2  divcembre   2010   che trovate qui  o  qui oppure in png  sotto


 Fra  i tanti articoli   ccritici  contro  questa  strumentalizzazione   questo botta  e risposta  fra un lettore   e il giornaista  Giann Morandi   ( da non confondere  con il  cantante  ) di   http://club.quotidiano.net/

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(..) Il regista era una uomo malato che ha fatto una scelta come fanno purtroppo e non raramnemte malati che si trovano nella condizione di non avere più una speranza. In un caso come questo mi aspetterei il rispetto con il silenzio e non il clamore come fosse un bel gesto da imitare. O forse si vuole usare Monicelli per fare propaganda all’eutanasia? Dario Barone, Milano

SONO D’ACCORDO con lei, l’hanno buttata in politica, è diventata la polemichetta del giorno tra i banchi della Camera e il Tg 3 ci ha aggiunto il predicozzo per dire che il grande Monicelli è uguale al grande Fazio che parla di eutanasia. Nell’ascoltare il Presidente della Repubblica si è colto nella sobrietà del ricordo di Monicelli una condivisione dei valori ma allo stesso tempo una distanza siderale dalle argomentazioni degli ometti piccini e furbi che si sono intrufolati nel caso. Ometti sia di spettacolo che di politica che parlano di cose più grandi di loro. Qui conta solo il gesto, non la giustificazione dello stesso o la sua celebrazione. Chi vuol trasformare tutto in puntata di Annozero non ha capito nulla. La fine di Monicelli non è da imitare, è solo la scelta di un uomo, che si è preso la libertà di fare quel che altri ritengono un’offesa a Dio e altri ancora il doloroso ma inevitabile caso limite di chi rivendica una libertà senza contropartita. E non chiede di essere imitato.

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Ora  voi mi direte ma non se ne puo' liberamente parlare  ? certo  non si poteva rimanere in silenzio su questa morte annunciata, ma   non strumentalizzarla    ed  usarla   a proprio   scopo   .
Monicelli è stato un grande intellettuale ateo ed ha concluso la sua vita così in un momento di sconforto o  chi sà quale altro motivo  ,nei suoi film guardava la realtà con amarezza ed ironia.non si deve , come ripetevo prima , strumentalizzare il suo gesto,ma parlarne sì,perchè gli uomini vogliono capire il senso della vita e ancora non lo trovano.
Concludo con :

1) una  dmanda    continuo a chiedermi perché i bravi pro-life (quelli che gridano "assassino" al povero Beppino Englaro e rifiutano il funerale a Welby) non si preoccupano con lo stesso accanimento delle altre persone ammalata che, invece, vorrebbero vivere e non se lo possono permettere?   l
 2)  o so che  l'ho copiato da sito  di   una mia amica   compagna  di viaggio  quelo che saròà speriamo il più tardi possibile l mio testamento biologico

Credo in Dio

ma non in chi, nel nome di Dio, mi toglie la libertà di pensiero e la dignità.
Accetto dalla mano di Dio la vita e la morte, ma rifiuto chi vuole impormi come vivere e come morire.
So che la mia vita non mi appartiene, ma non voglio affidarla alla scienza o ad una religione.
Scelgo la compassione e la misericordia, e non solo quando convengono alle mie ideologie.
So che la sofferenza è spesso inevitabile, ma mi sgomenta chi, pur con buone intenzioni, condanna il prossimo a mali interminabili e senza senso
Credo che la vita sia relazione, attività, emozione, coscienza, volontà; e nessuna macchina potrà mai pensare, decidere, interagire per me.
Rifiuto ogni forma di vita artificiale, finta, inconsapevole e senza speranza.
Diffido di chi, in nome della vita, mi condanna ad una infinita agonia.
Ho orrore di chi - medico o sacerdote - vuole sperimentare sulla mia pelle il suo desiderio di onnipotenza.
Credo che la morte sia sacra quanto la vita, e che ognuno abbia il diritto di vivere e soprattutto di morire con dignità.
Chiedo che il mio corpo sia curato da vivo, e non  conservato quando è già cadavere.
Non conosco l'ora della mia morte, ma voglio che, quando sarà giunta, nessuno mi impedisca di tornare a Dio.
«Laudato si', mi' Signore,
per sora nostra morte corporale
da la quale nullo homo vivente
pò scappare»
                (Francesco d'Assisi)



 3 )   ed  ultimo  una provocazione   per " pro life "  ( lo so che abborro tale termine ma non so come definirli ) soprattutto quelli più estremisti  faccio questa  provocazione : <
 visto che 




Pena di morte, dossier sull'Italia: unico fornitore del farmaco per le iniezioni letali

 Potrebbe essere prodotto solo in Italia il farmaco usato nelle esecuzioni letali negli Usa. La Hospira spa, un'azienda farmaceutica con base a Liscate (Milano), sarebbe stata incaricata dalla casa madre americana, con base in Illinois, di produrre il Sodium Thiopental, noto come Pentotal, da destinare alle esecuzioni negli Usa. Lo denuncia il dossier "Commercio letale", presentato oggi da Nessuno tocchi Caino e da Reprieve, organizzazioni che si battono contro la pena di morte. Il Pentotal - si legge nel dossier - è il barbiturico presente in tutti i protocolli di iniezione letale negli Usa: in quelli con tre farmaci costituisce il primo passaggio e nei protocolli basati su un unico farmaco è proprio quello previsto.
 con questo  è tutto 

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