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29.8.24

«la libertà di espressione non può giustificare teorie ed idelogie cosi abbietta il caso Povia e Vanacci ».

il post d'oggi è la continuazione  del  dubbbio   lasciato aperto   nel   precedente : https://ulisse-
compagnidistrada.blogspot.com/2024/08/vannacci-coglione-non-e-solo-un-insulto.html
 Riassumiamo i fatti  Povia censurato: 
Come detto, a Povia è stato impedito, dal sindaco di Nichelino, Comune del torinese, di partecipare a un talent/concerto in piazza e di cantare sul palco. 
“Noi siamo un’amministrazione che si è caratterizzata sempre per la difesa dei diritti civili e delle minoranze, quindi sono venuto a conoscenza dei pensieri espressi da Povia e ho deciso che non fosse in linea con la proposta artistica e culturale della città”, aveva sentenziato il primo cittadino, Giampiero Tolardo dando vita alle polemiche.
Lo stesso artista aveva replicato subito con un video sui social: “Fa male vedersi annullato un concerto per i soliti motivi ideologici”, le sue parole. “Ormai mi hanno messo l’etichetta di quello di destra, sono diventato quello di destra, anche se io rispondo sempre che tra destra e sinistra io sono del centro storico”.

 Ma  quando  poi ci  si giustifica   come  ha  fatto lui : con la  scusa   di  essere    etichettato     come destra   ,  ma  la  cola  e  sua  non  nostra  se  è passato  d   spirito  libero   o menestrello   ideologico  del  potere  che dice  di  voler  combattere, adducendo  la  scusa delle  Fake news   e  del   profilo fake     a maggior  ragione  in quantro  come dice  il  sindaco    che  ha  annulato  la sua    esibizione   : <<  Altro che profilo fake. Le dichiarazioni di Povia alle quali faccio riferimento nel mio video sono riportate da varie testate nazionali e locali >>      verso  cui  Povia  non si  è  mai  lamentato  o  mai querelato     . . E'  censura , forse  si   secondo alcuni   , ma   certe idee  non dovrebbero meritare  spazio mediatico  .  
Perché il sindaco in questione  ha - LEGITTIMAMENTE e GIUSTAMENTE - impedito che Povia si esibisse (e facesse pure il giudice di un talent) a Nichelino a spese e col patrocinio del Comune, propagando quel pantano ideologico razzista, omofobo, antiabortista e antiscientifico che porta ovunque, con in mezzo qualche “canzone”.
Qui la censura    sembra    che non c’entra una beneamata mazza. Si chiama libera scelta, quella che permette a un’amministrazione pubblica di decidere chi proporre nel proprio cartellone culturale e chi, invece, come Povia, non rispecchia e non rappresenta i suoi valori. Il resto è il solito “chiagne e fotte” della destra. 
Sono  fra   quelli che  passano l’esistenza a discriminare, offendere, odiare. Ma, appena qualcuno glielo fa notare, gridano a censure e improbabili complotti oppure   accusano  di  dare  retta  alle  FAKENEWS   . Non vogliono capire che la libertà di parola non contempla offese e attacchi a gruppi e persone che operano per il bene della comunità, non ti vuoi vaccinare, non vuoi abortire, non vuoi divorziare, vuoi restare attaccato ai tubi se malato senza speranza, non farlo, ma non puoi impedire agli altri di essere liberi e ai ministri di agire per il bene dei cittadini

Infatti concordo con il sindaco  e quanto da lui dichirato   in quest   articolo del   canale whatsapp TorinoToday  il  28 agosto 2024



Povia cacciato dalla festa di Nichelino, il sindaco Tolardo al cantante: "I gay non sono malati come pensi tu"
Dopo il clamore mediatico nazionale, il sindaco di Nichelino torna sulle ragioni di cancellare il concerto di Povia in programma per la festa patronale

                                        Annissa Defilippi 



Si rivolge direttamente a Povia, dandogli del tu, il sindaco di Nichelino, Giampaolo Tolardo, balzato agli onori della cronaca per aver cancellato il concerto del cantante italiano in programma durante la festa patronale del 20 settembre. Il primo cittadino è tornato sulla questione pubblicando mercoledì 28 agosto un video sui suoi canali social-

"Ecco perché ho scelto di non far esibire Povia a Nichelino"

La posizione del sindaco Tolardo non si sposta di un millimetro, nonostante gli attacchi ricevuti da una parte del mondo politico, tra cui quelli del generale Vannacci, e addirittura promesse di interrogazioni parlamentari. "La città di Nichelino è una comunità inclusiva, un luogo dove non siamo abituati a etichettare come 'malate' le persone gay e tutte quelle appartenenti alla comunità Lgbtqia+, un luogo dove a nessuno verrebbe in mente di spiegare a una donna che non è libera di scegliere se abortire oppure no, un luogo dove il colore della pelle non determina quanto vali, un luogo dove crediamo nella medicina e nella scienza". Tolardo di professione fa il medico e nel video spiega qualche concetto scientifico a Povia: "Queste posizioni sono diametralmente opposte (e lontane) da quelle di Giuseppe Povia, al quale non abbiamo certo tolto la libertà di parola (ha spiegato a tutta Italia cosa pensa del suo quarantesimo concerto annullato, proprio a Nichelino). L'artista in questione avrebbe dovuto far parte della giuria di un contest di talenti durante i festeggiamenti di San Matteo, santo patrono cittadino, ma quando ho scoperto che si sarebbe anche esibito, cantando, tra gli altri brani "Luca era gay", lo stesso Luca che ora si dice "guarito" e che porta a Medjugorie altre persone omosessuali promettendo di "guarirle" ho scelto di annullare la sua presenza". Per il primo cittadino la questioni prima che politica è umana: "Non è una questione di destra, di sinistra, o di centro storico, del quale si professa l'artista - continua - i diritti civili rappresentano una delle nostre battaglie storiche e non siamo disposti ad accettare che qualcuno faccia discriminazioni nella nostra città".
Solidarietà al sindaco
Scontata ma doverosa la difesa del sindaco da parte dell'associazione Arcigay: “Con coraggio ha deciso di non far esibire Povia col patrocinio del comune - dichiara Lara Vodani, presidentessa di Arcigay Torino “Ottavio Mai” - l'arte e la musica sono un importante mezzo comunicativo e formativo, quindi persone che portano avanti messaggi omolesbobitransafobici e discriminatori non devono esibirsi sui palchi dei nostri comuni. Vannacci parla di censura, noi parliamo di libertà d'espressione, valore costituzionale che non può andare a ledere le soggettività marginalizzate e permettere a tutti di partecipare al dialogo pubblico in maniera dignitosa e rispettosa. Se la libertà di espressione diventa metodo di discriminazione non può essere tutelata sotto l'articolo 21".

25.2.24

vannacci , naufragio di cutro ,ritrovare sua madre nelle foto e nell'assistere gli altri dopo la morte della figlia per tumore i casi di Moira ricci e Eleonora Galia che dopo la morte della figlia aiuta bambini malati , cortei pro palestina ed altre piccole storie

 Vanacci  indagato per le spese x Mosca.Salvini lo candida lo stesso   ed  in suoi  fans   lo  difendono :<< giustizia ad orologeria  >> .Ora   le   accuse sono partite dalla difessa  , ministro a orologeria anch'esso   ?










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ciascuno di noi ha un suo modo di elaborare il lutto della perdita del proprio familiare . I casi di della a fotografa Moira Ricci e della perdita della madre . Moira ha iniziato a “inserirsi” nelle foto dell’album di famiglia in cui non c’era., e quello di Maria Eleonora Teresa Galia, 53 anni, nomnata Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, per "la tenacia e la costanza con la quale, nel ricordo della figlia, aiuta i bambini malati rallegrandoli con giocattoli e finanziando investimenti nelle strutture ospedaliere che li ospitano". Continua con tenacia ad esaudire il desiderio della figlia Giulia che prima di morire ha chiesto di donare giocattoli e di aiutare i bambini meno fortunati di lei.
fonti  dalla  newsletters  Altre/Storie di Mario Calabresi 23 febbraio 2024  



Il giorno dopo il funerale di sua madre, Moira si è messa a cercare ogni fotografia in cui la potesse rivedere. Ha sfogliato gli album di famiglia ed è andata da parenti, amici e dal fotografo del paese, soprannominato ironicamente “lo sciupamusi”, per raccogliere tutte le immagini in cui ritrovarla. Aveva bisogno della sua presenza, di guardarla e di vederla viva nel mondo. Mamma Lorena, che aveva solo cinquant’anni, se ne era andata all’improvviso il giorno di San Lorenzo, quello delle stelle cadenti. Moira, che da tre mesi era lontana da casa per finire la tesi di laurea, non poteva accettare quella scomparsa improvvisa e così ha inventato il suo modo per tenerla vicina.

“Gemellini” © Moira Ricci. Le fotografie sono tratte dal libro di Moira Ricci, edito da Corraini, “20.12.53 – 10.08.04” dedicato a sua madre Lorena


Ognuno di noi nella vita deve fare i conti con la perdita dei genitori, provare a elaborarla, trovare una strada per andare avanti. Se accade quando si è già adulti e i genitori sono anziani, allora siamo aiutati dall’idea che sia il corso naturale delle cose, ma se la perdita avviene prima di essere diventati davvero “grandi” allora è qualcosa che ci portiamo dentro, in modi diversi, per sempre. E che spinge a cercare forme per trasformare il dolore e la mancanza.
Ho incontrato Moira Ricci, artista e fotografa, a Milano, dove insegna fotografia in un liceo artistico. Abbiamo dialogato insieme alla scrittrice Maria Grazia Calandrone e alla regista Alina Marazzi, perché ognuna di loro ha dedicato parte della propria opera (un progetto fotografico per Moira, due romanzi per Maria Grazia e un film documentario per Alina) a elaborare il dolore della perdita della madre.​
​L’occasione è stata una mostra di fotografie, alla Fabbrica del Vapore di Milano fino al 17 marzo, che si chiama “Straordinarie” e raccoglie 110 ritratti di donne italiane che con il loro percorso testimoniano la possibilità di affermarsi oltre pregiudizi e discriminazioni.

Ritratto di Moira Ricci. La foto è di Ilaria Magliocchetti Lombi e fa parte della Mostra “Straordinarie”, alla Fabbrica del Vapore a Milano fino al 17 marzo. Il progetto curato da Renata Ferri è promosso da Terre des Hommes


Mentre osserva quelle foto della mamma che sta raccogliendo in giro per la Maremma, per la precisione nel Parco dell’Uccellina dove è nata e cresciuta, Moira sente che non vuole accontentarsi di guardare. Non vuole mettere insieme un album da sfogliare ma vuole entrare nelle foto, prendere sua madre e riportarla fuori. «Ero talmente scioccata da questa perdita improvvisa che mi sforzavo di immaginare un modo per stare con lei». Come fare per entrare nella foto? «Bisognava diventare parte dell’immagine, dovevo essere anch’io una foto». Per poter far parte di quel momento però era necessario innanzitutto essere coerenti con il tempo, la moda, lo stile e i colori dello scatto originale. Così Moira comincia a studiare ogni singola immagine, lo fa giorno e notte per i primi due anni, cerca i vestiti e le scarpe del tempo, la pettinatura corretta, e inizia a fotografarsi con una piccola macchina digitale. Prova centinaia di scatti, finché non arriva l’immagine perfetta, che rispetti l’atmosfera e abbia le luci e le ombre giuste. Poi ritaglia la sua presenza digitale e la applica sulla foto tradizionale.
"20.12.53-10.08.04" - (mamma-con-maestra) © Moira Ricci
"20.12.53-10.08.04" - (mamma-innaffia) © Moira Ricci


«Avevo deciso di farlo senza nascondere nessuno e senza sostituirmi ad altri, perché volevo rispettare la foto com’era. Volevo entrare dentro, tornare nel passato e andare ad avvertirla del pericolo». Perché Lorena è morta per i postumi della caduta dalle scale del cantiere della casa nuova che si stava costruendo con il marito Tonino. «Nelle foto io la fisso con sguardo preoccupato come per metterla in guardia di non cadere e portarla via con me. La verità è che volevo stare con lei e siccome non era più possibile l’ho fatto nelle foto».
Nei primi due anni Moira crea 15 collages, poi rallenta: «Nel tempo sono stati sempre meno, perché elaboravo il mio lutto e cominciavo a fare altro, a guardare avanti e fuori. Queste foto restavano però un luogo di incontro con lei e amavo l’idea di entrare per parlarle, per raccontarle le cose nuove, per esempio che era nato suo nipote».
​Alla fine del progetto le foto con Lorena saranno cinquanta, come gli anni che la madre aveva vissuto e Moira si inserisce vicino alla madre anche quando lei era ragazza o bambina, in un tempo in cui non c’era ancora. «Rispetto a mio fratello e al mio babbo sono riuscita a elaborare meglio la perdita, questo lavoro è servito molto a ritrovare la luce e a non ammalarmi. Mi ha aiutato a fare i conti».
"20.12.53-10.08.04" - (fidanzati) © Moira Ricci
"20.12.53-10.08.04" - (mamma-in-negozio-che-lavora) © Moira Ricci


Lorena faceva la parrucchiera, aveva risistemato il porcile del podere, e ci aveva fatto il negozio. «Il mio modo per contestarla nell’adolescenza era di farmi i capelli di mille colorazioni, lei impazziva perché fino a quel momento ero il suo modello per provare le pettinature».
La grande lezione che Lorena ha dato a Moira, quella che ha cementato il loro amore, è stata l’indipendenza. «Qualunque cosa io chiedessi, dallo stereo al motorino, lei rispondeva: “Quando andrai al lavoro te lo comprerai”. Così già a 13 anni sono andata a fare la raccolta dei pomodori, delle cipolle e poi la vendemmia. E l’anno dopo, quando avevo l’età giusta, ho cominciato a fare la cameriera e la barista nei campeggi a Talamone».​
A 18 anni e mezzo Moira si trasferisce a Milano per studiare fotografia alla Scuola Bauer: «Mamma era stata chiarissima con me e mio fratello: “Chi esce di casa se la deve vedere da solo”. Io mi mantenevo facendo mille lavori: la bagarina alla Scala, la disegnatrice di fumetti, soprattutto manga giapponesi, su mutande che vendevo rigorosamente in nero fuori dalle discoteche, davanti all’Università Statale, nei mercatini e nelle fiere. Per un periodo ho posato come modella nuda all’accademia della terza età. Non mi sono vergognata di nulla, ma ero orgogliosa di essere indipendente».
"20.12.53-10.08.04" - (passeggiata-a-casa-di-nonna) © Moira Ricci
"20.12.53-10.08.04" - (mamma-cucina) © Moira Ricci


«Indipendenza però non ha mai significato lontananza: mi chiamava tutte le sere, era molto presente e c’era sempre. Mi diceva che dovevo viaggiare e mi spingeva a scoprire il mondo. Le raccontavo tutto, ogni cosa che mi accadeva e ogni persona che incontravo. Per questo ho sentito l’urgenza di continuare a stare nelle cose con lei, anche se soltanto in una fotografia».

  e   dalla  nuova  sardegna  la seconda  

Sassari «Quando mi troverò davanti al presidente della Repubblica, sarà come se con me ci fossero il sorriso di Giulia e il cuore di tutte le persone che ogni giorno sostengono il nostro progetto. Giulia Zedda non c’è più da quasi 6 anni ma il suo sorriso non si è mai spento e la scia luccicante di bene che continua a lasciare al suo passaggio sta per arrivare sino al Quirinale. Il 20 marzo, alla cerimonia di consegna delle trenta onorificenze al Merito della Repubblica Italiana, ci sarà anche Eleonora Galia, la mamma di Giulia. Il nome dell’attivista cagliaritana è stato infatti inserito da Sergio Mattarella nell’elenco delle “cittadine e dei cittadini che si sono distinti per attività volte a contrastare la violenza di
Eleonora  Galia     e sua  figlia  Giulia zedda  scomparsa
sei anni  fa 
genere, per un’imprenditoria etica, per un impegno attivo anche in presenza di disabilità, per l'impegno a favore dei detenuti, per la solidarietà, per la scelta di una vita come volontario, per attività in favore dell’inclusione sociale, della legalità, del diritto alla salute e per atti di eroismo». Eleonora Galia, in particolare, verrà insignita del prestigioso riconoscimento “per la tenacia e la costanza con la quale, nel ricordo della figlia, aiuta i bambini malati rallegrandoli con giocattoli e finanziando investimenti nelle strutture ospedaliere che li ospitano”.
Il sogno di Giulia Raccogliere e distribuire alle famiglie in difficoltà tutto ciò che serve per i bambini, sin dall’età neonatale. Era questo “Il sogno di Giulia” ed è questo il nome dell’associazione di volontariato che Emanuela Galia e suo marito Alfio Zedda portano avanti per mantenere fede al desiderio della loro bambina, scomparsa all’età di 10 anni, nel 2018, dopo un lungo calvario per un tumore al cervello. «Ci siamo io e mio marito, è vero – dice la responsabile del progetto –, ma siamo letteralmente circondati e sommersi dall’impegno e dalla generosità dei soci, di tantissimi cittadini comuni e a una squadra di professionisti di ogni settore: medici di tutte le specializzazioni, avvocati, insegnanti, pasticceri, amici che ci supportano da ogni parte d’Italia. Per questo dico che quando andrò da Mattarella sarà come avere al mio fianco un esercito di persone generose. E non ho neanche idea di chi ci abbia segnalato al Quirinale».
Vita vissuta I progetti dell’associazione ricalcano le esperienze che la famiglia Zedda ha sperimentato sulla propria pelle negli anni della malattia di Giulia. «Molte iniziative nascono in effetti sulla falsariga delle nostre disavventure: come non riuscire a prenotare una visita in tempi brevi attraverso il cup, come ritrovarsi fuori dalla Sardegna e non sapere come muoversi, o entrare in una stanza per il ricovero che non è accogliente per un bambino. Noi ci siamo passati e ci siamo trovati soli. Allora abbiamo creato una rete di specialisti che garantiscono visite gratuite in tempi rapidi, abbiamo tassisti amici a Roma, persone in grado di supportare in tutti i modi una famiglia che si trova in quella difficile condizione. E nel reparto di Pediatria di Sassari, dove Giulia è stata curata per un periodo, abbiamo acquistato arredi colorati e reso più bella una stanza grigia».
L’associazione con sede nel quartiere di Is Mirrionis è il fulcro di iniziative che hanno portata rilevante a livello sociale. Qui vengono raccolti e ridistribuiti alimenti, indumenti (anche abiti da sposa), attrezzature di ogni genere per l’infanzia, strumentazioni per visite specialistiche; vengono organizzati campi estivi per famiglie in difficoltà, pagati ombrelloni al mare per famiglie con figli disabili, acquistati occhiali. E tanto, tantissimo altro. «Non ci siamo mai pianti addosso – spiega Emanuela Galia –. Come nel bellissimo disegno che ManuInvisible ha fatto sulla serranda della nostra sede, siamo rifioriti dal dolore e l’abbiamo trasformato amore. Rivediamo il sorriso di Giulia nel sorriso degli altri bambini e ogni giorno torniamo a casa arricchiti

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Naufragio di Cutro, il pescatore che per primo diede l'allarme: "Non riesco più a entrare in acqua"
Vincenzo Luciano è diventato, suo malgrado, uno dei simboli del naufragio di Steccato di Cutro. La notte del 26 febbraio 2023 fu il primo ad arrivare sulla spiaggia e a dare l'allarme. Cercò di salvare più persone che potè, ma si ritrovò a recuperare i corpi delle vittime che affioravano dall'acqua e dal quelgiorno non ha mai più smesso di tornare su quella spiaggia. Quello che invece non è mai più riuscito a fare, come dice  in questa  video   intervista  ,  è uscire con la sua barca per pescare. Le immagini terribili di quei giorni sono impresse nella sua mente, ricordi ancora troppo lucidi per poter tornare a vivere il mare che lui ben conosce


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Sempre  sulle  cariche     a  freddo cariche sui cortei pro Palestina,  e  sulla  replica  della polizia:   "difficoltà operative "    che     riconosce    come   I manifestanti non stavano fermi


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6.9.23

DIARIO DI VIAGGIO N°7 ANNO I . Zaini scolastici del marchio Esercito distribuiti da Giochi preziosi., bliz a caivano Inutile sceneggiata per propaganda” o intenzioni serie di risolvere il problema ?

leggendo sul Fq 6 SETTEMBRE 2023

Zaini scolastici del marchio Esercito distribuiti da Giochi preziosi, l’Osservatorio: “Vogliono trasformare le classi in caserme, boicottiamo”

Zaini scolastici del marchio Esercito distribuiti da Giochi preziosi, l’Osservatorio: “Vogliono trasformare le classi in caserme, boicottiamo”




“Boicottiamo gli zainetti scolastici della Folgore e degli Alpini prodotti dal marchio Esercito e distribuiti da Giochi preziosi. Le aule non sono una caserma”. A lanciare una vera e propria contro campagna pubblicitaria è l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, che da qualche giorno ha scoperto che quest’anno accanto alle cartelle di Barbie, Turtles o Shaman King, la nota azienda di
giocattoli e di materiale didattico ha sponsorizzato la linea dell’Esercito italiano con sei prodotti: lo zaino blu con il marchio Folgore (75 euro su Amazon), quello verde con la scritta Alpini (stesso prezzo), quello con la stampa ufficiale Esercito (medesimo costo) e gli astucci simili al costo di 13,99 euro, sempre su Amazon. Il tutto con tanto di slogan: “Che tu sia fan dell’esercito, della F
olgore o degli Alpini, potrai trovare il modello più adatto a te!” . [...... qui il resto dell'articolo ]

Si tratta solo di  una  Campagna di militarizzazione della società o Ringraziamento come ha replicato la ditta, per il lavoro svolto durante la pandemia, ai militari ? Mah . Io essendo abituato a vedere ( o almeno a provarci ) a vedere oltre il bianco e il nero ci vedo  oltre  ai due  elementi un trovatapubblicitaria a costo zero o quasi utile ad entrambi.
Alla ditta dei prodotti 
 per attirarsi come clientela i fans di vannacci o delle forze dell'ordine o di coloro che hanno come valori ordine ed disciplina ed usano come tutti grandi marchi pubblicitari di prodotti  (  non solo  giocattoli  )  per bambini/e "l'intermediazione "dei genitori  in quanto   i  bambini  pur   di  essere visti come   sfigati  chiedono  insistentemente    di comprargli   i  prodotti reclamizzati 
All'esercito  per fare passare in secondo piano (e prenderne le distanze ) la popolarità che sta avendo (ed ha ) a livello di base nelle forze armate il generale prima citato.


......


Dopo il raid nel quartiere della periferia più degradata di Napoli, Caivano, uno show con forze dell’ordine e telecamere, il governo mostra di nuovo i muscoli: "Conto che in Consiglio dei ministri domani ci sia un provvedimento a proposito di baby gang e delinquenza minorile, che aumenta i controlli e le sanzioni”, dice infatti in un’intervista a Rtl 102,5 il vicepremier e ministro delle
Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini. << Abbassare l'età per essere imputabili è utile perché il 14enne che gira con un coltello o con una pistola, è capace di intendere e volere e se sbaglia, se uccide, se rapina, se spaccia deve pagare come paga un 50enne >>, spiega ancora a repubblica  doggi ,  (  qui l'articolo )    << La sicurezza è una priorità >>. E e il provvedimento, sottolinea, << era già pronto da tempo perché i decreti non si fanno in un quarto d'ora e l'operazione a Caivano non è stata “uno show>>. Ora speriamo che al  maxi blitz a sorpresa ( Sic ) con elicotteri e 400 uomini per sequestrare poco o nulla ed non arrestate nessuno non sia la solita gazzosa propagandistica . Per tranquillizzare l'opinione pubblica ma soprattutto chi ha votato ancora la sicurezza disciplina .. E che l'annuncio della presentrazione in consiglio dei ministri del nuovo decreto contro la delinquenza minorile non siano le solite grida manzoniane progandistiche alla Salvini dettate dai fatti di : palermo e di caivano. Visto che ed la storia lo ha sempre dimosrato le operazioni di polizia di questo tipo possono avere un impatto limitato sulla criminalità organizzata e che è necessario affrontare il problema in modo più ampio, affrontando le cause sottostanti della criminalità e investendo nelle comunità colpite. Infatti   : 

da Saviano accusa Meloni: “Inutile sceneggiata per propaganda” (41esimoparallelo.it) 
[..... ]Gli agenti impiegati nel maxi-blitz hanno trovato appartamenti vuoti e sequestrato una quantità di denaro che per una piazza di spaccio sono solo pochi spiccioli. La camorra ha avuto tutto il tempo di mettere al sicuro ciò che non doveva esser trovato. Risultato? Qualche pregiudicato andrà sotto processo, terranno dei blindati in strada per un po’ di tempo fingendo di credere che possano funzionare da deterrente… E poi, come sempre, il nulla. I maxi-blitz, come avvenuto a Caivano, non cambiano il destino di un territorio, non offrono riscatto, sono operazioni fatte per pura propaganda politica.

è   sempre stato  cosi  nella   nostra storia nazionale  . Altrimenti non si spiegherebbe  come  mai prosperano Le mafie 

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...