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27.9.23

le botte si danno ai sacchi . Luciana Germano, ex modella, lo insegna nei corsi di kickboxing, disciplina che l’ha aiutata a rinascere dopo un amore malato.

Quest'articolo    conferma e  amplifica   la  lezione  di  Cristian   porcino  alias   filosofo impertinente  sula  rabbia   tebnuto   tempo  fa    su queste  pagine  .  La  storia     che riporto  oggi     viene  da  
da F rivista femminile n 39 2 ottobre 2023

                               DI MARZIA POMPONIO


       

 Luciana Germano, ex modella, lo insegna nei corsi di kickboxing, disciplina che l’ha aiutata a rinascere dopo un amore malato. Campionessa europea, ha dedicato la vittoria alle donne che come lei hanno subito violenza. «Ragazze, ribellatevi. E chiedete aiuto dopo un amore malato. Campionessa europea, ha dedicato la vittoria alle donne che come lei hanno subito violenza. «Ragazze, ribellatevi. E chiedete aiuto» «Va bene, faccio come vuoi, adesso portami a casa», dico al mio ragazzo. Anche stavolta abbiamo litigato per un motivo banale. Mi stava riaccompagnando in auto, quando tutto a un tratto ha imboccato una stradina secondaria, spento il motore e con una furia cieca si è avventato contro di me, tirandomi schiaffi e pugni. Non sono state le mie urla a farlo smettere, ma una macchia di sangue sul mio vestito. Poi ha rimesso in moto come se nulla fosse accaduto. È la prima volta che arriva a tanto ma in altre occasioni l’ho visto infuriarsi e prendere a calci tutto ciò che aveva intorno. Aveva già alzato le mani, mai sul viso però. La nostra relazione dura da poco più di un anno, vorrei interromperla, ma ho paura. Ho 17 anni. Non è l’amore che sognavo. BASTA SFILATE Frequento ragioneria a Gela, ho quindici anni e da poco lavoro come modella per un’agenzia. Mi piace questo mondo, è il mio sogno, ma a Marco non va che la sua ragazza sfili facendosi guardare dagli altri. Pretende che io smetta. Lo accontento. La sua gelosia tuttavia è sempre più morbosa. Quando non siamo insieme mi manda messaggi per sapere dove sto e con chi. Anche se esco a fare la spesa pretende che gli invii le foto dal cellulare per vedere come sono vestita. Mi allontana dagli amici, posso frequentare solo i suoi. I litigi diventano frequenti. Ogni discussione segue lo stesso copione: tento invano di fare valere la mia opinione, lui mi aggredisce verbalmente e fisicamente, infine cedo con il solito «Va bene, faccio come
dici», facciamo la pace, e poi si ricomincia al successivo litigio. «Dobbiamo chiudere la relazione. Mi fai arrabbiare troppo. Mi stai rovinando la vita». Il suo messaggio arriva la mattina del mio diciottesimo compleanno. Piango, di rabbia. Non doveva farlo in questo giorno importante. Al tempo stesso mi sento sollevata, finalmente libera. «Non stare chiusa in casa. Esci, trova qualche attività che ti distragga», mi suggeriscono gli amici. Alterno tre lavori, mi iscrivo a scuola guida e in palestra. Un giorno, mentre mi alleno con gli attrezzi, vedo un corso di Muay Thai nella stanza accanto. «Puoi provare. Magari ti piace», mi dice il maestro che mi vede sbirciare sulla porta, incuriosita. Gli sorrido. «Va bene». Inizia la mia seconda vita. RINASCO COI GUANTONI La kickboxing è il mio sfogo, la palestra il mio rifugio. Solo tre mesi dopo il maestro mi fa salire sul ring per il mio primo match, una tappa che solitamente si raggiunge dopo circa un anno di allenamento. Ci sono poche donne in questa disciplina ancora non molto di!usa in Italia, di conseguenza a!ronto da subito le più forti. «Fai la modella, questo sport per animali non fa per te. Lascia stare. Non arriverai mai in alto», mi sento dire in famiglia e dagli amici, che mi vedono troppo gracile e timida. L’unico a incoraggiarmi e a credere in me è il mio maestro, Antonio Greco, che sarà fondamentale per la mia carriera ma anche per ritrovare l’amore, visto che diventa il mio compagno. Da dilettante passo in poco tempo ai colpi più pesanti, fino a diventare professionista e a combattere senza protezioni. A luglio 2021 gareggio per il titolo italiano, ma non lo vinco. Ci riprovo l’anno dopo. Fuori casa, a Roma. E questa volta ce la faccio, imponendomi nella categoria 55 chili sulla detentrice del titolo Anna Rotatori. Incredula, sul ring alzo la cintura al cielo. È la mia risposta a chi mi diceva «non ce la farai mai». Lo scorso agosto, con una quarantina di match alle spalle, conquisto il titolo europeo. Questo premio lo dedico alle donne. Sono stata anch’io vittima di violenza. A loro voglio dire: trovate la forza di ribellarvi, di rivolgervi a qualcuno e parlare», dico sul podio. RAGAZZE, RIBELLATEVI Per la prima volta, in un’intervista, parlo della violenza subìta che non avevo mai raccontato, sia per la volontà di lasciarmela alle spalle, sia per timore del giudizio. Le mie dichiarazioni diventano virali sui siti e sui social. Nella palestra dove insegno sono già da tempo punto di riferimento per molti ragazzi vessati dal bullismo. Ora anche tante donne mi confidano di avere vissuto la violenza in casa. Sono anche promotrice dell’associazione The Shadow Project, fondata dalla pluricampionessa mondiale di kickboxing Gloria Peritore: tramite eventi gratuiti per le donne si vuole dimostrare che gli sport da combattimento possono migliorare la vita delle persone, attraverso l’empowerment e la sensibilizzazione. In più esiste lo sportello d’ascolto on line, (ascolto@theshadowproject.it). Gestito da psicoterapeuti, o!re orientamento a tutte quelle donne che non sanno come fare il primo passo per reagire a una situazione di violenza. Perché, come insegno nei miei corsi, le botte si danno solo ai sacchi

12.6.22

A 10 anni rifiuta la medaglia a tavolino con lo sfidante bloccato nel traffico: lo aspetta e vince

 🙌🏻 Il suo avversario è arrivato in ritardo per problemi di viabilità stradale, lui aveva vinto a tavolino la sua categoria; ma nel momento in cui il suo avversario è arrivato al Pala Invent ha deciso di rimettere la medaglia ai giudici e combattere la gara. 🙇‍♂️👏 Questa è la storia bellissima di 𝗘𝗱𝗼𝗮𝗿𝗱𝗼 𝗙𝗘𝗥𝗥𝗔𝗥𝗜, un bambino di 10 anni che ha dato un esempio incredibile di 𝗙𝗔𝗜𝗥 𝗣𝗟𝗔𝗬.

 credo che   se questa  news  riportata  da  https://www.fanpage.it/  è vera  ed  non e  una leggenda metropolitana o inventata    o  una  fake  news  dovremo avere  fiducia  nelle nuove  generazioni  

A 10 anni rifiuta la medaglia a tavolino con lo sfidante bloccato nel traffico: lo aspetta e vince Edoardo Ferrari a 10 anni ha dato a tutti una lezione di vita. Un gesto di lealtà sportiva davvero notevole che l’ha visto rifiutare la medaglia che gli era stata assegnata a tavolino. Il suo avversario è arrivato in ritardo e lui l’ha aspettato e ha voluto combattere il match di kickboxing riconsegnando la medaglia.Edoardo Ferrari ha 10 anni e con un solo piccolo gesto ha fatto capire quali siano i reali valori dello sport. Al Pala Invent di Jesolo, nella finale dei campionati italiani di kickboxing per la categoria Young Cadet 10-12 anni al limite dei 32 chilogrammi nel Light Contact, ha mostrato rispetto e lealtà nei confronti del suo avversario che per pura sfortuna non è riuscito ad arrivare in tempo per il match. Il suo avversario infatti è arrivato in ritardo per problemi di viabilità stradale portando i giudici di gara ad assegnargli la vittoria a tavolino la sua categoria.

Non potevano fare altro, questo è chiaro, nulla contro il povero avversario di Edoardo fermato prima di iniziare dal traffico. "Nel momento in cui il suo avversario è arrivato al Pala Invent ha deciso di rimettere la medaglia ai giudici e combattere la gara" scrive la Federkombat sul proprio account Facebook raccontando con grande orgoglio quanto accaduto esaltando il gesto del piccolo Edoardo diventato immediatamente un campione su tutti i fronti dando una lezione di vita: sportività, professionalità e serietà che non guasta mai nel mondo dello sport.Il piccolo Edoardo ha dunque deciso di consegnare nelle mani dei giudici la medaglia che gli avevano appena conferito per la vittoria a tavolino del match vista l'assenza del suo avversario. Avversario che però, una volta superati i problemi di viabilità, è riuscito a raggiungere il Pala Invent anche se in notevole ritardo. Edoardo non ci ha pensato su due volte e ha voluto combattere quella gara conquistandosi la medaglia sul campo. "Mi hanno chiesto di combattere dopo un paio d'ore – racconta Edoardo – ero un po' titubante sulla scelta che non mi aspettavo, ma ho deciso di combattere nuovamente, anche perché non ero molto soddisfatto di aver vinto a tavolino".


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...