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1.12.24

Nella nuova Notre-Dame la luce spegne lo spirito ., la storia di Mino Cargiver che in sedia a rotelle aiuta gli anziani ., la Rivoluzione educativa in Trentino Alto Adige .,

  tra  i  fatti  e  le  storie  di  questa  settimana     che  mi  hanno  colpito di  più  ci  sono    :  1)  la  storia    di Mino  Cargiver   che  in  sedia  a  rotelle  aiuta   gli  anziani   .,  2)   la    Rivoluzione educativa in Trentino Alto Adige .,   2)  Nella nuova Notre-Dame la luce spegne lo spirito

La prima 


 chi  lo ha  detto che  i  caregiver   debbano  essere  solo   persone    quelle    che    a  volte  chiamiamo   diversi  .  La  storia  di   Mino   un caregiver   disabile    in carrozzina  che   aiuta  ogni giorno fa la spesa agli anziani e accompagna i disabili in ospedale .
La vita non è stata facile per lui fin da quando è venuto al mondo. Senza gli arti inferiori e con un solo braccio Cosimo d’Angela, oggi 46 anni, è dovuto passare attraverso momenti di sconforto e enormi difficoltà senza però mai perdersi d’animo.


  da  l'unione  sarda    del  2\12\2024  


La vita non è stata facile per lui fin da quando è venuto al mondo. Senza gli arti inferiori e con un solo braccio Cosimo d’Angela, oggi 46 anni, è dovuto passare attraverso momenti di sconforto e enormi difficoltà senza però mai perdersi d’animo.
Tutta colpa, a quanto pare, di un farmaco antidolorifico che era stato dato alla mamma in gravidanza e che ha fatto sì che lui nascesse con una grave malformazione. «La mia mamma è sempre stata la mia forza» racconta D’Angela in una mattina di dicembre baciata dal sole, mentre vende degli oggetti nel suo stand al mercatino, «non si è mai arresa nonostante la vita l’avesse messa a dura prova e forse è da lei che ho preso questo carattere».
Indomito
Il carattere di non perdersi mai d’animo. Neanche adesso che Cosimo, per tutti Mino, ha anche l’unico braccio che gli è rimasto a fare le bizze: la diagnosi, tendinite degenerativa è arrivata nel 2018 e da allora, dichiarato inabile dall’Inps, non ha più nemmeno potuto continuare il suo lavoro da impiegato. Così si è dovuto arrangiare. Come? Facendo la spesa per gli anziani del centro e del litorale e accompagnandoli a fare le viste mediche. «Quando arriviamo all’ospedale » racconta, «mi vedono e dicono “è lei il paziente, venga”. E io lì a far capire “no no io accompagno il paziente”. Restano stupiti, ma adesso ormai, soprattutto al Brotzu mi conoscono tutti».D’Angela un lavoro se l’è dovuto inventare anche per riuscire ad acquistare un furgone con la pedana per caricare agevolmente la sua sedia a rotelle. Adesso infatti, caricarla in auto con il braccio che da problemi è diventato molto faticoso. Mino sale nel lato del passeggero, piega la sedia, la trascina nei sedili di dietro e poi si mette alla guida. Ed è per questo che ha avviato anche una raccolta fondi per trovare aiuti per comprare il furgone (se ne occupa Cittadinanza Attiva Oikos).
Lavoro e famiglia
«Non posso certo stare fermo e con il passa parola è nata questa storia di fare la spesa». Come fa? «Tutto con un braccio: vado al market, oppure in farmacia. A volte scendo, altre volte invece esce il personale che mi fa la gentilezza di avvicinarmi ciò che serve». Caricate le buste in auto, «torno dal cliente e gliele porto. Io non chiedo niente: sono loro a decidere se e quanto vogliono darmi».
Fin da piccolo Mino ha affrontato tanti problemi. «Le scuole le ho fatte tutte. Dopo le medie mi sono iscritto a un corso serale e poi ho cominciato a lavorare come impiegato nella ditta metalmeccanica. I bambini mi prendevano in giro. Per me c’erano solo i giochi da tavolo. E chi è che giocava all’epoca ai giochi da tavolo? Le persone anziane. Avevo paura soprattutto di non riuscire a trovare una ragazza». E invece alla fine Mino ha trovato una bellissima famiglia: nel 2018 ha conosciuto sua moglie e ha avuto in figlio che «mi aiuta in tutto. E vederlo felice è la cosa che mi fa stare bene»

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mi sembra   un  buon equilibrio  fra  diritti  e  doveri degli  studenti    visto  la mia esperienza  tra   studente  e   genitori ex prof.  ora  in pensione  e  nipoti diretti ed  acquisisti    che  stannno  ancora  studiando   .  la  notizia  trovata  su  bing \  msn    è  che    

 Il Trentino Alto Adige sta segnando una svolta significativa nel panorama educativo italiano, introducendo un approccio innovativo che pone al centro il benessere degli studenti. Le nuove linee guida approvate dalla giunta provinciale di Trento mirano a garantire un ambiente scolastico più sano e meno stressante, promuovendo il diritto all’ozio. Questo concetto, spesso trascurato nel contesto educativo, viene ora riconosciuto come fondamentale per il corretto sviluppo psicofisico dei giovani.
Regole di buon senso per un’educazione migliore
Le linee guida si traducono in una serie di regole pratiche che i docenti sono invitati a seguire. Tra queste, spicca la decisione di limitare a due le verifiche nello stesso giorno, una misura che mira a ridurre la pressione sugli studenti. Inoltre, è stato stabilito un divieto all'assegnazione di compiti a sorpresa al di fuori dell’orario scolastico, una pratica che spesso genera ansia e stress tra gli alunni. Queste modifiche rappresentano un passo importante verso un’educazione più equilibrata, in cui il tempo libero e il riposo vengono valorizzati.
Il ruolo della tecnologia nell’istruzione
Un altro aspetto cruciale delle nuove linee guida riguarda l’uso degli strumenti digitali. La giunta provinciale ha imposto restrizioni all'utilizzo indiscriminato della tecnologia in aula, riconoscendo che, sebbene gli strumenti digitali possano essere utili, un uso eccessivo può compromettere la qualità dell’apprendimento. L’obiettivo è quello di promuovere un utilizzo consapevole e mirato della tecnologia, che non sostituisca l’interazione umana e l’apprendimento esperienziale.
Un modello da seguire per altre regioni
Questa iniziativa del Trentino Alto Adige potrebbe fungere da modello per altre regioni italiane, incoraggiando un ripensamento generale delle pratiche educative. La necessità di un cambiamento è evidente: gli studenti di oggi affrontano sfide uniche, tra cui l’iperconnessione e la pressione sociale. Le nuove linee guida rappresentano un tentativo di rispondere a queste sfide, creando un ambiente scolastico più sano e sostenibile. Se altre province  ed    regioni    seguiranno l’esempio del Trentino, potremmo assistere a una vera e propria rivoluzione nel sistema educativo italiano  


  e  forse     con l'aggiunta      dell' integrazione     fra  la  storia  e  cultura   nazionale    con   la  storia   e   la  cultura    delle regioni   avremo   non  solo  una riduzione     dell'analfabetismo giovanile   e  la  riduzione  dell'abbandono scolastico  


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leggere  anche 
  
Notre Dame a Parigi riapre dopo 5 anni: ecco i punti salienti della ricostruzione (msn.com)


  Tra  poco riapre dopo    quasi  5  anni d restauro    la  cattedrale  di  Notre  Dame  di  Parigi  .  E già  iniziano  le  polemiche  sul  restauro   . Mah  secondo  il mio parere  da  profano  (  non sono   un laureato in storia  dell'arte    e  non  ho  fatto nè il liceo artistico  nè l'accademia   )   vedendo  le  immagini   mi sembra  un  ottimo e  sublime restauro  .  Non  concordo      con   chi dice  << Nella nuova Notre-Dame la luce spegne lo spirito. [...]  Ora Notre-Dame è rinata, dopo l'incendio del 15 e 16 aprile del 2019. C'è chi parla di «circa 700» e chi di «846 milioni di euro»: tanto è costato il recupero di questo bene inalienabile della Storia e della Cultura. Inalienabile ma anche, par di capire dalle prime immagini disponibili, ristrutturabile, come uno stadio o un negozio. Ieri il presidente Macron lo ha visitato, a bocca aperta, in anteprima, in attesa della consacrazione del nuovo altare in programma per il 7 dicembre. «È sublime», ha detto, e poi: «è stata riparata, reinventata, ricostruita». Ha ragione. Chapeau, naturalmente,alle migliaia di persone che vi hanno lavorato, con le mani e con i bonifici, ma Macron ha ragione anche in negativo: nella nuova Notre-Dame c'è qualcosa di eccessivo, di ridondante, di troppo. È la luce. La luce che appiattisce lo spirito, il mistero, l'introspezione. La luce che non sa più di chiesa, ma di museo, di esposizione, di catalogo della bellezza. La nuova Notre-Dame non potrebbe più essere la casa di Quasimodo, il deforme figlio del Diavolo e di una strega, il trovatello adottato (e poi angariato) dall'arcidiacono Frollo. Nell'ipermoderno restyling manca il buio medievale che fu il ghostwriter di Victor Hugo.  >>  (  da  https://www.ilgiornale.it/news/cronaca-internazionale/nella-nuova-notre-dame-luce-spegne-spirito-2405553.html )  Ora se  uno    ha  studiato la  storia  dell'arte , almeno le  basi  ,    dovrebbe ricordare che  nello  stile  gotico   è la  luce ed  la  penombra    sono  la  fonte  del  mistero e della  spiritualità    ed   dell'introspezione    che  ciascuno  di noi  credente  o   meno  cerca  . Quindi  questo restauro non l'ha    snaturata    . Anzi  il contrario .  Non ha  tolto nulla     dell'originale  e  del  fascino   che   ogni uno  di noi  ha  provato (  sottoscritto   compreso  )    alla  sua  vista  prima  del  famigerato incendio  del 2019  .  . Infatti   come  dice  sergio scoppolini     al commento   su msn.it   dell'articolo citato  de  il  giornale 



Forse sarebbe meglio leggere d meno Hugo e studiare un po' più il Gòtico. La cattedrale gotica è nella logica dei costruttori il Paradiso stesso. E' i luogo della Luce divina. Per capire il gotico bisogna studiare il platonismo della scuola di Chartres, la metafisica della luce di Roberto Grossatesta, il lavoro dell'Abate Sugerio a Saint Denis. La luce è il Gotico stesso. Certo l'oscurità e lo sporco dei secoli fanno molto "pittoresco", ovviamente piaceva ai romantici come Hugo, ma sono l'opposto stesso del Gotico, Chi, con un po' di intelligenza si chieda cosa siano i strani segni sul piazzale antistante a Notre Dame potrebbe scoprire che segnano le fondamenta delle casupole che un tempo occupavano il luogo, potrebbe, con un po' di fantasia.  immaginare l'impressione che una persona del XIV secolo poteva avere uscendo da quel dedalo di viuzze sudice ed oscure fino  a vedere il maestoso bianco immacolato della gigantesca facciata della Cattedrale. Dalla terra al Cielo, dal fragile mondo dell'uomo al Paradiso stesso. Ed entrati, ecco l'eterea verticalità, l'armonia assoluta delle proporzioni, la luce sfolgorante delle vetrate. Il Dio "totalmente altro" dei mistici medioevali che svelava il suo volto.Le grandi vetrate policrome del Gotico non sono solo l'abile gioco di brillanti artigiani, sono il tentativo di rappresentare con la policromia del "Lumen Divino" la maestà stessa di Dio e la gloria del Regno.Questo di Notre Dame è un restauro "glorioso", cancella secoli di sporcizia e ci rende lo splendore che videro i suoi costruttori. Quella che io chiamo "estetica della sozzura", e che i soliti critici di ogni restauro chiamano "spiritualità", "atmosfera", mistero, è purtroppo per loro, solo esibizione d'ignoranza e volgare gusto d'effetti drammatici.

Quindi  concludendo , parlo  da  profano ,  s'evitato   di ridurre   un pezzo di storia quasi    millenario  a  un  guscio   vuoto   ad  uso e  consumo    del turismo  di massa   - mordi  e  fuggi     armato di Iphone  , smartphone , ecc    , con    suoi  miliardi  di selfie  

3.6.24

DIARIO DELLA SETTIMANA N 54 ANNO II .il due giugno spiegato ad un bambino di prima elementare ., Una manager perde il lavoro ( licenziata ) dopo uno stupro di gruppo ., Salva la cugina 15enne dal matrimonio combinato viene picchiato dagli zii genitori della ragazza., I Metallica suonano a Milano e in scaletta compare "Acida" dei Prozac., PALESTINA, L’EQUAZIONE FALSA COL TERRORISMO E LA DECIMA VANNACCI, morti candati alle europee



#Salvini e Borghi attaccano #Mattarella che parla di "sovranità Europea ". #Tajani è solidale. #Conte e #Schlein contro la lega .#Meloni tace : ecco cpme spiegate ad un bambono di 5\6 anni la festa del 2 giugno

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stop violenza sulle donna, intimo reggiseno buttato sul pavimento© Fornito da News Mondo

Una manager perde il lavoro dopo uno stupro di gruppo: offerti 5mila euro e licenziamento per giustificato motivo.

Dopo aver subito una terribile violenza di gruppo, una manager torinese di 32 anni è stata licenziata dalla sua azienda.
Come riportato da Leggo.it, sembrerebbe che l’azienda abbia offerto circa 5mila euro per cessare il contratto di lavoro con la dipendente.

violenza su una donna© Fornito da News Mondo

Una manager viene violentata e perde il lavoro: il lungo calvarioLa sera del 16 marzo 2023, una donna torinese di 32 anni è stata vittima di uno stupro di gruppo a Milano, mentre si trovava ai Navigli con tre persone che considerava amici.
Dopo una serata trascorsa a bere alcol, la manager è stata aggredita dai tre uomini, che sono stati successivamente identificati e arrestati. Da quel momento, per la donna è iniziato un percorso di visite mediche, ricoveri, e sedute psicologiche e psichiatriche.
Dopo sei mesi di convalescenza, la manager ha tentato di tornare al lavoro, pur non sentendosi ancora pronta. “La mia vita quella notte è cambiata, però ce la farò, mi serve solo un po’ di tempo, ne sono sicura“, aveva confidato all’azienda. Tuttavia, l’11 marzo scorso, l’azienda della donna le ha inviato una lettera di licenziamento per “giustificato motivo“.


Il licenziamento della 32enne: la difesa dell’azienda
La comunicazione, come riportato da La Stampa, recitava: “In un’ottica di maggior efficienza abbiamo deciso di riorganizzare le nostre attività, sopprimendo la posizione da lei attualmente ricoperta” Continua, la lettera: “La informiamo che, dopo attenta verifica, abbiamo constatato l’impossibilità di adibirla ad altre mansioni“. Secondo l’avvocato della vittima, l’azienda non voleva attendere il recupero completo della donna, né rischiare di perdere credibilità a causa di alcuni video della violenza finiti su delle chatL’avvocato ha inoltre aggiunto: “Quello che l’ha davvero distrutta è stato il modo in cui è stata silurata: le sono stati offerti cinquemila euro per chiudere il rapporto di lavoro “o firmi adesso o mai più’“.
L’azienda, da parte sua, ha respinto le accuse, affermando che la decisione è stata presa esclusivamente per motivi di riorganizzazione interna.


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 proprio mentre leggo che è stata arrestata in Pakistan Nazia Shaheen la madre di Saman Abbas: trovata in un villaggio ai confini con il Kashmir qui un ritratto che riepiloga la vicenda


 leggo   mi pare  su repubblica.it    questa news che oltre a denunciare i fanatici religiosi ed identitari sfatta un luogo comune che tutti gli immigrati sono cosi . Luogo comune \ stereotipo inculcatoci per 30 anni da questa estra sia parlamentare che extraparlamentare ma che ancora nonostante sia sempre più minoritaria ha lasciato ancora le sue scorie e ha permesso che sia al governo e che anche chi non è di destra ne subisce l'influenza Salva la cugina 15enne dal matrimonio combinato, picchiato al supermercato dai genitori della ragazza . Gli zii hanno organizzato il pestaggio e lo hanno filmato per fare sapere a tutti di averla fatta pagare al nipote. Quel video li ha incastrati. Indagine dei carabinieri nel Bolognese, 40enne finisce ai domiciliari anzichè in carcere come dovrebbe

 BOLOGNA - Ha aggredito e picchiato il nipote, colpevole secondo lo zio di avere mandato a monte il matrimonio combinato che lui e la moglie avevano deciso per la figlia, una ragazzina di 15 anni. Il cugino ha avvisato i servizi sociali, che l'hanno tolta alla famiglia e affidata a una comunità per minori. E' la vicenda avvenuta in un paese del Bolognese e scoperta dai carabinieri, che hanno arrestato un 40enne, finito ai domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico per i reati di atti persecutori e lesioni personali. L'aggressione da cui è partita l'indagine è avvenuta lo scorso 24 aprile in un supermercato di Zola Predosa, dove si trovavano il nipote 20enne dell'indagato insieme alla fidanzata. Lo zio e la moglie li hanno raggiunti e, davanti a cassieri e altri clienti, hanno cominciato a picchiarli, facendoli finire al pronto soccorso con traumi cranici, contusioni varie e 8 giorni di prognosi. Lo stesso 40enne aveva filmato la scena con il telefonino e pubblicato su un social network il video del pestaggio. Un gesto fatto dall'uomo forse a scopo dimostrativo, per fare sapere a tutti di averla fatta pagare al nipote. Quel video gli si è però ritorto contro, quando gli investigatori hanno cominciato a indagare sull'aggressione, scoprendone il retroscena: si era trattato di una rappresaglia nei confronti del nipote e della fidanzata, ritenuti responsabili di essersi intromessi nel matrimonio combinato tra la figlia 15enne e un coetaneo, facendolo saltare. Era stata probabilmente la stessa ragazzina a confidare al cugino di non volersi sposare con il giovane scelto dalla famiglia. Lo stesso cugino ha deciso di aiutarla e ha raccontato tutto ai servizi sociali, che sono intervenuti togliendo la minore alla famiglia. Il padre della ragazza ora è ai domiciliari e lei al sicuro in una comunità. Una vicenda che ricorda quella, tragica, di Saman Abbas uccisa a Novellara per essersi opposta a nozze combinate.


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I Metallica suonano a Milano e in scaletta compare "Acida" dei Prozac I Metallica suonano a Milano all'Ippodromo La Maura e dedicano un tributo ad una canzone italiana. Durante il concerto, unica data italiana del tour, il gruppo di heavy metal ha interrotto la scaletta per suonare "Acida" dei Prozac+.c

 Un fuoriprogramma che ha stupito anche il pubblico della band. E' stato Rob Trujillo a spiegare ai fan di aver pensato di suonare un brano italiano: «Se conoscete le parole, cantatela» ha detto prima di iniziare a suonare.


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a proposito di scrupoli di coscienza, pur non essendo persona informata dei fatti, un interrogativo su tutt’altro argomento, vorrei (con ogni scrupolo, si intende) proporlo, pensando alla vicenda palermitana dell’ingegnere Angelo Onorato: ma davvero a Palermo in campagna elettorale un delitto di mafia deve diventare un suicidio? Se sbaglio chiederò scusa, ma l’idea di tacere i miei dubbi lasciando soli i familiari a non credere alla tesi del suicidio mi inquieta. E tanto.
pensavano in tanti   che, con la morte di B., sarebbe cessato anche il berlusconismo, trascinato nella tomba insieme alle sue spoglie, ma invece si sono sbagliati ancora una volta. Infatti, B. si appresta ora a risorgere anche sulle prossime schede elettorali per le imminenti elezioni europee. Non contenti di aver confermato sul simbolo di Forza Italia il suo nome, ora si invitano gli elettori addirittura ad esprimere, come prima preferenza, il suo nominativo. Non un candidato, ma una mummia.

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PALESTINA, L’EQUAZIONE FALSA COL TERRORISMO E LA DECIMA VANNACCI

Negli ultimi anni in Italia, complice il dibattito sui due conflitti che stanno funestando il mondo, si è rafforzata una pratica tanto longeva quanto insopportabile: l'automatismo a stravolgere qualsiasi gesto che prenda una posizione, vestendolo d'ignominia anche quando non ce ne sarebbe motivo o dipingendolo come un'implicita incitazione alla violenza o come un benestare indiretto al cattivo di turno. La confusione di merito già riscontrata nel dibattito sulla guerra in Ucraina, si sta ripetendo in maniera uguale e diversa sul tema del conflitto israelo-palestinese. L'argomentazione indistinta e violentissima per cui chi dichiara la propria contrarietà all'operato d'israele e manifesta la propria solidarietà alla Palestina viene etichettato come antisemita e apologeta del terrorismo é quantomai viziata e pelosa; eppure il timore di sentirsi riversare contro un'accusa tanto grave inibisce molti dal manifestare apertamente il proprio pensiero. Ha dunque mostrato coraggio Matteo Lepore, sapendo a cosa sarebbe andato incontro, quando ha deciso di esporre la bandiera palestinese da una finestra di Palazzo d'accursio. Il sindaco di Bologna, a cui è immediatamente piovuto addosso quel protocollo di critiche preconfezionate di cui sopra, non solo non ha retrocesso dalla sua azione, ma ha saputo replicare mettendo l'accento proprio sulla pratica della critica infamante usata per ridurre i cittadini al silenzio: “Voglio respingere qui e smentire l'interpretazione che esporre la bandiera del popolo palestinese rappresenti oggi un sostegno ai terroristi e un gesto antisemita. È veramente una cosa falsa che va rigettata e respinta... Evitiamo di accusare l'amministrazione comunale e la città di Bologna di essere al fianco dei terroristi solo perché abbiamo un'opinione e vogliamo aprire uno squarcio nel silenzio che ci si chiede di rispettare: chiederci di stare in silenzio significa chiederci di accettare un massacro”. Non lasciarsi intimorire dal fango delle accuse strumentali, ma smontarle e restituirle al mittente, è un buon modo di fare politica. Oggi ce n'è particolarmente bisogno.ANTISEMITA A CHI?
Se avesse voluto raccontare il vero senso della campagna elettorale che sta portando avanti, Matteo Salvini avrebbe dovuto parafrasare lo slogan scelto dalla Lega “Più Italia, meno Europa” e declinarlo soggettivamente: meno Capitano, più Generale. Negli ultimi giorni pre voto lo scritturato Vannacci sta dando il meglio di sé: tra un invito a votare mettendo una Decima sul simbolo della Lega e una citazione de “Il gladiatore” (il solito “Al mio via scatenate l'inferno”), l' 'intruso' sta sbigottendo l'intero ceto politico del Carroccio, che assiste alla sua performance imbarazzato e cerca di evitare commenti per scongiurare la tragedia pre voto. Mentre questo accade il segretario se ne sta un passo indietro, parla di pace, promette condonucci edilizi e guarda orgoglioso la sua creatura scalmanarsi. L'obiettivo? Essere gladiatori senza perdere del tutto la faccia.
MENO CAPITANO, PIÙ GENERALE : Se avesse voluto raccontare il vero senso della campagna elettorale che sta portando avanti, Matteo Salvini avrebbe dovuto parafrasare lo slogan scelto dalla Lega “Più Italia, meno Europa” e declinarlo soggettivamente: meno Capitano, più Generale. Negli ultimi giorni pre voto lo scritturato Vannacci sta dando il meglio di sé: tra un invito a votare mettendo una Decima sul simbolo della Lega e una citazione de “Il gladiatore” (il solito “Al mio via scatenate l'inferno”), l' 'intruso' sta sbigottendo l'intero ceto politico del Carroccio, che assiste alla sua performance imbarazzato e cerca di evitare commenti per scongiurare la tragedia pre voto. Mentre questo accade il segretario se ne sta un passo indietro, parla di pace, promette condonucci edilizi e guarda orgoglioso la sua creatura scalmanarsi. L'obiettivo? Essere gladiatori senza perdere del tutto la faccia.Voto: Vedremo cosa ne dicono le urne

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pensavano in tanti   che, con la morte di B., sarebbe cessato anche il berlusconismo, trascinato nella tomba insieme alle sue spoglie, ma invece si sono sbagliati ancora una volta. Infatti, B. si appresta ora a risorgere anche sulle prossime schede elettorali per le imminenti elezioni europee. Non contenti di aver confermato sul simbolo di Forza Italia il suo nome, ora si invitano gli elettori addirittura ad esprimere, come prima preferenza, il suo nominativo. Non un candidato, ma una mummia.

PALESTINA, L’EQUAZIONE FALSA COL TERRORISMO E LA DECIMA VANNACCI

Negli ultimi anni in Italia, complice il dibattito sui due conflitti che stanno funestando il mondo, si è rafforzata una pratica tanto longeva quanto insopportabile: l'automatismo a stravolgere qualsiasi gesto che prenda una posizione, vestendolo d'ignominia anche quando non ce ne sarebbe motivo o dipingendolo come un'implicita incitazione alla violenza o come un benestare indiretto al cattivo di turno. La confusione di merito già riscontrata nel dibattito sulla guerra in Ucraina, si sta ripetendo in maniera uguale e diversa sul tema del conflitto israelo-palestinese. L'argomentazione indistinta e violentissima per cui chi dichiara la propria contrarietà all'operato d'israele e manifesta la propria solidarietà alla Palestina viene etichettato come antisemita e apologeta del terrorismo é quantomai viziata e pelosa; eppure il timore di sentirsi riversare contro un'accusa tanto grave inibisce molti dal manifestare apertamente il proprio pensiero. Ha dunque mostrato coraggio Matteo Lepore, sapendo a cosa sarebbe andato incontro, quando ha deciso di esporre la bandiera palestinese da una finestra di Palazzo d'accursio. Il sindaco di Bologna, a cui è immediatamente piovuto addosso quel protocollo di critiche preconfezionate di cui sopra, non solo non ha retrocesso dalla sua azione, ma ha saputo replicare mettendo l'accento proprio sulla pratica della critica infamante usata per ridurre i cittadini al silenzio: “Voglio respingere qui e smentire l'interpretazione che esporre la bandiera del popolo palestinese rappresenti oggi un sostegno ai terroristi e un gesto antisemita. È veramente una cosa falsa che va rigettata e respinta... Evitiamo di accusare l'amministrazione comunale e la città di Bologna di essere al fianco dei terroristi solo perché abbiamo un'opinione e vogliamo aprire uno squarcio nel silenzio che ci si chiede di rispettare: chiederci di stare in silenzio significa chiederci di accettare un massacro”. Non lasciarsi intimorire dal fango delle accuse strumentali, ma smontarle e restituirle al mittente, è un buon modo di fare politica. Oggi ce n'è particolarmente bisogno.ANTISEMITA A CHI?
Se avesse voluto raccontare il vero senso della campagna elettorale che sta portando avanti, Matteo Salvini avrebbe dovuto parafrasare lo slogan scelto dalla Lega “Più Italia, meno Europa” e declinarlo soggettivamente: meno Capitano, più Generale. Negli ultimi giorni pre voto lo scritturato Vannacci sta dando il meglio di sé: tra un invito a votare mettendo una Decima sul simbolo della Lega e una citazione de “Il gladiatore” (il solito “Al mio via scatenate l'inferno”), l' 'intruso' sta sbigottendo l'intero ceto politico del Carroccio, che assiste alla sua performance imbarazzato e cerca di evitare commenti per scongiurare la tragedia pre voto. Mentre questo accade il segretario se ne sta un passo indietro, parla di pace, promette condonucci edilizi e guarda orgoglioso la sua creatura scalmanarsi. L'obiettivo? Essere gladiatori senza perdere del tutto la faccia.
MENO CAPITANO, PIÙ GENERALE : Se avesse voluto raccontare il vero senso della campagna elettorale che sta portando avanti, Matteo Salvini avrebbe dovuto parafrasare lo slogan scelto dalla Lega “Più Italia, meno Europa” e declinarlo soggettivamente: meno Capitano, più Generale. Negli ultimi giorni pre voto lo scritturato Vannacci sta dando il meglio di sé: tra un invito a votare mettendo una Decima sul simbolo della Lega e una citazione de “Il gladiatore” (il solito “Al mio via scatenate l'inferno”), l' 'intruso' sta sbigottendo l'intero ceto politico del Carroccio, che assiste alla sua performance imbarazzato e cerca di evitare commenti per scongiurare la tragedia pre voto. Mentre questo accade il segretario se ne sta un passo indietro, parla di pace, promette condonucci edilizi e guarda orgoglioso la sua creatura scalmanarsi. L'obiettivo? Essere gladiatori senza perdere del tutto la faccia.Voto: Vedremo cosa ne dicono le urne

17.3.24

c'è chi dice no . Carmine Tursi, 81 anni, pensionato di Sperlonga e La ruspa sul sindaco: ora deve buttare giù il suo albergo abusivo ., Vanessa, una giovane donna canadese che gestisce l'account TikTok @wealthxlab dice blocca il suo capo che la chiama sul n rivato fuori orario

La ruspa sul sindaco: ora deve buttare giù il suo albergo abusivo


“Mi sono ripromesso di non sparire, naturalmente di non morire e di non fare arretrare neanche di un millimetro le mie buone ragioni”. Carmine Tursi, 81 anni, pensionato di Sperlonga, il borgo marino adagiato sullo sperone che avanza nel Tirreno e lo divide da Gaeta e sul quale Tiberio fece costruire l’imperiale villa, fornisce la prova di quanto la realtà, se messa alle strette, possa superare la fantasia.

Il sindaco di oggi, Armando Cusani,( slide    a destra  )   fortissimo cursore del centrodestra pontino (Latina e dintorni), con un fiuto pazzesco per il comando e un amore indiscutibile per la fascia tricolore
che indossa oramai da decenni, è infatti chiamato ad abbattere l’albergone, totalmente abusivo, che lui stesso ha realizzato e che nove anni fa, forse anche per mettere a tacere le malelingue, ha ceduto per 2528 euro (duemilacinquecentoventotto euro) ai suoi ex soci: Aldo e Luciana, cioè i coniugi Chinappi e Bonavita, cioè il suocero e la suocera.
A FEBBRAIO
il Consiglio di Stato ha infatti emesso la sentenza definitiva, chiuso il faldone lungo quanto un autoarticolato, bocciato l’ultimo disperante rosario di eccezioni e messo in testa a questo sindaco la crudele decisione di chiamare le ruspe e rovinare sui 4279 metri quadrati di integrale abuso lungo vent’anni e due concessioni e altri due permessi di costruire totalmente irragionevoli visto che il territorio, il dolce pendio che dalla via Flacca sporge verso il mare e gode della carezza dei venti e di un panorama impareggiabile, luogo eletto per relax, massaggi, tuffi in piscina se non fosse che il legislatore l’ha considerato “di inedificabilità assoluta”. Ma qui a Sperlonga con ogni evidenza la fantasia ha piegato la realtà, il comando ha avuto la meglio sulla logica e il rovescio si è fatto pienamente diritto. Cosicché i lavori di trasformazione, allargamento, ammodernamento, sopraelevazione costati alla famiglia allargata (sindaco più suoceri) oltre due milioni e mezzo di euro, sono rimasti incastrati dentro una ragnatela di abusi, a volte con la faccia di veri e propri soprusi, e di una serie incredibile di omissioni. E adesso, puff, la ruspa!Merito di Carmine, dunque: “Non sono felice, sono stato trascinato in questa querelle e costretto a difendermi. Il sindaco voleva abbattermi la casa perchè dava fastidio al suo albergo, rendeva problematico l’accesso alla sua dimora. Dapprima permette la costruzione di una strada che praticamente guarda nella mia camera da letto, piega intorno alla sala da pranzo e si dirige, sfiorando il mio tetto, nell’albergo Grotta di Tiberio. O difendevo i miei diritti, e dunque casa mia, oppure me la buttava giù”.

Venti anni di denunce e ricorsi: “Troppo tempo e troppo lento l’esame dei fatti, in provincia di Latina sembra tutto procedere al ralenty”, accusa Tursi. In effetti ogni denuncia avanzava tra sbadigli, a volte traccheggi. “Vent’anni per far valere i propri diritti danno il senso di possa torcere la legge, reinterpretarla,

L’hotel Grotta di Tiberio sulla costa di Sperlonga, è dei suoceri del sindaco rimodularla spesso a proprio favore”, spiega Francesco Di Ciollo, il legale che ha seguito, con una discreta dose di tigna, le vicende di Tursi. “Era il 2002 e tutto iniziò con l’ordine del sindaco di non parcheggiare più dove io abitualmente lasciavo l’auto. Avevo sessant’anni, mi sentivo ancora giovane e forte. E decisi di non subìre quel che mi pareva un sopruso”.




Il sindaco Cusani, che ha Sperlonga

nelle sue tasche e trascorre – ormai sono trentadue anni di presenza politica – nel municipio, suo domicilio abituale, le ore più belle. Tranne il decennio 2004-2014 in cui è stato costretto a trasferirsi a Latina per fare il presidente della Provincia e i mesi, nel 2017 in cui è stato costretto agli arresti, ha sempre concessoa Sperlonga di godere del suo dominio.

Sperlonga, tremila abitanti d’inverno, migliaia in più d’estate, documenta quanto la giustizia possa infine essere ingiusta, quanto

ANTONIO CUSANI ha una lunga carriera politica cominciata nella Dc. Con la nascita di Forza Italia è diventato berlusconiano, salvo aderire negli ultimi anno al movimento di Stefano Parisi. Eletto sindaco di Sperlonga per la prima volta nel 1997, rieletto nel 2001 e nel 2016, è al suo quarto mandato. Ha anche guidato la provincia di Latina. Ha subìto due sospensioni per la legge Severino il potere invece soverchiante, quanto le istituzioni connesse alla via del potere e non a quella del diritto.

GROTTA DI TIBERIO

è il nome dell’albergo che comunque, malgrado le ordinanze e le intimazioni e la denuncia definitiva, accoglie le prenotazioni per la prossima stagione di mare. “I novanta giorni concessi alla società proprietaria per abbatterlo sono scaduti, il municipio dovrebbe confiscare i beni e sostituirsi all’inerzia del proprietario”. Il municipio presumibilmente non avrà i soldi per abbattere lo stabile ma non avrà più la forza per tenerlo in piedi. La vittoria del signor Carmine, oggi ottantenne, è piena del dolore di aver conosciuto la potenza dei potenti: “Ogni intimazione si trasformava in un consiglio, ogni ordine in una facoltà, ogni ceffone in una carezza. Cosicchè io provavo gli abusi ma nessuna istituzione sentiva improrogabile l’obbligo di agire di conseguenza”.

L’eterno batti e ribatti: tu denunci, io ricorro, tu avanzi io mi oppongo giunge al punto che la soluzione della vicenda è data da una manovra di un inconsapevole harakiri del sindaco di Sperlonga. Decide infatti di nominare nel 2022 una commissione istruttoria con il compito di valutare la complessità della vicenda. La legge glielo permette? Vattelapesca.

Quel che è certo è che il dirigente dell’ufficio tecnico comunale, l’ingegner Pietro D’orazio (oggi trasferitosi in altro municipio), diversamente dai suoi colleghi, ammette che i titoli concessori sono totalmente viziati e ingiunge la demolizione dell’intero corpo di fabbrica.

Ancora una volta la realtà, messa alle strette dagli uomini, si incarica di superare la fantasia. E così l’albergo Grotta di Tiberio, costruito (anche) per mano del sindaco, ora attende degna sepoltura.

Paradossi Il primo cittadino ha ceduto ai suoi suoceri l’hotel sulla costa. Il Consiglio di Stato dice che va abbattuto, ma le prenotazioni per l’estate che arriva sono aperte...




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«Il mio capo mi ha mandato un messaggio fuori dall'orario di lavoro. Ho diritto a riposarmi: l'ho bloccato»



© Social (Facebook etc)

 In un'epoca in cui la tecnologia ci tiene costantemente connessi, separare la vita lavorativa da quella personale può diventare una sfida. La storia di Vanessa, una lavoratrice che ha esposto le sue ragioni sui social, è diventata un simbolo della lotta per mantenere questo equilibrio. La sua decisione di bloccare il numero del suo capo, dopo aver ricevuto richieste di lavoro fuori orario, ha suscitato un'ampia risonanza e ha acceso il dibattito sull'importanza del diritto al disconnettersi. Vanessa, una giovane donna canadese che gestisce l'account TikTok @wealthxlab, dedicato a finanze personali e imprenditorialità, ha scelto di condividere un'esperienza personale che si discosta dai suoi soliti contenuti. Racconta di essere stata contattata dal suo capo tramite messaggio sul suo telefono personale, nonostante avesse specificato che questo dispositivo fosse riservato alla comunicazione privata e non lavorativa. Nella clip in questione, pubblicata a fine febbraio, Vanessa spiega: «Sono a casa, stanca dal lavoro, e per qualche motivo ha sentito il bisogno di scrivermi». Il capo le chiedeva di svolgere del lavoro da casa, nonostante non fosse in orario d'ufficio e stesse riposando. 
Irritata dall'intrusione, ha optato per una soluzione drastica: bloccare il numero del suo superiore per salvaguardare il suo tempo libero: «Pago 45 dollari al mese per avere un telefono esclusivamente per motivi di lavoro. Il mio capo sapeva che non avrebbe dovuto mandarmi messaggi sul mio smartphone personale».  Il gesto di Vanessa ha scatenato un'ondata di solidarietà su TikTok, dove il video in cui racconta l'episodio ha superato il milione di visualizzazioni. La reazione degli utenti varia dall'appoggio alla condivisione di esperienze simili, evidenziando un problema comune a molti lavoratori. Alcuni hanno suggerito di rivolgersi alle risorse umane, mentre altri hanno espresso ammirazione per il coraggio di Vanessa nel porre dei limiti. Questa vicenda evidenzia una questione cruciale nell'ambiente lavorativo moderno: la difficoltà nel mantenere separati lavoro e vita privata nell'era digitale. La pressione di essere sempre disponibili può avere ripercussioni negative sulla salute mentale e sul benessere degli impiegati. In risposta a questa problematica, alcune giurisdizioni, come la provincia dell'Ontario in Canada, hanno introdotto leggi che tutelano il diritto dei lavoratori di disconnettersi al di fuori dell'orario di lavoro, proibendo alle aziende di richiedere la loro disponibilità in tali momenti. 

31.12.23

Ricorre al Tar dopo la bocciatura in prima elementare, sentenza dopo 13 anni ma lui ha finito gli studi

concludiamo  questo  2023     coin  una  storia  tragico   comica   .  sul nostro  sistema  giudiziatrio italiano   e  su  cause  inutili  che  lo ingolfano   

A mio avviso i genitori del bambino la cui vicenda è riportata sotto hanno sprecato tempo ed soldi oltre ad aver intasato il tribunale e far pagare al contribuente il loro risarcimento . In un paese serio dovrebbero oltre a migliore la giustizia ( 13 anni per una sentenza !!! ) si dovrebbe punire o impedire che si facciano cause inutili . Anch'io ho avuto dei problemi simili , anche se non sono stato bocciato , ma sempre rimandato , ma mica ho fatto ricorso a tribunali , sono andato aventi lo stesso fino ( anche se ci ho messo più anni anzichè laurearmi dopo 4 anni di corso anni o al massimo 5\6 mi sono laureato dopo 15 anni ) alla laurea .

da   the  socialpost  del  31\12\2023




Vicenda incredibile a Civitanova Marche, in provincia di Macerata. I genitori di un bambino di 7 anni avevano fatto ricorso al Tar per la bocciatura del figlio in prima elementare: anno scolastico 2009-2010. Il bambino intanto prosegue gli studi, accolto con riserva in seconda elementare. La sentenza arriva, sì, ma pochi giorni fa, ben tredici anni dopo il ricorso. Il giovane, intanto, ha vent’anni ed è andato avanti negli studi, diplomandosi senza mai essere bocciato di nuovo.



“Aveva subito un pesante iter sanitario”

Il ricorso dei genitori riguardava la forte discrepanza tra i voti del bambino nel primo quadrimestre e quelli del secondo. Nel primo quadrimestre, infatti, il bambino aveva 7 in tutte le materie e 6 in condotta. A fine anno scolastico, aveva subìto 13 giorni di sospensione e la valutazione riportava diversi 5 e la bocciatura. I genitori fecero presente che il bambino aveva vissuto sin dalla nascita un pesante iter sanitario per problemi di salute congeniti.
Il Tar ha dunque accolto la richiesta e con un’ordinanza del 21 luglio 2010 sospende la non ammissione dell’alunno alla classe successiva con la seguente motivazione: “emergendo prima facie un’evidente ed ingiustificata discrasia fra la valutazione del primo e quella del secondo quadrimestre”.
Il Tribunale Amministrativo, con sentenza n. 910/2023, mette la parola fine alla vicenda e dichiara cessata la materia del contendere stante l’avvenuta conclusione del percorso scolastico dello studente, con onere per il Ministero dell’Istruzione di rifondere ai ricorrenti l’importo delle spese di cancelleria sostenute per incardinare il procedimento nell’anno 2010, a cui sono stati costretti per consentire il regolare percorso di studi ad un alunno di sette anni.

8.12.23

se il patriarcato non esiste o non c'è più questo cos'è ?Vuole sposare la colf e le fa firmare un contratto da schiava




da https://www.thesocialpost.it/  Pubblicato: 08/12/2023 15:45


Un vero e proprio codice di comportamento, quello che un pensionato di 79 ha fatto firmare alla colf (47) il 5 aprile 2019. Un contratto prematrimoniale messo nero su bianco prima di convolare a nozze. Eccolo qua. Primo: “Mi impegno a mettere al primo posto le tue esigenze con il massimo della sincerità, lealtà, collaborazione e rispetto”. Secondo: “Mi impegno a tenere pulita e ordinata la casa facendo particolare attenzione all’uso degli stracci”. Terzo: “Mi impegno a versare i soldi per i miei figli esclusivamente per le loro necessità”.
L’accordo prematrimoniale
Un accordo prematrimoniale che l’uomo ha fatto siglare a una donna “per stabilire un rapporto sereno e stabile”. Un contratto dal dubbio valore legale ma dal forte significato simbolico. Ci sono le clausole, la data e gli obiettivi da raggiungere. Manca solo la firma di un notaio. In compenso c’è la sigla di un uomo e quella della compagna, nata in Georgia. La vicenda emerge durante un processo, un’udienza preliminare, riportata da Repubblica, in cui si discute della colpevolezza o meno della donna. Perché dopo anni di soprusi Francesca (il nome è di fantasia) si è allontanata da casa grazie all’energico aiuto del fratello. E dopo è stata denunciata per lesioni e rapina. Una vendetta, secondo la sua difesa.
L’incontro tra il pensionato e la colf in cerca di lavoro

L’avvocato della donna infatti, ieri ha mostrato al giudice e al pm Gennaro Varone una panoramica di ciò che per anni è accaduto alle porte del Gra, dalle parti di Mezzocamino. È qui che nel 2015 Marta conosce il suo datore di lavoro. È un signore benestante, trent’anni più grande di lei. Cerca qualcuno che si occupi delle faccende domestiche e Francesca ha bisogno di un lavoro. E le importa poco se viene pagata circa 500 euro, certe volte in nero e altre no. Per lei contano solo i suoi due figli e i soldi che deve mandargli. Quel rapporto però con il tempo si è trasformato in qualcosa di più intimo. Ne è nata una relazione. Francesca ha continuato ad occuparsi della casa. E l’uomo la ha aiutata economicamente. Tra alti e bassi i due hanno anche pensato di sposarsi. E sono pure stati in Georgia per organizzare i preparativi, poi stoppati causa Covid.
Il contratto shock e le minacce per sms
Ed è in questa fase di attesa che l’uomo ha fatto sottoscrivere alla futura moglie un contratto. Le regole sono chiare e includono anche i messaggi che avrebbe dovuto mandare ai parenti, come alla madre: “Non devi interferire nelle vicende della mia nuova famiglia. Non devi permetterti di usare tua figlia per le tue esigenze”. Note simili dovevano essere recapitate a ogni parente. Un contratto che di tanto in tanto veniva richiamato con sms: “Ieri sera mi sarei aspettato come forma di rispetto il messaggio della buona notte. Ti consiglio di leggere spesso l’accordo e, ovviamente, di osservarlo con scrupolo”, si legge.
“Mi minacciava dicendomi di non chiamare né mio fratello, né i carabinieri perché se qualcuno avesse citofonato avrebbe avuto tutto il tempo di ammazzarmi prima che salissero a casa”, dice adesso Francesca mostrando messaggi e contratti al giudice.

19.8.23

Perché mi piaceva #giannirivera? Di Daniela Tuscano

  Beh, innanzi tutto perché mio padre tifava #inter: la rivalità era scontata, anzi doverosa. Poi perché #mazzola mi era antipatico mentre Gianni aveva lo stesso sorriso ironico e rassegnato del mio primo flirt, suo corregionale (lui di #vercelli, Rivera di #alessandria). Terzo perché quando calciava non pareva un calciatore ma un poeta. Gli altri giocatori, anche eccelsi, stavano tutti lì, nel rettangolo verde, al massimo nelle #figurinepanini, rigidi e spesso aggrondati. Rivera - benché talvolta nel nominarlo lo confondessi con #riva - aveva qualcosa di più e di diverso. Una vita sfuggente e sbarazzina - a #sanremo nella mia spiaggia veniva #elisabettaviviani, grande scandalo all'epoca, il #goldenboy allevato dai preti che aveva una figlia da una soubrette... e non intendevano sposarsi! -, non priva di interessi intellettuali, e poi lo sport, certo. Potevi fregartene del calcio - io ero fra quelli - ma non di Rivera, che se avesse studiato forse si sarebbe affermato in campo artistico. Sempre in punta di filo, come un azzurro #rococó, ma dentro, sangue caldo; sangue rosso(nero). Il #milan di Rivera non era americano come quello di #berlusconi: era un Milan di case e #barsport, ma tanta roba, tanta #italia: il Milan di #nereorocco, con la stella e quel nome da dio greco, da polverizzare qualsiasi spacconata a suon di quattrini. Anche tanta #famiglia, sì, pure Rivera ne ha avuta più d'una, ma non ne ha mai disgregato l'idea, tutt'al più ne ha messo in piazza la complessità, senza nascondersi. Oggi compie 80 anni. Non è "vecchio", nel bene e nel male, e meno male.

«Io, maestra nera nella scuola italiana. Oggi c'è chi non si vergogna più di essere razzista» la storia di Rahma Nur

  corriere  della sera   tramite  msn.it  \  bing    Rahma Nur insegna italiano, storia e inglese alla scuola elementare Fabrizio De André d...