Certo Saviano sa scrivere ( vedere nell'archivio del blog la mia recensione La paranza dei bambini, Collana I Narratori, Milano, Feltrinelli, 2016, ISBN 978-88-07-03207-3 ) ed è ,quando vuole ed non s'impuntata su news errate , abbastanza documentato . Ed comprensibile che abbia a scorta . Ma da Libero del 29\6\2018E
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IL PRETE DI SCAMPIA
Don Aniello Manganiello: "Roberto Saviano, basta falsi maestri. Io ho rinunciato alla scorta"
Don Aniello Manganiello, prete di Scampia, dà una sonora lezione a Roberto Saviano. "Anch'io sono stato minacciato di morte dai Lo Russo, ma ho semprerifiutato la scorta per stare in mezzo alla mia gente. Non mi sento di chiedere tanto a Saviano", dice al Tempo, "però deve sapere una cosa. Il suo gioco è ormai scoperto e noi abbiamo bisogno di testimoni, non di maestri, veri o falsi che siano".
Manganiello, 64 anni, è stato per quasi vent'anni il parroco di Santa Maria della Provvidenza, a Scampia. Il suo trasferimento suscitò le proteste della gente. La sua esperienza l'ha anche raccontata nel libro Gesù è più forte della camorra. La sua lotta alla camorra è l'antitesi di quella dell'autore di Gomorra: "Non so se Saviano sia passato qualche volta per Scampia; certamente non ha trascorso nemmeno una intera giornata in questi luoghi, altrimenti ci saremmo incontrati o almeno i miei parrocchiani me lo avrebbero riferito. Qui lo scrittore simbolo dell'anticamorra lo hanno visto soltanto in tv. Ciò significa che si può scrivere di camorra senza conoscere concretamente il fenomeno: bastano le carte passate da avvocati e magistrati da cui ricavare storie per editori modaioli e reti tv in cerca di nuovi mercati. Solo così si spiega il fenomeno perché, a dirla tutta, Saviano mi sembra un modesto scrittore".
La sua opera, continua Manganiello, "sul piano pratico, oltre a gonfiare a dismisura il portafoglio di Saviano, non salverà una sola vita". "In territori violenti, dove la legge è assente, soltanto dall'alleanza con l'uomo singolo e bisognoso di aiuto potrà rinascere una vita. Le manifestazioni del fronte anticamorra contro i clan non raggiungono né il cuore né la mente dei malavitosi, che non hanno nemmeno gli strumenti per comprendere il linguaggio degli uomini di cultura". I malavitosi invece, "vanno fissati negli occhi a uno a uno, rassicurati e amati, protetti e sfamati. Senza mostrare loro un progetto alternativo non si caverà un ragno dal buco". E Matteo Salvini "dovrebbe concentrarsi sui problemi reali della criminalità a Scampia e in ogni luogo, non riconoscere valore e centralità a simboli ormai sfocati e inutili".
un sito di sinistra critica
Infatti non mi piace tanto il Saviano - commentatore/filosofo/sacerdote televisivo - con le sue palingenesi (rinnovamento, rinascita, rigenerazione) umane e politiche astratte e finanche noiose.E la sua antimafia è un antimafi a da salotto \ mediatica ( infatti è stato contestato dall'associazione antimafia Peppino impastato ) e a confini o molto vicino a quelli che sciascia chiamava ( azzeccandoci e vedendo lontano ) i professionionisti dell'antimafia . Ma come dicono alcuni : : << Chi ha veramente paura di essere ucciso non se ne sta' ogni giorno sotto i riflettori >> oppure
Ma allo stesso tempo D'altra parte non mi piace un ministro dell'interno che anche solo affronta l'argomento di togliere la scorta ad un uomo minacciato, vere o presunte che siano dalle mafie (e poi tutti sappiamo che Saviano è ben antipatico a Salvini ).Quindi il ministro dell'interno dovrebbe lasciare il cmpito di decidere se la scorta è leggittima ( visot cher non ha ottenuto non seguito la ciò che si diceva sopra , che minricordano le accuse che venivano rivolte a falcone quyando gli chiedevanbo di rinunciare alla scorta ) o meno Bene quindi Saviano ha fatto perchè la 'inteventgo di Salbvini mi sembra di vendetta e e di ripicca verso Salviano . (magari senza quello stile di sfida teatrale).Io avrei fatto la stessa cosa.
Cambiamo argomento è parliamo di razzismo dei bambini
Sono sconfortato e triste davanti a simili news come quella riportata da un post di
condiviso sula mia bachedca di fb da una mia utente \ compagnodistrada
ed << Sinceramente non so proporre nessuno strumento rieducativo non violento nei loro confronti.>> Per questo motivo sconfortato e triste( ancoira non riesco a capacitarmi come faccia ad non indignarmi e ed anon cadere ed abbassarmi agli indifferenti Gramsciani da non riuscire a trovare le parole
.
Ma sopratutto sto iniziando , ma ancra non c'è niente di effettivo , ad avere paura d'intavolare un a discussione su tali argomenti in quanto oltre la solite accuse di buonismo e di volere gli immigrati per sfruttarli , e di essere radical chic e menate varie del tipo portali a casa tua , ecc , sono loroche ti fanno diventare razzista , hanno tutto gratis , non pagasno niente , ti costringono ad essere straniero a casa tua , ecc
Concludo queste mie riflessioni sparse commentando la recente " vittoria " riguardanre il poter guidare delle donne in arabia Saudita .
E' vero che , in un paese dove il potere temporale ( religioso ) e quello politioc sono , come lo era da noi nel medio evo tutt'uno , cio possa costiture un primo passo \ una speranza per i dirittidelle donne . Ma ciò non dev'essere , e lo dico da critico ( anche se non bisogna generalizzare perchè ogni movimento ogni cosa ha anxhe dellle cose positive ) , una scusa per non guardare alla situazione femminile in italia . Infatti concordo qusi completamente con questo articolo sula nuovca sardegna del 28\6\2018
di VANESSA ROGGERI
[... continua da qui dall'account fb dell'autrice in quanto la nuova sardegna , vedere sotto ne riporta solo una parte ]
E da allora, in un percorso lungo e accidentato, le donne hanno visto la propria condizione ribaltata rispetto al passato. Ma oggi l’Italia può davvero dirsi un paese civile, emancipato, evoluto rispetto alle nazioni che certe conquiste le stanno ottenendo con decenni di ritardo? Se si osserva la società italiana con la lente di ingrandimento ci si rende conto che sotto la patina lustra si cela una dimensione reale fatta di una quotidianità ben lontana dalla parità di genere. Finché in un paese come il nostro si parlerà di quote rosa per assicurare un’equa partecipazione delle donne ai ruoli che contano significa che qualcosa non va, e quel qualcosa ha a che fare con il sistema su cui si impianta l’intera società. Finché lo Stato costringerà le mamme-lavoratrici a sacrificare la carriera perché non è in grado di assicurare un welfare degno di uno stato membro dell’Unione europea, significa che non si è capaci di una visione in prospettiva. Se in letteratura ci si nutre ancora del preconcetto che le donne sono capaci di raccontare soltanto storie “rosa”, (e con l’aggettivazione rosa si intende quanto di più zuccheroso e superfluo), significa che le penne di Grazia Deledda, Elsa Morante, Dacia Maraini, Elena Ferrante, Donatella Di Pietrantonio ecc., non hanno dimostrato nulla ai lettori italiani. Fin quando accanto a giornaliste di spessore, conduttrici dignitose e di carattere la televisione generalista continuerà a propinarci vallette mute e mezzo svestite, finché il corpo delle donne verrà ridotto a oggetto di mercificazione per riviste e pubblicità, significa che seppure tanto è cambiato rispetto a 50 anni fa, il nocciolo della questione rimane immutato. E se al Tg, durante un’intervista per strada, alla domanda “che cosa vuoi fare da grande?”, le bambine rispondono “voglio diventare come Belen”, allora capisci che la situazione è più grave di quanto pensassimo. Duemila anni di sottomissione: le donne nascevano proprietà del padre e una volta adulte cambiavano padrone, entrando sotto la responsabilità del marito. Per secoli la donna è stata relegata esclusivamente al ruolo di madre e moglie, per secoli è stata il cardine della società patriarcale. Poi nel giro di nemmeno un secolo, il ‘900, tante Adelasie si sono ribellate, hanno preteso pari diritti, l’istruzione e il diritto di voto, hanno preteso e hanno ottenuto. È arrivata la rivoluzione sessuale e di costume del ’68, il divorzio nel ‘75 e così, un passo dopo l’altro, il modello di famiglia tradizionale si è spaccato, la società - pericolosamente sclerotizzata nei ruoli - si è vista scardinata dalle fondamenta. Ma davvero eravamo convinti che queste rivoluzioni non avrebbero portato conseguenze? Davvero pensiamo che il fenomeno del femminicidio non sia anche diretta conseguenza dello sconvolgimento dei modelli precostituiti di riferimento? Le ragazze moderne, autonome intellettualmente ed economicamente, fanno paura perché non rappresentano più le fragili creature in attesa che il principe azzurro arrivi a salvarle: le ragazze moderne si salvano da sole. Ma in tutto questo non c’è nessuna pretesa di superiorità femminile, nessuna visione femminista che domina sul maschio demonizzato. Parità di genere significa essere considerati in quanto individui. Significa andare oltre i pregiudizi che ci accompagnano in tutti gli ambiti del vivere sociale, e fondarci su un sistema meritocratico. Parte da qui la costituzione di una nazione equaed emancipata. (...)
Infatti concordo con l'analisi della situazione delle donne in italia che c'è urgente bisogno di riprende la lotta da dove di è interrotta . Ha ragione quando dice : << (...) domandiamoci perché in Italia ogni 3 giorni una donna è vittima di femminicidio. Guardare al proprio orticello potrebbe non essere poi così piacevole. >>. Ma non sono d'accordo quando dic e : << Prima di stupirci per certe notizie dal sapore atavico, notizie che in fondo non ci riguardano perché arrivano da lontano >> , perchè mi sa di nazionalismo ed individualismo , quando la lotta per i principi ed diriti delle donne non ha anzi non docvrebbe avere confini di nazionalità e d'essere stranea al conceto di vicinanza e lontananza