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30.6.22

ma gli influencer sono tutti ingnoranti o fanno finta d'esserlo per cercare visibilità ? il caso di elisa esposito


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E'  vero come    dicono i miei    che   ci  sono  cose  più  importanti   di cui  occuparsi   e  che   più spazio diamo a questi personaggi più    essi\e cercheranno   qualcosa  per mettersi in mostra  . Ma ,  sono

un pericolo   per le  nuove  generazioni   senza  più  punti  di riferimento seri  e   senza  ( o  quasi  spirito critico  sempre   come sembra  dimostrare questo studio di Maura Manca psicologa e psicoterapeuta. Infatti   tale  brutta    figura   sembra   dovuta  ad  un misto   tra  ignoranza  (  evidentemente  a  scuola  faceva il minmo  oppure  la promuovevano    per  levarsela  ... di  torno )  ma  leggendo   come  risponde  : <<  Comunque state facendo un dramma sulla Divina Commedia quando il 90% degli italiani non sa manco fare due per due. >> e  anche dal  video  

  una     trovata   per  smarcarsi ed  non farsi ricordare  solo come  quella che  parla in corsivo  . Si  può  essere  comici e   colti   come   questa  qua  


  a  cui     vanno i miei  grandi complimenti   

30.11.21

FAR LA FESTA AL NATALE di © Daniela Tuscano

 ...e nemmeno sa, la Commissione europoide, che Giovanni, Maria, Giuseppe e persino Gesù non sono nomi soltanto "cristiani". Appartengono a profeti e sante veneratissimi dai musulmani, i quali, di conseguenza, li usano per i loro figli, nei corrispettivi arabi Yahya, Myriam o Mariam, Youssef, Isa. Si potrebbe eccepire che vi ricorrono pure gli arabi cristiani, ma quelli per la Commissione non esistono, come non esistono le donne, anzi, le bambine che soprattutto in Pakistan e Nigeria vengono rapite, stuprate, convertite a forza e vendute a maschi sessantenni per cui nessuna femminista liberal ha


voluto mobilitarsi; mai una genuflessione per il calvario decennale di Asia Bibi ieri, né per Maira Shahbaz, Huma Younus e Leah Sharibu oggi. Maira a 14 anni ha subito un sequestro, una violenza sessuale ed è stata obbligata ad abiurare prima di sfuggire agli aguzzini con le sue sole, piccole-grandi forze. Anche Maira e Leah erano quattordicenni quando i jihadisti le hanno prelevate da scuola per ridurle in schiavitù, e in tale condizione versano dopo un lustro.Di quante Asia, Maira, Huma e Leah non conosciamo neppure il nome? Moltissime, certo. Ma anche questi nomi restano sconosciuti, malgrado l’esoticità tanto cara ai fautori dell’inclusione. Il perbenismo dirittista - borghese, bianco, occidentale - si compiace d'aborrire tutto quanto appaia borghese, bianco e occidentale, cioè sé stesso e la sua storia, per esaltare un "diverso" mitico e pittoresco, metà demonio e metà bambino, proiezione di fantasie (o perversioni). Un neo-orientalismo digitale, privo delle basi culturali di cui l'antico pur disponeva, ma egualmente altezzoso e profondamente razzista, a dispetto della militanza "sinistra" dei suoi esponenti.Sono proprio i cristiani asiatici e africani a contraddire questa narrazione. La loro esistenza, così travagliata e, in certe zone, ridotta al lumicino, testimonia che il cristianesimo oltrepassa l’Europa e affonda le radici dove la gauche-caviar non vorrebbe trovarlo, non per iniziativa di qualche missionario al soldo dell'imperialismo ottocentesco ma per antica evangelizzazione: in Etiopia dal I secolo, in India dal quinto. L'Egitto, la Turchia e la penisola araba furono cristiani prima dell'Islam. Ma i progressisti attuali lo ignorano, volutamente o no; i cristiani extraoccidentali, ai loro occhi, sono alloctoni della concorrenza, quasi dei rinnegati etnici; perdono d’interesse, risultano poco mainstream, tanto vale abbandonarli al loro destino.Il tentativo di cancellare il Natale - e qualsiasi riferimento al cristianesimo, dai crocifissi nei locali pubblici ai monumenti cittadini ecc. - va avanti da alcuni anni. Ha sostituito la preesistente festività del Sol Invictus, ripetono a ogni scadenza gli storiografi da web, non per riflettere sull'inculturazione ma col preciso scopo di sminuirne l'importanza e perfino l'originalità, come se altre ricorrenze fossero prodotti vergini di tradizioni millenarie. Si è poi continuato con le stucchevoli polemiche sui presepi a scuola fino alla demenziale censura delle croci dalle etichette degli yogurt greci, sempre col pretesto dell'"inclusione" e del "rispetto" per i "diversamente credenti". I quali, detto per inciso, normalmente se ne sbattono, in trent'anni d'insegnamento le uniche proteste per le feste troppo "cristiane" le ho udite da colleghi infarciti di retorica terzomondista. Gli studenti, sia nativi sia foresti sia ibridi, continuano a fare gli studenti e prendono la vita com’è. Finché possono e grazie a Dio.Le linee-guida della Commissione europea sembrerebbero un po' più ragionevoli riguardo alla "parità di genere". Sconsigliato l'uso del termine "uomo" per indicare l'intera umanità. Verrebbe da concordare, benché in origine designasse appunto l'essere umano (da humus=terra) e non il maschio. La scrivente ha sempre sostenuto la necessità di declinare al femminile professioni e ruoli per lungo tempo considerati "virili". Il guaio è che poi, sempre in nome dell'inclusione, è proprio il femminile a dover cedere il passo ad asterischi, chiocciole o schwa il cui utilizzo è caldamente raccomandato dalle direttive UE. E, si badi bene, gli uomini (maschi) non vengono mai messi in discussione: nessuno li chiama individui con la prostata o penemuniti, mentre il vocabolo "donna" è stato rimosso da autorevoli pubblicazioni specialmente anglosassoni ("The Lancet" su tutte) in favore di mestruatori, possessori di vagina, persone gestanti, e tutto al fine di coinvolgere non-binary, genderfluid e chi si percepisce al femminile pur mantenendo corpo, ormoni e cromosomi XY. Proprio così: la parola "donna" sta diventando oltraggiosa, se è vero che nel convegno per un PNNR equo, coorganizzato da Regione Emilia-Romagna e Period think tank, non viene menzionata nemmeno una volta. Curiosa, vero?, questa neolingua che si fa analitica perché incapace di sintesi e, al tempo stesso, annulla le differenze in nome della diversità. E non-cristiani, variamente colorati, neopagani, omobitransetero aspettino a rallegrarsi: questa non è la loro vittoria, ma solo un primo passo che porterà all’omologazione totale, al neutro cosmico che assorbirà ogni precipuo, e autentico, afflato dello spirito, qualsivoglia originalità di culture, qualunque irripetibile impronta digitale. E il naufragio in questo mare non sarà affatto dolce.


© Daniela Tuscano



e proprio mentre facevo copia e incolla del post di Daniela leggo su https://www.open.online/   che


L’Ue non vieta di dire «Natale» e di chiamarsi «Maria». Ecco il documento integrale delle raccomandazioni ritirato dalla Ue
30 NOVEMBRE 2021 - 12:59
di David Puente





Viene contestato il contenuto di un documento sulla comunicazione inclusiva, individuando presunte discriminazioni contro il Natale e i cristiani che non risultano
In Europa vietato dire “Natale” e perfino chiamarsi Maria titola Il Giornale, che sostiene di essere entrato in possesso e in esclusiva di un documento intitolato #UnionOfEquality dove vengono indicati «i criteri da adottare per i dipendenti della Commissione nella comunicazione esterna ed interna». Il documento non è nuovo, la relatrice e Commissario per l’uguaglianza Helena Dalli ne parla sui social da ottobre 2021. No! Il documento non vieta di dire “Natale” (e non solo), ma per spiegarlo non ci accontentiamo della smentita della Commissione che, nonostante tutto, ha ritirato il documento a seguito delle polemiche.    ..  segue   su  https://www.open.online/2021/11/30/natale-documento-integrale-ue-ritirato/

3.4.21

la nuova dittatura quella del politicamente corretto

     canzone   in sottofondo     Another Brick In The Wall - Pink Floyd 


 Per     questo mio post      e  risposte   date  ai  commenti     



dopo il precedente una vignetta del libro Rossofuoco di Ardea Editore,nel settembre scorso per una vignetta del libro Rossofuoco di Ardea Editore, destinato alle prime tre classi di scuola primaria. Tra le pagine del testo appariva un bambino che si avvicina a una bambina dalla pelle scura e le chiede: «Sei sporca o sei tutta nera?». Adesso c'è il caso dell'edizione giunti . Ciò pone degli interrogativi . 1) sono leghisti e destra radicale \ extra parlamentare ., 2) si stanno abituando al nuovo corso cioè all'Ur-Fascismo £ sono addormentati e quindi non conoscono la multietnicità delle classi scolastiche 4) lo fanno apposta per farsi pubblicità ( cioè uso la tecnica del marketing \ promozione indiretta cioè basta che se ne parli per poi scusarsi \ fare mea culpa ) e promuovere le loro opere editoriali
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sono stato accusato oltre  che di buonismo   anche di   praticare la  dittatura    del politicamente  corretto  .   Cosa  lontana  da me   perchè   se  è vero che   : <<  le  parole sono importanti >>( cit  cinematografica)  la  cosa non è vera  . In quanto   anche   se  non sempre  ci  riesco   <<  Io al "Buon viso a cattivo gioco" preferisco la faccia di merda che gioca a carte scoperte.>>  ( Francesca  Alleva )
Infatti  

<< Quella del politicamente corretto è una maniera per spingere chiunque ad aver timore di esprimere un giudizio, una opinione diversa, oppure più semplicemente a confermare molto di quello che pure è stabilito dalla natura; basterebbe pensare alla famiglia naturale tra un uomo e una donna. Oltretutto, proprio sul concetto di famiglia nella sinistra  [ e  non solo  aggiunta mia    ]  si evince la più eclatante delle ipocrisie, perché se da una parte si è martellato il cervello della gente sulla discriminazione femminile, sulle quote rosa, sulla giusta e fondamentale importanza della donna, sulla famiglia per la sinistra non è così. Non è così perché se ci si azzarda a dire che la famiglia naturale si basi sulla indispensabilità di un uomo e di una donna in modo ovviamente paritetico, in questo caso la donna passa in secondo piano, perché non si ritiene che sia centrale; insomma, nella famiglia si può anche fare a meno della donna perché non è detto che serva. Ma quello che è insopportabile non è certo il fatto che il libero intelletto possa “pensare” appunto di considerare come famiglia unica e naturale quella tra un uomo e una donna, ma che non si possa dire, guai insomma, perché al solo annuncio da sinistra scatta l’inquisizione per manifesta discriminazione. [...  segue  qui ]>> 
                                       da   http://opinione.it/politica/  del 10\11\2020


 Sono d'accordo   , eccetto  l'ultima riga  ,  perchè  tali   fenomeni si trovano anche  nelle  parole    sia  dirette   che  quelle  edulcorate  \ politicamente  corrette    com  Umberto Brindani  su   Oggi 1 Apr 2021    ( lo cito   interamente    perchè  è difficile  oltre  che     da sintetizzare   \ riassumere  )    

IL POLITICALLYCORRECT? «NON RIUSCIREMO PIÙ A PARLARE SENZACHIEDERE SCUSA A QUALCUNO»

Ve lo ricordate il piccolo Arnold, l’attore della celebre serie tv degli Anni 80? Il suo vero nome era Gary Coleman ed è morto nel 2010 in seguito a un incidente domestico. Non era un bambino: recitava quella parte ma era un adulto affetto da nanismo. Qualcuno, sbrigativamente, avrebbe potuto definirlo un «nano di colore». Be’, oggi non potrebbe più. Secondo le ultime indicazioni della Direzione generale del Parlamento europeo, avrebbe dovuto dire: «Persona con acondroplasia proveniente da un contesto migratorio». Per i burocrati di Bruxelles non va bene neanche la parola «sordo»: si deve dire «persona con disabilità sensoriale» (ma, chissà perché, «sordi» al plurale è lecito). L’espressione «cambio di sesso»? Orrore! La terminologia corretta è «chirurgia affermativa di genere». Non si può più dire «lesbiche» o «gay», ma bensì «persone lesbiche» e «persone gay» (scopri la differenza). Vietato parlare di «adozione gay»: è accettabile solo «adozione successiva». E se per caso a uno viene in mente di definire un individuo «sano, normale, normodotato»? Non si può più: vale soltanto «persona senza disabilità ». L’altro giorno mi ha scritto una lettrice: «Sto leggendo un bel saggio di Richard Ovenden che si intitola Bruciare libri. All’inizio, dove parla dei Sumeri o dei papiri egiziani, l’autore usa continuamente l’espressione “a.e.v.”. Per esempio: “Nel 400 a.e.v.”. Non sono scema, ho capito che si riferisce al 400 avanti Cristo. Mami domando: perché?». Confesso che mi ha colto impreparato, così sono andato su Wikipedia a controllare. E in effetti pare che adesso si debba utilizzare la dizione «a.e.v.» («avanti era volgare») «onde evitare riferimenti a una particolare religione». È ammessa anche l’espressione «a.e.c.», cioè «avanti era comune». Dal che si evince che da oltre 2 mila anni viviamo in un’era volgare o comune (e prima cos’era? Raffinata e singolare?). Poco importa che il riferimento sia sempre la nascita di Gesù: l’ipocrisia del politicamente corretto (anzi, in questo caso del religiosamente corretto) impone che non potendo far scomparire Cristo perlomeno si eviti di citarlo. Intanto Capitan America, la massima espressione del machismo americano, diventa un supereroe gay. La multinazionale Unilever toglie dal commercio lo shampoo con la dicitura «per capelli normali», perché discriminerebbe coloro che i capelli li hanno secchi, grassi, ricci o altro, in ogni caso «non normali». La modella Emily Ratajkowski è sotto accusa sui social perché ha osato postare una foto in cui allatta al seno suo figlio (operazione considerata «inappropriata» in pubblico) e, peccato capitale, lo chiama «beautiful boy». Come si permette di anticipare la scelta di genere? Sarà Sly (il piccolo si chiama così) a decidere se sarà maschio o femmina... In Oregon, Stati Uniti, vogliono «debellare il razzismo in matematica, poiché essa non è oggettiva, e farlo credere è un pensiero tipicamente suprematista, imperialista e razzista». Alcuni degli specialisti incaricati di tradurre le opere di Amanda Gorman, la poetessa diventata famosa il giorno dell’insediamento di Joe Biden, hanno dovuto rinunciare perché «ritenuti troppo bianchi per interpretare le poesie di un’autrice afro americana ».Devo proseguire? Capite che stiamo esagerando? Come dice il pedagogista Franco Nembrini, «tutto oggi è diventato politicamente scorretto: finirà che non riusciremo più neppure a parlare senza chiedere scusa a qualcuno». Quasi trent’anni fa Robert Hughes scrisse il saggio La cultura del piagnisteo, e pochi anni dopo uscì il mitico La versione di Barney di Mordecai Richler: due capisaldi della ribellione al politicamente corretto. Eppure, soprattutto negli ultimi tempi, è diventato chiaro che la battaglia è persa. Bisogna stare attentissimi a quello che si dice e come lo si dice, le parole vanno pesate e ripulite, il rischio di offendere una minoranza è sempre in agguato, anche se ormai il pericolo più concreto è quello di offendere la maggioranza. L’altra sera guardavo su Sky un bellissimo documentario su Quentin Tarantino ( The first eight), un regista che non è mai andato per il sottile trattando di neri, ebrei o qualsiasi altra categoria umana “sensibile”. Anche su di lui ci sono state polemiche. Ma ho capito una cosa: il razzismo, l’intolleranza, il fanatismo e la faziosità non sono nelle parole, ma negli occhi di chi le pronuncia.


  Sia chiaro, questi  sono   solo uno degli infiniti esempi del politicamente corretto che va adottato, pena il patibolo mediatico e l’accusa di reato, perché la dittatura di questo paradigma oramai si è estesa a tutto, dalle parole pronunciate, alle scelte preferite, alle soluzioni indicate, ai giudizi espressi, insomma il politicamente corretto è diventato una sorta di porta dell’inferno, se si supera e non rispetta si finisce bruciati ed  ai margini   oppure  come  spesso  mi succede,  ma  me ne   frego , derisi  o presi in giro    oppure   sparlano   di te  e  non con   te ed  spalle    .  Infatti    , permettetemi un altra   , l'ultima citazione   diretta     

 

LIBERTÀ E PAURA
Lizze James: "Penso che i fan dei Doors ti vedano come un Salvatore, il leader che li renderà tutti liberi. Che sensazione provi al riguardo? È una specie di pesante fardello, non è vero?"
Jim Morrison: "È un assurdo. Come posso liberare chiunque non abbia il fegato di sollevarsi da solo e di affermare la propria libertà? Penso che si tratti di una menzogna, quella della gente che afferma di voler essere libera - tutti insistono a dire che la libertà è ciò che vogliono di più, la cosa più sacra e preziosa che un essere umano possa avere. Ma queste sono stronzate! La gente è terrorizzata dall'idea di essere liberata - loro stessi serrano le loro catene, combattono chiunque cerchi di spezzare quelle catene. Sono la loro sicurezza... Come possono aspettarsi che io o chiunque altro li liberi se in realtà non vogliono essere liberi?"
Lizze: "Perché pensi che la gente tema la libertà?"
Jim: "Penso che la gente faccia resistenza alla libertà perché ha paura dell'ignoto. Ma è singolare... che l'ignoto una volta fosse davvero ben noto. E ciò a cui appartengono le nostre anime... L'unica soluzione è di confrontarsi - confrontare il proprio Io - con la più grande paura immaginabile. Di a te stesso le tue paure più profonde. Dopo di ciò, la paura non ha più potere, e la paura della libertà si restringe e svanisce. Tu sei libero".
Lizze: "Cosa intendi quando dici "libertà"?"
Jim: "Ci sono diversi tipi di libertà, e ci sono parecchi equivoci in proposito... Il genere più importante di libertà è di essere ciò che si è davvero. Si baratta la propria libertà per un ruolo. Si barattano i propri sensi per un atto. Si svende la propria capacità di sentire, e in cambio si indossa una maschera. Non potrà esserci alcuna rivoluzione di massa fino a che non ci sarà una rivoluzione personale, a livello individuale. Prima deve avvenire all'interno... Si può privare un uomo della sua libertà politica e non lo si ferirà - finché non lo si priverà della sua libertà di sentire. Questo può distruggerlo".
Lizze: "Ma come è possibile privare qualcuno della sua libertà di sentire?"
Jim: "Alcune persone rinunciano volentieri alla propria libertà - mentre altre sono costrette a rinunciarvi. L'imprigionamento comincia con la nascita: la società, i genitori, si rifiutano di lasciarti vivere la libertà per la quale sei nato. Ci sono modi sottili di punire una persona per metterne alla prova la capacità di sentire. Puoi ben vedere che chiunque attorno a te ha distrutto la sua vera natura emozionale. Si imita ciò che si vede".
Interviste a Jim Morrison, a cura di Lizze James,1968.


 con questo  è tutto  vilascio  allla colonna  sonora    e  gli approfondimenti 


 Colonna  sonora

il matto - Modena  city  ramblers
 Another Brick In The Wall - Pink Floyd


Approfondimenti  \    siti  consultati   



 https://www.nonsolocontro.eu/nsc2/in-piu/attualita/6027-ha-senso-parlare-di-una-dittatura-del-politically-correct.html


https://thevision.com/attualita/politicamente-corretto-satira-idiozia/


Fonti e approfondimenti

https://www.quasidi.com/senza-categoria/la-dittatura-del-politicamente-corretto/

Una società civilissima e balcanizzata, Daniele Lo Vetere, Le parole e le cose http://www.leparoleelecose.it/?p=33518

La lingua imbrigliata: a margine del politicamente corretto, Massimo Arcangeli, Italianistica online  http://www.italianisticaonline.it/2004/politicamente-corretto-01/

Come l’odio per il politicamente corretto ha sdoganato il fascismo verbale, Chiara Palumbo, The Vision https://thevision.com/attualita/fascismo-verbale/

http://acoma.it/sites/default/files/pdf-articoli/Acoma%2017%20def_0.pdf 
https://arxiv.org/abs/1812.03899
https://harpers.org/a-letter-on-justice-and-open-debate/
https://www.ultimavoce.it/la-dittatura-del-politicamente-corretto-cose-e-perche-se-ne-parla-tanto/
https://www.ilpost.it/flashes/premio-cesar-roman-polanski-attrici-adele-haenelhttps://www.nonsolocontro.eu/nsc2/in-piu/attualita/6027-ha-senso-parlare-di-una-dittatura-del-politically-correct.html




 




 

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...