17.12.10

ma allora è proprio vero che The Times They Are a Changin' news da Londra e dall'Italia

la prima news  è  questa e viene dallo spocchiosi  e de politici  .
Ho sempre detestato  le  news  ( se  cosi si posso chiamare  provenienti da tale mondo ) ma a volte  capita   come la news  che  riporto sotto  che da tale ambiente  dorato e frivolo provengano  dei cambiamenti  notevoli ed  aperture mentali   interessanti anche   non profonde ( in  questo caso  sarà la storia  a dirlo )  e vere  , ma  solo  tanto  per   fare  parata

 unita  online del  17\12\2010

Clamoroso a corte, William e Kate
non invitano Obama alle nozze

kate e william
Sembrava dovessero essere gli ospiti d'onore in grado di condizionare persino la data delle nozze, e invece non sono stati nemmeno invitati: Barack e Michelle Obama non saranno al matrimonio del principe William e Kate Middleton ad aprile prossimo. La ragione, hanno rivelato alcuni funzionari di corte, e' che non essendo William l'erede diretto al trono, non si trattera' di un evento di Stato e per questo motivo gli sposi preferiscono invitare ''gente comune'' al posto dei rappresentanti di varie nazioni del mondo.
Secondo il Daily Mail tuttavia, alcuni capi di stato, forse il presidente francese Nicolas Sarkozy e la moglie Carla Bruni, verranno inclusi nella lista degli invitati. ''Certamente non tutti i capi di stato verranno esclusi. Stiamo ancora stilando la lista e potrebbe ancora cambiare ma per come stanno le cose'', ma ''al momento e' vero'' che gli Obama non sono stati invitati, ha detto un funzionario al tabloid. Anziche' trasformare le sue nozze in un complesso e costoso grattacapo per la polizia - proprio per ragioni di sicurezza gli Obama non si erano gia' recati al matrimonio di Chelsy Clinton quest'estate - invitando una miriade di vip e politici, William vuole riempire i banchi dell'abbazia di Westminster con le persone che lavorano con le ben 21 associazioni di beneficenza che hanno il suo patrocinio, in una vero ''matrimonio della gente''.
Consapevoli che in un periodo di tagli e crisi economica ostentare opulenza sarebbe sbagliato, William e Kate avrebbero scelto come modello della loro cerimonia quella della regina Elisabetta e del principe Filippo, sposatisi nel 1947 in pieno dopoguerra. Anche se il vestito di Kate costera' piu' di 1.200 sterline e non verra' pagato con i tagliandi dei razionamenti come quello di Elisabetta, di certo non sara' come quello indossato da Diana nel 1981, con un interminabile strascico che cadeva lungo le scalinate della cattedrale di St Paul.
Un segnale di come Kate stia gia' entrando a far parte della famiglia reale e' arrivato ieri con la sua presenza al pranzo pre-natalizio che la regina ogni anno organizza a Buckingham Palace, al quale prendono parte solamente i membri del clan Windsor, circa una cinquantina in tutto, dai quattro figli di Elisabetta - Carlo, Anna, Andrea e Edoardo - ai cugini e nipoti. Kate e William hanno lasciato Buckingham Palace nel pomeriggio a bordo di una limousine in compagnia del principe Harry, che ha da poco rilasciato un'intervista al tedesco Bild in cui dice di essere ''enormemente felice'' per le prossime nozze e definisce la fidanzata del fratello ''la sorella che ho sempre sperato di avere''. Harry oggi e' finito nuovamente sulle pagine dei tabloid in seguito alle rivelazioni dell'ex babysitter dell'attrice americana Catherine Ommanney. Monica Herrero ha raccontato che nel 2007 l'allora 21enne principe avrebbe avuto una serie di incontro romantici con la Ommanney, piu' vecchia di lui di 13 anni e avrebbe mandato due volte a casa sua un autista a prenderla. 
 
La  seconda   viene  da  un mondo   dei boiardi  di stato  ed  in particolare  dall'ambiente  di  solito  che approva  l'ubbir  tacendo  e  le malefatte (  ovviamente  senza  generalizzare  , parlo anche per esperienza  personale amici e  conoscenti  , esiste  una minoranza    che non ci stà a tale  andazzo ) 
 
 repubblica  online  del 16\12\2010

IL CASO

I poliziotti, la piazza e la legalità sulle forze dell'ordine lo strappo dei finiani

Sul mensile di FIlippo Rossi un dibattito su "Genova 2001. Quella ferita da pensare e da curare". "Rifiuto l'idea della destra poliziottesca. La destra è stato di diritto nemmeno gli agenti possono travalicare i limiti"

di CONCETTO VECCHIO
 
I poliziotti, la piazza e la legalità sulle forze dell'ordine lo strappo dei finiani Gli scontri a Roma
 

RIPENSARE il G8 di Genova. Scardinare la retorica che vuole la destra stare sempre dalla parte dei poliziotti, anche quando sbagliano. Mettere in soffitta il law and order con la bava alla bocca. I finiani compiono un nuovo strappo con uno degli elementi costitutivi della loro identità d'origine: il rapporto con le forze dell'ordine. L'ultimo numero di "Caffeina", il mensile diretto da Filippo Rossi - che esce proprio nei giorni in cui Roma è teatro della guerriglia Black bloc - ospita una tavola rotonda su "Genova 2001. Quella ferita da ripensare e da curare", alla quale hanno partecipato Carlo Bonini inviato de La Repubblica, Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it e Luciano Lanna, vicedirettore de Il Secolo d'Italia. Inoltre il magazine contiene un lungo articolo di Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, morto dopo i maltrattamenti subiti dopo un arresto, nella quale ricorda che "ci sono stati tentativi di difendere a prescindere l'operato delle forze dell'ordine: penso all'intervento del sottosegretario Giovanardi, lo stesso che aveva definito mio fratello 'larva umana'". Proprio Gianfranco Fini lo scorso 15 novembre ha voluto presentare a Montecitorio il libro di Ilaria, ringraziandola per non essere andata via dall'Italia.
Per Filippo Rossi il G8 fu "un dramma nazionale". E fa suoi i dubbi sollevati da un poliziotto anonimo, raccolti nell'ultimo libro di Bonini, Acab (Einaudi), dopo che il vicequestore Michelangelo Fournier parlò di "macelleria
messicana": "I colleghi che gridavano Sieg Heil ci fanno vergognare o no? I colleghi che avrebbero minacciato di stupro le signorine antagoniste meritano la nostra esecrazione o no? I colleghi che si accanivano con trenta manganellate sul primo che passava senza sapere se era solo solo un povero illuso pacifista o un violento vero, hanno sbagliato o no? La collega che al telefono con il 118 di Genova, riferendosi alla Diaz, parla di 1 a 0 dimostra di essere intelligente?". Ecco, dice Rossi, "queste domande una destra legalitaria, costituzionale e libertaria non può non farsele. E non può non rispondere, senza zone grigie. Verità e legalità devono essere uguali per tutti, come la legge. Perché non è possibile che in uno Stato di diritto ci sia qualcuno per cui questa regola non valga: fosse anche un poliziotto, un carabiniere, un militare, un agente carcerario. Non può esistere una terra di mezzo in cui si consente quello che non è consentito. Parlare di Genova, a quasi dieci anni di distanza, dunque è parlare di legalità".
E' un cambio di passo doppiamente significativo se si considera che Fini, allora vicepremier, trascorse le ore drammatiche degli scontri nella sala operativa della questura di Genova. Lanna questa nuova visione la declina così: "Io rifiuto l'idea di una destra poliziottesca, la destra è Stato di diritto, rispetto delle regole e delle persone. Quando le forze dell'ordine le travalicano allora negano la destra". "L'unica parte giusta - compendia Rossi - è quella della ricerca della verità".



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