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14.9.13

Flash mob sulla 131 all'altezza di Serrenti Sindaco e cittadini nel cantiere fantasma

se lo facessimo tutti in italia   forse   i nostri dipendenti   (i politici )   si daranno una mossa  . Visto  che ormai la  131  è  diventata  come   un'altra   salerno reggio calabria 

   da  l'unine  sarda  ddel  14\9\2013

Flash mob sulla 131 all'altezza di Serrenti
Sindaco e cittadini nel cantiere fantasma

  Al lavoro sulla 131 (foto Gianluigi Deidda)



Clamorosa iniziativa del sindaco di Serrenti e di un gruppo di cittadini che, armati di pale e picconi, hanno "occupato" il cantiere fantasma sulla statale 131 per denunciare i vergognosi ritardi dell'Anas nel completamento delle opere.
Un cantiere della vergogna più volte al centro anche di iniziative politiche a livello regionale e parlamentare. Ma sulla Carlo Felice, all'altezza di Serrenti, negli ultimi tempi si è mosso poco o nulla. E così il sindaco di Serrenti, non nuovo a iniziative eclatanti, ha chiesto la collaborazione di un gruppo di compaesani con un obiettivo ambizioso ma, ovviamente, provocatorio: "Visto che Anas e Regione, ciascuno per la sua parte, non riescono a risolvere questa situazione assurda", dice Luca Becciu, "ci pensiamo noi a completare i lavori".
Una realtà sotto gli occhi di tutti da molti anni, ormai. A causa dei lavori infiniti, legati a fallimenti di questa o quella ditta e a procedure burocratiche estenuanti, si procede per chilometri su un'unica corsia nelle due direzioni. Disagi pesantissimi soprattutto per chi abita nei paesi attorno al cantiere, costretto a giri tortuosi per dirigersi verso Cagliari o verso Sassari. L'unico intervento dell'Anas, negli ultimi tempi, anche dopo le proteste rilanciate da unionesarda.it, è stato quasi beffardo. Da anni, in direzione Cagliari, si viaggiava per chilometri su una corsia anche in assenza di lavori. E così, qualche mese fa, l'Anas ha ripulito la corsia interdetta alle auto, aprendola al traffico. Ma ha spostato i dissuasori dalla parte opposta, dove sino a qualche mese fa si viaggiava uno dietro l'altro. Insomma, sono stati spesi dei soldi per lasciare, di fatto, le cose come stavano. C'è da chiedersi come sia possibile che enti come la Regione, o lo stesse forze dell'ordine, non intervengano d'autorità per imporre, se non altro, il buon senso.



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