Il natale s'avvicina parte I [ e le polemiche nelle scuole presepe si presepe no ]

Il natale s'avvicina parte I [ e le polemiche nelle scuole presepe si presepe no ]

Natale  s'avvicina  e ci risiamo, largo al politically correct che sa tanto di stupidità à la page . Infattoi come  ogni anno ( che  palle,   scusate il termine   ma quando ci vuole ci vuole   )  iniziano le  polemiche su certe  scuole  che  non fanno  decorazioni o canti  religiosi per  non offendere  i ragazzi dele altre religioni  .  Purtroppo  la  cosa  non è gradita e la  reputano  come una  forzatura   perfino dalle stesse comunita Mussulmane  presenti nel nostro paese . Essi, i  sono i primi ( dovremo imparare da loro  ) a non sentire il buisogno  di cancellare   la celebrazione di tale festa  e le  sue tradizioni annesse : << Per  noi --- spiega  Yunus di Stefano portavoce della Coreis ( Comunita Religiosa Islamica  Italiana  a repubblica del 16\12\2010 ---- il natale  è  un occasione  di scambio e di conoscenza  reciproca . La mente dei bambini  delle scuole è aperta ,ed  è bene che resti tale , senza creare  barriere  inutili. Troppo spesso poi  si  dimentica  che  se  anche  per l'Islam , Gesù non è figlio di Dio , egli non soltanto è riconosciuto come profeta, ma coem figura   relòigiosa  di grande  importanza  . Non siamo noi , insomma , a polemizzare contro il natale   a scuola . Se poi i bambini d'origine cristiana  impareranno cos'è il  ramadam tanto meglio. >>

Ora mi chiedo perchè  togliere bambini ( indipendentemente  dala fede  regliosa  o atea    ) il gusto  di festeggiare  il natale  con decorazioni sacre   o profane ?

Secondo  me  è appunto  un grave errore  . Come lo è secondo anche certi cattolici   illuminati  ( vedere nell'archivio del  blog di splinder   i post    su tale argomento che  ho scritto gli anni passati  fra  novembre  e  dicembre   ) . << Quel che ci serve  -- spiega  Ugo perrone docente  di   filosofia delle religioni all'università  del Piemonte orientale  ed inventore  di uno dei primi calendari etnici ---  è una cultura  dell'accoglienza  , non la rimozione degli aspetti  autentici  e profondi  come il cristianesimo  è  tutt'ora in Italia  . Non è cosi che si diventa  più tolleranti --- ma  una tolleranza  negativa  o forzata  secondo me --- serve  semmai che nele scuole tutti  conoscono la storia ed il significato dele principali  ricorrenze religiose   di tutte le comunità  effettivamente presenti  ijn quella realtà >> .Ma   questo  ancora i nostri politicanti (  pseudo  o veri cattolici che siano  , ministro dell'istruzione   compreso ) non l'hanno capito  e  s'ostinano  a richiudersi  nella  loro torre d'avorio  e da li ad  imporre  a gli altri l'obbligatorietà  della  religione cattolica  nella  scuole  , il boicottare  chi se  sceglie  di non volerla  fare  ,  se  invece facessero anzichè  in tale ora  uno studio  di  storia  e  cultura dele religioni  e di come ciascuna d'essi   affronta l'etica  e la morale   , avremo meno  rigurgiti  xenofobici , caccia alle streghe o al capro espriatorio  verso gli  immigrati , e saremo  un paese  veramente   tollerante e multietnico e la politika   e sarà realmente   al passo  dei ca,mbiamenti che vengono dal basso cioè dalla politica  . Visto  che  si  vietano  tali celebrazioni propongo ( ovviamente  in senso provocatorio  ) un simbolo  unico  la  cacchina di natale ( Mr. Hankey Christmas PooP - SouthPark)



con questo  è tutto alla prossima

in chiusura  del post  apprendo    questa  bella  news  da repubblica online  d'oggi 16\12\2010

L'asilo multietnico ci ripensa
la festicciola di Natale si farà

Il Comune bacchetta la preside che l'aveva soppressa. L'assessore Moioli: "E' un'occasione
per integrarsi". Ma le canzoncine saranno laiche e senza alcun riferimento a Gesù Bambino

di FRANCO VANNI
La festa di Natale per bimbi e genitori si farà. A comunicare la marcia indietro della scuola materna comunale di via Forze Armate 59 — che aveva annullato la tradizionale “canzoncina natalizia” a causa dell’alto numero di studenti con famiglie non cristiane — è l’assessore comunale all’Educazione, Mariolina Moioli. «Ho contattato i vertici della scuola e si è deciso che la festa sarà fatta — dice l’assessore — ritengo che, a prescindere dall’appartenenza religiosa o culturale delle famiglie, chi vive nella comunità abbia diritto a partecipare pienamente alla nostre tradizioni. E la festa di Natale è un’ottima occasione di integrazione per bambini e genitori».
A chiedere alla direttrice che la festa fosse fatta è stato sin dall’inizio un gruppo di mamme, «in maggioranza laiche e per nulla razziste», come tengono a precisare. La scuola, dove un quarto dei 175 bambini è figlio di genitori stranieri, aveva spiegato con una lettera le ragione dell’annullamento della cerimonia, votato a maggioranza dalle maestre. «Nella scuola c’è la presenza di un’alta percentuale di bambini appartenenti ad altre culture e religioni — si legge nell’avviso — e di stranieri appena ammessi alla frequenza, che non parlano neppure italiano». Il collegio dei docenti aveva così deciso di non fare cantare le canzoni di Natale ai bambini di fronte ai genitori, ma tutt’al più durante una festicciola “a porte chiuse” fra di loro. Una scelta motivata anche dal possibile disagio che, a detta delle maestre, avrebbero potuto vivere i bimbi più piccoli, iscritti già a 2 anni e mezzo o quelli i cui genitori non avrebbero potuto essere alla festa per ragioni di lavoro.
Il responsabile Scuola del Pd lombardo, Marco Campione, è critico nei confronti del Comune: «Siamo contenti che la festa ora si faccia — dice — ma la Moioli anziché dare lezioncine di integrazione dovrebbe trovare le risorse necessarie alle scuole per integrare davvero i bambini stranieri». Non è ancora noto il giorno in cui le mamme saranno invitate in aula per sentire i bimbi cantare. Di certo, invece, le canzoncine natalizie scelte saranno “laiche”: incentrate su renne e Babbo Natale, senza riferimenti a Gesù Bambino. La stessa scelta è stata fatta la scuola elementare Radice, in via Paravia, dove i bimbi italiani sono appena 6 dei 98 iscritti. La festa, a cui prenderanno parte anche i genitori, lì si farà venerdì. «Della scuola di via Paravia purtroppo si è spesso parlato come di un “istituto ghetto” — dice Diana De Marchi, consigliere provinciale del Pd — il fatto che invece si festeggi il Natale, tutti insieme e in modo ragionato, prova lo sforzo delle maestre di creare un laboratorio di integrazione».

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