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10.7.25

Ci sono luoghi sulla Terra dove il tempo sembra fermarsi e la notte diventa infinita: un viaggio dalle Svalbard a Tromsø, ., Trieste, un muro in spiaggia divide gli uomini dalle donne "Rappresenta la libertà di stare come vuoi"






Quanto dura la notte alle Svalbard?

La Notte Polare alle Svalbard è uno dei fenomeni naturali più intensi al mondo. Il buio vero e proprio, senza mai un barlume di luce solare, dura circa 80 giorni, mentre il crepuscolo polare estende la sensazione di oscurità per altri due mesi.
Il periodo di buio perenne è influenzato dalla latitudine estrema in cui si trovano le Svalbard, infatti oltre il 78° parallelo la notte arriva prima e dura più a lungo rispetto ad altre aree polari.
Tuttavia, ci sono altri luoghi nel mondo dove è sempre buio (o quasi) per molti giorni dell’anno. Scopriamo dove.
Cosa vedere a Longyearbyen, Svalbard
Longyearbyen offre escursioni in motoslitta, visite alle grotte di ghiaccio e la possibilità di avvistare l’aurora boreale, grazie alla posizione ottimale e alle numerose escursioni guidate disponibili. Si può visitare il Global Seed Vault, un archivio botanico mondiale. La città offre anche escursioni con cani da slitta, attività perfette per vivere appieno il paesaggio artico. Non mancano musei dedicati alla storia locale e alla vita nell’Artico, come lo Svalbard Museum e il North Pole Expedition Museum. O ancora, il Polaria Aquarium, l’Arctic Cathedral e prendere parte a un safari per vedere balene e renne.
Tutte le città dove è (quasi) sempre notte
Esistono diverse località nel mondo dove, durante l’inverno, il sole non sorge per periodi prolungati, creando un ambiente di oscurità continua. Si trovano tutte nelle regioni situate oltre il Circolo Polare Artico, dove l’inclinazione dell’asse terrestre impedisce al sole di emergere sopra l’orizzonte per settimane o mesi.
Queste città hanno sviluppato infrastrutture e abitudini per affrontare i lunghi periodi di oscurità, grazie alle quali sono diventate mete affascinanti per chi desidera sperimentare la notte polare e, in alcuni casi, ammirare fenomeni naturali come l’aurora boreale. Ecco le principali da visitare, e dove sperimentare la notte polare:
Utqiaġvik (Barrow), Alaska (USA)
La città più a nord degli Stati Uniti sperimenta circa 65 giorni di buio continuo: dall’ultima alba del 18 novembre fino al ritorno del sole il 23 gennaio.
Cosa vedere a Utqiaġvik
La città più a nord degli Stati Uniti, ideale per immergersi nella cultura Iñupiat e partecipare a festival tradizionali. È conosciuta per la sua cultura eschimese e offre uno sguardo autentico alla vita indigena. Qui si possono esplorare centri culturali locali e partecipare a tradizioni ancestrali. È anche un luogo eccellente per osservare la fauna artica, tra cui orsi polari e foche.

Kiruna, Svezia

Situata a 145 chilometri a nord del Circolo Polare Artico, Kiruna vive una notte polare che dura circa 28 giorni, durante i quali l’unica luce naturale è quella del crepuscolo.
Cosa vedere a Kiruna
Famosa per l’hotel di ghiaccio, Kiruna propone tour in slitta trainata da renne, visite alle miniere di ferro e osservazione dell’aurora boreale.

Tromsø, Norvegia

Questa città norvegese sperimenta la notte polare da fine novembre a metà gennaio, con circa due mesi senza che alcun raggio di sole filtri dall’orizzonte.
Cosa vedere a Tromsø
Conosciuta come la ‘Porta dell’Artico‘, Tromsø offre safari con cani da slitta, escursioni con le ciaspole e una vivace vita notturna.

Murmansk, Russia

La più grande città al mondo oltre il Circolo Polare Artico, Murmansk vive la notte polare da inizio dicembre a metà gennaio, con circa 40 giorni di buio continuo.
Cosa vedere a Murmansk
La più grande città al mondo oltre il Circolo Polare Artico, Murmansk offre musei sulla storia artica, escursioni in rompighiaccio e spettacoli culturali. Uno dei simboli è il famoso Monumento di Alyosha, dedicato alla resistenza sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale.

Come prepararsi al viaggio nella Notte Polare

Per visitare tutte le località più note dove per lunghi periodi dell’anno è sempre notte, occorre almeno una preparazione accurata, sia per il clima estremo che per le particolarità logistiche di questi posti così remoti.
Quando andare
Innanzitutto, è fondamentale scegliere il periodo dell’anno in cui viaggiare. Per chi vuole sperimentare la notte polare, il periodo ideale è tra novembre e gennaio, quando il sole non sorge sopra l’orizzonte in molte di queste località.
Come arrivare
È altrettanto importante prenotare i voli e gli alloggi con largo anticipo, poiché le soluzioni possono essere limitate e costose a causa dell’alta richiesta in certi periodi.
Come prepararsi e vestirsi
Il clima di queste destinazioni è caratterizzato da temperature molto basse, spesso inferiori ai -20 °C, perciò l’abbigliamento è fondamentale. Si consiglia un sistema a strati, iniziando con biancheria termica in lana o materiali tecnici, uno strato intermedio isolante come pile o piumini leggeri, e uno strato esterno antivento e impermeabile.
Guanti, cappelli, sciarpe e calzature robuste con isolamento termico sono indispensabili. Bisogna portare con sé delle maschere o scaldacollo per proteggere il viso da venti freddi e neve.
Preparazione logistica e culturale
Per visitare la maggior parte delle località artiche, come Longyearbyen o Utqiaġvik, è necessario organizzare escursioni con guide esperte, soprattutto per chi desidera avventurarsi fuori dai centri abitati.
In alcune regioni, come le Svalbard, è obbligatorio portare un’arma per la sicurezza contro gli orsi polari, ma i turisti possono evitare questa incombenza prenotando tour guidati.
È utile informarsi sulle tradizioni e sulla cultura locale: molti di questi luoghi hanno una lunga storia legata alla pesca, alla caccia o all’esplorazione polare, come Murmansk, che è un importante porto artico, o Tromsø, famosa per il suo osservatorio sull’ aurora boreale.
Consigli pratici
Infine, per adattarsi alla totale oscurità della notte polare, è consigliabile portare torce frontali o lampade portatili, utili per esplorazioni urbane e naturalistiche.
Gli esperti raccomandano di mantenere un ritmo regolare di sonno e attività, tutti consigli pratici per combattere la sensazione di disorientamento che può insorgere senza la luce naturale.
Per questi, e altri motivi, è opportuno pianificare le attività in anticipo: molte esperienze, come la caccia all’aurora boreale, il dog sledding o le crociere nei fiordi, richiedono prenotazioni con mesi di anticipo per garantire un posto.
Visitare questi territori è un’esperienza unica che consente di esplorare i limiti del mondo conosciuto e di scoprire fenomeni naturali spettacolari.


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 i nostri sovranisti      si lamentano  se glimislamici  o    altri religioni      separano  donne  e  uomini     ma  ignorano  o  fanno finta  d'ignorare      che  a  

"Rappresenta la libertà di stare come vuoi"




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Dolomiti, il contadino mette un tornello contro influencer e turisti: «Ingresso 5 euro, basta distruggere il sentiero per un selfie»





© Social (Facebook etc)

Un tornello a pagamento per accedere a uno dei sentieri più famosi delle Dolomiti. È l'iniziativa di protesta di un contadino della Val Gardena che ha installato la barriera (con ingresso di 5 euro) nel sentiero che porta al punto panoramico da cui si possono fotografare le damose vette dolomitiche di Odle. Il motivo? Lui, titolare dei terreni adiacenti al frequentatissimo cammino è costretto a pulire e riparare i danni che migliaia di turisti e influencer creano al loro passaggio calpestando il prato e lasciando rifiuti in giro.
L'iniziativa, partita sabato, è già stata bloccata dalla Provincia di Bolzano perché all'interno del Parco naturale Puez Odle. Ma non è l'unica: già qualche anno fa un altro contadino aveva messo un tornello per limitare l'assalto di turisti alla famosa chiesetta della val di Funes.
Ingresso di 5 euro per il sentiero panoramico

Il tornello a pagamento, come si vedono spesso nei bagni pubblici oppure stadi, è stato installato sabato. L'ingresso previsto era di 5 euro. Si trattrebbe comunque di una provocazione, una forma di protesta, e non di un modo per fare soldi.
Il nuovo caso è stato lanciato dal presidente del Cai Alto Adige, Carlo Alberto Zanella, con un post sui social media: «Novità dalla Val Gardena adesso si paga anche il pedaggio sui sentieri. Uno dei sentieri più fotografati delle Dolomiti, invaso da tamarri, influencer, youtuber e instagrammer. Il risultato di una forma di turismo anche voluta politicamente».


I turisti in e-bike distruggono i prati

Anche Zanella punta il dito contro questo turismo 'mordi-clicca-fuggi'. «Sul Seceda la situazione è diventata insostenibile, è il caso», spiega. I turisti arrivano addirittura con le e-bike in quota per un selfie veloce con le famose Odle, scendendo lungo gli alpeggi le grosse ruote danneggiano però il prato che a quelle quote ricresce solo molto lentamente. Queste ferite in caso di forte piogge possono creare grossi problemi per la tenuta dei prati. «Il contadino evidentemente è stufo», aggiunge il presidente di Cai Alto Adige. Oltre il danno anche la beffa, insomma. «Per salire in funivia il turista paga 48 euro, poi spende una trentina di euro in malga, al contadino che deve pulire, come anche ai volontari che sistemano i sentieri non resta nulla», evidenza Zannella. «Dobbiamo assolutamente educare i turisti, così non si può andare avanti», aggiunge.

26.6.24

se gli influenzer prosperano è a causa nostra . i ferragnes tolgono i figli dai social ma i fans morbosi non ci stanno

  ecco la risposta a chi fra voi lettori e genitori mi prendeva in giro accusandomi

d'essere volgare senza e stupido senza analizzare meglio ciò che dicevo e scrivevo che tira più un pelo di figa che un bambino che muore . E' notizia e di questi giorni che I fan dei Ferragnez,non ci stanno allla decisone ipocrita avvenuta In seguito alla rottura  del loro  matrimonio ,con cui  Chiara Ferragni e Fedez hanno deciso di non condividere più sui social foto dei figli, mostrati sempre e solo di spalle o "blurrati" intenzionalmente. Una strategia curiosa (arrivata dopo interi anni di scatti insieme pubblicati su Instagram) che, stando alle indiscrezioni, sarebbe stata chiesta dal rapper al momento della separazione, per evitare che i piccoli Leone e Vittoria potessero essere strumentalizzati da una parte o dall’altra con il solo scopo di creare engagement di tutelare i bambini dall'esposizione mediatica e chiedono a gran voce il "ritorno" dei figli di Chiara Ferragni sui social.

Io avrei esposto i loro figli in rete in rete h 24 o quasi , e poi vediamo che succede se sono d'accordo e cambieranno idea .

18.7.22

Nessuno pagherà per la strage di via D’Amelio, ma l’Italia è troppo scossa dal dramma Totti-Blasi per indignarsi

  leggi prima 
Il 1992 è in balia della corrente, si allontana lento ma inesorabile, trascinando nell'oblio tutti i misteri di uno dei fatti più inquietanti della storia della Repubblica.

“Non parteciperemo agli anniversari di via D’Amelio. Ci asterremo fino a quando lo Stato non ci spiegherà cos’è accaduto davvero“. Così Fiammetta Borsellino, figlia del giudice assassinato insieme alla sua scorta, ha annunciato la volontà di disertare tutte le cerimonie previste in ricordo del padre. Avreste il coraggio di darle torto? A maggior ragione ora, che da poche ore il tribunale di Caltanissetta ha dichiarato prescritte le accuse per due dei tre poliziotti imputati di aver depistato le indagini sulla strage di via d’Amelio. I due, accusati di calunnia con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, avrebbero indotto e forzato le false confessioni di Vincenzo Scarantino, l’uomo che nel 1992 mentì sulla sua partecipazione all’attentato, dando luogo a un depistaggio che avrebbe portato alla condanna di persone innocenti.
In altre parole, come troppo spesso accade, anche stavolta nessuno pagherà. Vite e destini annientati da quella prescrizione che nessuno, dalle parti di Roma, ha mai avuto davvero intenzione di riformare.“A parte che ho ancora il vomito per quello che riescono a dire, non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare“. Così dice Ligabue e noi conosciamo fin troppo bene che tipologia di faccia occorra per riempirsi la bocca di Falcone e Borsellino, per sfoggiarli su t-shirt e mascherine, per poi sostenere un referendum come l’ultimo aberrante sulla giustizia.
Una chiamata alle urne dove (alla faccia di chi proprio come Borsellino diceva che “un politico in odor di mafia, anche se non condannato, non va candidato“) sono stati in grado di chiederci di abolire la legge Severino sull’incandidabilità e la decadenza da ruoli politici per le persone condannate, tra gli altri, proprio per reati di mafia e terrorismo.
E anche se non è andata come lor signori avrebbero voluto, non possiamo spacciare per una nostra vittoria il mancato raggiungimento del quorum. Dei leader politici veri, degni di questo nome, non avrebbero mai strizzato l’occhio all’astensionismo, ma invitato apertamente e senza paura a votare contro, toccando le corde giuste. Un Paese con un minimo di memoria storica avrebbe dunque sotterrato il quesito sulla Severino sotto milioni di “no”, in onore degli eroi che hanno dato la propria vita nella lotta alla criminalità organizzata e alle sue perverse ramificazioni nei palazzi del potere.
La sete di verità da noi è fonte inesauribile di frustrazione, la ricerca di giustizia in Italia è un’eterna lotta contro i mulini a vento, dove chi vuole sopravvivere spesso deve farlo da solo, destreggiandosi tra menzogneri di professione, politicanti da passerella e indifferenti cronici. E ogni 23 maggio, così come tutti i 19 luglio, sfumano i confini tra social e vita reale: su quella passerella tanto cara a chi si nutre di salotti, voti e sondaggi, a sfilare, puntuali, sono sempre e solo parole vuote, quelle dal like facile. Dai microfoni e dagli smartphone sgorgano i soliti patetici appelli a “non dimenticare”, quelli con scadenza a 24 ore.
Il 1992 è in balia della corrente, si allontana lento ma inesorabile, trascinando nell’oblio tutti i misteri di uno dei fatti più inquietanti della storia della Repubblica. 30 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio: avremmo potuto, avremmo dovuto presentarci meglio a questo triste appuntamento. C’era chi nutriva una speranza, c’era ancora chi aspettava una sentenza che restituisse dignità al dolore di appartenere a un Paese che continua imperterrito a nascondere la parte migliore di sé.
Non tutti sanno che subito dopo l’attentato, Lucia Borsellino, l’altra figlia di Paolo, volle a tutti i costi vedere ciò che era rimasto del padre e che non si limitò a questo. Decise di ricomporlo e infine lo vestì all’interno della camera mortuaria. Poche ore dopo avrebbe sostenuto un esame universitario, lasciando incredula l’intera commissione.Dobbiamo ammetterlo. Avremmo un po’ tutti bisogno di mettere da parte, anche solo per un attimo, la separazione tra Totti e Ilary Blasi o le avvincenti lezioni di una perfetta sconosciuta che vuole insegnarci a parlare in corsivo e ritrovare quella voglia di saperne di più. Di mettere insieme i pezzi mancanti, di focalizzarci sugli “influencer” che contano davvero, semplicemente di imparare dalla dignità disarmante e dalla forza di Lucia Borsellino.

30.6.22

ma gli influencer sono tutti ingnoranti o fanno finta d'esserlo per cercare visibilità ? il caso di elisa esposito


Leggi anche 

E'  vero come    dicono i miei    che   ci  sono  cose  più  importanti   di cui  occuparsi   e  che   più spazio diamo a questi personaggi più    essi\e cercheranno   qualcosa  per mettersi in mostra  . Ma ,  sono

un pericolo   per le  nuove  generazioni   senza  più  punti  di riferimento seri  e   senza  ( o  quasi  spirito critico  sempre   come sembra  dimostrare questo studio di Maura Manca psicologa e psicoterapeuta. Infatti   tale  brutta    figura   sembra   dovuta  ad  un misto   tra  ignoranza  (  evidentemente  a  scuola  faceva il minmo  oppure  la promuovevano    per  levarsela  ... di  torno )  ma  leggendo   come  risponde  : <<  Comunque state facendo un dramma sulla Divina Commedia quando il 90% degli italiani non sa manco fare due per due. >> e  anche dal  video  

  una     trovata   per  smarcarsi ed  non farsi ricordare  solo come  quella che  parla in corsivo  . Si  può  essere  comici e   colti   come   questa  qua  


  a  cui     vanno i miei  grandi complimenti   

11.7.21

generazioni a confronto e lotta fra cultura ed incultura

In  sottofondo 
Francesco Guccini - Un altro giorno è andato (Live@RSI 1982)



visto che ormai Oramai il web si è spostato sui  social   riporto qui  una  discussione    su fb   con  un mio  contatto  . Quindi  non riuscendo    a stare  dietro a  blog  e  social   ,   v'invito  ,  se  volte     leggere   altri  miei  interventi (    commenti  ,   stati condivisioni  , ecc )   come   quello  riporto   sotto    a seguirmi   ( su   fb  non è  necessario   essere     fra  i  contatti  per   leggere   e    commentare     , visto  che ho  scelto   di  non mettere  nessun  blocco   privacy ,  l'unico  blocco   per  motivi organizzativi    è  quello di  poter  postare  i  vostri post  \ stati  sulla  mia bacheca  )  sui  miei   social  che  vi   ripropongo sotto  .
  
facebook 
https://www.facebook.com/compagnidistrada/  la  nostra  appendice    dove   quelo che non riusciamo  a  mettere  qui siul blog  lo trovate  qui  

istangram

 twitter  

 
Dopo    questa  comunicazione  di  servizio     veniamo  al  post      d'oggi    

Sminchionando fra   gli  stati  dei miei   contatti facebook       ne  ho trovato    uno interessante      e  di un mio  amico    ed  ex  collega   d'università  

Ora  il  problema  è    rassegnarsi     o  rimanere solo     come   si  può notare   in diversi gruppi fb      del  tipo   : "  noi  cresciuti   negli ani  60\80 "  oppure     passare   dal  dire  al  fare      cioè    insegnare   o  fornire        ai nipoti o figli  la   tua  cultura   ed   integrarla  con quella  sua  ?.
Io  come potete  vedere   anche dalla risposta  che ho dato al suo post  ed    essendo  cresciuto nella generazione  di mezzo tra    gli anni  70 ( periodo  dell'impgno politico  \  culturale   )   e  gli anni  80\90  (  disimpegno  ,  edonismo\  consumismo sfrenato  )  sono  per  un integrazione   d'entrambe  . Cosi    s'evita   di mandare il cervello all'ammasso  e  formare  un ulterore   generazione  di webebeti    e fenomeni   come  quelli descritti    dalla  puntata  citata  delle iene  . Ma  soprattutto    s'evitra  commenti       da parte  delle  vecchie  gnerazioni  chiuse per  lo  pià nela  torr  d'avorio e nel passato , che  si chiedo   ma  chi  ...   è    questo    o  quell'  artiasta    o  pseudo  tale  .  A  chi  mi dice   che sono utopista   ed  un sognatore     rispondo     con una  lettera  inviatami  qualche   tempo  fa   . 

N.b  ovviamente   per  motivi di  privacy  ho  modificato    ( mi veniva   male  a  tagliarli  )   i  riferimenti    a  fatti  e persone   reali  ivi  contenute ma  la  sostanza  non cambia    .


Caro  redbeppe
 il suoi post sui tormentoni mi hanno commossa, perché ho colto un alito di tristezza. No, lei non è vecchio, ha “solo” buon gusto ed  dv'essere  crescxiuto  in  ambiente  pluri culturale. Tempo fa ho chiesto al mio nipotino dodicenne, comela  figlia  di  suo cugino  , che musica gli piacesse. Mi ha risposto: il rap.                                                                          Così gli ho mandato il video di Adriano Celentano che canta “Prisencolinensinainciusol”    Gli è piaciuto moltissimo e non voleva credere fosse una canzone stravecchia  abbiamo dovuto  cercare  su  internet     per  provarglierlo  . Cosi gli ho fatto una bella compilation di Adriano, e poi ho continuato con Rino Gaetano, Bennato, de  andrè , renato zero  (  quello   vecchio  non gli  ultimi  )  addirittura Endrigo. Ho l’impressione che abbia cambiato gusti o  quanto meno  non si  folizzi solo    su musica o musicaccia    dozzinale   . Probabilmente non dirà ai suoi amici a scuola di ascoltare musica del secolo passato, non capirebbero  ma    almeno  avra  una  cultura  musicale  pluralista  e non appiattita    ed   a senso unico  

                                              *******


  con questo è  tutto 

24.12.20

finalmente qualcuno usa i social in particolare TikTok per fare cultura e non solo .... fesserie il caso di Norma, da insegnante disoccupata a star dei social: i suoi canali hanno più interazioni dei Ferragnez


Norma Cerletti è un’insegnante di inglese di 28 anni. A ottobre del 2019 aveva deciso di mettersi in proprio licenziandosi dal suo lavoro part-time ma, a causa della pandemia che ha portato alla chiusura delle scuole e alla cancellazione di molti dei suoi corsi, da marzo 2020 si è ritrovata senza lavoro. “Ero entrata in depressione, ma dopo un periodo di tristezza ho cercato di trovare la forza di reinventarmi e ho aperto il mio canale TikTok. - ha spiegato la giovane insegnante, - All’inizio avevo cominciato per gioco, successivamente ho voluto cercare di dimostrare che su social come Tiktok e Instagram si possono offrire anche contributi educativi e non solo giocosi”. Il profilo di Norma, in arte (e sui social) Norma’s Teaching, è diventato da subito virale con oltre 350mila fan su Instagram e 400mila su TikTok. Attraverso la notorietà ottenuta sui social, è riuscita a vendere oltre 6,500 corsi digitali a pagamento e come spiegato dal fondatore di Ninjalitics ed esperto in analisi di profili social, Yari Brugnoni, “il suo successo è legato al tasso di coinvolgimento e di visualizzazioni del suo profilo. Se paragonati ad influencer come i Ferragnez, Norma ha numeri altissimi”. “Questo successo non è stata una rivincita verso qualcosa o qualcuno, - ha voluto specificare la giovane star di TikTok - ma un riscatto in quanto adesso riconosco ed è riconosciuto il mio valore”.

 

                             di Edoardo Bianchi

18.7.17

Poeta musicale, influencer, regista, sceneggiatore: chi è Francesco Sole

Da "L'amore ai tempi di WhatsApp” alla poesia musicale "Il mondo n silenzioso": l'ascesa virale di un giovane fenomeno del web. Gabriele Dotti, in arte Francesco Sole, 24 anni, modenese, sarà ospite della rubrica dedicata alle webstar in diretta martedì 18 luglio alle 15.25 sulla pagina Facebook della Cronaca Italiana










ROMA."Sai ogni tanto mi capita ancora di vederti, quando chiudo gli occhi, certe sere prima di dormire...ogni tanto ti sento ancora passare tra le mie giornate".  Della gente fermata per strada a Milano ascolta in cuffia questa poesia. A qualcuno gli occhi si velano di lacrime. Altri guardano a terra o fissano un punto nel vuoto pensando forse al loro ricordo della persona che non c'è più. A farla ascoltare è Gabriele Dotti, in arte Francesco Sole, 24 anni, modenese. E la poesia che fa ascoltare è questa:

Gabriele inizia nel 2013 il suo percorso su Youtube caricando un piccolo cortometraggio amatoriale dal titolo: “Come prendere bei voti senza studiare”, a cui poi è seguito il video “L’amore ai tempi di WhatsApp” video che fin dai primi giorni è diventato virale sulla rete (quasi due milioni e mezzo di visualizzazioni su Toutube), portandolo così ad avere un piccolo pubblico virtuale che ha iniziato a seguirlo online.
All'attivo ha già due libri: “Stati d’animo su fogli di carta” (2014) e “Mollato Cronico” (2016). Grazie ai libri e soprattutto alla tv la sua popolarità è cresciuta e il suo pubblico su Facebook si è apmpliato passando dagli adolescenti ai ventenni e trentenni. Nel 2016 realizza il suo primo progetto musicale, scrivendo e arrangiando una poesia, "il mondo in silenzioso" di cui ha poi curato la regia e seguito interamente la produzione.
Poeta musicale, regista, sceneggiatore, presentatore tv, influencer. Unico  neo     che   è  usa  solo i  cuore   e  non    cuore & mente  . , am  diamo tempo al tempo  è  appena  all'inizio  . Speriamo solo che non diventi   melenso e noioso  come  Mogggia  


Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...