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25.4.21

la 28enne Francesca Zambonini che dopo aver frequentato il Liceo Linguistico cambia vita: incontra l’amore e diventa una contadina.

 










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La cura dell'orto non è mai fatica sprecata

                                                               
da repubblica online


Lamore per la vita e per la terra. Partendo da queste due passioni è nata La campagna di Francesca, canale YouTube che se a giugno 2020 contava 1000 iscritti, a marzo 2021 è arrivato a quota 38.800. Un salto esponenziale per la 28enne Francesca Zambonini che dopo aver frequentato il Liceo Linguistico cambia vita: incontra lamore e diventa una contadina.

I video disponibili sono semplici, diretti, spontanei. Magari è proprio per la sua naturalezza e il delizioso accento toscano che il numero di follower della "contadina sul web" è cresciuto in maniera così rilevante. Mentre lavora nei campi – circa un ettaro di terreno – è il marito a riprenderla, poi in serata se c’è il tempo Francesca li monta. Non c’è una regia esterna, né post produzione, è tutto home made: "Si fa tutto noi, ecco!". La curiosità dallesterno aumenta e i video piacciono al punto che Francesca inizia a dare suggerimenti sulla creazione di un piccolo orto: "Mi sono detta che potevo fare dei veri e propri tutorial per spiegare, a mio modo, come avere in casa un giardino anche piccolo o giusto qualche vasetto in terrazzo. Ed è nato il canale La campagna di Francesca". La tenuta di Francesca e Francesco si trova verso Torre del Lago Puccini, a Viareggio, una zona di mare frequentata più da turisti che da coltivatori, tanto che anche per Francesca è stata una felice scoperta. "Io la vita da contadina non la conoscevo per niente. Mi sono innamorata di mio marito Francesco e poi della terra. Da queste parti di ortaggi non ce ne sono molti, non è unarea tipica per coltivarli eppure vengono così bene! Prima ero lopposto e mi faceva anche un po’ impressione mettere le mani nella terra, invece adesso è il mio mondo. Ci sto proprio bene e sono contentissima di vivere qui". Il tempo di diplomarsi e Francesca inizia a lavorare con il marito. "I suoi nonni avevano unazienda di famiglia, con unimpostazione un po' più 'vecchiotta'. Siccome io sono più giovane di lui (hanno 20 anni di differenza, ndr.), mi garbava ammodernare la gestione, stare un po' più al passo con i tempi". Trasformare non significa però stravolgere, ma raccontare. "Mi piace tanto girare video e allora mi sono detta: 'Ma perché non facciamo conoscere alla gente come coltivo?'. E ho iniziato a pubblicare riprese spontanee a livello locale su Facebook, dove mi seguivano in 2 mila. Era giusto per farmi conoscere e ampliare la vendita diretta. Pian pianino la gente si è incuriosita e ha cominciato a farmi domande specifiche, per esempio su come nascono gli ortaggi. Sono felicissima di questo interesse per le coltivazioni, mi dà soddisfazione far vedere quello che faccio".

Con un papà in pensione dopo aver lavorato in cartiera e una mamma impiegata in ospedale, come ha fatto Francesca a diventare una contadina? "Quando era vivo, era il nonno di Francesco a darmi consigli. In effetti è un lavoro che impari con lesperienza, con la pratica. Noi stiamo 24 ore su 24 nei campi, anche il sabato e la domenica. Apri la porta di casa e hai davanti il terreno: o prendi laereo e vai dallaltra parte del mondo, oppure ogni giorno hai questo da fare. Impari per forza".

Dentro La campagna di Francesca”, il video più apprezzato è quello in cui spiega come potare le zucchine, a quota 1,1 mln visualizzazioni ("ho fatto il boom"), ma piace anche la sfemminellatura del pomodoro” (284.505 visualizzazioni), o la costruzione del mega pollaio” con 52.385 visualizzazioni. Con maglietta gialla o felpa, mollette tra i capelli, sorriso accogliente e guanti dordinanza Francesca in video dà del tu a chi lascolta e descrive quello che sta per fare. Del successo che sta ottenendo, lei stessa non se ne capacita: "Ascolta, non so proprio da cosa dipenda, io li faccio con naturalezza, mostrando come lavoro nella piccola azienda. Coltiviamo nel rispetto della natura utilizzando metodi biologici, anche grazie all'aiuto di insetti utili. Non mi pongo assolutamente come maestra di quello che faccio, nei miei video mostro il mio lavoro quotidiano in mezzo alla natura. Di certo sono contenta. La gente mi dice che riesco a comunicare bene, penso sia per la mia genuinità: non è per essere presuntuosa ma non mi trucco, non sono in posa e non sono impostata. Sono proprio me stessa". Francesca e Francesco vivono a km zero ("zerissimo!") visto che il prodotto del lavoro nei campi diventa in parte il loro pasto e in parte viene destinato alla vendita diretta, che a volte risulta più faticosa del previsto: "La gente è impegnativa. Vendiamo solo la roba che raccogliamo la mattina; se manca qualcosa la recuperiamo sul momento, tanto che alla fine diventa un andirivieni stressante"  Una scelta al naturale che lha condotta a seguire i ritmi della Terra. La vita viene scandita dal sorgere del sole: dinverno marito e moglie sono nei campi verso le sette del mattino e dormono un po’ di più; destate si alzano alle quattro e vanno a letto dopo che cala il buio. "Destate le giornate non finiscono mai, però sono felicissima, ci piace da morire. La fatica si sente nel fisico ma daltra parte siamo contenti e abbiamo sempre nuovi progetti. Ora stiamo programmando di mettere le api, che si aggiungono al pollaio e ad altre bestie più grandi. Lobiettivo finale è di auto sostenerci. Speriamo di realizzarlo". Una vita sana, allaperto e a contatto con la natura, al punto che il covid-19 non ha creato impedimenti alla rituale quotidianità familiare: "La casa è di fronte al campo, è tutto aperto. E i rumori del traffico della città non si sentono".

27.8.16

ritorniamo al passato o meglio integriamolo con il presente ovvero pensiare globale agire locale cioè un economia di decrescita

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 c'è qualcuno che  applica  o almeno ci prova  a  pensare locale  agire locale

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 da  repubblica  del 26\8\2016


Basta consumismo, riappropriamoci del tempo". Budapest festeggia la decrescita
A Budapest sono diverse le iniziative che promuovono uno stile di vita sostenibile. Come Cargonomia, punto d'incontro tra tre piccole imprese “ecocompatibili”, che si occupano di cibo e consegne. O Átalakuló Wekerle, un'associazione di quartiere impegnata  in diverse attività: dall'isolamento delle finestre al compostaggio. Non a caso, dal 30 agosto al 3 settembre, la capitale magiara ospiterà la quinta Conferenza internazionale sulla decrescita Dal 30 agosto al 3 settembre la capitale magiara ospita la quinta conferenza internazionale dedicata al movimento. Un'occasione per riflettere sulla sostenibilità del nostro stile di vita

BUDAPEST - A Cargonomia, punto d'incontro tra tre piccole imprese "ecocompatibili" attive a Budapest, è appena arrivata una cassetta di uova fresche. È stata poggiata a fianco delle particolari bici cargo a tre ruote progettate per scorrazzare in città, consegnando frutta e verdura. "Ce l'ha inviata un amico che sta implementando una cooperativa", dice Vincent Liegey, ricercatore francese ora di base in Ungheria, e uno dei coordinatori del progetto. "In cambio domani potremo offrirgli un servizio di trasporto con le nostre bici, oppure aiutarlo a fare delle riparazioni in fattoria. Difficile spiegare che cosa sia esattamente questo posto se non un'esperienza economica alternativa basata non sul profitto né sullo scambio, ma sulla reciprocità".
"Basta consumismo, riappropriamoci del tempo". Budapest festeggia la decrescita

un anarchico silenzio, all'interno della capitale magiara c'è una città decrescente che, quasi per paradosso, si allarga. Contrasta i messaggi divisivi di Viktor Orbán, attuale primo ministro del paese, ma anche quelli di molti altri leader europei. Perché promuove altri modelli di vita, costruiti sulla collaborazione. Non a caso qui, dal 30 agosto al 3 settembre, si terrà la quinta conferenza internazionale sulla decrescita. L'ultima, a Lipsia, è stata un boom: oltre tremila le persone coinvolte, provenienti da 74 paesi. "Quest'anno sarà particolarmente interessante per due ragioni", prosegue Liegey, che è anche tra gli organizzatori della manifestazione. La prima: "L'Ungheria ha vissuto il violento collasso dell'Unione Sovietica, uno stato centralizzato, implementazione dittatoriale di una buona idea. E dato che anche la decrescita nasce dalla teoria, penso che sia una buona occasione per imparare dagli errori passati e per facilitare il dialogo tra est e ovest. La seconda è che qui non c'è stato lo stesso sviluppo che ha caratterizzato l'Occidente, però ci sono ugualmente molte attività solidali ben funzionanti"





Tutte coinvolte nei due eventi paralleli in programma: in cinquecento parteciperanno alle conferenze pensate più per addetti ai lavori, mentre al festival - con workshop, discussioni aperte, esibizioni artistiche - si aspettano migliaia di curiosi. Pronti ad assaggiare cibo biologico e a imparare trucchetti utili a risparmiare nella vita domestica. L'obiettivo è indurre tutti a porsi delle domande: che cosa sono crescita e sviluppo?; è possibile avere una crescita infinita su un pianeta finito?. Gli stessi quesiti che circa quindici anni fa hanno caratterizzato gli esordi di ciò che Liegey definisce un modo di pensare "interdisciplinare e multidimensionale": "Ci sono tante strade per la decrescita quante persone 'decrescenti'", puntualizza, "infatti, non si tratta un movimento che ti dice cosa fare, bensì ti invita ad abbandonare la logica dell'ottenere sempre di più, a riappropriarti del tempo, come di una stile di vita sostenibile e pieno di significato".






Un mutamento che, secondo l'attivista, è necessario adesso più che mai. "Oggi stiamo fronteggiando il collasso della società occidentale, fondata sulla convinzione che la crescita permetta di risolvere i conflitti sociali. Un falso mito, perché le risorse fisiche sono limitate. Gli effetti sono sotto i nostri occhi: il cambiamento climatico, la perdita delle biodiversità e via discorrendo. Ma c'è anche un limite culturale. Nonostante il consumismo, non siamo più felici: c'è un alto livello di stress, un alto numero di suicidi, di violenza e sfruttamento". Per modificare il corso corrente basta poco. Qualche esempio: si può lasciare il proprio lavoro in banca e investire in una fattoria, fare la spesa in un negozio di prodotti a chilometro zero  o mangiare meno carne. Basta questo a rendere più felici? "A me sì", ribatte Liegey.





A Wekerle estate, nel XIX distretto di Budapest, sono partiti dal cibo buono. Arrivando qui dal centro, sembra di addentrarsi in un villaggio d'altri tempi. Case basse con giardino e biciclette a ogni angolo. "La zona è stata disegnata per accogliere le persone che si sono spostate in città dalla campagna. L'idea era quella teorizzata dall'inglese Ebenezer Howard: un mix proporzionato tra agricoltura, industria e abitazioni", spiega Tracey Wheatley che fa parte di Átalakuló Wekerle, un'associazione di quartiere impegnata a promuovere diverse attività









dall'isolamento delle finestre al compostaggio. "Abbiamo cominciato dal mangiare: perché il pane saporito fatto con grano coltivato senza pesticidi, per dire, è qualcosa che viene capito in fretta da tutti", racconta, "ma, in sostanza, ciò che stiamo facendo è lavorare sulla cooperazione, la tolleranza e l'auto organizzazione. In modo da spingere le persone a guardare fuori dal proprio piccolo mondo, a lavorare insieme e fidarsi degli altri".

  che sia  la  via   da  intraprendere o  per  chi l'applica  sia la  via  giusta   c'è  il fatto che sempre  da  repubblica   online  d'ieri   si legge  questa news


Le birre artigianali mettono alle strette i colossi: 5.500 tagli per AB Inbev

La società belga pianifica uno sfoltimento del 3 per cento della forza lavoro complessiva, nei tre anni successivi alle nozze con SABMiller. I gruppi del largo consumo generalista corrono ai ripari per diminuire i costi
MILANO - Troppi dipendenti nel gigante della birra Anheuser-Busch InBev, che è convolato a nozze miliardarie con la concorrente SABMiller per creare un colosso della bevanda apprezzata in tutto il mondo. La società si aspetta di tagliare il 3 per cento circa della sua forza lavoro complessiva nei tre anni successivi alla fusione, in una mossa mirata proprio a massimizzare le sinergie (più prosaicamente i risparmi) date dall'unione dei due maggiori birrifici al mondo.
Secondo le informazioni dettagliate in un documento pubblicato in merito all'acquisizione, la cura dimagrante dovrebbe esser attuata in maniera graduale, per fasi. Alla fine del processo, però, 5.500 posti di lavoro dovrebbero essere cancellati, secondo quanto ha riportato una fonte anonima a conoscenza della materia alla Bloomberg.
I tagli al personale rientrano in una strategia da 1,4 miliardi di dollari di risparmio annuo che AB InBev si aspetta di riuscire a realizzare, a valle della fusione. Tutti i birrifici che hanno in portafoglio marchi destinati al largo consumo stanno d'altra parte cercando di tagliare i costi di produzione e distribuzione, messi sotto pressione dalla crescita dei piccoli birrifici indipendenti, tanto in Europa che in Nord America. SABMiller soltanto, l'anno scorso, ha raddoppiato il suo obiettivo di risparmi a 1,05 miliardi di dollari entro il 2020.   Secondo AB InBev, che resta il maggior produttore al mondo, the world’s largest brewer, i tagli sono per altro limitati ad alcune aree e non includono ad esempio la divisione delle vendite, dove non sono stati ancora sviluppati piani

di integrazione a causa dei vincoli da parte della Autorità di regolamentazione. La compagnia ha perl specificato che il quartier generale di SABMiller verrà integrato al proprio - che si trova in Belgio, a Leuven - così come avverrà per il management office a New York.




1.2.15

6 segreti ( facili ed ovvi ma duri d'applicare ) dall'isola dove la gente dimentica di morire: camminare, lasciar correre, vivere senza fretta

 tale news     mi ha  portato   a rileggermi  il  2956   di topolino in particolare la storia  zio paperone    e l'isola senza prezzo  (  foto sotto  )


da  +www.google.it   in  quanto   la pagina     mbasic.facebook.com
risulta 
: << La pagina che hai richiesto non è stata trovata>>
e il  famoso film  oscar  meditteraneo


 

6 segreti dall'isola dove la gente dimentica di morire: camminare, lasciar correre, vivere senza fretta (FOTO)

Pubblicato: Aggiornato:
IKARIA


C'è un'isola in Grecia in cui la gente "dimentica di morire". Letteralmente. Perché ad Ikaria gli abitanti superano di gran lunga i 90 anni. Di più. Non è solo la longevità a stupire, ma anche la scarsa diffusione di patologie come il cancro, le malattie cardiovascolari, la demenza.Questa piccola isola nel Mare Egeo è stata oggetto di numerosi studi condotti da ricercatori di tutto il mondo. La domanda
da http://www.tribunodelpopolo.it/io-aspetto-che-si-depositi-il-caffe/
alla quale cercano una risposta è per tutti la stessa: quale è il segreto di una vita così lunga e sana? Nel suo nuovo libro di cucina "Ikaria: Lessons on Food, Life, and Longevity from the Greek Island Where People Forget to Die", Diane Kochilas offre una prospettiva interna sul perché questa comunità greca vive così a lungo e così bene.
Kochilas, pluripremiata autrice di oltre 18 libri sulla cucina greca, ha elencato i sei segreti che porterebbero gli abitanti di Ikaria a vivere così a lungo. Piccoli consigli per provare a "non morire", ricette che somigliano a quelle che la scrittrice dà nei suoi libri di cucina. Ma che promettono qualcosa di più.
  • 1. Mangiare a livello locale, stagionale e con parsimonia
     
    Gli ottagenari, novantenni e centenari con cui l'autrice ha parlato hanno dato a Ikaria hanno dato tutti la stessa formula alimentare: negli loro primi anni di vita, anni di povertà, isolamento, scarsità di risorse, hanno mangiato poco, semplicemente perché non avevano molto cibo. Pesce pescato ogni tanto, prodotti della natura come lumache, funghi e verdure selvatiche.
     
  • 2. Vivere secondo le proprie inclinazioni e senza fretta.
     
    "Il ritmo con cui le persone si muovono su Ikaria non finisce mai di stupirmi: lenta, deliberata, senza fretta, ma con abbastanza tempo per osservare e vivere in ogni momento" scrive la scrittrice su HuffPost Usa. "Quando si va a comprare un barattolo di miele dal nostro amico apicoltore Yiorgos, per esempio, ci si siede di fronte alla sua scrivania prima, si parla un po', si scherza, poi dopo circa 20 minuti si alza e va verso i suoi barattoli di miele". È il passo che consente alle persone di sentire il proprio corpo dall'interno, come si fa con gli esercizi di meditazione. Gli abitanti di Ikaria non hanno orologio.
     
  • 3. Godetevi il sonno
     
    Ad Ikaria si dorme molto. È una manna dal cielo. Forse l'atmosfera o forse l'aria pulita, ma si può dormire per oltre 10 ore. Gli Ikariani sono strenui difensori del pisolino: dormire nel pomeriggio di vivere due vite in un solo giorno, soprattutto in estate.
  • 4. Lasciate che le cose vadano come devono andare
     
    I greci dicono: "Non tenere il male". C'è tanta verità e saggezza in questo detto. Ikaria è un luogo dove le persone tendono a essere accomodanti, tolleranti. È anche un luogo dove la cultura locale permette un'interpretazione molto liberale di ciò che significa essere disinibiti. Le panygyria, feste locali che traboccano di vino e danze sono di solito in occasione dell'onomastico di un santo e sono il luogo per testimoniare come si faccia a "lasciar correre e a godere".
  • 5. Usate erbe per curare i mali minori e lasciate che sia il vostro corpo a guarire se stesso
     
    La farmacologia popolare è molto diffusa sull'isola. Ma a quanto pare sarebbe il corpo stesso la migliore medicina: in grado di trovare in se stesso la formula per guarire.
  • 6. Camminate
    Chiaro e semplice. L'esercizio è una spinta per il corpo e la mente allo stesso modo. "Ogni persona anziana che conosco su Ikaria cammina ancora molto"

 Praticamente  gli stessi principi che   seguivano i nostri nonni e  bisnonni   dove  per motivi economici e sociali la rivoluzione industriale  non era a livelli d'oggi . Infatti  è per  questio    che  in certe  zone d'italia    nel sud  in particolare  e  , scusate  se   sono parte  in causa  ,  la mia sardegna  .Infatti a Telti    , paese dell'entro terrra  gallurese   è  è morta  una  nonnina di  106  anni 



Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...