Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
7.10.24
“The Beatles Everyday. Tutte le canzoni dei mitici “Fab Four .di federico martelli un libro non solo per Beatles mitomani
Generalmente per problemi di spazio nella libreria , leggo i libri o su i lettori digitali o dalla biblioteca . Ma per il libro di Federico un ragazzo di oggi, che giorno dopo giorno recensice e racconta in italiano e in italiano e inglese. di cui ne avevo parlato in : << certe canzoni e certi gruppi non hanno età e sono immortali intervista a federico martelli Il 18enne di carpi che ha scritto The Beatles Everyday”: un libro in cui analizza una per una le canzoni dei Beatles e da me intervistato in : << certe canzoni e certi gruppi non hanno età e sono immortali intervista a federico martelli Il 18enne di carpi che ha scritto The Beatles Everyday”: un libro in cui analizza una per una le canzoni dei Beatles >> . IL libro mi ha prso moltissimo perchè nonostante la notevolissima ( potrebbe essere mio figlio o mio nipote ) differenza di età abbiamo fatto lo stesso percorso musicale con i Beatles . Infatti è stato il mio primo gruppo ascoltato autonomamente . Tale libro è Ben scritto , si vede che ci sono dietro anni d'ascolto e una grnade passione per la musica e le sue teniche olltre che un notevole interese per la filosofia .In realta da uel che ho trovato in rete mentre cercavo appigli per l'intervista so he fa il classico , ma sembra che autodidatta , oppure al conservatorio o abbia fatto un liceo artistico ad indirizzo musicale . Un libri scritto con il ciuore e la passione di un vero cultore . Sembra che abbia vissuto gli anni dei B in prima persona . Ottima l'idea di scrivere anche in inglese . credo che a B quelli viventi o gli eredi di quelli morti farebbe piacere ricevere una copia del libro.Un’opera , dicevo , che è soprattutto una grande dichiarazione d’amore, appassionata e vera come solo un apassionato sa fare . Un libro che è nato prima come rubrica social, e che sui social sta diventando un caso .Infatti Come facilmente prevedibile, questo progetto ha suscitato tanti commenti. Quasi tutti accolti con grande favore dell’autore. "L’unico commento spiacevole – aggiunge Federico – è stato quello di una persona che ha detto che non ha senso comprare un libro sui Beatles scritto da un diciottenne. Non sono ovviamente d’accordo". La pubblicazione è disponibile nelle librerie e negli e-store . Non sono d'accordo perchè come mi pare bbia ichiarato lui stesso da quyalche parte Oggi il rock ha settant’anni, c’è meno stupore per certi sound o per certi messaggi, ma personalmente credo che la discografia dei Beatles porti con sé messaggi universali, raccontati in maniera unica, che difficilmente si può non tanto superare ma anche solo avvicinare . Infatti Il libro nasce come appuntamento quotidiano su Instagram e Facebook , pagina poi chiusa per problemi di copy right dove, ogni giorno alle 14, l’autore ha pubblicato dal primo gennaio 2023 una recensione al giorno delle 215 canzoni dei Beatles, che sono poi diventate 221 con la scelta di una canzone a testa dalla carriera solista degli ex Fab Four e l’aggiunta di Now & Then, brano uscito lo scorso anno, canzone postuma che chiude il cerchio sulla carriera dei quattro ragazzi di Liverpool. Un opera "The Beatles everyday" è il frutto dello sforzo, della passione e dell’anima di un sedicenne innamorato dei Fab Four che con tutta la spontaneità e l’urgenza della sua età ha deciso di analizzare ogni loro brano su una pagina Instagram di sua creazione, dal titolo omonimo (@thebeatleseveryday), dove ogni giorno – senza un ordine prestabilito – postava una recensione; lo ha fatto con un tono più informale del consueto, con il coraggio e l’impudenza di dare giudizi personali, talvolta tranchant, senza alcun timore o remora. L’aspetto più interessante è potere avere una nuova visuale, fresca, diretta, talvolta sfacciata, di tutta l’opera della band, senza mediazioni e compromessi. E soprattutto con l’aggiunta di considerazioni personali, non necessariamente legate all’aspetto artistico, che pongono il libro in un contesto quasi filosofico: con la peculiarità, che non guasta mai, anzi è il sale della vita, di sana (auto) ironia. Qualcuno si indispettirà (“Ma come si permette?”) nel leggere certe considerazioni su questo o quel brano, non cogliendo invece il grande pregio di "The Beatles everyday": una visione mai paludata di un’opera così importante e classica. Unici nei , che mi vengono cosi a caldo e un po' banali soprattutto il primo , ma che non ne sminuiscono per questo la belezza e l'importanza , e che credo che se vorraà presentarlo ad un pubblico di specialisti in eventuale ristampa , saranno corretti , sono : 1) le canzoni esposte alla rinfusa cioè sparse e non album per album e quindi una lettura difficile che costringe a saltare di qua e di la a chi non è un vero fans o nostalgico di B , ma vi si avvicina per la prima volta . 2) Manca una nota che spieghi , infatti ho avuto all'inizio e sono dovuto ricorrere ad internet per capirle i suoi voti , il metodo dei voti americani rispetto a quelli europei . 3) il voler giustamente , fare una cosa spontanea e non programmata . A volte succede persino a me , quando voglio bloccare una cosa ed evitare che finisca dispersa nel vento e nell'rapido oblio . Comunque un ottimo libro d'avere nella propria biblioteca a prescindere dall'essee fans o meno dei B . Concludo con i complimenti a Federico per un eventuale prossimo libro o cd di cover dei B .
20.8.24
certe canzoni e certi gruppi non hanno età e sono immortali il caso di federico martelli Il 18enne di carpi che ha scritto The Beatles Everyday”: un libro in cui analizza una per una le canzoni dei Beatles
ho sentito parlare di Federico Martelli, un giovane di 18 anni che ha scritto un libro sui Beatles intitolato "The Beatles Everyday". Federico ha recensito tutte le 221 canzoni dei Beatles, inclusi alcuni brani delle carriere soliste dei membri della band. Questo progetto è nato come una rubrica sui social media dove pubblicava una recensione al giorno su Instagram e Facebook.
Il libro è stato pubblicato in versione bilingue, italiano e inglese, ed è diventato un piccolo caso sui social media, attirando l’attenzione di molti appassionati di musica
da Gazzetta di Modena 12 agosto 2024
La storia
Il 18enne che ha scritto un libro sui Beatles: «Ho recensito tutte le loro canzoni»Il giovane carpigiano ha scritto “The Beatles Everyday”: una passione nata sui social
CARPI.
Un’opera che è soprattutto una dichiarazione d’amore, appassionata e vera come solo un adolescente sa fare. Un libro che è nato prima come rubrica social, dove ha riscosso l’interesse di tanti musicisti della nostra zona ed è diventato un caso.
“The Beatles Everyday” è stato un appuntamento quotidiano su Instagram e Facebook ogni giorno alle 14, dal primo gennaio 2023, il carpigiano Federico Martelli, allora sedicenne, ha pubblicato una recensione delle 215 canzoni dei Beatles, che sono poi diventate 221 con la scelta di inserire un brano a testa dalla carriera solista degli ex Fab Four e l’aggiunta di “Now & Then” uscito postumo lo scorso anno.
Oggi “The Beatles Everyday” è diventato anche un libro, pubblicato in versione bilingue italiano e inglese per i tipi delle Officine Gutenberg di Piacenza (20 euro). L’introduzione è di Antonio Bacciocchi, musicista, blogger e giornalista di Radio Coop. Federico, nato a Carpi ma oggi residente a Correggio, ha da sempre respirato musica intorno a sé fin dalla sua nascita e, nonostante la sua famiglia, in questa avventura ha fatto tutto da solo, declinando qualsiasi offerta di aiuto.
Come si sente quando gli adulti si meravigliano che, così giovane, ha scritto un libro sui Beatles?
«Un po’ fa effetto anche a me. Ammetto che non viene in mente a tutti di scrivere una cosa che da rubrica social è diventata un libro. Non è nata con questa idea, ma adesso mi fa molto effetto. Era un progetto social, cosa che sentivo molto più alla mia portata. Nemmeno quella era una cosa da tutti, ma qualcosa che avevo studiato e iniziato a creare. Poi ho incontrato Giovanni Battista Menzani di Officine Gutenberg e Antonio Bacciocchi di Radio Coop, che ha scritto la prefazione, ed è nata l’idea di trasformare The Beatles Everyday in un libro».
I Beatles riescono a comunicare con un diciottenne di oggi come facevano con un diciottenne del 1964?
«Io ovviamente non posso entrare nella mente e nel cuore di un ragazzo del ‘64, ma posso immaginare che allora fosse tutto più d’impatto, sia per quanto riguarda il sound sia per il contenuto delle canzoni dei Beatles. All’epoca il rock era ancora in fasce, ogni cosa era innovativa e inedita. Oggi il rock ha settant’anni, abbiamo alle spalle decenni di rock, c’è meno stupore. Personalmente credo che la discografia dei Beatles porti con sé messaggi universali che sono raccontati in maniera unica, che difficilmente si può non tanto superare ma anche solo avvicinare».
Il suo libro sta diventando un piccolo caso sui social: quali sono i commenti che l’hanno colpita di più, in positivo e in negativo?
«Per ora non ci sono stati commenti troppo aggressivi o che mi hanno ferito particolarmente. Ci sono persone che non sono d’accordo con i voti che ho dato alle canzoni, e generalmente mi accusano di essere troppo severo, mai il contrario. L’unico commento spiacevole è stato quello di una persona che ha detto che non ha senso comprare un libro sui Beatles scritto da un diciottenne. La cosa che mi ha colpito di più sono i feedback di chi mi dice di avere trovato qualcosa di nuovo nelle canzoni che ho recensito. Avere dato a qualcuno l’opportunità di apprezzare certi brani in maniera nuova e differente è davvero una grande soddisfazione».
Ci riveli un suo sogno.
«Se Paul o Ringo arrivassero anche solo a sapere che esiste il mio libro sarei la persona più felice sulla terra. Sarebbe fantastico: hanno visto uscire libri sui Beatles per tutta la loro vita, sapere che hanno avuto questo tipo di impatto su un ragazzo di 16 anni penso potrebbe strappare loro un sorriso».
Perché un altro libro sui Beatles?
«Sono sempre stato un grandissimo fan dei Beatles, fin da bambino. Inizialmente grazie ai miei genitori che li amano e li ascoltano da sempre: in ogni momento della mia infanzia e della mia vita, anche se ci sono stati periodi in cui ascoltavo meno musica, non ho mai smesso di ascoltarli».
Che consiglio si sente di dare a chi si avvicina oggi ai Beatles?
«Soprattutto per i giovani non è semplicissimo avvicinarsi ai Beatles. È vero che si tratta di brani apprezzabili anche oggi, anche solo perché non sono molto lunghi e vanno dritti al sodo. Se dovessi consigliare un approccio punterei sulle due raccolte, la rossa e la blu, che comprendono i brani più conosciuti: credo che sia la parte migliore della loro discografia per introdurre nuove persone a questa band. Ma credo che in ognuno dei loro album ci siano generi diversi e sperimentazioni, quindi bisogna cercare un po’ ma poi si trova almeno una canzone perfetta per qualsiasi ascoltatore. Può essere una sfida complicata, ma la ricompensa ripaga qualsiasi sforzo»
3.6.24
DIARIO DELLA SETTIMANA N 54 ANNO II .il due giugno spiegato ad un bambino di prima elementare ., Una manager perde il lavoro ( licenziata ) dopo uno stupro di gruppo ., Salva la cugina 15enne dal matrimonio combinato viene picchiato dagli zii genitori della ragazza., I Metallica suonano a Milano e in scaletta compare "Acida" dei Prozac., PALESTINA, L’EQUAZIONE FALSA COL TERRORISMO E LA DECIMA VANNACCI, morti candati alle europee
#Salvini e Borghi attaccano #Mattarella che parla di "sovranità Europea ". #Tajani è solidale. #Conte e #Schlein contro la lega .#Meloni tace : ecco cpme spiegate ad un bambono di 5\6 anni la festa del 2 giugno
Una manager perde il lavoro dopo uno stupro di gruppo: offerti 5mila euro e licenziamento per giustificato motivo.
Dopo aver subito una terribile violenza di gruppo, una manager torinese di 32 anni è stata licenziata dalla sua azienda.Come riportato da Leggo.it, sembrerebbe che l’azienda abbia offerto circa 5mila euro per cessare il contratto di lavoro con la dipendente.
Una manager viene violentata e perde il lavoro: il lungo calvarioLa sera del 16 marzo 2023, una donna torinese di 32 anni è stata vittima di uno stupro di gruppo a Milano, mentre si trovava ai Navigli con tre persone che considerava amici.
Dopo una serata trascorsa a bere alcol, la manager è stata aggredita dai tre uomini, che sono stati successivamente identificati e arrestati. Da quel momento, per la donna è iniziato un percorso di visite mediche, ricoveri, e sedute psicologiche e psichiatriche.
Dopo sei mesi di convalescenza, la manager ha tentato di tornare al lavoro, pur non sentendosi ancora pronta. “La mia vita quella notte è cambiata, però ce la farò, mi serve solo un po’ di tempo, ne sono sicura“, aveva confidato all’azienda. Tuttavia, l’11 marzo scorso, l’azienda della donna le ha inviato una lettera di licenziamento per “giustificato motivo“.
Il licenziamento della 32enne: la difesa dell’azienda
La comunicazione, come riportato da La Stampa, recitava: “In un’ottica di maggior efficienza abbiamo deciso di riorganizzare le nostre attività, sopprimendo la posizione da lei attualmente ricoperta” Continua, la lettera: “La informiamo che, dopo attenta verifica, abbiamo constatato l’impossibilità di adibirla ad altre mansioni“. Secondo l’avvocato della vittima, l’azienda non voleva attendere il recupero completo della donna, né rischiare di perdere credibilità a causa di alcuni video della violenza finiti su delle chatL’avvocato ha inoltre aggiunto: “Quello che l’ha davvero distrutta è stato il modo in cui è stata silurata: le sono stati offerti cinquemila euro per chiudere il rapporto di lavoro “o firmi adesso o mai più’“.
L’azienda, da parte sua, ha respinto le accuse, affermando che la decisione è stata presa esclusivamente per motivi di riorganizzazione interna.
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I Metallica suonano a Milano e in scaletta compare "Acida" dei Prozac I Metallica suonano a Milano all'Ippodromo La Maura e dedicano un tributo ad una canzone italiana. Durante il concerto, unica data italiana del tour, il gruppo di heavy metal ha interrotto la scaletta per suonare "Acida" dei Prozac+.c
2.6.24
Dj Ringo contro Victoria dei Maneskin: «Rock di qua, rock di là e poi fa la dj mettendo musica di m..»
* espressione del mi dialetto per definire confusione rumore traducibile cosi : Rumori/colpi di secchi/recipienti
16.10.23
LIBRI Il fuoco dentro. Janis Joplin – Barbara Baraldi
La sua scrittuta è talmente : intensa , realistica ed suggestiva , credo che prenderò o in biblioteca o acquisterò gli altri suoi romanzi , che sembra che fosse amica della stessa JJ o abbia visto le sue vicende dal vivo \ indiretta o deve a ver gfatto dei sopraluoghi o reali o virtuali in california per come descrive i locali e la città . Un libro inteso ed vissuto che rifugge , o almeno lo fa talmente bene che non si nota esplicitamete nelle note a fine libro in particolare nelle ultime 18 rghe di pagina 426 e tutta 427
( qui in : << chi lo ha detto che il rock sia solo sesso e droga ed edonismo ? il caso del triller Il fuoco dentro. Janis Joplin.di Barbara Baraldi >>la mia cronaca con una mia foto ripresa sdal post e riportata qui sopra ) . La baraldi con questo romanzo conferma la frase Pietro pelù : << janis joplins faceva la spola per noi tra lle orte dell'inferno e le porte del paradiso >> . Infatti
<< Non le piacciono i suoi occhi, così piccoli e sperduti nell’ovale del viso. Non le piacciono le sue labbra, sottili come l’orlo di un abito cucito male. Il naso è troppo grosso e l’acne deve essere una punizione divina per essere atea. La sua faccia è un campo di battaglia, ma lei è già stanca di combattere.Eppure , c'è una cosa che le piace di se' . La sua voce >> quarta di copertina del libro
Seguire la storia della Baraldi, che ha mischiato eventi reali ad altri di pura invenzione lo ha fatto cosi magistralmente \ talmente bene che chi non conosce e s'avicina per la prima volta a Janis Joplin da non riesce a distinguerli . Ma è stato anche affascinante ed catarchico ( vedere il mio post : << il mio fuoco dentro e miei sensi di colpa >> ) perchè mi ha anche spronato a conoscere meglio la JJ oltre le sue canzoni . Infatti e forse quello che mi ha colpito di più è stato scoprire che non solo la Joplin, ma molti degli artisti di quegli anni avevano lo stesso animo distrutto dalla realtà che vivevano. Mi viene da chiedermi se cio' sia stato perché tutti loro cercavano di colmare un vuoto doloroso (che è quello che li ha resi più grandi e unici) o se siano stati invece il frutto di quegli anni così aggressivi e potenti ed il desiderio di aprire le porte della percezione . Amici e critici sono d’accordo nel sostenere che Janis Joplin aveva un fuoco dentro quando cantava, che sapeva infiammare le folle. E questa è stata forse una delle cause del suo turbamento: quando scendeva dal palco e l’adrenalina si stemperava, non le restava altro che un grande buco da colmare; tornava la ragazza insicura di sempre. E’ come se la musica che le bruciava dentro l’abbia consumata, lasciandola ogni volta più carica di dolore. Un gran peccato che una voce così straordinaria e una donna così rivoluzionaria siano andate perse nel caos di quegli anni; rimangono le sue canzoni, con la sua voce bassa e graffiante che sembra salti fuori dai vinili per entrarti nel sangue, e questo splendido romanzo della Baraldi, cupo e noir che ci ha fatto entrare per un po’ nel suo mondo, nel suo dolore, ma anche nel suo paradiso.Un classico esempio di quando un romanzo è meglio di una biografia . Sarebbe ineressante , e qui concludo , vederlo a fumetti magari per Dylan Dog . Una artista rock ( per parafrasare Adriano Celentano ) , e qui concludo , un autrice completa e non inquadrabile in un solo genere letterario . Una di quegli autori che smonta la convenzione che il noir debba per forza parlare di omicidi e assasini o d crimini . Un libro fiero ed indigesto insomma . Potrei continuare a parlarne ancora ma : 1) sarei troppo prolisso e noioso ., 2) rischierei di essere scambiato per un lachè . Quindo mi fermo qui . Con questo è tutto augurandovi buona lettura o rilettura se lo avete già letto
20.1.23
Crosby, un'Odissea americana di © Daniela Tuscano
28.4.20
ascoltando “I contain multitudes” e “Murder most foul” di Bob dylan si capisce perchè il nobel è meritato
Anche se tale articolo è troppo duro perchè : stronca sul nascere ogni critica ed orientamento culturale diverso volendo avere per forza ragione e che tuytti debbano pensarla cosi e guai a contestare il pensiero ufficiale e dire qualcosa che non va , demolisce \ stronca ingiustamente con i soliti schemi del passato uno scrittore che non condivide . Stavolta a fottutamente ragione in quanto la maggior parte delle critiche alla giuria del premio nobel erano fallaci e poco costruttive . Ecco quindi che spesso i mezzo alla merda ci sono , ovviamente vanno ripulite e liberate dallo sporco e dalle incrostazioni .
da il foglio.it el 28\4\2020
Si pentano coloro che criticano il Nobel a Bob Dylan
Le due nuove canzoni dylaniane sono letteratura alta e vertiginosa, piene di citazioni esplicite e occulte
di Camillo Langone
Si pentano, coloro che criticarono il Nobel a Bob Dylan. Si pentano e si cospargano il capo di cenere (doppia dose di cenere, se più recentemente hanno considerato una perdita artistica la morte del favolista kitsch Sepúlveda). Si pentano e ascoltino 70 volte 7 “I contain multitudes” e “Murder most foul”, le due nuove canzoni dylaniane. Entrambe sono letteratura alta e vertiginosa, come può verificare chiunque ne studi i testi. La prima contiene Whitman e molto altro. La seconda Shakespeare e moltissimo altro. Quest’ultima, la mia preferita anche per via della musica (seppure tenuta bassa, poco più che un tappeto sonoro), è un poema che decolla da Dallas 1963 e vola per 17 minuti sui cieli neri d’America. Dylan è profetico, epico, biblico, e fra 70 citazioni alcune esplicite e altre occulte, alcune pop e altre esoteriche, ho sentito l’Apocalisse e l’Ecclesiaste, i Cantos e l’Inferno. Oltre a un verso grandioso da uomo di Dio, valido sempre e in questi giorni perfetto: “I hate to tell you, mister, but only dead men are free”.
20.5.18
La musica pop? È sempre più triste. E il rock in via d'estinzione ?
per approfondire
- https://it.wikipedia.org/wiki/Musica_pop
purtroppo è vero
http://www.repubblica.it/scienze/2018/05/18/news
Sì, è vero: ai piani alti delle classifiche arrivano soprattutto i brani con un alto tasso di “felicità” ma la realtà è che, nell’arco degli ultimi trent’anni, il tenore medio delle canzoni che accompagnano le nostre giornate si è fatto più oscuro, fuligginoso e depressivo. Lo svela una massiccia indagine appena pubblicata su Royal Society Open Science che arriva appunto a queste conclusioni. I ricercatori dell’università della California, sede di Irvine, hanno scoperto che "la felicità è in ribasso, la brillantezza sta calando mentre la tristezza cresce" spiega Natalia L. Komarova, una delle coautrici insieme a Myra Interiano, Kamyar Kazemi, Lijia Wang, Jienian Yang e Zhaoxia Yu. E il punto è che c’è perfino un’apparente contraddizione, visto che “le canzoni di successo stanno diventando più ballabili e con ritmi da party”. Festa mesta, avrebbero detto i Marlene Kuntz ormai molti anni fa. In realtà la questione è un po’ più complicata
La ricerca ha messo sotto la lente ben 500mila canzoni pubblicate nel Regno Unito fra il 1985 e il 2015, attinte anche dalle piattaforme MusicBrainz e AcustiBrainz. Ovviamente gli esiti non stanno a significare che tutte le canzoni sfornate negli anni Ottanta avessero toni, testi e registri “felici” e che quelle di oggi siano tutte irrimediabilmente tristi. In particolare i ricercatori hanno approfondito sia le “sensazioni che descrivono meglio i brani” che le “proprietà acustiche” di musica e arrangiamento. Per capirci, pezzi come Stay with me diSam Smith, Whispers de Passenger e Unmissable del duo Gorgon City sfoggiano un basso livello di felicità mentre Glory Days di Bruce Springsteen, Would I lie to you? degli Eurythmics o Freedom degli Wham! ne serbano un livello assai più elevato.
Una tendenza legata alle preferenze del pubblico o a fenomeni diversi? "La gente sembra preferire le canzoni più felici – scrivono i ricercatori nel paper – anche se ogni anno vengono pubblicati brani sempre più tristi". Col cortocircuito, come si spiegava, che dance e pop occupano ormai una parte preponderante fra i generi di maggiore successo, tanto da spingere il rock verso l'estinzione, almeno a partire dai primi anni Duemila. Uno scenario piuttosto complicato da decodificare che gli scienziati spiegano così: "Sembra che mentre il clima generale sta diventando sempre meno brillante le persone vogliano solo dimenticare tutto e ballare". In altre parole, in un grande insieme di brani dolorosi e nostalgici spicca un manipolo di pezzi divertenti e divertiti (piuttosto rari, negli Stati Uniti solo il 2% dei dischi venduti, per esempio, nel 1998 superò le 50mila copie) che sfrecciano in vetta, pur in una terra desolata di sconforto.
La potenza e la popolarità delle canzoni è stata studiata sotto mille prospettive nel corso degli anni: dall’aspetto socioeconomico alle caratteristiche intrinseche dei brani. Tuttavia, “contrariamente alla maggior parte delle ricerche precedenti noi abbiamo studiato un più ampio insieme di canzoni, sia quelle che hanno raggiunto le classifiche che quelle che ne sono rimaste escluse – si legge nell’indagine – questo ci ha consentito di analizzare più variazioni nelle caratteristiche musicali e dotare queste particolarità di una capacità predittiva. Il nostro obiettivo era capire le dinamiche del successo e correlarlo con elementi musicali, esplorando le possibilità di buoni risultati futuri sfruttando i trend del passato”. Da timbro e colore a tonalità passando per le numerose sfumature per così dire atmosferiche (triste, rilassato, felice, aggressivo, festoso e così via), a loro volta declinate in sottocategorie più dettagliate (confidente, divertente, autunnale, ansiosa eccetera), i brani sono stati dunque sezionati e categorizzati con l’aiuto di un meccanismo di machine learning che, appunto, ha sfornato il non troppo esaltante risultato.
Non solo: lo studio ha considerato anche il genere dei cantanti scoprendo che la “mascolinità”, se così si può definire, nelle canzoni – cioè la frequenza di una voce maschile nel pop – nell’ultimo trentennio è diminuita: “Le canzoni di successo sono ormai caratterizzate da un’ampia percentuale di artiste” si legge sempre nell’indagine. Risultato piuttosto contraddittorio, anche questo, in epoca di #metoo anche nel mondo musicale
18.11.13
Umberto Palazzo: ‘In Italia il rock è morto’
- Piergiorgio Palese ecco…questo ci mancava… questi del Fatto Quotidiano hanno iniziato una nuova crociata! E vai di metodo Boffo pure contro il rock...
class action da lui promossa per i diritti degli autori cosiddetti minori non è passata inosservata, tanto da smuovere giornalisti e giornali. Ma soprattutto, Umberto Palazzo è un musicista, uno di quelli che ha segnato il territorio nei fantasmagorici anni ’90, quando la musica rock – nel nostro Paese – rilevava l’unico grande fermento degno di essere chiamato con tale effettivo registro.
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