ci vuole coraggio per chiedere perdon e scuse per colpe non proprie . Complimenti per il belissimo gesto alla signora Meris .
Castellarano, durante la funzione nella chiesa di San Valentino Meris Corghi, figlia del comandante partigiano che uccise il seminarista, ha chiesto perdono dal pulpito per il delitto del padre
di Paolo Riuini
Meris Corghi bacia Rosanna Rivi, sorella del seminarista ucciso
CASTELLARANO. Il 73° anniversario del martirio del beato Rolando Rivi passerà sicuramente alla storia. Non tanto per le centinaia di persone che hanno riempito la chiesa e il piazzale antistante per partecipare alla funzione, e neppure per le tante autorità presenti. Ma per il fatto che per la prima volta c’è stata una riconciliazione per quell’evento gravissimo di sangue commesso 73 anni fa.
Quella di ieri rimarrà una data importante per San Valentino perché, fra le navate della pieve matildica, la figlia del comandante partigiano che ha sparato al giovane seminarista, Meris Corghi, ha chiesto il perdono per l’uccisione di un ragazzo che aveva deciso di rimanere fedele alla fede in Cristo fino al martirio.
Due famiglie si sono riconciliate dopo oltre settant'anni e il perdono con la sua grande dose di amore ha avuto la meglio su tutto
La messa è stata celebrata dal vescovo di Reggio Massimo Camisasca che nell’omelia ha sottolineato l’importanza di andare contro le ideologie che rinnegano Dio e la fede. «Per questo ogni cristiano deve impegnarsi e lottare e non va mai dimenticato che negli anni fra il 1944 e 1946 sono state ben undici i parroci che sono stati uccisi nelle varie rappresaglie fatte sia dai tedeschi che dai partigiani».
Per il vescovo il messaggio di Gesù: “pace a voi”, letto dal Vangelo di Luca che è stato al centro della messa, è sicuramente molto importante «per poter avere un mondo migliore – ha detto – e lontano dalle malvagità». Così come il fatto che molto spesso vengono compiuti gesti negativi senza nessun senso e il perdono può essere la soluzione per poter superare i momenti peggiori. Ed è quello che è accaduto ieri.
Ogni angolo dell’antica pieve era stracolmo di fedeli e i volontari che dovevano mantenere l’ordine hanno faticato non poco per cercare di mantenere dei passaggi liberi. Alla fine, per dare a tutti l’opportunità di poter assistere alla funzione religiosa, ognuno ha cercato di occupare uno spazio più piccolo. C’è stato anche chi, prima della funzione religiosa, si è spinto, forzando i cordoni, fino alla tomba del beato che si trova sotto l’altare per poter andare a dire una preghiera o per farsi il segno della croce per poi tornare indietro soddisfatto.
Nonostante il maltempo e la pioggia che è caduta per tutta la giornata molte persone hanno assistito alla celebrazione all’esterno sul piazzale della chiesa. La messa è stata celebrata oltreché dal vescovo anche dai parroci del comune di Castellarano: don Vittorio Trevisi e padre Antonio Maffucci. Fra i rappresentanti istituzionali presenti c’erano il sindaco di Sassuolo Claudio Pistoni e il sindaco di Castellarano Giorgio Zanni insieme al vice sindaco Paolo Iotti. Non va dimenticato che a Rolando Rivi è stato dedicato, nel sassolese, l’ingresso della traversa sul Secchia e che a San Valentino di Castellarano vi è la piazza delle opere parrocchiali che porta il suo nome.
Un'altra novità, che il vescovo Massimo Camisasca ha accettato, è quella dell’intitolazione di santuario della chiesa di San Valentino. Una proposta avanzata dall’associazione “Amici di Rivi”. L’edificio religioso che risale all’anno mille e che conserva una pala del Garofalo, oltre ad essere dedicata a San Valentino ed Eucladio, sarà anche santuario dedicato al martirio del beato Rolando Rivi che proprio fra quelle navate venne battezzato. Ora il suo corpo giace in un sarcofago sotto all'altare principale e il 29 maggio, giorno scelto per ricordarlo come beato, le sue spoglie vengono esposte pubblicamente