Anche nel carcere della mia città la scorsa settimana è avvenuto un tentativo di suicidio fortunatamente evitato dalla prontezza delle guardie .
La cosa sembra passata li , in quanto in Italia , ne avvengono diversi al mese , ma Sull'unione d'oggi 16\12\2010 abbiamo modo di leggerne le motivazioni
Tempio.
Ha affidato al giornale un messaggio per la bambina dopo il suicidio sventato dagli agenti Lettera di un detenuto alla figlia:addio, non posso vederti crescere
di Caterina De Roberto
Anche un padre può sbagliare. E quando sbaglia, e tanto, si fa più male. Michele (nome falso che protegge sua figlia e la disperazione che l'ha spinto a tentare il suicidio) non è un santo. Ha un curriculum vitae che l'ha portato in diverse carceri sarde: Buoncammino, San Sebastiano, Macomer, La Rotonda. Ed è qui, all'ultima tappa, dopo aver bruciato con un furto la chance dell'affidamento ai Servizi sociali, che ha deciso di farla finita. Impiccato. L'hanno salvato appena in tempo quando già credeva di aver chiuso i conti con un'esistenza complicata.
Ha ripreso a respirare, condizione necessaria ma non sufficiente per vivere. E ora ci tiene a far sapere al mondo che non è stato solo un attimo di disperazione. Che nella vita non vede più speranza. E così - mentre viene guardato a vista dalla polizia penitenziaria che cerca di salvarlo da se stesso - ha preso carta e penna e ha scritto al giornale. Affidando a qualche colonna in cronaca una lettera per sua figlia.
Sul giornale c'è già finito tante volte. Ora vuole scegliere lui. «Vorrei - scrive - che nel vostro prossimo articolo ci fossero scritte queste parole». Parole pensate per una bambina di tre anni: «Papà non riesce a starti lontano, a non vederti crescere e ad aiutarti a crescere, ma sappi una cosa che anche se io non ci sono più per un fatto mio di egoismo che non ho più voglia di soffrire io ti voglio bene e non so descrivere quanto, ma papà deve andare via da tutto questo, scusami ma da lì sopra sono sicuro che ti sarò sempre vicino».
Non è un giglio Michele, ma neppure un criminale di alto profilo. Per questo era stato affidato ai Servizi sociali, in un tentativo di recupero. Ma il mondo fuori dalle sbarre, senza lavoro e con una figlia da crescere, non è troppo ospitale per quelli come lui. «La situazione che ho trovato fuori - racconta nella lettera - non è stata facile perchè non riuscivo a trovare lavoro e la mia situazione economica non mi permetteva e tuttora non mi permette di andare avanti specie ora che ho una figlia».
Così Michele, che è originario di un paese della provincia di Cagliari, è tornato in Gallura dove stanno la compagna, anche lei disoccupata e la figlia. Lo fece anche un'altra volta, due anni fa, evadendo dal suo paese e facendosi inseguire dai carabinieri con l'elicottero e da una certa propensione a cacciarsi nei guai. E nei guai ci si è ficcato ancora, fino al collo, quindici giorni fa. Un furto in un bar, liquori, pasta e qualche arredo. I carabinieri ci hanno messo poco a scoprirlo. Ha patteggiato venti mesi di carcere ed è tornato alla Rotonda. Fine del tentativo di riscatto. Tre giorni dopo ha provato a mettere fine anche alla sua vita.
Quando l'hanno arrestato ha detto che ha rubato per sopravvivere. E ora, mentre scrive in cella, prova a spiegare, con una scrittura intensa che fa dimenticare qualche errore di forma: «Non volevo fare un altro reato ma la disperazione è stata tanto eccessiva e non ho trovato alternativa. Ora il mio pensiero è quello di essere un fallito, di essere rovinato, di non poter dare un'alternativa a mia figlia e di non voler più soffrire. Ora mi trovo piantonato a vista, dalle guardie, come se questa fosse la soluzione a tutti i miei problemi, ma non è così, io volevo solo una vita diversa, con un lavoro, crescere mia figlia e mettermi alle spalle i piccoli errori che hanno creato solo sofferenza». Non sarà la sorveglianza a salvarlo da se stesso e a dargli una ragione vera per vivere: «Può sembrarvi da deficienti ma io veramente non riesco più a continuare così, spero sia un bel Natale per voi». Fuori dalla cella le feste e le luci e i regali, tutto quello che rende più dura da mandar giù ogni solitudine
Che tristezza, come viviamo noi esseri umani, sempre tutti presi da chissà che cosa, ma non siamo in grado di aiutare il nostro vicino...Cosa si puo' dire davanti a tanta tristezza? possiamo solo dire che dobbiamo ( sotto scritto compreso ) vergognarci di lamentarci quando non abbiamo ilcappotto nuovo e le scarpe alla moda e non siamo capaci di rinunciare al superfluo che spesso abbiamo ! . Ma soprattutto pensare Trovare lavoro di questi tempi, in cui rischia di perderlo anche chi ce l'ha, non è facile, soprattutto se ci sono precedenti penali, e le situazioni psicologiche non sono delle più rosee. Penso invece che tutti noi potremmo fare qualche cosa, come semplicemente donare un po' di calore umano, una parola di conforto e incoraggiamento, di fiducia verso qualcuno in cui nessuno più crede. Poi è logico che autonomamente anche i più disperati devono rimboccarsi le maniche. Il mio vicino è la persona che mi passa a fianco, che incontro sul mio cammino, che venga da dietro l'angolo, da Cagliari o da qualunque altro posto del mondo e che casi come quello successo a luglio foggia dove <> qui la news e qualche giorno fa a trani dove un camion carico di pasta s'è rovesciato
è la gente ne ha approfittato per accaparrarsene un po' come potete vedere da questa foto
Dalla vicenda di cu si parla ne post è nata in fb un interessante discussione nella quale io , di solito molto logorroico e prolisso ho solo fatto questo intervento
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Minù Meloni Scusate ma nessuno mette in dubbio l'efficienza del carcere??...a cosa serve ingabbiare qualcuno? Sapete quanti suicidi o meglio omicidi capitano in carcere? Pensate che 4 mura aiutino a migliorare o a riflettere su eventuali e discutibilissimi errori??
circa un'ora fa · · 1 personaCaricamento in corso... ·
Marianna Bulciolu Il carcere dovrebbe avere una funzione rieducativa ,ma da noi e' solo punitiva e cara Minu'hai ragione i suicidi, e delle volte presunti tali,sono aumentati in modo esponenziale.
circa un'ora fa · · 2 personeCaricamento in corso... ·
Minù Meloni l'integrazione dovrebbe avvenire prima...se la società avesse un equilibrio probabilmente ci sarebbero meno "reati", è il sistema a sputare fuori certe realtà che crea...e allora non esistono colpevoli per me...in carcere dovrebbe andare solo chi ha il coraggio di giudicare, quelli che in un gioco per adulti con maschere, mantelli e martelli di legno, decidono della vita altrui, mentre pensano magari a cosa mangeranno a pranzo..
circa un'ora fa · · 2 personeCaricamento in corso... ·
Silvia Galleri Sicuramente Minù ha ragione, se la società fosse più equilibrata...ma purtroppo non lo è, e l'esempio che abbiamo ad alti livelli non aiuta.
circa un'ora fa · · 2 personeCaricamento in corso... ·
Patrizia Mureddu
penso alla disperazione di questo padre e di tanti altri che non hanno la possibilità di mantenere dignitosamente i propri figli e immediatamente, mi vengono in mente le immagini di due giorni fa a Montecitorio. . che schifo...
Ma nel fratt...empo che il governo non governa, noi possiamo far qualcosa. A volte basta poco per alleviare la disperazione di una persona che non ha nulla. Cosa ne dite di creare un'associazione che raccolga fondi per dare una mano a tutta questa gente? Magari non potremo aiutare tutti e neppure risolvere tutti i loro problemi, ma se riuscissimo ad aiutare anche una sola famiglia, sarebbe già qualcosa.Mostra tutto
Ma nel fratt...empo che il governo non governa, noi possiamo far qualcosa. A volte basta poco per alleviare la disperazione di una persona che non ha nulla. Cosa ne dite di creare un'associazione che raccolga fondi per dare una mano a tutta questa gente? Magari non potremo aiutare tutti e neppure risolvere tutti i loro problemi, ma se riuscissimo ad aiutare anche una sola famiglia, sarebbe già qualcosa.Mostra tutto
circa un'ora fa · ·
Maria Alìas Ambrosini anche questo e' un compito che il comitato cittadino potrebbe svolgere, si potrebbe proporre un'iniziativa del genere e vedere come portarla avanti.......
circa un'ora fa · · 1 personaA Patrizia Mureddu piace questo elemento. ·
Patrizia Mureddu @ silvia: hai sicuramente ragione. La prima cosa è sicuramente il rsipetto e la considerazione che queste non persone non ricevono, ma è anche vero che in questo momento hannno un forte bisogno di aiuto economico. C'è tantissima gente che non ha i soldi per mangiare
circa un'ora fa · · 1 personaA Adry Alìas piace questo elemento. ·
Silvia Galleri
Si, Patrizia, ma per queste cose penso già intervenga la Caritas e i Servizi sociali. Almeno qui a Tempio. Secondo me ci sarebbe bisogno di un circuito virtuoso di riabilitazione, e certamente il lavoro, oltre ai soldi per campare, dona dig...nità e motivazione personale. Sinchè non si trova quello ci sarebbe necessità di calore umano. Penso ad un amico di tanti anni fa, persona di gran cultura e intelligenza, purtroppo disoccupato storico. Ha perso dei treni, ed ora quando lo incontro, sembra il fantasma di se stesso. Ci scambio due parole, gli chiedo come và. Lui mi risponde : . So che è solo, non ha più nessuno, la sua compagnia è la bottiglia. Avrebbe bisogno di un'opportunità, ma nelle condizioni psicologiche in cui si trova, non penso che ci sia qualcuno disposto a dargliela. Che possiamo fare? I soldi sono un momentaneo tappabuchi, queste persone dovrebbero essere aiutate a camminare con le loro gambe. Devono diventare autonomi.
Giuseppe Scano grazie per avermi ispirato un post sul mio blog dove ho citato le vostre discussioni. Un esempio di come il problema carcere non si risolva con l'indulto generalizzato o con la costruzione di nuove strutturepochi secondi fa a ·
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Concludo con questa citazione tratta dallo scritto per smemoranda 2011 d Enrico Bertolino in " che bella giornata sarebbe se .... " : << IL giorno perfetto non esiste lo sappiamo tutti quanti dall'epoca di quel pirla d'Adamo .(...) A una cosa , comunque , nessuno di noi rinucia : alla SPERANZA ( in miuscolo nel resto originale ] >>
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