La risposta alla mia auto elucubrazione mentale di tipo marzuliano cioè farmi le domande e darmi le risposte è confermata da questa email e dal botta e risposta che n'è scaturita
“Ciao Ulisse Ti racconto la mia storia. Ma tu sei sorda ? Sì.
Se mi hai risposto, non puoi esserlo.Quando mi trovo in una situazione come questa, mi viene sempre voglia di tirare un pugno. Poi mi pongo delle domande e provo a darmi delle risposte. Mi chiedo come mi vedono gli altri, cosa pensano. Per tanti anni ho nascosto a me stessa la mia sordità, dietro i capelli, fingendo che tutto andasse bene. Finché mi sono accorta che stavo vivendo solo a metà. Allora ho deciso di reagire. Ho iniziato a chiedere di ripetere quando non sentivo, a dire di parlare più forte, o più lentamente. Tutti si stupiscono quando faccio vedere l’impianto, perché l’unica sordità che conoscono è quella affiancata al mutismo. Quindi, per la gente, se sei sorda non dovresti saper parlare bene, né sentire quello che ti dicono, lavorare, guidare la macchina, dare gli esami da sola. Quando mi dicono così, vorrei gridare e far sapere a tutti quello che mi porto dietro. Anni di sofferenze, di sforzi, di giornate intere passate davanti allo specchio, cercando di posizionare la lingua nel verso giusto attraverso un cucchiaino che spesso mi faceva salire la nausea, giornate intere a guardare il movimento della mia bocca per vedere se era corretto, a fare gli esercizi che la logopedista mi assegnava. Giornate intere per cercare di essere quella che sono. Da due anni ho l’impianto cocleare, è come essere nata una seconda volta. Da quando sono uscita allo scoperto, provo a parlare, a far capire alla gente la diversità di ognuno di noi, perché la disabilità non va classificata. Ho sempre visto la mia sordità come un nemico da annientare. Mi sono ostinata a essere quella che non sono, fino a quando ho capito che per sconfiggere davvero il nemico, avrei dovuto amarlo. E così è stato.
Grazie di cuore per l'attenzione Antonella
Cara Antonella Sfondi una porta aperta . Anch'io sono sordo per il 90 % è capisco benissimo la tua situazione pur non avendo per mia rinuncia la protesi . Ho dovuto rinunciare perchè : 1) sarebbe stata tutta interna e quindi c'è la paura che si possa guastassi o sorga qualche problema debbano martoriarmi ., 2) perchè la prima parte , andata bene , dell'intervento è stata pesante e per mettermi tale protesi dovrebbero riaprirmi di nuovo con il rischio , come nell'intervento precedente che toccando il nervo , mi creino o provvisoriamente o definitivamente una paralisi facciale . Quindi ho deciso d'accettare , ulteriormente che a destra non sento in quanto l'orecchio è un orecchio chiuso visto che la malattia precedente , nonostante diversi interventi , mi abbia " mangiato tutto l'apparato uditivo interno . Ho affrontato in passato e continuo ad affrontarlo tutt'ora il tuo stesso problema . Infatti nello scrivere la la tesi di laurea ho faticato parecchio per il problema degli spazi tra una parola è l'altra . Infatti sul web nei News groups , venivano sopranominato la pistola del web perchè scrivevo con spazi molti ampi .
non racconto come leggerete dal post d'oggi , le storie delle olimpiadi , ma anche altre storie
Lo straordinario ingegnere di Ittiri: non sente ma progetta il sound perfetto
La scommessa vinta di Salvatore Ruiu e del team sassarese di Abinsula
LUCA FIORI 06 AGOSTO 2021 la nuova sardegna
SASSARI. Quando a pochi anni di vita i medici gli hanno diagnosticato una sordità bilaterale profonda, la cui causa è ancora sconosciuta, i suoi genitori non si sono persi d’animo come sarebbe stato normale, ma hanno deciso che il loro bambino doveva comunque avere le chance di tutti i suoi coetanei. Così, grazie alla caparbietà di papà Luigi e mamma Baingia che hanno scommesso su di lui - e alle tante, tantissime ore di logopedia - Salvatore Ruiu, 35 anni, ingegnere informatico di Ittiri, con una laurea conseguita al Politecnico di Torino, ha superato difficoltà e diffidenze e quello che fa oggi è la prova che con la forza di volontà si può superare qualsiasi ostacolo. «Anche la sordità - spiega l’ingegnere, sposato e padre di una bambina - perché oggi, grazie al progresso e alle nuovissime tecnologie, anche una persona sorda è in grado di condurre una vita normale». Ma quello che fa l’ingegnere ittirese è molto di più di qualcosa di normale. Team leader all’interno dell’azienda sassarese Abinsula (l’azienda fondata nel 2012 e ora proiettata nel mercato globale), Salvatore Ruiu subito dopo aver conseguito la laurea in ingegneria informatica si è specializzato nel settore dell’automotive. «Non avrei mai pensato però - spiega l'ingegnere - che il mio primo progetto come sviluppatore di sistemi “embedded” fosse proprio legato alla programmazione di un processore audio digitale di un sistema infotainment per una grossa azienda automobilistica tedesca».
Articolo completo e altri servizi nel giornale in edicola e nella sua versione digitale
La schermitrice paralimpica, nata con una neuropatia sensitiva di tipo II che le ha causato sordità profonda e scoliosi grave, è molto attiva sui social e nel sociale: "La gente che riversa odio in rete lo fa perché non è felice e spesso si sente 'infastidita' dai successi degli altri"
VENTITRÈ anni di vita talmente intensa e piena di vittorie - sportive e non - da sembrare molti di più. Sarà per questo che gli occhi di Ilaria Muresu, atleta di origine veneta ma di casa in Sardegna, nella sua amata Olbia, hanno uno sguardo così intenso e reale, sorridente anche quando la bocca è coperta dalla maschera da scherma, o dalla mascherina. Nata con una neuropatia sensitiva di tipo II che le ha causato sordità profonda e scoliosi grave a 135 gradi, Ilaria non ama molto il suo nome di battesimo: "Chiamami Nini, per favore". Oggi Nini è un'atleta paralimpica della squadra nazionale di scherma, impegnata per abbattere le barriere comunicative che in questo periodo mettono seriamente in difficoltà le persone sorde.
Come è nato l'amore per la scherma?
"Grazie a un cugino svizzero, mio coetaneo. Faceva scherma e tramite lui ho cominciato ad appassionarmi. Poi nel 2012, alle Paralimpiadi di Londra, ho scoperto la scherma paralimpica e mi ci sono buttata a capofitto: "Vale la pena provarci!", ho pensato. Un amore a prima vista che non so descrivere, una grande emozione".
Quali sono state le soddisfazioni sportive più grandi, finora?
"Non sono una di quelle che conta le medaglie o che dice di essere campionessa, anzi. Sono più per i sogni e uno grande realizzato è sicuramente quello di poter praticare la scherma a livello agonistico. Per allenarmi percorro 115 km da Olbia a Sassari lungo una carreggiata davvero pericolosa, che io chiamo 'la strada della morte' perché fa paura, è buia e deserta, fatta eccezione per qualche camion. Purtroppo per raggiungere il mio sogno sono costretta a viaggiare da più di 6 anni, ma ne vale la pena. Le soddisfazioni per me nel campo sportivo sono queste, a partire dal fatto di aver battuto l'ansia o meglio gli attacchi di panico, perché erano incontrollabili. Ora la situazione mi sembra migliorata e sono riuscita anche a migliorare nelle gare nazionali. Una bella vittoria".
Ilaria Muresu Che significa fare uno sport del genere con una disabilità come la sua?
"All'inizio i medici mi sconsigliavano di fare attività a livello agonistico, ma io sono testarda quando faccio le cose e provo di tutto! Poi alla fine, se qualcosa non va, mi arrendo, ma per arrendermi devo aspettare a lungo, essere pronta psicologicamente ad accettare che quella cosa non va bene per me. In realtò mi sconsigliavano perché ebbi un arresto cardiaco durante l'intervento alla scoliosi, nel lontano 2011. Una settimana fa ho festeggiato 10 anni dall'inizio della mia seconda vita. I medici sono iperprotettivi nei miei confronti, ma io trovo sempre il modo di rialzarmi. La scherma a livello agonistico stanca ma ho sempre cercato, durante le gare, di non esagerare, magari usando integratori ricchi di potassio e magnesio, e bevendo gli amati succhi di frutta, che riescono a colmare l'ansia e il vuoto, quella sensazione di non essere mai abbastanza".
Lei è molto attiva sui social: si è mai trovata ad affrontare fenomeni di "hating online"?
"Ho 4k di follower su Instagram e oltre a essere una schermitrice paralimpica sono una blogger. Attualmente ne curo uno in cui racconto tutto ciò che succede nel Caucaso: diciamo che ho trovato una motivazione che mi spinge a far appassionare ai lettori la Georgia e tutto ciò che ha da offrire questa nazione, a livello culturale e non solo. Nell'aprile 2020, in piena pandemia, sono stata la prima a creare, insieme a due amici, le mascherine trasparenti: dividendoci su tre regioni (Sardegna, Lombardia, Calabria) siamo riusciti a raccogliere i soldi per fabbricarne 2000 grazie a una campagna di cui vado molto fiera. L'iniziativa è nata perché noi non sentivamo ed eravamo abbattuti dal fatto di non poter più leggere il labiale delle persone e ancora più impossibilitati a comunicare. Nei mesi successivi io, Sara Succurro e Ivan Lombardi siamo stati invitati in televisione per raccontare la nostra storia e dopo quasi un anno le mascherine sono ancora in fase di produzione presso la sartoria Cirotto di Olbia. Siamo molto contenti perché non ci aspettavamo di avere tante richieste! Sono stata vittima di "hating" anche per questa iniziativa ma poi ho cominciato a fregarmene, perché tanto nella vita ci sarà sempre qualcuno che ci bullizza o ci critica. L'unica cosa da fare è andare avanti e affrontare come sempre la vita, anche quando è crudele".Ilaria Muresu con una delle mascherine trasparenti
Per quale motivo secondo lei le persone riversano il loro odio in rete?
"La gente che riversa odio in rete lo fa perché non è felice, e spesso è 'infastidita' dai successi degli altri. Succede. Come ho già detto, bisogna solo continuare a fare ciò che si vuole e andare sempre avanti senza mai badare alle persone che giudicano. Non è facile ma neanche impossibile, è solo questione di avere fiducia in noi stessi e provare tanta, infinita autostima".
È socialmente impegnata anche su altri fronti...
"Faccio da sempre volontariato, ma preferisco farlo in silenzio o condividere le mie sperienze con persone che hanno la mia stessa voglia di aiutare il prossimo. Ho anche deciso di candidarmi in politica alle comunali di Olbia per rappresentare le persone con disabilità, un impegno che vorrei portare a termine per provare ad abbattere le barriere e i pregiudizi, creando delle case dove ragazze e ragazzi possano vivere da soli, in modo indipendente. Al di là di questo sono sicura che, comunque vada, sarà una bella esperienza".
Come ha vissuto questo strano anno di pandemia?
"Per me è stata ed è molto dura perché, a causa delle mascherine, non riesco a leggere il labiale e finisco col perdermi migliaia di parole. Essere sordi ormai è quasi considerato una 'colpa', ma che colpa ne ho io se non sento e ti chiedo di abbassare la mascherina? Capisco il Covid e tutto, ma per noi sordi essere circondati da mascherine significa vivere in isolamento senza capire nulla. Tutto ciò che vediamo sono mascherine che si muovono e dopo un po' esplodiamo di rabbia e frustazione e il solo pensiero che ci tormenta quando usciamo di casa è: 'Come facciamo?' Rivogliamo la vita di prima anche se difficilmente potrà tornare. Vogliamo poter essere capiti o meglio compresi. Per fortuna in questa pandemia ho imparato ad essere tanto forte e a non piangermi addosso".
Che progetti ha per il futuro?
"Voglio godermi tutto pensando al presente. Domani chissà, potrei non esserci più. Quindi penso all'oggi e a quello che la vita mi vuole dare. L'unica cosa che posso augurarmi è di stare bene in salute e la stessa cosa auguro a chi mi sta vicino ogni giorno. Dal punto di vista umano e personale, spero di vivere a lungo e poter realizzare piccoli sogni. Sono una persona che ama stare in mezzo alla gente, ascoltare, sentire il dialogo, le opinioni. Insomma sono una con i piedi per terra ma ho il carattere di chi ne ha veramente passate tante. E in tutto ciò che faccio ci metto tanto amore, tanto affetto. Il mio motto è: 'Lottare sempre, arrendersi mai'. Una frase che dedico a chi lotta ogni giorno, perché ognuno di noi ha sofferto nella vita e sono sicura che a soffrire siamo in tanti. Ma grazie ai valori e all'amore vero, quello della mia famiglia, si può affrontare qualunque cosa".
Incuriosito dal trailer e da questa frase estrapolata dal film
Può succedere che nel corso della vita si provi dolore, è la stessa cosa per tutti. Per questo motivo, devi cercare di accettare e amare anche i lati peggiori di te stessa, e andare avanti dal film La forma della voce - A Silent Voice,
e dalla " breve recensione " che trovato per la ricerca del mio precedente post ho visto , e da quest'altra
dopo anni ( l'ultimo era Mila e Shiro - Il sogno continua New Attacker YOU ! ) un anime . Più precisamente La forma della voce - A Silent Voice (聲の形 Koe no katachi) . Esso mi è piaciuto descrive lo stato in cui ogni tanto ricado a causa di a causa dei miei comportamenti idioti da ragazzo bullo \ nonnista ( da circolo vizioso , avendolo subito lo rifacevo a gli altri\e ) e stalker verso alcune persone di cui non merito ( se mai lo hanno fatto ) il loro perdono ma vorrei come il protagonista delll'anime e del manga poter dimostrare che sono ( e sto cambiando \ trasformandomi , la vita \ opera d'arte non è altro che un qualcosa in continua trasfornmazione ) cambiato . Ma purtroppo causa polvere del tempo molte d'esse saranno irrintracciabili ( morte , sposati e quindi cognomi diversi , numeri di cellulare ed indirizzi postali \ email cambiati ) .Infatti questo mio sfogo \ elucubrazione mentale èsolo frutto di un sogno \ incubo da cui mi sveglio ,ma il pensiero rimane . Quindi lascio perdere ( smetto di continuare a cercarle ) e mi lascio alle spalle strappando questa pagina dal libro della vita e lascio in pace ***** l'unica che ho rintracciato e che ho tentato senza successo di riallacciare i rapporti e chiederli scusa arrivando quasi allo stalking .
<> ( secondo video ) . Bisogna superare il preconcetto tipico delle istituzioni culturali italiane che ancora continua anche se in misura ridotta ma sempre in modo influente [SIC ] a considerare i manga e gli anime [ per chi volesse approfondire l'argomento sulla loro differenza e sui loro diversi generi e sottogeneri qui e qui trova maggiori informazioni ] come roba da bambini e quindi a snaturarli come ha fatto ( e fa tutt'ora ) con censure ed edulcorazioni inutili ed a far si che : << (...) i programmi di animazione, approdati sulle reti televisive principali erano cadute sotto la scure della censura, la quale si era messa a tagliare scene, tradurre interi dialoghi senza un senso con quello che accadeva nella storia, fino ad arrivare a eliminare interi episodi ( .... continua in questo articolo di http://www.mondojapan.net/ ) >> e mostrarlo nelle scuole anche se
( ..... ) Qualcuno potrebbe usare la famosa frase "dovremmo farlo vedere nelle scuole", nella realtà questa affermazione è vera fino a un certo punto, poichè chi è propenso a comportarsi in tale modo non è capace di capire i suoi errori guardando semplicemente un film, come avviene nella cura Ludovico. Il bullismo che si vede in questo film è quasi "preistorico", oggi non è più fare solo del male ma esiste la condivisione digitale, che nel film non c'è, cosa che rende tutta la vicenda di Shoko (vittima) quasi intima, mentre invece trovando la situazione contraria, con l'isolamento da parte dei compagni per Shoya (carnefice). E questo rende il tutto abbastanza fuori dal mondo che conosciamo, che ci viene descritto regolarmente dalla cronaca. ( .... recensione di un utente di filmtv.it qui trovate il resto della recensione )
Ma è qualcosa nel mare dell'indifferenza o della cronaca di tanti fatti o i tanti bla. bla ... per porvi rimedio , nei corsi del bullismo e disagio sociale ed farlo vedere ai genitori : dei bulli \ nonni ma soprattutto a quelle persone che con la loro indifferenza e il voltare lo sguardo dall'altra parte fanno si che simili episodi succedano ed abbiano conseguenze drammatiche anche a posteriori come i personaggi del film .
Cercando sui canali di telegram questo numero ( esattamente il n. 18 del 18.04 )
e sul sito della rivista www.donnamoderna.com l'articolo in cui si racconta la storia ( qui la sua pagina qui il suo account, Facebook ) di Marilena Abbatepaolo ne ho parlato in un post precedente trovate sopra l'url ho trovato sul sito della rivista questo articolo che parla della nostra ( non per piangermi addosso ma perché lo sono anch'io anche se fortunatamente 😢 solo a destra ) disabilità è invisibile, per questo, ovviamente senza generalizzare, gli " udenti " tendono a sottovalutare e non capire, come si racconta oltre che nell'articolo prima citato in questo video [ spero d'essere riuscito ad incorporarlo , se mon ci riuscite andate al link dell'articolo citato ] .
Spesso le difficoltà delle persone sorde non vengono capite e l'inclusione risulta difficile, a partire dalla scuola. Lo racconta in modo coraggioso La forma della Voce, lungometraggio basato sull'acclamato manga A silent voice, nelle sale il 24 e 25 ottobre: protagonista Shoko Nishimiya, una ragazzina non udente, vittima del bullismo. Ecco il trailer.
Spesso le difficoltà delle persone sorde non vengono capite ed vengono accettate per pietà ed ipocrisia e l'inclusione risulta difficile, a partire dalla scuola. Lo racconta in modo coraggioso La forma della Voce, lungometraggio basato sull'acclamato manga A silent voice, nelle sale il 24 e 25 ottobre: protagonista Shoko Nishimiya, una ragazzina non udente, vittima del bullismo. Ecco il trailer.
Ora visto che lei ha una tempra più dura della mia nell'affrontare la disabilità gli ho scritto
Ciao
ed Auguri di buona pasqua innanzitutto
ho letto che : << Da tempo in Italia il movimento dei sordi è spaccato tra l’approccio strettamente oralista e logopedista (che prevede impianti cocleari e riabilitazione per portare a parlare le persone sorde) e l’utilizzo esclusivo della Lis (Lingua italiana dei segni), che anche in Italia è stata riconosciuta ufficialmente: il 3 ottobre 2017, dopo 20 anni e sei legislature, il Senato ha concluso l’esame del disegno di legge, licenziando un provvedimento che riconosce e garantisce i diritti delle persone sorde e che ora passerà alla Camera, per l'approvazione in via definitiva.>>. in quale delle due scuole segui ? te lo chiedo non per curiosità morbosa ma per confrontarci ed sentire un opinione in quanto vorrei sentire un parere prima di fare l’impianto cocleare di cui ho paura , non tanto per l’intervento in se ( ne ho fatto diversi in 35 anni per evitare che la malattia , otite da colesteatoma che ha determinato la mia sordità , portasse a conseguenza peggiori sul mio corpo ) ma per il dopo
ecco la sua risposta
Io credo che non dovrebbero esserci divisioni Finché ci saranno divisioni nessuno di noi sarà integrato pienamente
Infatti La sordità è un limite, e come tale deve poter essere superabile. Nessuno può essere lasciato indietro, quindi qualsiasi scelta, dalla Lis all’oralismo a entrambi e ai sottotitoli, va considerata giusta perché all'interno di una vera battaglia culturale come quella che ( ne avevo parlato anch'io ) Sara Giada Gerini, giovane donna sorda oralista, si batte per l’introduzione dei sottotitoli per tutti.
Oggi riporta una storia che sicura mente non verrà riportata o se lo sarà sarà ai margini da media tutti impegnati a contare i mori o parlare di seconda fase , . Un problema gravissimo quello dei sordi ed chi ha problemi auditivi come potete leggere oltre c che dalla storia di Marilena riporta sotto ( e presa dallo stesso sito ) da queste due storie
"Sono sorda e ho dovuto fare la spesa con un cartello: ecco perché servono le mascherine trasparenti"
"Esco per la spesa e diavolo della mascherina! Non mi fa leggere le bocche. Non le vedo le bocche. Non so nemmeno se parlano con me. Sono uscita da casa con un foglio: 'Non sento. Non parlarmi'. Lei ha provato, voleva vendermi i punti, poi non so che altro. Le ho risposto: 'Voglio solo pagare e tornare a casa'. E le ho mostrato il foglio. Quella commessa mi ha guardata, ha letto il foglio e ha fatto di sì con la testa. Eravamo uguali, lei e io. Fragili allo stesso modo".A sottolineare il disagio vissuto dai sordi in questo periodo di emergenza Covid-19 è Marilena Abbatepaolo, dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo 'La Giustiniana' di Roma.Originaria di Polignano a Mare, Marilena non sente da quando aveva 16 anni, tuttavia non ha mai permesso alla disabilità sensoriale di porle dei limiti. Così nel tempo è diventata assessore, consigliere comunale, insegnante d'italiano e anche prima preside sorda d'Italia. Ma ora a farle "vivere un incubo nell'incubo" è un semplice pezzo di carta - o se preferite di stoffa -: una mascherina.La sua denuncia è apparsa su Facebook,
Essere sordo con il Coronavirus è un incubo nell'incubo. Non mi sono mai persa d'animo nella mia vita, ma da quando è scoppiato mi sembra di essere tornata ai miei 16 anni, quando tutto ebbe inizio. Anche allora la reazione fu: chiudermi al resto. Non sopportavo stare tra le gente. Dover vedere le labbra muoversi. Non capire. Preferivo stare sola.
Ed infatti a me questa quarantena non pesa. No, sono abituata al silenzio. Sono abituata a tutto questo. Ho spalle forti e larghe per affrontare questo. È quello che sta fuori che mi fa male oggi.Certo proprio così. L'opposto della maggior parte delle persone. Perchè io oggi non posso capire nulla.Esco per la spesa e, diavolo della mascherina!, non mi fa leggere le bocche. Non le vedo le bocche. Non so nemmeno se parlano con me.
Sono uscita da casa con un foglio che ho mostrato alla commessa: non sento. Non parlarmi.
Lei ha provato. Voleva vendermi i punti, poi non so che altro.
Le ho risposto: Voglio solo pagare e tornare a casa. E le ho mostrato il foglio con scritto: sono sorda. Non capisco.
Quella commessa mi ha guardata, ha letto il foglio e ha fatto di sì con la testa. Eravamo uguali, lei e io. Fragili allo stesso modo.
Arrivata a casa, mi sono guardata allo specchio. No, non sono mai stata così maleducata in vita mia.
Stasera poi leggo una notizia che mi ha strappato un sorriso
Ecco, una speranza mi si accende. Qualcuno si è ricordato di noi.
Anche se è in America, anche se qui in Italia non arriveranno le mascherine trasparenti, qualcuno si è ricordato che noi sordi esistiamo. Mi domando se qualcuno a scuola ha ricordato che i sordi non possono fare la didattica a distanza. Qualcuno si è posto questo problema?
Attendo risposte. Per ora ho solo questa notizia.
Certo proprio così. L'opposto della maggior parte delle persone. Perchè io oggi non posso capire nulla.
Esco per la spesa e, diavolo della mascherina!, non mi fa leggere le bocche. Non le vedo le bocche. Non so nemmeno se parlano con me.
Sono uscita da casa con un foglio che ho mostrato alla commessa: non sento. Non parlarmi.
Lei ha provato. Voleva vendermi i punti, poi non so che altro.
Le ho risposto: Voglio solo pagare e tornare a casa. E le ho mostrato il foglio con scritto: sono sorda. Non capisco.
Quella commessa mi ha guardata, ha letto il foglio e ha fatto di sì con la testa. Eravamo uguali, lei e io. Fragili allo stesso modo.
Arrivata a casa, mi sono guardata allo specchio. No, non sono mai stata così maleducata in vita mia.
Stasera poi leggo una notizia che mi ha strappato un sorriso
Ecco, una speranza mi si accende. Qualcuno si è ricordato di noi.
Anche se è in America, anche se qui in Italia non arriveranno le mascherine trasparenti, qualcuno si è ricordato che noi sordi esistiamo. Mi domando se qualcuno a scuola ha ricordato che i sordi non possono fare la didattica a distanza. Qualcuno si è posto questo problema?
Attendo risposte. Per ora ho solo questa notizia.
Miei cari amici, aiutatemi a farlo girare. Magari arriva da qualche parte.
a commento dell'articolo - diventato virale - con cui Mashable Italia ha parlato delle mascherine trasparenticucite gratuitamente da Ashley Lawrence, una studentessa statunitense, per aiutare la comunità dei sordi e degli ipoudenti.Una notizia che le "ha strappato un sorriso e riacceso la speranza", scrive, perché "qualcuno si è ricordato di noi. Anche se è in America, anche se qui in Italia non arriveranno le mascherine trasparenti, qualcuno si è ricordato che noi sordi esistiamo".La preside spera che la sua denuncia arrivi sino al Governo e che qualcuno, leggendo l'idea della giovane americana, si attivi al più presto per iniziare a produrre e consegnare mascherine simili anche in Italia. Perché il problema rischia di limitare le vite dei sordi anche una volta concluso il lockdown."Immagino quello che accadrà con la fase due - dice Abbatepaolo a Mashable Italia - tutti usciremo con le mascherine, ovviamente in modo graduale, ma noi sordi come faremo? Come torneremo al lavoro? Come dialogheremo con i nostri amici? Ecco, io vorrei che si abbia chiaro il problema, affinché si trovi una soluzione".Poi punta i riflettori su un'altra questione: quella delle lezioni a distanza. "Sto ricevendo molte segnalazioni di studenti sordi che frequentano le superiori e che hanno problemi a seguire le lezioni da casa". Molte piattaforme per la didattica a distanza, fa notare la dirigente, non hanno il servizio di sottotitolatura."Abbiamo un problema di comunicazione, quindi d'inclusione - continua la preside - la Repubblica deve tutelare, come da costituzione, questa nostra situazione e lo dovrebbe fare sempre". "Non mi sono mai persa d'animo nella mia vita - continua - ma da quando è scoppiata l'emergenza mi sembra di essere tornata ai miei 16 anni, quando tutto ebbe inizio. Anche allora la reazione fu di chiudermi al resto del mondo. Ed infatti a me questa quarantena non pesa. No, sono abituata al silenzio. È quello che sta fuori che mi fa male oggi. L'opposto della maggior parte delle persone. Perché io oggi non posso capire nulla".Eppure, ricorda Abbatepaolo, "non ho mai avuto problemi a comunicare. Credo anche di parlare troppo".Intanto le parole della dirigente scolastica hanno trovato terreno fertile in molte aziende che si sono dette disposte a produrre dispositivi di protezione idonei. "In particolare da Venezia mi stanno inviando dei prototipi perché hanno voglia di intervenire - dice la preside - ma è chiaro che la produzione deve essere certificata dal punto di vista sanitario e validata e magari supportata dallo Stato".Ditte private, ma non solo. All'opera ci sono anche associazioni e piccole attività di bottega, come lo Studio Moda Marina Abbigliamento & Accessori, che, dopo aver ideato il modello, ha iniziato la produzione di mascherine trasparenti in accordo con la protezione civile di Desio, in Lombardia.Altre risposte arrivano dal Sud, in particolare dalla Sicilia, dove il 28 marzo è partita da un istituto per sordi di Messina la richiesta, ora al vaglio del ministero dello Sviluppo Economico, di produrre dispositivi di protezione specifici per chi ha bisogno di leggere il movimento delle labbra.
Spesso la società si dimentica di chi ha una disabilità sensoriale, ma la preside è convinta che pian piano il livello di inclusione migliorerà."Bisogna dare a tutti le stesse possibilità e ai miei ragazzi dico sempre di non mollare mai. Se ce l'ho fatta io, ce la possono fare loro", dice la preside.Poco dopo squilla il telefono. Una voce metallica introduce l'interlocutore e poi svanisce. "Ciao Valentina, sono Marilena. Ti ho fatto una sorpresa, ora può sentire la mia voce". Una magia avvenuta grazie a Pedius, l'applicazione sviluppata da un ragazzo romano, Lorenzo di Ciaccio. "Da quando l'ho scoperta ho ricominciato a chiamare le persone".
Le storie 22\3\20118 d'oggi sono : di rinascità da un handicap e di come un handicap possa essere anche un qualcosa che ti permette di sviluppare ptenzialità . la storia di Serena Mancino di Massa Finalese .. di speranza e d'amore la storia di Luliet e Best, dall’Africa a Lucca per inseguire l’amoreCelebrato il primo matrimonio fra due richiedenti asilo., di sportività \ fair play . N.B accusatemi pure per la seconda e la terza storia di buonismo e d'essere fra gli invasori . tanto sono accuse che mi scivolano e via ( metaforicamente parlando😀😁🤐🙂😉 ) chi mi segue su social oltre che qui sa che non lo sono del tutto . Ma certe storie in un paese dove a prevalere è la pancia più o meno velata ,nuovo razzismo più subdolo di quello classico , il nazionalismo esasperato che sconfina nella xenofobia , l'indifferenza quasi totale , aggressioni fisiche e verbali , ecc benvengano storie come queste
Adesso dopo quuuuuuo spiegone
La prima è una storia simile alla mia cui convivo da 42 anni . Infatti Essendo mezzo sordo , ed rischiando causa otite da colesteatoma mal curata , da quando avevo 6 mesi di diventare sordo completamente , capisco benissimo le sensazioni e ele emozioni provate dalla protagonista della storia ( una delle tante di chi disabile non s'arrende e lotta contro le difficolta del proprio handicap potenziando altre caratteristiche ) tratta come le altre del post d'oggi dalla solita pagina facebook di geolocal più precisamecte da http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca che sotto riporto
Carpi, guarisce dalla sordità grazie al Ramazzini: «Prima non sentivo, ora dipingo il suono»
Équipe ha ricostruito la capacità uditiva di Serena Mancino di Massa Finalese La madre: «È stata un’emozione fortissima. Una rinascita per mia figlia»
di Serena Arbizzi
CARPI. È nata senza il dono dell’udito. Ora che, dopo un intervento all’ospedale Ramazzini, ha conquistato la capacità di sentire, dipinge i suoni. E la sua vita è diventata un tripudio di colori. Tanto che ha deciso di mettere a frutto le sue abilità artistiche per realizzare quadri dai colori sgargianti.
Serena Mancino ha 33 anni e ha occhi vispi e coraggiosi. Serena, residente a Massa Finalese, è nata con un’ipoacusia bilaterale profonda. Non sentiva e, di conseguenza, non potendo sentire, non riusciva a riprodurre il linguaggio. Negli anni è stata seguita dal servizio di logopedia dell’ospedale di Mirandola. È sempre stata inserita tra gli udenti perché le è stato insegnato il linguaggio verbale piuttosto dei segni. E ha sempre coltivato curiosità verso il mondo che la circonda. Ha studiato per diventare grafica pubblicitaria, poi, all’università in un primo tempo ha scelto di iscriversi al Dams. Poi, su consiglio dei servizi sociali si è candidata alla prova per l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ed è stata presa. qui le cose diventano più difficili e Serena si avvilisce. Poi, conosce Andrea: i due si innamorano e decidono di costruire un futuro insieme.
video a cura di Tecla Biancolatte
Questo, per Serena, significa imprimere una svolta: affrontare un intervento al Ramazzini in cui le è stato innestato un impianto cocleare. Questo impianto è un orecchio artificiale elettronico con cui si riesce a ripristinare l’udito in chi soffre di sordità profonda. Dopo l’intervento, effettuato dal dottor Maurizio Negri del Ramazzini, e con l’assistenza della logopedista Paola Benincasa, Serena per la prima volta ha potuto sentire la sua voce. E anche gli altri suoni. «La mia è una storia felice - confida Serena - Ora sento i rumori e adesso so perché a mia mamma veniva da piangere ascoltando la radio. Finalmente so che rumore fanno i colori, che per anni sono rimasti sepolti dentro di me, qualche schizzo qua e là perché io, prima di sentire dalle orecchie, sentivo con il cuore, che parla una lingua tutta sua, talvolta difficile da far comprendere agli altri. Ora dipingo il suono e quello che sento posso farlo ascoltare anche agli altri con i miei quadri, i miei colori, la mia fantasia. Per questo mi piace che quando chi guarda un mio quadro mi ascolti prima con il cuore poi con le orecchie». E Serena la scorsa settimana ha donato un coloratissimo quadro a Nicoletta Pavarotti, vedova del tenore.
«Impossibile descrivere a parole quello che abbiamo provato quando Serena ha potuto ascoltare per la prima volta la sua voce - racconta, emozionata la madre della donna, Daniela Bonfatti - Nel momento in cui si è acceso l’impianto il suono per lei è stato una specie discarica elettrica e ha sentito subito gli acuti. Saltava quasi sulla sedia. Non ringrazierò mai abbastanza il dottor Negri e la dottoressa Benincasa per quanto hanno fatto».
la seconda è una storia di speranbza e di un italia multi etnica