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15.7.25
Più forte della sordità: una biologa cagliaritana prima dirigente in Italia Marta Zuddas ha vinto un concorso all’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari
Più forte della sordità: una biologa cagliaritana prima dirigente in Italia Marta Zuddas ha vinto un concorso all’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari. Un anedotto trovato nei commenti riporta che
Giulio Andreotti raccontava che alla visita di leva il medico che lo esaminò gli disse: " giovanotto, col suo fisico lei non andrà molto lontano". Pochi anno dopo, diventato ministro, andò a cercare il medico ma non lo trovò perchè deceduto... Auguri vivissimi alla dottoressa e un consiglio: vada a salutare l'insegnante che sosteneva la necessità del tutor...
unione sarda 15\7\2025
«L’umano arriva dove arriva l’amore; non ha confini se non quelli che gli diamo». Lo dice Italo Calvino. E queste parole sono in linea con il percorso umano e professionale di Marta Zuddas, sorda, ma con una determinazione e una forza di volontà che le hanno fatto superare tutti gli ostacoli. Sino a diventare, è successo lo scorso novembre, la prima dirigente biologo in Italia affetta da sordità. Lavora all’ospedale San Giovanni di Dio, nella struttura complessa di Anatomia patologica diretta dalla professoressa Daniela Fanni. C’è un’immagine emblematica: Marta che firma il contratto di lavoro con l’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, l’immagine della felicità. Eppure, il percorso di studio non è stato facile: «Dovevo compensare quello che non sentivo alle lezioni. È stato necessario studiare su più testi per poter essere al pari degli altri e qualcosa di più».
La laurea – I titoli conquistati con grande tenacia: laurea in Scienze biologiche, specializzazione in virologia e microbiologia. In più un master a livello europeo sulle emergenze in campo sanitario come terremoti e guerre biologiche. Ogni tanto si sono manifestate difficoltà, spesso sotto forma di pregiudizi: «Il percorso della scuola è stato lineare. Gli insegnanti erano abbastanza attenti e a parte qualche piccolo episodio tutto è andato bene. All’Università ho trovato docenti sensibili ma anche situazioni non proprio piacevoli. Un’insegnante non voleva farmi laureare perché riteneva indispensabile che avessi al mio fianco un tutor. Diceva: una persona come lei deve avere necessariamente un tutor. Le ho risposto: mi mancano cinque esami, secondo lei ne ho bisogno. È stata una discussione accesa, le ho lanciato il libretto, mi dica se ho necessità di un sostegno. Poi ho risolto tutto con un altro professore».
L’aiuto dei genitori – Tirocinio al Binaghi, prima come laureanda e poi come volontaria. Ha cominciato a lavorare in un laboratorio privato e, in contemporanea, si è dedicata agli studi per la specializzazione. «I miei genitori e mia sorella», dice, «sono stati il vero supporto, mi hanno offerto sempre un aiuto. Ci sono stati dei momenti in cui dicevo: non ce la faccio e loro mi spronavano a non arrendermi, ad andare avanti». Idee molto chiare, incrollabile ottimismo: «Molte persone non avrebbero mai scommesso su di me, sulla mia capacità di arrivare sino in fondo. Tutto questo mi ha dato un grande slancio per dimostrare a me stessa che potevo farcela. Ho affrontato il concorso per l’Aou con grande serenità. Ero piena di energia positiva e quando ho saputo di aver superato la prova volevo spaccare il mondo. Al San Giovanni di Dio esamino i pap test. All’inizio ero perplessa. Mi sono detta: io sono una biologa. Che cosa posso fare? Mi sono trovata subito a mio agio. L’accoglienza è stata splendida. Ho cominciato da zero. Mi trovo benissimo. È un ambiente che mi piace e i rapporti con i colleghi sono ottimi». Al suo fianco, nei passaggi più importanti, c’è sempre stata Luciana Ledda, interprete della Lingua dei Segni italiana, amica e angelo custode.
Le parole della figlia – Marta, 52 anni, cagliaritana, conosce la Lis ma riesce a comunicare benissimo con le persone leggendo il labiale dei suoi interlocutori. Ha fondato, insieme a Luca Rotondi, l’associazione “Emergenza sordi” per aiutare chi si trova nelle sue stesse condizioni. È mamma e avverte l’orgoglio del ruolo: «Ho una figlia di 18 anni, che il prossimo anno affronterà l’esame di maturità al liceo classico “Dettori”, e un bimbo di 11 anni che ha appena concluso la quinta elementare». Ci tiene a lanciare questo messaggio: «Voglio dimostrare ai sordi che gli obiettivi si possono raggiungere. Mai abbandonarsi al pessimismo e alla rassegnazione. Alle persone che sentono e che hanno pregiudizi dico che la sordità non è un limite». Si commuove quando ricorda quello che la figlia le ha detto non molto tempo fa: «Mamma, per me sei un modello e un punto di riferimento».
16.12.21
convivere o continuare a lottare con il tuo handicap ? io ho scelto di conviverci e l'accettarlo
La risposta alla mia auto elucubrazione mentale di tipo marzuliano cioè farmi le domande e darmi le risposte è confermata da questa email e dal botta e risposta che n'è scaturita
“Ciao Ulisse
Ti racconto la mia storia.
Ma tu sei sorda ? Sì.
Se mi hai risposto, non puoi esserlo.Quando mi trovo in una situazione come questa, mi viene sempre voglia di tirare un pugno. Poi mi pongo delle domande e provo a darmi delle risposte. Mi chiedo come mi vedono gli altri, cosa pensano. Per tanti anni ho nascosto a me stessa la mia sordità, dietro i capelli, fingendo che tutto andasse bene. Finché mi sono accorta che stavo vivendo solo a metà. Allora ho deciso di reagire. Ho iniziato a chiedere di ripetere quando non sentivo, a dire di parlare più forte, o più lentamente. Tutti si stupiscono quando faccio vedere l’impianto, perché l’unica sordità che conoscono è quella affiancata al mutismo. Quindi, per la gente, se sei sorda non dovresti saper parlare bene, né sentire quello che ti dicono, lavorare, guidare la macchina, dare gli esami da sola. Quando mi dicono così, vorrei gridare e far sapere a tutti quello che mi porto dietro. Anni di sofferenze, di sforzi, di giornate intere passate davanti allo specchio, cercando di posizionare la lingua nel verso giusto attraverso un cucchiaino che spesso mi faceva salire la nausea, giornate intere a guardare il movimento della mia bocca per vedere se era corretto, a fare gli esercizi che la logopedista mi assegnava. Giornate intere per cercare di essere quella che sono. Da due anni ho l’impianto cocleare, è come essere nata una seconda volta. Da quando sono uscita allo scoperto, provo a parlare, a far capire alla gente la diversità di ognuno di noi, perché la disabilità non va classificata. Ho sempre visto la mia sordità come un nemico da annientare. Mi sono ostinata a essere quella che non sono, fino a quando ho capito che per sconfiggere davvero il nemico, avrei dovuto amarlo. E così è stato.
Grazie di cuore per l'attenzione Antonella
Cara Antonella
Sfondi una porta aperta . Anch'io sono sordo per il 90 % è capisco benissimo la tua situazione pur non avendo per mia rinuncia la protesi . Ho dovuto rinunciare perchè : 1) sarebbe stata tutta interna e quindi c'è la paura che si possa guastassi o sorga qualche problema debbano martoriarmi ., 2) perchè la prima parte , andata bene , dell'intervento è stata pesante e per mettermi tale protesi dovrebbero riaprirmi di nuovo con il rischio , come nell'intervento precedente che toccando il nervo , mi creino o provvisoriamente o definitivamente una paralisi facciale .
Quindi ho deciso d'accettare , ulteriormente che a destra non sento in quanto l'orecchio è un orecchio chiuso visto che la malattia precedente , nonostante diversi interventi , mi abbia " mangiato tutto l'apparato uditivo interno .
Ho affrontato in passato e continuo ad affrontarlo tutt'ora il tuo stesso problema . Infatti nello scrivere la la tesi di laurea ho faticato parecchio per il problema degli spazi tra una parola è l'altra . Infatti sul web nei News groups , venivano sopranominato la pistola del web perchè scrivevo con spazi molti ampi .
Coraggio non sei sola
7.8.21
Lo straordinario ingegnere di Ittiri: non sente ma progetta il sound perfetto
non racconto come leggerete dal post d'oggi , le storie delle olimpiadi , ma anche altre storie
Lo straordinario ingegnere di Ittiri: non sente ma progetta il sound perfetto

La scommessa vinta di Salvatore Ruiu e del team sassarese di Abinsula
LUCA FIORI 06 AGOSTO 2021 la nuova sardegna
SASSARI. Quando a pochi anni di vita i medici gli hanno diagnosticato una sordità bilaterale profonda, la cui causa è ancora sconosciuta, i suoi genitori non si sono persi d’animo come sarebbe stato normale, ma hanno deciso che il loro bambino doveva comunque avere le chance di tutti i suoi coetanei. Così, grazie alla caparbietà di papà Luigi e mamma Baingia che hanno scommesso su di lui - e alle tante, tantissime ore di logopedia - Salvatore Ruiu, 35 anni, ingegnere informatico di Ittiri, con una laurea conseguita al Politecnico di Torino, ha superato difficoltà e diffidenze e quello che fa oggi è la prova che con la forza di volontà si può superare qualsiasi ostacolo. «Anche la sordità - spiega l’ingegnere, sposato e padre di una bambina - perché oggi, grazie al progresso e alle nuovissime tecnologie, anche una persona sorda è in grado di condurre una vita normale». Ma quello che fa l’ingegnere ittirese è molto di più di qualcosa di normale. Team leader all’interno dell’azienda sassarese Abinsula (l’azienda fondata nel 2012 e ora proiettata nel mercato globale), Salvatore Ruiu subito dopo aver conseguito la laurea in ingegneria informatica si è specializzato nel settore dell’automotive. «Non avrei mai pensato però - spiega l'ingegnere - che il mio primo progetto come sviluppatore di sistemi “embedded” fosse proprio legato alla programmazione di un processore audio digitale di un sistema infotainment per una grossa azienda automobilistica tedesca».
Articolo completo e altri servizi nel giornale in edicola e nella sua versione digitale
24.3.21
Ilaria 'Nini' Muresu: "La mia battaglia per le mascherine trasparenti: essere sordi non è una colpa"
a repubblica el 24\3\2021 di Sara Ficocelli

VENTITRÈ anni di vita talmente intensa e piena di vittorie - sportive e non - da sembrare molti di più. Sarà per questo che gli occhi di Ilaria Muresu, atleta di origine veneta ma di casa in Sardegna, nella sua amata Olbia, hanno uno sguardo così intenso e reale, sorridente anche quando la bocca è coperta dalla maschera da scherma, o dalla mascherina. Nata con una neuropatia sensitiva di tipo II che le ha causato sordità profonda e scoliosi grave a 135 gradi, Ilaria non ama molto il suo nome di battesimo: "Chiamami Nini, per favore". Oggi Nini è un'atleta paralimpica della squadra nazionale di scherma, impegnata per abbattere le barriere comunicative che in questo periodo mettono seriamente in difficoltà le persone sorde.
Come è nato l'amore per la scherma?
"Grazie a un cugino svizzero, mio coetaneo. Faceva scherma e tramite lui ho cominciato ad appassionarmi. Poi nel 2012, alle Paralimpiadi di Londra, ho scoperto la scherma paralimpica e mi ci sono buttata a capofitto: "Vale la pena provarci!", ho pensato. Un amore a prima vista che non so descrivere, una grande emozione".
Quali sono state le soddisfazioni sportive più grandi, finora?
"Non sono una di quelle che conta le medaglie o che dice di essere campionessa, anzi. Sono più per i sogni e uno grande realizzato è sicuramente quello di poter praticare la scherma a livello agonistico. Per allenarmi percorro 115 km da Olbia a Sassari lungo una carreggiata davvero pericolosa, che io chiamo 'la strada della morte' perché fa paura, è buia e deserta, fatta eccezione per qualche camion. Purtroppo per raggiungere il mio sogno sono costretta a viaggiare da più di 6 anni, ma ne vale la pena. Le soddisfazioni per me nel campo sportivo sono queste, a partire dal fatto di aver battuto l'ansia o meglio gli attacchi di panico, perché erano incontrollabili. Ora la situazione mi sembra migliorata e sono riuscita anche a migliorare nelle gare nazionali. Una bella vittoria".

Che significa fare uno sport del genere con una disabilità come la sua?
"All'inizio i medici mi sconsigliavano di fare attività a livello agonistico, ma io sono testarda quando faccio le cose e provo di tutto! Poi alla fine, se qualcosa non va, mi arrendo, ma per arrendermi devo aspettare a lungo, essere pronta psicologicamente ad accettare che quella cosa non va bene per me. In realtò mi sconsigliavano perché ebbi un arresto cardiaco durante l'intervento alla scoliosi, nel lontano 2011. Una settimana fa ho festeggiato 10 anni dall'inizio della mia seconda vita. I medici sono iperprotettivi nei miei confronti, ma io trovo sempre il modo di rialzarmi. La scherma a livello agonistico stanca ma ho sempre cercato, durante le gare, di non esagerare, magari usando integratori ricchi di potassio e magnesio, e bevendo gli amati succhi di frutta, che riescono a colmare l'ansia e il vuoto, quella sensazione di non essere mai abbastanza".
Lei è molto attiva sui social: si è mai trovata ad affrontare fenomeni di "hating online"?
"Ho 4k di follower su Instagram e oltre a essere una schermitrice paralimpica sono una blogger. Attualmente ne curo uno in cui racconto tutto ciò che succede nel Caucaso: diciamo che ho trovato una motivazione che mi spinge a far appassionare ai lettori la Georgia e tutto ciò che ha da offrire questa nazione, a livello culturale e non solo. Nell'aprile 2020, in piena pandemia, sono stata la prima a creare, insieme a due amici, le mascherine trasparenti: dividendoci su tre regioni (Sardegna, Lombardia, Calabria) siamo riusciti a raccogliere i soldi per fabbricarne 2000 grazie a una campagna di cui vado molto fiera. L'iniziativa è nata perché noi non sentivamo ed eravamo abbattuti dal fatto di non poter più leggere il labiale delle persone e ancora più impossibilitati a comunicare. Nei mesi successivi io, Sara Succurro e Ivan Lombardi siamo stati invitati in televisione per raccontare la nostra storia e dopo quasi un anno le mascherine sono ancora in fase di produzione presso la sartoria Cirotto di Olbia. Siamo molto contenti perché non ci aspettavamo di avere tante richieste! Sono stata vittima di "hating" anche per questa iniziativa ma poi ho cominciato a fregarmene, perché tanto nella vita ci sarà sempre qualcuno che ci bullizza o ci critica. L'unica cosa da fare è andare avanti e affrontare come sempre la vita, anche quando è crudele".

Per quale motivo secondo lei le persone riversano il loro odio in rete?
"La gente che riversa odio in rete lo fa perché non è felice, e spesso è 'infastidita' dai successi degli altri. Succede. Come ho già detto, bisogna solo continuare a fare ciò che si vuole e andare sempre avanti senza mai badare alle persone che giudicano. Non è facile ma neanche impossibile, è solo questione di avere fiducia in noi stessi e provare tanta, infinita autostima".
È socialmente impegnata anche su altri fronti...
"Faccio da sempre volontariato, ma preferisco farlo in silenzio o condividere le mie sperienze con persone che hanno la mia stessa voglia di aiutare il prossimo. Ho anche deciso di candidarmi in politica alle comunali di Olbia per rappresentare le persone con disabilità, un impegno che vorrei portare a termine per provare ad abbattere le barriere e i pregiudizi, creando delle case dove ragazze e ragazzi possano vivere da soli, in modo indipendente. Al di là di questo sono sicura che, comunque vada, sarà una bella esperienza".
Come ha vissuto questo strano anno di pandemia?
"Per me è stata ed è molto dura perché, a causa delle mascherine, non riesco a leggere il labiale e finisco col perdermi migliaia di parole. Essere sordi ormai è quasi considerato una 'colpa', ma che colpa ne ho io se non sento e ti chiedo di abbassare la mascherina? Capisco il Covid e tutto, ma per noi sordi essere circondati da mascherine significa vivere in isolamento senza capire nulla. Tutto ciò che vediamo sono mascherine che si muovono e dopo un po' esplodiamo di rabbia e frustazione e il solo pensiero che ci tormenta quando usciamo di casa è: 'Come facciamo?' Rivogliamo la vita di prima anche se difficilmente potrà tornare. Vogliamo poter essere capiti o meglio compresi. Per fortuna in questa pandemia ho imparato ad essere tanto forte e a non piangermi addosso".
Che progetti ha per il futuro?
"Voglio godermi tutto pensando al presente. Domani chissà, potrei non esserci più. Quindi penso all'oggi e a quello che la vita mi vuole dare. L'unica cosa che posso augurarmi è di stare bene in salute e la stessa cosa auguro a chi mi sta vicino ogni giorno. Dal punto di vista umano e personale, spero di vivere a lungo e poter realizzare piccoli sogni. Sono una persona che ama stare in mezzo alla gente, ascoltare, sentire il dialogo, le opinioni. Insomma sono una con i piedi per terra ma ho il carattere di chi ne ha veramente passate tante. E in tutto ciò che faccio ci metto tanto amore, tanto affetto. Il mio motto è: 'Lottare sempre, arrendersi mai'. Una frase che dedico a chi lotta ogni giorno, perché ognuno di noi ha sofferto nella vita e sono sicura che a soffrire siamo in tanti. Ma grazie ai valori e all'amore vero, quello della mia famiglia, si può affrontare qualunque cosa".
10.4.20
chi lo dice che gli anime e i manga sian dozzinali ed incitino all'odio si veda La forma della voce - A Silent Voice (聲の形 Koe no katachi) e poi , forse , cambierà idea
dal film La forma della voce - A Silent Voice,
e dalla " breve recensione " che trovato per la ricerca del mio precedente post ho visto , e da quest'altra
dopo anni ( l'ultimo era Mila e Shiro - Il sogno continua New Attacker YOU ! ) un anime . Più precisamente La forma della voce - A Silent Voice (聲の形 Koe no katachi) . Esso mi è piaciuto descrive lo stato in cui ogni tanto ricado a causa di a causa dei miei comportamenti idioti da ragazzo bullo \ nonnista ( da circolo vizioso , avendolo subito lo rifacevo a gli altri\e ) e stalker verso alcune persone di cui non merito ( se mai lo hanno fatto ) il loro perdono ma vorrei come il protagonista delll'anime e del manga poter dimostrare che sono ( e sto cambiando \ trasformandomi , la vita \ opera d'arte non è altro che un qualcosa in continua trasfornmazione ) cambiato . Ma purtroppo causa polvere del tempo molte d'esse saranno irrintracciabili ( morte , sposati e quindi cognomi diversi , numeri di cellulare ed indirizzi postali \ email cambiati ) .Infatti questo mio sfogo \ elucubrazione mentale èsolo frutto di un sogno \ incubo da cui mi sveglio ,ma il pensiero rimane . Quindi lascio perdere ( smetto di continuare a cercarle ) e mi lascio alle spalle strappando questa pagina dal libro della vita e lascio in pace ***** l'unica che ho rintracciato e che ho tentato senza successo di riallacciare i rapporti e chiederli scusa arrivando quasi allo stalking .

<> ( secondo video ) . Bisogna superare il preconcetto tipico delle istituzioni culturali italiane che ancora continua anche se in misura ridotta ma sempre in modo influente [SIC ] a considerare i manga e gli anime [ per chi volesse approfondire l'argomento sulla loro differenza e sui loro diversi generi e sottogeneri qui e qui trova maggiori informazioni ] come roba da bambini e quindi a snaturarli come ha fatto ( e fa tutt'ora ) con censure ed edulcorazioni inutili ed a far si che : << (...) i programmi di animazione, approdati sulle reti televisive principali erano cadute sotto la scure della censura, la quale si era messa a tagliare scene, tradurre interi dialoghi senza un senso con quello che accadeva nella storia, fino ad arrivare a eliminare interi episodi ( .... continua in questo articolo di http://www.mondojapan.net/ ) >> e mostrarlo nelle scuole anche se( ..... ) Qualcuno potrebbe usare la famosa frase "dovremmo farlo vedere nelle scuole", nella realtà questa affermazione è vera fino a un certo punto, poichè chi è propenso a comportarsi in tale modo non è capace di capire i suoi errori guardando semplicemente un film, come avviene nella cura Ludovico. Il bullismo che si vede in questo film è quasi "preistorico", oggi non è più fare solo del male ma esiste la condivisione digitale, che nel film non c'è, cosa che rende tutta la vicenda di Shoko (vittima) quasi intima, mentre invece trovando la situazione contraria, con l'isolamento da parte dei compagni per Shoya (carnefice). E questo rende il tutto abbastanza fuori dal mondo che conosciamo, che ci viene descritto regolarmente dalla cronaca. ( .... recensione di un utente di filmtv.it qui trovate il resto della recensione )
https://www.donnamoderna.com/news/societa/sordi-sordita-campagna-sottotitoli-lis
9.4.20
riflessioni in quarantena da codiv19
Leggi anche
Cercando sui canali di telegram questo numero ( esattamente il n. 18 del 18.04 )

Ora visto che lei ha una tempra più dura della mia nell'affrontare la disabilità gli ho scritto
Ciao
ed Auguri di buona pasqua innanzitutto
ho letto che : << Da tempo in Italia il movimento dei sordi è spaccato tra l’approccio strettamente oralista e logopedista (che prevede impianti cocleari e riabilitazione per portare a parlare le persone sorde) e l’utilizzo esclusivo della Lis (Lingua italiana dei segni), che anche in Italia è stata riconosciuta ufficialmente: il 3 ottobre 2017, dopo 20 anni e sei legislature, il Senato ha concluso l’esame del disegno di legge, licenziando un provvedimento che riconosce e garantisce i diritti delle persone sorde e che ora passerà alla Camera, per l'approvazione in via definitiva.>>. in quale delle due scuole segui ? te lo chiedo non per curiosità morbosa ma per confrontarci ed sentire un opinione in quanto vorrei sentire un parere prima di fare l’impianto cocleare di cui ho paura , non tanto per l’intervento in se ( ne ho fatto diversi in 35 anni per evitare che la malattia , otite da colesteatoma che ha determinato la mia sordità , portasse a conseguenza peggiori sul mio corpo ) ma per il dopo
ecco la sua risposta
Io credo che non dovrebbero esserci divisioni Finché ci saranno divisioni nessuno di noi sarà integrato pienamente
Infatti La sordità è un limite, e come tale deve poter essere superabile. Nessuno può essere lasciato indietro, quindi qualsiasi scelta, dalla Lis all’oralismo a entrambi e ai sottotitoli, va considerata giusta perché all'interno di una vera battaglia culturale come quella che ( ne avevo parlato anch'io ) Sara Giada Gerini, giovane donna sorda oralista, si batte per l’introduzione dei sottotitoli per tutti.
7.4.20
"Sono sorda e ho dovuto fare la spesa con un cartello: ecco perché servono le mascherine trasparenti"il disagio vissuto dai sordi in questo periodo di emergenza Covid-19 è Marilena Abbatepaolo, dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo 'La Giustiniana' di Roma.
"Sono sorda e ho dovuto fare la spesa con un cartello: ecco perché servono le mascherine trasparenti"
"Esco per la spesa e diavolo della mascherina! Non mi fa leggere le bocche. Non le vedo le bocche. Non so nemmeno se parlano con me. Sono uscita da casa con un foglio: 'Non sento. Non parlarmi'. Lei ha provato, voleva vendermi i punti, poi non so che altro. Le ho risposto: 'Voglio solo pagare e tornare a casa'. E le ho mostrato il foglio. Quella commessa mi ha guardata, ha letto il foglio e ha fatto di sì con la testa. Eravamo uguali, lei e io. Fragili allo stesso modo".A sottolineare il disagio vissuto dai sordi in questo periodo di emergenza Covid-19 è Marilena Abbatepaolo, dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo 'La Giustiniana' di Roma.Originaria di Polignano a Mare, Marilena non sente da quando aveva 16 anni, tuttavia non ha mai permesso alla disabilità sensoriale di porle dei limiti. Così nel tempo è diventata assessore, consigliere comunale, insegnante d'italiano e anche prima preside sorda d'Italia. Ma ora a farle "vivere un incubo nell'incubo" è un semplice pezzo di carta - o se preferite di stoffa -: una mascherina.La sua denuncia è apparsa su Facebook,
Essere sordo con il Coronavirus è un incubo nell'incubo. Non mi sono mai persa d'animo nella mia vita, ma da quando è scoppiato mi sembra di essere tornata ai miei 16 anni, quando tutto ebbe inizio. Anche allora la reazione fu: chiudermi al resto. Non sopportavo stare tra le gente. Dover vedere le labbra muoversi. Non capire. Preferivo stare sola.Ed infatti a me questa quarantena non pesa. No, sono abituata al silenzio. Sono abituata a tutto questo. Ho spalle forti e larghe per affrontare questo. È quello che sta fuori che mi fa male oggi.Certo proprio così. L'opposto della maggior parte delle persone. Perchè io oggi non posso capire nulla.Esco per la spesa e, diavolo della mascherina!, non mi fa leggere le bocche. Non le vedo le bocche. Non so nemmeno se parlano con me.
Sono uscita da casa con un foglio che ho mostrato alla commessa: non sento. Non parlarmi.Lei ha provato. Voleva vendermi i punti, poi non so che altro.Le ho risposto: Voglio solo pagare e tornare a casa. E le ho mostrato il foglio con scritto: sono sorda. Non capisco.Quella commessa mi ha guardata, ha letto il foglio e ha fatto di sì con la testa. Eravamo uguali, lei e io. Fragili allo stesso modo.Arrivata a casa, mi sono guardata allo specchio. No, non sono mai stata così maleducata in vita mia.Stasera poi leggo una notizia che mi ha strappato un sorrisoEcco, una speranza mi si accende. Qualcuno si è ricordato di noi.Anche se è in America, anche se qui in Italia non arriveranno le mascherine trasparenti, qualcuno si è ricordato che noi sordi esistiamo. Mi domando se qualcuno a scuola ha ricordato che i sordi non possono fare la didattica a distanza. Qualcuno si è posto questo problema?Attendo risposte. Per ora ho solo questa notizia.Certo proprio così. L'opposto della maggior parte delle persone. Perchè io oggi non posso capire nulla.Esco per la spesa e, diavolo della mascherina!, non mi fa leggere le bocche. Non le vedo le bocche. Non so nemmeno se parlano con me.Sono uscita da casa con un foglio che ho mostrato alla commessa: non sento. Non parlarmi.Lei ha provato. Voleva vendermi i punti, poi non so che altro.Le ho risposto: Voglio solo pagare e tornare a casa. E le ho mostrato il foglio con scritto: sono sorda. Non capisco.Quella commessa mi ha guardata, ha letto il foglio e ha fatto di sì con la testa. Eravamo uguali, lei e io. Fragili allo stesso modo.Arrivata a casa, mi sono guardata allo specchio. No, non sono mai stata così maleducata in vita mia.Stasera poi leggo una notizia che mi ha strappato un sorrisoEcco, una speranza mi si accende. Qualcuno si è ricordato di noi.Anche se è in America, anche se qui in Italia non arriveranno le mascherine trasparenti, qualcuno si è ricordato che noi sordi esistiamo. Mi domando se qualcuno a scuola ha ricordato che i sordi non possono fare la didattica a distanza. Qualcuno si è posto questo problema?Attendo risposte. Per ora ho solo questa notizia.
Miei cari amici, aiutatemi a farlo girare. Magari arriva da qualche parte.
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22.3.18
rinascita dalla sordita , in italia in cerca dell'amore , Ivoriano SI PARLA DI AEROPORTO PERETOLAVACCINAZIONIELEZIONI 2018SCUOLAPRATO CALCIOBPVIFURTILAVORO Sei in:PRATO > CRONACA > TROVA IL PORTAFOGLI DELL’AVVERSARIO E... Trova il portafogli dell’avversario e glielo riporta: gli offrono un lavoro
N.Baccusatemi pure per la seconda e la terza storia di buonismo e d'essere fra gli invasori . tanto sono accuse che mi scivolano e via ( metaforicamente parlando😀😁🤐🙂😉 ) chi mi segue su social oltre che qui sa che non lo sono del tutto . Ma certe storie in un paese dove a prevalere è la pancia più o meno velata ,nuovo razzismo più subdolo di quello classico , il nazionalismo esasperato che sconfina nella xenofobia , l'indifferenza quasi totale , aggressioni fisiche e verbali , ecc benvengano storie come queste
Adesso dopo quuuuuuo spiegone
La prima è una storia simile alla mia cui convivo da 42 anni . Infatti Essendo mezzo sordo , ed rischiando causa otite da colesteatoma mal curata , da quando avevo 6 mesi di diventare sordo completamente , capisco benissimo le sensazioni e ele emozioni provate dalla protagonista della storia ( una delle tante di chi disabile non s'arrende e lotta contro le difficolta del proprio handicap potenziando altre caratteristiche ) tratta come le altre del post d'oggi dalla solita pagina facebook di geolocal più precisamecte da http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca che sotto riporto
Pietro Sedda il designer, artista e tatuatore di fama mondiale racconta i suoi nuovi progetti
Dopo la morte nei giorno scorsi all'età di 80 anni di Maurizio Fercioni ( foto sotto a sinistra ) considerato il primo t...
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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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