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21.4.18

Elisa, ragazza sarda che ama la campagna: ecco chi è la bella pastora che ha invaso la rete


Da quando le sue foto sono apparse sui social hanno fatto il giro del web. La bella pastora di Serdiana a soli 19 anni ha scelto un mestiere sicuramente non facile ma che porta avanti grazie alla sua grande passione per gli animali .
Elisa Piga, una giovanissima  ragazza di Serdiana che di mestiere fa la pastora. Niente di strano,per  noi  sardi   Quello che ha colpito gli internauti più della professione è però la bellezza della ragazza. Molti hanno storto il naso pensando che una giovane di cotanta beltà non potesse svolgere un mestiere così duro, “tipicamente” maschile. Gli stereotipi, duri a morire. Come  testimoniato da   storie  di donne pastore  che  trovate  anche   qui  sulm blog   . 
Elisa Spiga, invece si dedica da tempo agli animali lavorando in una fattoria di Soleminis con il suo fidanzato. Pecore, capre, galline, asini cavalli sono il suo pane quotidiano    e   dalle foto del suo profilo facebook il suo paradiso.
Molti però scrivevano commentando la foto condivisa dalla pagina l’Eco di Barbagia: “È una farsa, non può essere un pastore”. Tra vari commenti anche molti uomini ammaliati dalla bellezza più che dalla bravura della ragazza. Per Elisa fortunatamente anche tanti complimenti per aver scelto un mestiere così duro e sicuramente non facile e che oggi molti giovani della sua età non farebbero mai.Per rispondere agli increduli la giovane pastora ha mandato un altro scatto alla pagina l’eco di Barbagia mentre è intenta a mungere le sue capre “Elisa mi ha mandato questo bellissimo scatto ( foto a sinistra  )  che la ritrae a lavoro con il suo gregge.  Così, giusto per smontare i dubbi di qualcuno!Essere una bella ragazza non significa che non si possa essere un’ottima allevatrice “





ecco la sua  storia    raccontata  da  http://www.youtg.net


CAGLIARI. Diciannove anni, bella e con una enorme passione per la campagna, le sagre paesane e gli animali. Tanto che da tempo lavora nella fattoria del fidanzato, ogni giorno a stretto contatto con il bestiame, con una predilezione per capre e pecore, più di una volta immortalate in selfie caricati poi sui social. 

Elisa-Piga-primo-piano
È la storia di Elisa Piga, 19 anni di Serdiana, secondo tanti l’altro (bel) volto della pastorizia sarda. La sua foto profilo su Facebook la immortala mentre tiene per le corna un caprone, che sembrerebbe per nulla turbato. Qualche giorno fa una sua foto comparsa su Instagram è stata rimbalzata poi su Facebook, con migliaia di condivisioni e reazioni come, per esempio, sulla pagina de L’Eco di Barbagia (con oltre 7 mila like). 
elisa-piga-1
D’altronde, associare una bella ragazza con il ruolo del pastore, da sempre sinonimo di mascolinità fiera e senza fronzoli, non è una cosa che capita tutti i giorni. “Passo le mie giornate a lavorare con gli animali – scriveva lo scorso giugno Elisa sulla pagina di un concorso pubblicato da una rivista femminile
perché il mio ragazzo possiede a Soleminis una piccola azienda con tanti animali (capre, pecore, mucche, cavalli, asini, galline, anatre, maiali, conigli, cani, gatti). Insomma, una bella fattoria e ovviamente con tutto questo bestiame c'è tanto lavoro da fare!! La mia passione è sempre stata quella per gli animali, soprattutto quella per i cavalli, tanto è vero che sfilo a cavallo per le feste paesane”.

20.3.17

Il personaggio del giorno: il pastore che conosceva le stelle. (di Fiorenzo Caterini)

in sottofondo  Voglia di libertà - Pierangelo Bertoli

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 http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2017/03/daniele-carbini-il-mugnaio-filosofo.html

 di 

AUTORE

Fiorenzo Caterini  ( https://www.facebook.com/fiorenzo.caterini

Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna.
da http://www.sardegnablogger.it/


 


Ho conosciuto un pastore che amava osservare il cielo, e attribuire il nome esatto alle stelle, alle costellazioni, ai pianeti. Ricordo che da piccolo osservare il cielo, e individuare l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore, o la stella polare, era una occupazione. Poi più nulla, anche io ho dimenticato dell’esistenza del cielo.
Un tempo, quando non c’era la televisione e neppure i pervasivi dispositivi tecnologici, la gente passava molto del tempo a osservare il cielo. Il cielo era una sorta di immenso calendario che scandiva lo scorrere del tempo, e al quale si attribuivano molteplici auspici e significati simbolici del creato.
Sorrido quando c’è, anche tra gli scienziati, chi non si convince di come le costruzioni della preistoria si basassero sulla posizione di quei meccanismi celesti. E’ normale.
Siamo noi oggi che abbiamo sostituito lo scorrere del tempo reale con quello artificiale, il tramontare del sole con le lancette dell’orologio, le fasi lunari con un calendario appeso al muro.
Tutto questo, mentre discorro di stelle e pianeti con il pastore, mi fa pensare a quanto siamo diventati, in un certo senso, ignoranti.
È un paradosso: nel momento storico in cui la gente non è mai stata così istruita, e in cui si arriva ad accumulare anni e anni di studio, resta la sensazione di una ignoranza di ritorno che supera il nozionismo scolastico.
L’istruzione resta benedetta, per carità, avercene sempre e comunque, e non basta mai. Tuttavia questo legame reciso con le stelle e il cielo, con il vento e l’andamento delle stagioni, con il germogliare delle piante e il verso degli uccelli, con il ciclo delle coltivazioni agrarie e con la competizione tra animali, mi porta a riflettere, e a credere che esiste, nella nostra vita convulsa, una progressiva tendenza alla chiusura del sapere.
Una volta un contadino era certamente ignorante, ma sapeva tutto sulle stelle, sul ciclo delle stagioni, sulle piante e sugli animali selvatici, oltre a conoscere tutto sul suo lavoro. Inoltre, il contadino, che quasi sempre non sapeva leggere e scrivere, aveva un bagaglio enorme di racconti e storie da tramandare.
Lo so, detto così sembra la solita nostalgia del bel mondo antico. Erano tempi duri e oscuri, per nulla piacevoli. No, quello che mi preme di dire è che si potrebbe tornare ad avere un rapporto con la vita reale senza trascurare quella specializzazione, quella separazione dei saperi che ci ha portato lo sviluppo tecnologico, il benessere e una vita tutto sommato comoda, ma che ha prodotto, come effetto secondario, una sorta di estraniazione dal mondo reale.
Quando mostrano quelle interviste a persone di varia estrazione, completamente ignari del mondo, ci fanno sorridere, e pensiamo che magari sono una minoranza. Temo, invece, che quell’ignoranza abbia vinto sull’istruzione obbligatoria, e si sia diffusa, molto di più di quanto si pensi.
Ecco, senza rimpiangere il piccolo mondo antico, terribile e oscuro, il pastore che conosce le stelle può comunque indicare, come la stella polare, la via di una nuova conoscenza, che unisca la necessaria istruzione con un nuovo sapere che non sia per forza quello alienante delle cieche pareti di una casa o del freddo schermo di un dispositivo elettronico.
Tags:astronomiacontadiniIstruzionepastoresaperescuolastelle
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Fiorenzo Caterini

Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna.

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