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9.3.21

Ladri di portafogli pentiti

  da   https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/  del 7\3\2021

Dopo 33 anni gli restituisce i soldi rubati
Una lettera anonima e 200 euro sono stati spediti a Fabrizio Bassetto. "Chiedo scusa, mi vergogno di quello che ho fatto"

Non aveva fatto i conti col tarlo del rimorso l’anonimo bolognese che pochi giorni fa ha chiuso 200 euro in una busta, ha scritto poche righe di scuse ed ha spedito la raccomandata all’indirizzo attuale dello studente che il 16 febbraio 1988 sul ponte di San Donato perse il borsello che conteneva 90mila lire e i documenti di Fabrizio Bassetto, allora studente all’Università di Bologna

Fabrizio Bassetto mostra la busta che conteneva la lettera di scuse e il denaro

 Lui, il destinatario di questa sorprendente missiva, oggi ha 56 anni, nel frattempo ha fatto in tempo a laurearsi, a mettere su famiglia, trovare lavoro (oggi è titolare dell’agenzia Tecnocasa di Crespellano), impegnarsi in politica (è stato assessore alla Scuola nel Comune di Bazzano) e continuare l’attività associativa (oggi è presidente provinciale di Anama-Confesercenti). "Quella sera ero andato ad una festa di Carnevale, nell’euforia persi il portafoglio con i soldi e tutti i documenti -racconta-. Fu un colpo, mio padre mi aveva appena mandato le 100 mila lire che servivano al mio mantenimento per due settimane. Poi c’erano i documenti". Fece tante volte avanti e indietro la strada percorsa. Ma inutilmente.Pochi giorni dopo i carabinieri di Marostica (il paese del Vicentino del quale è originario) chiamarono la famiglia per restituire i documenti che nel frattempo erano stati ritrovati. Cos’era successo? Lo ha scritto l’anonimo bolognese (forse anche lui all’epoca studente squattrinato) nel biglietto che ha accompagnato la busta con i 200 euro spedita dopo 33 anni dal fatto: "Quella sera trovai un portafoglio. Conteneva 90mila lire e i suoi documenti. Rubai i soldi e getti i documenti in una cassetta delle lettere. Le rendo (in parte) il maltolto. Non mi presento personalmente per la vergogna e perchè se lei decidesse di darmi un pugno in faccia non potrei che tenermelo, zitto e muto. Le chiedo scusa".Un foglio bianco, una busta per raccomandata, nessun indizio del mittente. "Per me la questione era finita lì. Ci rimasi male. Ma poi passò. E devo dire che questo gesto e questa lettera per me è di una bellezza infinita. Testimonia comunque una nobiltà d’animo che mi ha commosso. L’ho perdonato da tanto tempo, ma ora lo vorrei conoscere, abbracciare, ringraziare per questo gesto. Ha vissuto con questo senso di colpa per 33 anni e alla fine ha fatto una scelta che lo riscatta completamente".


                                       Gabriele Mignardi 

Eppure, a leggere tutta la cronaca nazionale, sorge una teoria. Infatti  Qualche tempo fa, in settembre, a Venezia, successe una cosa simile al fatto citato  prima    citato 

Un uomo si è visto recapitare una busta con 200 euro, la somma che gli era stata sottratta, in lire, quarant’anni prima. Lo stesso fatto è avvenuto a macchia di leopardo in tutta Italia e la cifra è sempre quella: 200 euro. Gli stessi soldi girano, a distanza di anni, in pochi mesi. Ricordate il film Ladri di biciclette? L’uomo a cui è rubata una bici, ruba una bici. E se decenni fa fosse iniziata una catena di furti da 200 euro? Il primo derubato si rifece su un secondo e così via. Poi durante la solitudine da pandemia uno dei tanti che si erano appropriati dei 200 euro ha uno scrupolo. Restituisce a chi li aveva tolti, che restituisce a chi li aveva tolti e avanti così, in attesa di un segno. Avanti fino a una donna di Valladolid, Laura Reinoso, che trova un portafogli con 200 euro, lo restituisce e 7 giorni dopo vince 75mila euro alla lotteria.
                       dalla rubrica del quotidiano la repubblica  la prima cosa bella 9\3\2021

16.4.12

L'uomo che sussurra agli squali bianchi Benedetto Cristo è esperto di ecosistemi e politico a Olbia, ma anche “domatore” di pescecani: «Molti nei nostri mari»


  la  nuova  sardegna del  16\4\2012

L'uomo che sussurra agli squali bianchiBenedetto Cristo è esperto di ecosistemi e politico a Olbia, ma anche “domatore” di pescecani: «Molti nei nostri mari»


di Luca Rojch

OLBIA. Immerge le mani nell’acqua. Rapido, sicuro, senza incertezze. Afferra il muso affilato dello squalo e gli tira il naso in su, come fosse un gatto bizzoso. Gesti consueti, che non tradiscono paura. Perfetto domatore di pescecani.
Benedetto Cristo con naturalezza gioca con il predatore dei mari. Si immerge fino alle ginocchia nell’acqua trasparente di San Teodoro, allunga le dita a qualche centimetro da denti affilati come coltelli e mostra come in fondo per lui uno squalo di tre metri, una verdesca, sia un innocuo pesce rosso.
Cristo è l'uomo che sussurra agli squali, biologo marino con la passione per la politica. È presidente della commissione ambiente in Comune, eletto nelle file dell’Upc, negli anni è diventato una star tra gli studiosi di ecosistemi. Il golfo di Olbia è un po’ il suo ufficio, il suo giardino. Conosce ogni metro sopra e sotto il pelo dell’acqua. Ma la sua dote di incantatore di pescecani l’aveva tenuta nascosta. Mostra il piccolo squalo e quasi lo accarezza. «Ma no, questo è innocuo, intontito – racconta –. È una verdesca. Certo se morde fa male, ma se sai come comportarti non accade nulla». Con naturalezza racconta il suo rapporto con i re dei predatori marini. «Tutta cattiva pubblicità – dice –. È colpa dei film. Si deve avere grande rispetto degli squali, i contatti con loro sono rari per chi fa il bagno vicino alla riva. Gli squali in Sardegna ci sono sempre stati, ma vivono a largo e a grandi profondità. Nelle mie 4500 immersioni in tutto il mondo, mi è capitato di avere incontri ravvicinati con squali di diverso tipo. Ne sono sempre rimasto affascinato».
E come sempre passa dalla pratica alla teoria e subito sceglie di stupire. «Beh è chiaro che quando ti capita di trovarti davanti a uno squalo bianco le cose cambiano – spiega –, perché pochi forse lo sanno, ma gli squali bianchi ci sono anche in Sardegna. Non è facile incrociarli, l’ultimo avvistamento risale più o meno a 10 anni fa, ma ci sono testimonianze della loro presenza. Più volte sono stati catturati in modo involontario nelle tonnare. Esistono anche foto. Con altri ricercatori nel 2006 ho pubblicato il primo studio scientifico sugli squali bianchi in Sardegna. E non è impossibile incrociarli ancora oggi». Le foto riescono a convincere anche i più scettici. E Cristo mostra lo studio scientifico fatto in collaborazione con altri ricercatori universitari.
La ricerca mette in evidenza la presenza degli squali bianchi in Sardegna. «I primi dati li abbiamo con due catture anteriori al 1900. Ma negli ultimi 35 anni gli avvistamenti si sono moltiplicati. E ci sono 13 casi di cattura di squalo bianco recenti. Dagli anni Settanta in poi – continua Cristo –. Esemplari che vanno dai 2 ai 6 metri. Ma ci sono anche testimonianze indirette. Come il ritrovamento delle mascelle di squali nelle coste della Sardegna. Molto spesso gli avvistamenti e le catture sono legati alla attività delle tonnare. In più di un caso gli squali bianchi sono rimasti intrappolati nelle reti. Sono stati catturati esemplari a Santa Teresa, nella zona di Capo Testa. A Santa Caterina di Pittinuri, all’isola Piana, a Sant’Antioco, Stintino e nell’isola di San Pietro. L’ultimo avvistamento è avvenuto a Torre delle Stelle nel 2001. E questo non perché gli squali bianchi siano scomparsi, ma perché il monitoraggio è stato interrotto».
Cristo non esclude che gli squali bianchi siano ancora presenti in Sardegna. «Certo che ci sono – spiega –, siamo noi che per mancanza di fondi abbiamo interrotto le ricerche. Ma non sono gli unici. Esistono decine di specie di squalo. Molti di loro hanno anche un nome in sardo. Segno che i pescatori spesso li incrociavano e avevano imparato a riconoscerli».
E Cristo con la serietà del ricercatore mostra lo studio in cui sono elencate tutte le catture degli squali bianchi nell’isola. Le foto nello stesso tempo danno scientificità, e smontano la naturale incredulità di chi ascolta. Difficile pensare che qualche squalo bianco in cerca di uno spuntino si avvicini sulle spiagge affollate di turisti in estate. Ma per Cristo non ci sono dubbi, gli squali sguazzano ancora felici per i mari dell’isola.

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