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18.11.24

il discorso di Valditara alla Fondazione per Giulia Cecchettin : «Il patriarcato è finito. Violenze in aumento per l’immigrazione illegale» se stava zitto faceva più bella figura


«Occorre non far finta di vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e devianza, in qualche modo discendenti da immigrazione illegale». Così il ministro dell’Istruzione,Giuseppe Valditara, nel suo videomessaggio trasmesso durante la presentazione alla Camera dei deputati della Fondazione Giulia Cecchettin, in presenza del pare Gino. Di solito  non  mi    meraviglio di  niente , ma  stavolta   anch'io    : ‹‹ Trovo francamente sconcertante ›› come   Irene Manzi,  del Pd  ‹‹ che il Ministro dell’Istruzione, davanti alla famiglia di Giulia Cecchettin e nel giorno della nascita di una fondazione che meritoriamente vuole lavorare con le scuole sul tema dell’affettività e della violenza, sulla qualità delle relazioni e sugli abissi che ci interrogano, banalizzi (per non dire rovini) tutto con uno spot di inutile violenza ideologica, con molte falsità e trovando anche il tempo di additare il solito nemico esterno.Questa volta se lo sarebbe dovuto risparmiare »
Una frase che si è inserita, quasi come chiosa finale, in un discorso durato una manciata di minuti e che ha toccato vari altri temi. Dalla Costituzione italiana all’inesistenza, almeno come fenomeno giuridico , del patriarcato .
Non è mancata la replica di Gino Cecchettin che, a margine della presentazione, ha glissato così: «Le parole del ministro Valditara?.
L'intervento del ministro  è il classico  esempio  di come  rovinare  un buon  discorso . Infilandoci  gli
immigrati  coem  capro espriatorio  . IL  ministro   ingnora o magari loo  sa  benissimo  ma  pee  propaganda    nasconde    che secondo i dati ISTAT e del Ministero dell'Interno aggiornati al 2023, gli stranieri rappresentano il circa 32-33% degli arresti per reati di violenza sessuale e molestie. Gli italiani rappresentano circa il 67-70% dei responsabili dei reati sessuali, che rimane una maggioranza significativa. Gli italiani sono inoltre più spesso soggetti a processi per reati di violenza sessuale domestica o in ambito lavorativo, aree meno denunciate per gli stranieri​. Ci sono anche differenze nel trattamento legale: Gli stranieri hanno meno accesso a misure alternative alla detenzione, il che aumenta la loro visibilità nelle statistiche carcerarie.Pregiudizi: Esiste una tendenza, confermata da studi sociologici, a denunciare più frequentemente crimini attribuiti a stranieri.Quindi  qualcuno può dire a Valditara che l'80% dei femminicidi è ad opera del compagno/ex compagno e che non è un fenomeno etnico ma sociale? Vogliamo parlare del "denunciate donne che tanto poi tornate a casa da sole", del codice rosso o di come funziona male il braccialetto elettronico che avvisa la vittima di stalking? IL patriarcato  c'è ogni volta che negate che esiste il problema o date altrove la colpa di quanto sta accadendo. Voi non avete paura quando uscite la sera, non sapete cosa vuol dire vedere donne adulte dire: "Ma l'importante è che non lo contraddico quando ha una giornata storta" ai corsi di difesa personale.Inoltre  si contraddice   in quanto si.  è vero    dal  punto  di vista legale il  patricarto  è stato    abolityo  per  legge  con  il nuovo  diritto  di  famiglia del  1975  che ha sostituito alla famiglia fondata sulla gerarchia la famiglia fondata sulla eguaglianza.  ma   esistono    ancore  le scorie    culturali  come   ammette Valditara, «nel nostro Paese ci sono ancora residui di maschilismo, diciamo pure di machismo, che vanno combattuti». Si tratta di quelli che «portano a considerare la donna come un oggetto, una persona con minore dignità, che deve subire». E questo maschilismo “moderno” «si manifesta in tanti modi»: dalle discriminazioni lavorative, al catcalling fino alla violenza vera e propria» . Ecco  quindi che  il discorso partito bene  è  stato  rovinato  dall''affermazione   che esiste un legame tra violenza sessuale e immigrazione senza uno straccio di dato, evidenze, prove, ha un solo nome: razzismo. Ovvero, discriminazione e ideologia (a proposito) allo stato puro.Il ministro chieda scusa a quest’uomo coraggioso, Gino Cecchettin, alla famiglia di Giulia, alle cento donne morte ammazzate ogni anno per mano di uomini spesso mariti, compagni, conviventi, fidanzati ITALIANISSIMI. Questa è pura propaganda per fomentare odio, oltre che grave ignoranza relativa al problema di cui si parla senza conoscerlo. Ed è grave da parte di una figura istituzionale  ch ha  in mano  il ministero dell'istruzione .In pratica  è   Il solito e ampiamente sfruttato riflesso di riportare sempre ogni argomentazione al flagello degli immigrati irregolari oramai é automatico nei discorsi di questi figuri. Ma tant' é. Evidentemente ad un certo elettorato queste deformazioni della realtà piacciono. Che tristezza !

12.7.24

cellulari a scuola si o no '' da antiproibizionista sono a favore anche se con riserva al divieto nelle scuole elementari e medie proposto dal valditarra sui cellulari fino ai 14 . ma poi nelle superiori , con criterio ed insegnamento ad un uso responsabil


"A scuola abbiamo fatto un guaio pazzesco con l'introduzione dei tablet, dei vari computer, è una distrazione continua. Quindi sentire il ministro dire che il cellulare viene vietato a scuola lascia il tempo che trova, è condivisibile al massimo", spiega a suo volta Schettini. Poi aggiunge: "Come ha detto sempre mio padre: 'Ci hanno dato questo coso in mano anni fa e non ci hanno dato il libretto delle istruzioni'. Abbiamo perso il controllo. Anche noi ci distraiamo tantissimo con il cellulare, anche i lavoratori si distraggono al lavoro, immaginate i ragazzi a scuola. Cellulare vietato fino alle scuole medie? Ma alle scuole superiori? Dove i ragazzi hanno il tablet che è una sala giochi. Ce lo siamo scordati?".


Ora la  mia esperienza  indiretta  (  figli di amici  e  parenti   in eta  scolare  primaria  e  liceale .,   amici  insegnanti  .,  i media ed   siti \ portali scolastici  )   visto che  come  ho detto   in qualche post precedente   non  sono più nelmondo della  scuola     e non  ho  voluto  (    problemi personali ,  di salute  ,  familiari    ,   paura    del precariato    e  setendo amici insegnanti d pressioni   e  violenze   verso i prof  da parte  dei genitori  che proteggono   anche troppo  i loro pargoli   )   fare  i concorsi e le secialistiche  per  insegnare   , posso dire  che  la  situazione  sta nell'espressione latina   In medias res (  per il  Significato ed etimologia - Vocabolario  Treccani ).
Infatti    sono  dì'accordo  una  volta   tanto con Valditarra  (  vedere primo   collegamento    virtuale  \  url )    proibire   si  dall'asilo ai  3 a  13\14   anni  , poi  con criterio ed  buon senso  . E'  vero  sono  contro il proibizionismo   ma    quando   i  ragazzi     devono ancora    entrare  ed  intrapenmdere   iprimi passi  verso  l'etàadulta  nel mondo degli adulti   e s'avvia    alla maggiore  età  non riesco a  gestirsi   alle pressioni   esterne   e   dei genitori  che   gli  vogliono controllare    dandogli  in mano il  cellulare    senza  filtri   e  con accessoi totale   ai social   esso  puo  essere  pericoloso  . Il divieto   mi sembra   giustissimo  .  Soprattutto quando  non hanno   ancora  comlettamnte  e se  lo stanno  formando  lo spirito critico   \  libero arbitrio  e   sono    più  suscettibili   al canto  delle  sirene ( Omero  XII canto dell'oddissea e canzone  omonima  di Francesco  De gregori )    Quindi  a mio  avviso  è si   come  dice   ( vedere  secodo url inizio post  ) lo  psicoterapeuta Lavina    una  sconfitta per  i genitori . Ma soprattutto di quelli     che  <<  [...] Nove adulti su dieci hanno rinunciato del tutto all’educazione all’uso nuovi media e non fanno nulla per limitare l’uso degli schermi da parte dei più giovani. Un dato impressionante, frutto di un’indagine del 2019 condotta dal professor Pierpaolo Donati. Non possiamo dare la colpa ai giovani, quando si lasciano prendere la mano dallo smartphone anche a scuola.  [....] >>  intervista a Cesare Rivoltella : <<  Smartphone a scuola, il prof Rivoltella: “Italiani più distratti della media Ue? Colpa di insegnanti noiosi e adulti dipendenti dal telefono” >>  su  Il Fatto Quotidiano del  30\6\2024 . 
Infatti  molti  genitori   sono iperprottettivi     regalano  e   lasciano regalare  il cell ai prorpi  figli   e  v'immettono   sistemi di tracciabilità  o non gli spiegano  quabndo  va  accesso  e quando no o dei pericoli  su internet   ed i social      per  controllarli  ed  sovergliarli  h24  ovviamente  senza  generalizzare perchè fsre il genitore  è  una  delle cose  più difficli  che  ci siano  e non  sempre  ci si riesce al 100% . . Ma  soprattutto  è  la  sconfitta  di  quei  genitori      che   non vogliono educare  e prendersi responsabilità (  incapacità , paura     d'essere  vistoi come  snob  o retrogadi  dagli altri  , paura    delle reazioni dei prori  figli  infatti  è  successo che  un mamma toglie il cellularea suo figlio  e  questro  distrugge la casa )   e preferiscono delegare  agli insegnanti   e alla scuola  o  alle associazioni  religiose  o laiche  anzichè  intergrare la loro   educazione   con essa  . Quindi  come  dicevo   dal titolo  ,  il divieto  dell'uso del cellulare    esteso  alle primarie  (  quelle  che un tempo  si  chiamavano  asilo e  scuole  elementari  )    è poi  anche se  con  criterio ed  l'insegnamenti di  un suo  uso   responsabile    nelle  superiori    è  giustissimo  sia  che   lo si veda  , cosa  che  in effetti sembrerebbe <<solo uno slogan  \  qualcosa calato  dall'alto   o meglio  

In generale trovo poco sensato intervenire in maniera tanto semplicistica su questioni così complesse. Abbiamo bisogno di uno sguardo maturo sul digitale, non possiamo né illuderci che risolva da sé i problemi né che sia il male assoluto“, esordisce Corsini.“Bisogna calarsi nei contesti  -- prosegue il pedagogista Cristiano Corsini, docente di pedagogica sperimentale dell’Università Roma Tre,   sempre  su  questa  intervista   a orizzontescuola.it  -- e mettere assieme il perché della didattica con le persone coinvolte nel processo. In quante scuole secondarie di primo grado viene impiegato il cellulare a scopi didattici? Se sono molte, cosa che mi pare piuttosto improbabile, allora vale la pena informarsi sulle scelte didattiche, sulla loro equità (o iniquità) e sulla loro efficacia (o inefficacia), monitorarle e ragionarci su per valutare punti di forza e di debolezza. Se sono poche, come mi pare probabile, quella del ministro è una sparata propagandistica, un pessimo slogan tipico di certe crociate contro il digitale”.

 fin quando i genitori non provederanno (  sempre  che già non  lo facciano  )  anche   con l'aiuto  ed  collaborazione \ integrazione   di :  insegnanti  ,  parocchie \  oratori , associazioni laiche  privatre o  comunali  , psicologici e  formatori  , ecc .
Perchè l'educazione   alla legalità , al rispetto  delle cose  e delle persone  ,  della non violenza  fisica   e verbale  ,  della  diversità ,  uso etico e responsabile  dei media e  dei mezzi comunicazione  ,  di emapatia o  resilenza   e  di resistenza  \  adesione   critica  all'omologazione  avviene    tutti insieme   e nessuno  dev'essere  lasciato   solo    o  scaricato tutto  su un solo  soggetto . Quindi   concludo   ben venga  il  divieto  dell'uso ei primo anni  di scuola  ovvero fino  a  14 . Ma  poi  alle  famiglie  e ai ragazzi  delle  superiori  dobbiamo dare    come  dicono anche  i miei  matusa oltre  al prof   schettini   : << Ci hanno dato questo coso in mano anni fa e non ci hanno dato il libretto delle istruzioni.>> . 



emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...