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14.4.17

mafia a volte lo stato si ricorda e s'impegna d'aiutare chi denuncia il caso delle tasse di Mauro Esposito l'imprenditore che denunciò la 'ndrangheta nel nord ovest e d altre storie

 da  repubblica  del 13\4\2017
Torino, il fisco "congela" nove anni di tasse all'imprenditore che denunciò la 'ndrangheta


Mauro Esposito

Mauro Esposito, testimone chiave del processo "San Michele" alle cosche del Nord Ovest, aveva accumulato un milione di debiti. Ora commenta: "Boccata d'ossigeno per me e i miei dipendenti"

di CARLOTTA ROCCI

Mauro Esposito non dovrà più pagare pagare le tasse arretrate all’agenzia delle entrate. L’imprenditore di Caselle che aveva avuto il coraggio di denunciare le minacce subite dalla ‘ndrangheta e si era costituito anche parte civile nel processo San Michele, ha vinto la sua battaglia contro il fisco in una vicenda che in tanti avevano definito assurda. Il debito con l’erario e con Inarcassa ammontava a circa un milione di euro, soldi che Esposito non aveva potuto pagare proprio perché stritolato dalle cosche. Eppure l’Agenzia delle Entrate aveva sostenuto che le minacce della ‘ndrangheta non costituivano una “causa di forza maggiore” tale da giustificare il mancato pagamento. Una situazione che aveva spinto Esposito a fare appello anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Nel frattempo sono arrivate 17 condanne nel processo San Michele. Ora, in accordo con la Procura che già in ottobre aveva deciso una "tregua fiscale" di tre anni,, l’Agenzia delle Entrate ha sospeso il debito di Esposito a partire dal 2011 fino al dicembre 2019. Tutte le sanzioni e le more sugli importi già rateizzate sono state annullate. Per l’imprenditore e architetto, che era arrivato a un passo dal fallimento, è una "boccata d’ossigeno per me, la mia azienda e i miei dipendenti" che gli permetterà di riprendere in mano le redini della sua "Me Studio". L’udienza per il pignoramento della ditta era già stata fissata per il 15 maggio.
La vicenda di Esposito inizia quando l’architetto viene nominato direttore dei lavori di un maxicantiere a Rivoli. Il lavoro viene acquisito dalla società Rea di Nicola Mirante, uno degli imputati poi condannati nel processo San Michele. Era stato lui a fare pressioni su Esposito fino a minacciarlo per fargli approvare delle varianti nel progetto che avrebbero fatto
lievitare i costi. Esposito rifiuta e la sua presa di posizione gli costa il posto, poi denuncia tutto e parte il procedimento penale, ma accanto a quel filone si apre un procedimento civile che vede lo stesso Esposito colpevole di aver violato le normative di una vecchia legge secondo cui le società di ingegneria non potrebbero lavorare per i privati. Esposito perde la causa e accumula un debito di circa un milione di euro. Un debito che avrebbe potuto schiacciarlo definitivamente.





sempre dalla stessa fonte



I veleni di una finta Antimafia
di Stefano Esposito


Stefano Esposito - Senatore del Partito Democratico

Immaginate l’Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti di Italo Calvino. Aprite gli occhi e sentirete come anche il ruggito del mare, imprigionato in un muro di cemento, gridi e parole che nessuno ascolta. Mafia. Ostia è un mondo capovolto.
In quel pezzo di Roma dimenticato da tutti, nulla è come appare. L’emblema di quanto succede a 22 chilometri dal centro di Roma si riassume nell’ultima, scandalosa, manifestazione: una fiaccolata contro la proroga del commissariamento per mafia. Solo il X°Municipio riesce a negare confini storico-culturali: Sinistra italiana che sfila insieme a Casapound che sfila assieme al clan Spada, ai quali poi si uniscono squallide categorie di finti paladini dell’onestà.
Il paradosso di Ostia sono proprio loro, le false associazioni antimafia, ovvero personaggi dai legami inquietanti (che ho denunciato in una lunga e dettagliata relazione consegnata nelle mani del presidente della Commissione parlamentare Antimafia) che in quel territorio tengono in piedi sei diverse associazioni diverse. Si occupano di tutto, loro: urbanistica, antimafia, comitati sulla salute pubblica. Strizzano l’occhio ai clan, dileggiano chi combatte davvero su quel territorio per il ripristino della legalità, puntano al potere politico che - per ben due volte - le urne hanno loro negato. Un centinaio di voti alle ultime amministrative e un veleno diffamatorio quotidiano contro chiunque lotti contro le famiglie malavitose. E contro le categorie che hanno imprigionato il mare di Roma. Anatemi, ricatti, dossieraggi e uno stillicidio quotidiano di bugie contro il loro nemico: la legalità.
Eppure si professano paladini dell’antimafia e qualcuno (come i clan) si appoggia alle loro menzogne per isolare e denigrare chi mette loro i bastoni tra le ruote.
Impossibile capire Ostia per chi lì non ne ha respirato l’aria. O toccato con mano cosa è capace di fare la stampa locale per favorire la criminalità, in combutta con quelle finte associazioni e qualche piccolo personaggio politico locale che, pur di avere un giorno da leone, prende per buone verità capovolte. Capovolte sì, come è capovolta una realtà. Dove i cattivi si nascondono sotto l’abito dei buoni e tutti vivono felici e contenti. Con la loro sporca coscienza.


UN COMMENTO

Maria Calabrese 13 aprile 2017 alle 13:07


Finta Antimafia? Cioè mafia! Se faccio il palo durante una rapina, sono criminale tanto quanto chi ruba, perché permetto, lavoro, collaboro, rendo fatto, azione, il crimine. E spesso leggiamo, sentiamo tutto e il contrario di tutto. A chi credere, se, chi in cui tu credi, dice il falso, permette l'omertà, lascia fare il peggio e l'impossibile? Ci sarà un perché. Si chiama convenienza. E ho deciso da un po' di disotterrare la penna, ora consapevole del dono che ho ricevuto, perché ho avuto la gioia di incontrare, conoscere chi "sa trasformare i deserti in foreste", come ha detto loro il magnifico Papa Francesco, il 4 febbraio in Udienza, in Vaticano. Se amiamo ciò che facciamo, saremo, siamo contagiosi. Incontrare su Avvenire le parole di Luigino Bruni, è stato straordinario. Non avevo minimamente idea di chi fosse, a dicembre. Ma quando ti sai spiegare così bene, con sapienza infinita del cuore, e parlando di soldi, come continuo a leggere, impari, leggendo, che non puoi stare zitta, non puoi lasciare perdere, non puoi stare a guardare. Il bene non fa rumore. Il male sí, e parecchio. Per questo sto scrivendo, per condividere il desiderio infinito di bene, solo di bene. Se avessimo autentica attenzione all'altro,tutti, tutt'insieme... pensate che "effetto domino" immediato! Non possiamo "asciugare il mare, con un bicchiere, da soli". Gli "Uomini Soli", Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ce lo hanno già insegnato.

30.4.16

Ma Saviano si può criticare? O è un oracolo inattaccabile?

la stessa cosa  che  mi chiedio anch'io ogni volta  che leggo  i suoi articoli o lo sento  parlare  .  Mi  ero sempre pèpsto questa  dmanda  ma poi è caduta nel  vuoto  , perchè  nessuno ,  salvo i faziosi e lachè   n se  lo chiedevano . ;Ma  poi quiesto interessante    ed  obbiettivo articolo mi  ha  fatto ripensare  e quindi  la   faccio qui pubblicamente . Voi  cosa ne pensate    ?

http://manrico.social/attualita/item/177-ma-saviano-si-puo-criticare-o-e-un-oracolo-inattaccabile.html

Ma Saviano si può criticare? O è un oracolo inattaccabile?

Una argomentata risposta alle capziose analisi di Saviano dove si dimostra l’inconsistenza di tante sue tesi. Le sue analisi sono romanzesche teatrali istrioniche (spunti ideali per la serie TV ispirata al suo romanzo) ma in termini pratici poco utili per la lotta alla criminalità organizzata ed alle mafie


Roberto Saviano ormai ha assunto le sembianze di quel personaggio radiofonico di Arbore, interpretato da Bracardi, che ad ogni piè sospinto urlava “in galeraaaaa!”.Lo dico dopo aver letto un suo articolo su la Repubblica in cui srotola la solita noiosa parabola del Sud abbandonato, del Sud che muore della contiguità tra camorra e politica e bla e bla e bla.Senza offrire ricette ma solo una denuncia pessimistica e dolorosa.Quando la prima ricetta che potrebbe suggerire potrebbe essere il suo impegno diretto, la sua candidatura in qualche Comune ad alta intensità camorristica, il suo spendersi quotidianamente nella guerra al malaffare.Preferisce invece pontificare sui giornali e sulle TV, protetto da uno schermo di computer o di uno schermo televisivo e chiedendo agli altri quel difficile impegno a cui egli rifugge.E’ vero che Saviano è minacciato dalla camorra ma non sono meno minacciati, anzi, persone come Cantone che contro i Casalesi non hanno scritto libri di successo ma hanno portato a sentenze definitive di condanna gli esponenti del clan dei casalesi, persone come Cantone, dicevo, non sono scappate ma si impegnano direttamente.Ed è davvero singolare – come scrive Valter Verini in riferimento a Davigo -- “lasciare intravedere uno scenario di indistinti atteggiamenti, negli ultimi vent’anni, tra centrodestra e centrosinistra. Non c’è bisogno di spendere troppe parole per demolire questa semplificazione: basta rileggere con serenità e obiettività le norme approvate dalle maggioranze di centrodestra e quelle sostenute dal centrosinistra.”Ed è ormai noioso ma obbligatorio ricordare quali sono queste norme.E parliamo della “ripenalizzazione” del falso in bilancio, della introduzione del reato di autoriciclaggio, della legge sugli ecoreati, delle pene più severe per i reati di corruzione e contro la pubblica amministrazione. E parliamo anche dell’ormai prossimo aumento dei termini della prescrizione bloccata fino ad oggi da un Senato che per fortuna in futuro non ci sarà più.Ed a queste misure va aggiunta una riforma strutturale quale quella del codice degli appalti che è un colpo alle pratiche corruttive attraverso procedure più rigorose e soprattutto attraverso un ruolo importante in tutti gli appalti (piccoli e grandi) della Autorità Nazionale di Cantone (che ha direttamente sbugiardato Sergio Rizzo che ha provato a sminuire questa riforma).Si possono certamente fare osservazioni critiche a questo o a quell’aspetto di queste riforme ma non riconoscere la profonda diversità del governo Renzi dai suoi predecessori e soprattutto dall’epoca Berlusconi è una carognata che dimostra il vero obiettivo dei Guru tipo Saviano.Oggi si approvano queste riforme, in nemmeno due anni, ai tempi di Berlusconi invece si facevano leggi ad personam e si invocavano legittimi impedimenti.Invece nell’articolo vengono scritte cose pesanti e non vere sul PD e su Renzi, riassunte nella chiosa finale che afferma apoditticamente “A Palazzo Teti Maffuccini, a Santa Maria Capua Vetere, Garibaldi accolse il documento di resa delle truppe borboniche. Ora quel palazzo sembra accogliere la resa del Pd al meccanismo criminale.” (non vuol dire nulla , ma quanto è romanzesco, teatrale, istrionico!!!)Ma di quale resa parla? Di quale abbandono del sud sta pontificando?Parliamo invece di un governo che sta dando ai magistrati tutti gli strumenti necessari (li abbiamo elencati prima) per sconfiggere il malaffare. E che, come ha affermato il ministro Orlando rispondendo ad una legittima richiesta dei Magistrati, sta predisponendo, tra le tante difficoltà economiche e di bilancio, una soluzione alla carenza di personale al fine di non dare alibi a chi non riesce mai a portare i processi a sentenza.Ma Saviano va oltre ed accusa l’intera politica del governo sul Mezzogiorno e lo fa proprio nei giorni in cui Matteo Renzi va a siglare i Patti con 15 realtà territoriali proprio del Sud.E la sua presunzione, la presunzione di un intoccabile che può dire tutte le bugie che vuole, lo porta ad affermare che Renzi non si è accorto della inaffidabilità di molte classi dirigenti meridionali. Quando invece il meccanismo dei Patti che si stanno firmando dimostra che Renzi ha ben chiara questa inaffidabilità, inaffidabilità che ha portato in anni ed anni allo spreco di enormi risorse pubbliche.Saviano dice delle cose palesemente false perché con i Patti che si stanno firmando in questi giorni Renzi ha sottratto alle Regioni ed ai Comuni la gestione unica dei fondi UE, e non solo UE, ed ha stabilito un meccanismo in cui il ruolo del governo centrale diventa importante (attraverso una unica cabina di regia con tutti i soggetti istituzionali necessari) sia nella gestione sia nel controllo (e non solo attraverso l’ANAC).E questo proprio perché ha ben chiaro la consistenza di molte classi dirigenti del Sud. Tant'è che Emiliano, l'omone a cui piacciono le cozze pelose, si ribella proprio per questo e lo stesso fa De Magistris.Bisognava forse aspettare il completo rinnovo delle classi dirigenti meridionali (compito epocale e che non riguarda certo solo la politica e che in ogni caso non si fa in due anni) per avviare opere attese da anni, opere che si chiamano Ecoballe, si chiamano Bagnoli, si chiamano bonifica dell’Ilva, si chiamano Pompei e Reggia di Caserta (con la cultura si mangia), si chiamano la TAV Napoli Bari, si chiamano fine della telenovela Salerno Reggio Calabria, si chiamano investimenti strutturali sulle strade siciliane e tantissimo altro?Nell’articolo poi c’è la solita solfa dei Partiti che non sono in grado di combattere a priori le infiltrazioni mafiose (prima la solfa era che il PD non espelleva gli indagati pesantemente e siccome adesso lo fa si alza il tiro).E’ indubbio che dappertutto c’è la necessità di stare con gli occhi aperti e captare adesioni e movimenti strani. Ma bisognerebbe ricordare che viviamo in una società liquida, dove i legami sociali si sono sgretolati, dove la società si è frammentata, dove è venuto meno il potere ordinamentale della società e delle istituzioni, quel potere che impediva la reversibilità di senso oggi tanto in voga. E questa nuova conformazione sociale senza gerarchie valoriali rende difficilissima (anche se non impossibile) qualsiasi azione di prevenzione politica.E l'esempio stesso che Saviano porta ne è una dimostrazione (e si ritorce contro le sue affermazioni) laddove accenna a quelle organizzazioni anticamorra che si è poi scoperto essere state create dalla camorra stessa. E solo a posteriori ci si è accorti (tutti) della loro vera natura.I Partiti devono svolgere il compito della Politica perseguendo obiettivi alti e nobili, sapendo — come scrive Rondolino - “che non esiste un altro sistema per consentire ad una comunità civile di autogovernarsi, imporsi regole comuni, rispettare le minoranze e garantire i diritti delle maggioranze”.Ed i Partiti non debbono e non possono trasformarsi in magistrati (e non dovrebbero farlo neanche giornalisti o guru prestigiosi come Saviano) ma debbono fornire gli strumenti ai magistrati per colpire la cattiva politica, come tra l’altro il governo Renzi sta facendo con le leggi sopra ricordate.E che tutto il ragionamento di Saviano sia capzioso lo dimostrano alcune argomentazioni minori inserite nell’articolo (ma si sa che nella costruzione di un frame tutto fa brodo).La prima, incomprensibile, quando parla dell’affidarsi al giglio magico. Non la commento perché non è commentabile, non c’entra nulla con il resto (ma ormai fa figo parlare di giglio magico quando si vuole attaccare Renzi).La seconda, falsa, quando parla dell’investimento Apple a Napoli per la formazione di 600 sviluppatori. A tal proposito Saviano scrive che si tratta di un banalissimo corso a pagamento.Banalissimo, capite?Tim Cook, il CEO di Apple, viene in Italia ed annuncia un investimento per creare a Napoli una scuola per sviluppatori di App e Saviano (che non sa evidentemente di cosa sta parlando) parla di un banalissimo corso di formazione.Dare la possibilità ai ragazzi del mezzogiorno di specializzarsi con la Apple (con la Apple, capito?) nello sviluppo delle Applicazioni (uno dei settori in grandioso sviluppo nelle corporation informatiche) significa dare a questi ragazzi certamente qualcosa di più di un posto di lavoro e cioè uno strumento ed una specializzazione che pochissimi avranno al mondo 




e Tim Cook (in accordo con Renzi) ha dato ai ragazzi napoletani questa enorme possibilità.

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