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29.11.22

[ 10 giorni senza mondiale ] OCCIDENTE E ORIENTE si attraggono e quindi una contrapposizione io non la vedo


canzone  consigliata

Tomorrow Never Knows - the  Beatles   qui  notizie  ed  aneddoti    sulla  canzone  

Oggi  ho visto  anzi rivisto  , visto  con rai replay   puntata  d'ieri  della   trasmissione    alla  ricerca del  ramo  d'oro  (  foto sotto al lato  ) perchè  mentre  guardavo  la  puntata    stavamo facendo l'aerosol  a  gatto ,  la puntata  d'ieri  della  trasmissione   Alla scoperta del ramo d'oro  di   un ottima  trasmissione   di rai  3   Alla scoperta  del  ramo d'oro  uno  delle poche  occasioni  di servizio pubblico in rai .

La  trasmissione  di   Edoardo Camurri insieme a importanti esponenti della cultura italiana  tenta  di rispondere  alla    domande Qual è il ramo d'oro del sapere? Come può la cultura fornire strumenti, concreti, per dare speranza e combattere quello che pare essere un istinto di distruzione ?  Per  volesse la  trova    qui su rai replay
In tale  puntata      si  è provato   e  con buoni risultati   a risalire alle radici della nostra cosiddetta tradizione culturale occidentale per dialogare con la grande sapienza che viene dall'Oriente. Ed  raccontando   i pregiudizi e le fascinazioni reciproche che Oriente e Occidente hanno da sempre avuto l'uno sull'altro, in un gioco di specchi, cercando di capire i diversi modi di conoscere il mondo, che queste due civiltà hanno sviluppato e incarnato. A  farlo    è  stata Grazia Marchianò professoressa di Estetica e di Storia e Civiltà dell'India e dell'Asia orientale all'Università di Siena-Arezzo; curatrice e responsabile del fondo scritti Elémire Zolla. Nella seconda parte   Dal nostro giardino, per la rubrica "I racconti verdi", Alessandra Viola ci parlerà del ficus religiosa, detto anche fico delle pagode, che è considerato una pianta sacra in Oriente per induisti, buddhisti e giainisti. Concordo  in pieno con l'esposizione  della prof  Marchiano  Oriente ed  Occidente  sono   due opposti che  si attraggono   e hanno molte  cose   pur  nella  diversità   cose  in comune   tanto  che  possono essere  in quadrate  in  unico   continente  geografico  Eurasia  . Infatti non capisco  la  esasperata  islamofobia   della destra  piàù estrema  e ormai molto radicata   dopo  una  campagna  mediatico protagonistica  iniziata  come  antipolitica   finendo  per  radicarsi   

 [...]come un'onda, un'onda nera e appiccicosa
che cola dalle TV e dai settimanali rosa
che uccide i nostri pensieri, che ci droga di calcio e sesso
e intanto chi tira le fila insabbia e corrompe e non ha mai smesso  [...]
                     da   Giro  di vite    in arrivo . Mcr 


  al  crollo   non solo politico  ma  anche culturale  di quella  che  viene   chiamata  ( a mio  avviso  impropriamente   visto  che   ancora  l  forma  di governo  è  rimasta   ancora  quella   anche  se  è  cambiata  la legge  elettorale  )   prima repubblica   cioè  il periodo che  va  dal  1947\48  -  1992\3  .   Islamofobia  che  porta  come   successe  quasi  10 anni  fa    a  boicottare  il cioccolato Lindt perché  nella  confezione natalizia   c'era    questa  immagine   


 dii    una  chiesa   cristiana  d'oriente   scambiata     visto  il  forte    sincretismo   culturale    con una  moschea   e quindi   giù  ad  insulti   di islamizzazione  ,  di buonismo  , ecc  solo per  ricordare  quelli  più  educati .

P.s   I
 i   miei commentatori   di fb    che mi chiedono : <<  
Non quella teorizzata e auspicata da Dugin, spero.>>  Si tranquillizzino  e si vedano pure  la  puntata    perché  ciò  non lo  è 

 P.s II
oltre il boicottaggio   citato  
di sera  ho    riprenderò al lettura  del libro Ke origini della seconda  guerra   mondiale   di Richiard  Overy     e  sto iniando a guardarmi  la fiction  di  Netflix  mercoledi    della  famiglia    addams 


20.5.21

non è mai tardi La laurea a 85 anni di Francesco Pitocco: "La mia tesi scritta a mano. La didattica online? Con i nipoti"

 

  repubblica  20\5\2021
Sarà il primo studente a laurearsi in presenza all'università di Modena e Reggio Emilia, ora che sono finite le restrizioni per la pandemia. Ci ha messo anni, dopo una frase detta da un collega dalla quale tutto è partito


Francesco Pitocco 


Ha avuto qualche problema con la didattica online, lui che ha scritto la sua tesi a mano, per poi farla copiare al computer da una stenografa. Ma Francesco Pitocco, 85 anni, domani sarà il primo studente a laurearsi in presenza all'università di Modena e Reggio Emilia (Unimore) dopo la fine delle restrizioni dovute al Covid. "Sono molto contento che questo giorno sia arrivato - ha detto alla vigilia - anche se in un periodo per me molto complesso, costellato da dispiaceri e lutti: ho perso un nipote di quarant'anni e appena otto giorni fa è mancato mio fratello, il mio fratellone, colui che mi ha sempre sostenuto in questo lungo percorso, incominciato molti anni fa e che, a causa del lavoro e della famiglia, ha conosciuto un lungo periodo di stop".
L'ultraottantenne di Reggio Emilia, abruzzese di origine, ha completato il suo percorso di studi in Giurisprudenza con una tesi in diritto penale che discuterà davanti ad una commissione di 11 componenti, presieduta da Marco Gestri, docente ordinario di diritto internazionale. Relatore sarà Francesco Diamanti, ricercatore di diritto penale e da molti anni docente a giurisprudenza. Titolo della tesi: ’I soggetti responsabili nel diritto penale della sicurezza del lavoro'.
"Ho lavorato per 35 anni in una società telefonica - ha raccontato ai tanti che gli chiedono in questi giorni del suo stato d'animo - una volta un collega mi disse 'ho ragione io perché sono laureato', ci ho messo un po': mi sono iscritto, ma ho impiegato anni per arrivare alla tesi. Il passaggio alla didattica online dovuto alla pandemia, mi ha dapprima provocato un certo disagio perché ho poca confidenza con gli strumenti informatici. Devo dire, però, che mi sono subito adattato grazie all'aiuto dei miei nipoti e alla gentilezza e disponibilità dei docenti: ho affrontato due esami online e anche tutti gli incontri con il mio relatore per discutere della tesi si sono svolti a distanza. Mi sono così tanto abituato che quasi mi dispiace laurearmi in presenza".
Le discussioni delle tesi dei dieci laureandi sono in programma venerdì mattina nella sala del consiglio del dipartimento di giurisprudenza, nel pieno rispetto di tutte le norme in materia di prevenzione del contagio, e inizieranno alle 9.30 proprio con Francesco Pitocco. "Siamo particolarmente contenti - spiega Elio Tavilla, direttore del dipartimento di giurisprudenza - di tornare a svolgere gli esami di laurea in presenza. Per quanto la macchina organizzativa sia particolarmente complessa, proprio in ragione dello scrupoloso ossequio di tutte le disposizioni anti-contagio, ritengo che gli studenti e le studentesse abbiano il diritto di vivere un momento tanto importante negli spazi deputati, con tutte le emozioni proprie di questa modalità e, soprattutto, lontani dagli schermi del computer. Come dipartimento e, più in generale, come ateneo - conclude Tavilla - abbiamo sempre ritenuto la didattica online parte fondamentale del nuovo contesto pandemico: nessuno, però, ha mai ceduto alla tentazione di considerarla sostitutiva della presenza e della prossimità, modalità che continuano ad essere il punto centrale del nostro modo di intendere l'università".

 

20.3.17

Il personaggio del giorno: il pastore che conosceva le stelle. (di Fiorenzo Caterini)

in sottofondo  Voglia di libertà - Pierangelo Bertoli

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 http://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2017/03/daniele-carbini-il-mugnaio-filosofo.html

 di 

AUTORE

Fiorenzo Caterini  ( https://www.facebook.com/fiorenzo.caterini

Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna.
da http://www.sardegnablogger.it/


 


Ho conosciuto un pastore che amava osservare il cielo, e attribuire il nome esatto alle stelle, alle costellazioni, ai pianeti. Ricordo che da piccolo osservare il cielo, e individuare l’Orsa Maggiore e l’Orsa Minore, o la stella polare, era una occupazione. Poi più nulla, anche io ho dimenticato dell’esistenza del cielo.
Un tempo, quando non c’era la televisione e neppure i pervasivi dispositivi tecnologici, la gente passava molto del tempo a osservare il cielo. Il cielo era una sorta di immenso calendario che scandiva lo scorrere del tempo, e al quale si attribuivano molteplici auspici e significati simbolici del creato.
Sorrido quando c’è, anche tra gli scienziati, chi non si convince di come le costruzioni della preistoria si basassero sulla posizione di quei meccanismi celesti. E’ normale.
Siamo noi oggi che abbiamo sostituito lo scorrere del tempo reale con quello artificiale, il tramontare del sole con le lancette dell’orologio, le fasi lunari con un calendario appeso al muro.
Tutto questo, mentre discorro di stelle e pianeti con il pastore, mi fa pensare a quanto siamo diventati, in un certo senso, ignoranti.
È un paradosso: nel momento storico in cui la gente non è mai stata così istruita, e in cui si arriva ad accumulare anni e anni di studio, resta la sensazione di una ignoranza di ritorno che supera il nozionismo scolastico.
L’istruzione resta benedetta, per carità, avercene sempre e comunque, e non basta mai. Tuttavia questo legame reciso con le stelle e il cielo, con il vento e l’andamento delle stagioni, con il germogliare delle piante e il verso degli uccelli, con il ciclo delle coltivazioni agrarie e con la competizione tra animali, mi porta a riflettere, e a credere che esiste, nella nostra vita convulsa, una progressiva tendenza alla chiusura del sapere.
Una volta un contadino era certamente ignorante, ma sapeva tutto sulle stelle, sul ciclo delle stagioni, sulle piante e sugli animali selvatici, oltre a conoscere tutto sul suo lavoro. Inoltre, il contadino, che quasi sempre non sapeva leggere e scrivere, aveva un bagaglio enorme di racconti e storie da tramandare.
Lo so, detto così sembra la solita nostalgia del bel mondo antico. Erano tempi duri e oscuri, per nulla piacevoli. No, quello che mi preme di dire è che si potrebbe tornare ad avere un rapporto con la vita reale senza trascurare quella specializzazione, quella separazione dei saperi che ci ha portato lo sviluppo tecnologico, il benessere e una vita tutto sommato comoda, ma che ha prodotto, come effetto secondario, una sorta di estraniazione dal mondo reale.
Quando mostrano quelle interviste a persone di varia estrazione, completamente ignari del mondo, ci fanno sorridere, e pensiamo che magari sono una minoranza. Temo, invece, che quell’ignoranza abbia vinto sull’istruzione obbligatoria, e si sia diffusa, molto di più di quanto si pensi.
Ecco, senza rimpiangere il piccolo mondo antico, terribile e oscuro, il pastore che conosce le stelle può comunque indicare, come la stella polare, la via di una nuova conoscenza, che unisca la necessaria istruzione con un nuovo sapere che non sia per forza quello alienante delle cieche pareti di una casa o del freddo schermo di un dispositivo elettronico.
Tags:astronomiacontadiniIstruzionepastoresaperescuolastelle
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AUTORE


Fiorenzo Caterini

Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna.

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