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12.2.16

«Porti iella»: ragazzina di 12 anni perseguitata da centinaia di bulli a Nuoro




un miracolo di solito sucede il contrario i genitori   sono inervenuti subito .Infatti  ecco un intressante  discussione  sullla  pagina  facebook   dell  'unione  sarda   con
Cheeba MorCheeba Piccoli "insultatori" violenti crescono! Non so di che vi meravigliate. I ragazzini sono lo specchio della società, copiano tutto quello che "fa figo" e insultare chi è in minoranza, diverso o per i cavoli suoi è all'ordine del giorno nella nostra realtà. Quando ero piccola io il bullismo si affrontava a parole o a calci, non mettendo in mezzo le forze dell'ordine... magari a quest'ora molte facce di bronzo che ora hanno figli che fanno i bulli, avrebbero avuto una diversa fedina penale! Ma sarebbe veramente tanta gente e tra le più lodate dalla società pure!
e Cristina Floris E i genitori dei bulli? Scommettiamo che per loro sono bravate? Ragazzate. .....poverini! Questi genitori dovrebbero pagare migliaia di euro per danni alla ragazzina. Sono sicura che allora insegneranno il rispetto ai loro orrendi figli
Giuseppe Scano logico che succedano ancora e continueranni  a succedere , manca la prevenzione  e  dei corsi   obbligatori per genitori . Ma purtroppo il solo parlarne pubblicamente ( vedi la puntata  andata in onda     recentemente di presa diretta  di iacona  costretta a trattare il tema delbullismo specie quello omofobico \ sessuale e cyberneticvo in seconda serata ) è tabù .
Giuseppe Scano magari sono quei genitori che sminiscono quando sono i loro figli a farlo ed invece s'incazzano quando sono loro figli a subirlo . Ommagari quelli che si lamentano del bullismo specie sessuale e poi si lamentano se la scuola fa educazione sessuale tirando in ballo la bloiata del gender


se  non  vi  dovesse bastare  il video  sintetico  dell'unione sarda   e la discussione     eccovi l'èarticolo della  nuova sardegna  d'oggi 12\2\2016

«Porti iella»: ragazzina di 12 anni perseguitata da centinaia di bulli a Nuoro

I genitori della vittima consegnano la lista di nomi alla polizia e ai dirigenti degli Istituti. Il racconto choc: «Quando vedono passare nostra figlia i maschi si toccano nelle parti intime»

NUORO. È la lista nera di bulli più numerosa d'Italia. Al suo interno ci sono i nomi e i cognomi di centinaia di studenti nuoresi, provenienti dalle quattro scuole medie cittadine e di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, protagonisti della più calda vicenda di bullismo isolano degli ultimi tempi. Sulla loro testa pesa l'ingombrante accusa di essere i carnefici di una ragazzina di appena dodici anni: sono stati proprio i genitori della vittima a consegnare la lista in Questura. E una copia dell’elenco di nomi è stata inviata anche ai dirigenti scolastici.
L’inizio dell’incubo. «Tutto è iniziato circa nove mesi fa – raccontano i genitori della ragazzina – . A metà anno scolastico, frequentava la prima media, alcune compagne di classe, forse ingelosite dalla bellezza di nostra figlia e dal taglio di capelli all’ultima moda, hanno commentato di fronte a tutta la classe la sua pettinatura, definendola "da poco di buono". La cosa si risolse qualche settimana dopo con le scuse, accolte senza esitazione da nostra figlia». Poi la fine della scuola e le tante serate estive in compagnia delle fidate amiche del cuore passate con la spensieratezza e la gioia tipica di quell'età. Mai avrebbe immaginato di ritrovarsi di lì a poco perseguitata da centinaia di ragazzini e ragazzine, spesso sconosciuti, pronti a seppellirla di insulti e maldicenze in ogni angolo della città.
La persecuzione. «A settembre con l'inizio della scuola è cominciato il suo e il nostro calvario – raccontano i genitori con voce flebile – Ci eravamo accorti che qualcosa non andava, da bambina allegra e gioiosa era diventata apatica e taciturna, i suoi occhi erano sempre tristi e accampava scuse di ogni tipo pur di non andare a scuola o semplicemente uscire di casa. Abbiamo pensato che il problema fosse circoscritto nelle quattro mura scolastiche e così le abbiamo fatto cambiare scuola. Ma c’era ancora qualcosa che non quadrava».
«Porti iella». Dopo cinque mesi di silenzi la dodicenne finalmente trova il coraggio e racconta tutto ai genitori. Ogni giorno era una fotocopia del precedente: varcata la soglia di casa era un continuo incassare, tra urla ingiuriose, gesti scaramantici e maldicenze. «Un fiume di lacrime disperate ha accompagnato il racconto di nostra figlia, l'abbiamo ascoltata con il cuore in frantumi e dentro la nostra testa ci chiedevamo "perché tutto questo, perché proprio a lei". Purtroppo le hanno attribuito la nomea di porta iella e il tam tam in città è stato così veloce e impietoso che tutti i ragazzini anche se non la conoscevano si toccavano i genitali quando passava, cantandole canzoncine che fanno rima con la parola sfiga». Uno choc per la personalità ancora troppo fragile di una adolescente. «E d'altronde dove poter colpire una ragazza bella, con un fisico da modella e una dolcezza infinita se non additandola della maldicenza più temuta, che ha portato al suicidio tantissime persone».
La lista dei bulli. I genitori a quel punto hanno detto basta. «Mossi da una grande preoccupazione abbiamo deciso di raccontare tutto in Questura, e portare una lista con un centinaio nomi, quelli a cui nostra figlia con l'aiuto di un'amichetta è riuscita a risalire». Ma in realtà sono numerosissimi i bulli di cui ancora non si conosce il nome e che per adesso dormono sogni tranquilli. I genitori della vittima per il momento hanno deciso di non sporgere denuncia, ma la lista, sotto richiesta della Questura, è stata inoltrata ai dirigenti scolastici delle scuole frequentate dai ragazzini incolpati.
Bufera a scuola. Il fatto ha scatenato l'inferno tra i genitori, in particolare modo in una delle scuole più coinvolte, dove si è persino paventata una sospensione di massa. «In questa vicenda siamo noi genitori colpevoli, dobbiamo fare capire ai nostri figli che toccarsi le parte intime per scaramanzia, non e' un atto di bullismo ma può fare molto male. Così come è colpevole l'adulto che spara a zero – la critica è rivolta alla dirigente scolastica – e vuole sospendere i presunti responsabili, squalificandoli più che accompagnandoli nel difficile percorso della crescita. Vogliamo dire alla mamma di questa ragazzina che ora i nostri figli sono entrambi vittime: di bullismo e di facile condanna».
Ma la preside non ci sta: «Nella scuola da tempo sono attivi progetti che sensibilizzano al tema del bullismo. La situazione per
me è molto dolorosa sia per la vicenda in sè che per il comportamento dei genitori – aggiunge la preside –: in coro hanno dichiarato la purezza dei loro figli e messo me alla berlina, senza pensare neanche per un momento all'anello debole di questa storia, cioè la povera ragazzina dodicenne».

1.2.16

la Rai fa cambiare spotandolo in seconda serata il palinsesto di presa diretta solo perchè parla di educazione sessuale e bullismo sessuofobico

Ho rivisto con rai replay la puntata di presa diretta del 31\1\2016 il tabù del sesso . Ed ho appreso che essa è incappata in un caso di 'eccessiva prudenza'. Forse  è comprensibile la  gente  informata  potrebbe scendere  in piazza   ed influenzare  il voto   sulla legge  [   oggi   , salvo rinvi    si vota  al senato  ] sulla  legge  cirrinà  sulle unioni civili  etero e  gay  . Infatti  il  servizio è  intitolato "Il Tabù del sesso", titolo azzeccato proprio sulle difficoltà che incontra il parlare  e  l'insegnamento dell'educazione sessuale, è stato spostato dalla Rai dalla prima fascia alle 22, per la preoccupazione ipocrita che potesse turbare il pubblico della prima serata. Ora mi chiedo se il paese sta ritornando indietro a gli anni '60 al caso del giornale  scolastico  Zanzara ( da non confondere con la trasmissione di radio24 d a cui prende il nome )










La zanzara era il titolo del giornale studentesco del Liceo Parini di Milano, fondato nel 1945. La rivista (ideata tra gli altri da Enzo Spaltro e Daniele Oppi), che nella sua storia ebbe giovani redattori, divenuti poi firme importanti nel giornalismo italiano come Walter Tobagi, è nota per uno scandalo scoppiato nel 1966, quando la pubblicazione di un articolo sulla sessualità degli studenti portò alla denuncia e al processo di tre suoi redattori
Il 14 febbraio 1966 la rivista, organo ufficiale dell'associazione studentesca pariniana, pubblicò un'inchiesta dal titolo "Un dibattito sulla posizione della donna nella nostra società, cercando di esaminare i problemi del matrimonio, del lavoro femminile e del sesso", a firma di Marco De Poli, Claudia Beltramo Ceppi e Marco Sassano.
Nell'inchiesta emersero le moderne opinioni di alcune studentesse del liceo sulla loro educazione sessuale e sul proprio ruolo nella società. L'associazione cattolica Gioventù Studentesca protestò immediatamente per "l'offesa recata alla sensibilità e al costume morale comune" in quanto non solo uno degli argomenti trattati (l'educazione sessuale) veniva considerato osceno, ma anche perché le intervistate erano tutte minorenni.
Il 16 marzo 1966 i tre redattori vennero accompagnati in Questura e denunciati. Il giudice Pasquale Carcasio invitò i tre studenti, seguendo una legge del 1934, a spogliarsi "per verificare la presenza di tare fisiche e psicologiche". I due ragazzi acconsentirono, invece Claudia Beltramo fece resistenza e in seguito rese noto quanto accaduto.
Il caso de la zanzara rimbalzò sulle cronache nazionali, dividendo il paese. Democrazia Cristiana e Movimento Sociale Italiano costituirono il "partito della colpevolezza", mentre la sinistra e i cattolici progressisti intervennero in difesa degli studenti.
Al processo parteciparono oltre 400 giornalisti, molti dei quali provenienti dall'estero. Il 2 aprile 1966 la sentenza assolse i tre studenti dall'accusa di stampa oscena e corruzione di minorenni.
La vicenda viene vista come un prodromo di quel cambiamento di costumi che avrebbe coinvolto da lì poco la società italiana e come un sintomo indicatore del malessere giovanile, che sarebbe sfociato nella contestazione del sessantotto. ( altre news su https://it.wikipedia.org/wiki/La_zanzara )



Ormai siamo sempre di più , nonostante le sacche di resistenza e d'indignati ( ma l'indignazione non basta se non è seguito ad un cambio di mentalità e d'apertura mentale ) , in mano ai burocratici , ipocriti e bigotti che decidono per altri . Condivido e l'ho sempre detto in diversi post Come giustamente dice Noemi Cassone -- sulla bacheca facebook della trasmissione di rai 3 presa diretta -- Oltre all'educazione all'affettività/educazione sessuale nelle scuole, che sicuramente è ESSENZIALE, in casa dovrebbe invece esserci quantomeno un minimo di apertura mentale, di dialogo, e soprattutto un'educazione all'utilizzo di cellulari , pc e quant'altro. Non è possibile che venga comprato il cellulare già a 8 anni. Controllate i computer e i siti ai quali si iscrivono i vostri figli.IL fatto che li abbiano obbligati ad andare in onda tardi la dice tutta. Come si capisce dal servizio evidentemente a qualcuno interessa che questi argomenti non si tocchino, per primi gli uomini, ma non per pudore solo per paura di perdere la supremazia, per paura di competere con le donne nei posti di comando, ora a evidente panaggio maschile. come giustamente dice Michela Murgia sempre intervistata da presa diretta





Sono solidale con Iacona , infatti ha ragione è solo falso perbenismo e ipocrisia ed condivido la scelta nell'averlo annunciato pubblicamente in uno scambio ironico con Luciana Littizzetto, collegandosi a Che Tempo che Fa, e poi rivolgendosi al pubblico in apertura di trasmissione: "La Rai, per rispettare la fascia protetta, mi ha chiesto di posticipare un po' più avanti il bellissimo racconto di Giulia Bosetti. Una decisione che non condivido perché a mio modestissimo parere questo è un reportage che andrebbe visto da tutti, genitori e figli insieme, talmente è pedagogico. E poi giudicherete voi quando lo manderemo in onda. Ma è una decisione che devo rispettare e so che avrete l'amore e la pazienza di aspettare una manciata di minuti prima di vedere questo reportage".






Video




Concetto che Riccardo Iacona ha ribadito al telefono a http://www.repubblica.it/spettacoli/tv-radio del 1\2\2016 "Ho trovato esagerata la preoccupazione della Rai riguardo alla messa in onda del primo blocco della trasmissione. Il servizio era stato pensato e confezionato proprio perché potesse andare in prima serata, non c'era nulla, in nessun passaggio del nostro servizio, che potesse essere giudicato inappropriato. Mentre lo vedevo andare in onda, alle 22, mi veniva da ridere, perché non c'era nessun riferimento al sel sesso che non fosse stato ponderato in funzione della trasmissione in quella fascia". Una preoccupazione, quella della Rai, , che di fatto ha impedito ai più giovani di potere vedere ( in diretta , ma poi con iil servizio di rai replay o altri siti più o meno legali te lo rivedi ) la trasmissione, che si è conclusa poi alle 23:30 . Infatti sempre lo stesso Iacona a repubblica "Penso che i ragazzi l'abbiano vista lo stesso ma io sono contrario al principio per cui è stata presa la decisione, ovvero che non si possa parlare di sesso in prima serata, neppure con un intento chiaramente pedagogico, come era quello con il quale era stato pensato e confezionato il servizio televisivo .
Puntualmente , come le tasse e la morte , è arrivata la risposta , tendente a giustificarsi e a gettare acqua sul fuoco delle polemiche , da parte della Rai che dice negando palesamente l'evidenza ( infatti se si vede la trasmissione , si rinvia di ben mezz'ora e non del tempo da lor detto l'inizio della 2 parte della trasmissione ) << il ritardo della messa in onda, alla fine, è stato: 'solo di 7 minuti' e che la motivazione dell'inversione di messa in onda è stata suggerita dalla durezza degli argomenti trattati (sexting, bullismo) che hanno fatto preferire lo spostamento, che tuttavia, si sottolinea, non è stata una forma di censura. >> ( da sempre da repubblica ) . Tesi questa a mo' d'arrampicata sugli specchi perchè la preoccupazione della Rai si innesta in un panorama televisivo decisamente più 'libertino'. Basti pensare alla messa in onda lo scorso lunedì in prima serata su Canale 5 del film "50 sfumature di grigio", vietato ai minori di 14 anni ma decisamente erotico. E mentre la Rai si preoccupava di censurare\spostare il servizio di Presa Diretta, Real Time, canale molto amato dalla fasce più giovani della platea televisiva, unico nel panorama dei broadcaster, si schierava apertamente a favore delle famiglie omosessuali mettendo in onda alle 21:10 il documentario "Di fatto, famiglie", basato sulle storie di sei famiglie arcobaleno italiane. Secondo me relegare un programma in orari assurdi o spostarlo nell'ipocrita e ormai superata i bambini vanno a letto sempre più tardi , con internet e cellulari e e in orari di punta vedendo cose peggiori , quel determinato argomento si tratta di , anche se soft , di censura . Ed ecco le reazioni ( stranno che mancano quelle a favore dela rai della destra ) le reazioni politiche. Sinistra italiana ha presentato una interrogazione in commissione di Vigilanza: "Il campionario dell'ipocrisia di certa classe dirigente italiana si arricchisce di un nuovo episodio. La puntata è stata spostata in seconda serata, perché secondo la Rai avrebbe potuto urtare le sensibilità del pubblico della prima serata - afferma Nicola Fratoianni, membro della Commissione Parlamentare di Vigilanza - Nel frattempo in tv a qualunque ora si può assistere a violenze di ogni tipo e a situazioni molto meno 'controllate' rispetto al pregevole lavoro fatto da Riccardo Iacona e dal suo staff. Quando finirà il Medioevo?". "Una decisione che ha il sapore dell'oscurantismo e dell'ipocrisia - scrive in una nota il senatore del Pd Francesco Verducci, vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai - I temi del cyber-bullismo e dell'educazione sessuale, al centro della puntata di ieri, sono fondamentali da trattare per la crescita civile e culturale di una società (come avviene in gran parte d'Europa) ed è da apprezzare che l'approfondimento giornalistico del servizio pubblico se ne occupi, tanto più in un contesto televisivo dove immagini ed allusioni sessuali debordano anche in modo subliminale ad ogni ora ed in ogni fascia di palinsesto". Oltre ai politici sono intervenuti a favore di Iacona alcuni intellettuali che hanno collaborato con Iacona al serviso . Infatti dopo la messa in onda, come sempre, il dibattito sull'argomento si è spostato sui social network, dove Iacona ha postato i documenti e gli studi utilizzati per il servizio. Un'ampia documentazione che dimostra come l'educazione sessuale sia un ottimo deterrente per il bullismo e i casi di violenza sessuale.Attive anche le scrittrici, da Michela Murgia a Loredana Lipperini, che hanno contribuito attivamente al servizio e che ora proseguono il dibattito online, anche sui profili social.



Ora e qui , mi scuso se sono stato troppo prolisso , ma quando m'incazzo m'incazzo ,
Comunque la si pensi al riguardo, in era digitale il dibattito è sicuramente superato dalla possibilità di rivedere il servizio, come ricordato dallo stesso Iacona con un tweet





non solo più altro dire ho finito le parole   dico solo che a livello d'educazione sessuale siamo  come la famosa  barzelletta  di Pierino  :    <<  Pierino: "Papà... mamma mi ha detto che io sono nato sotto un cavolo, che Gigina è stata portata dalla cicogna..Ma tu, non fai mai l'amore? >>  ( da  http://barzellettefrasi.altervista.org/pierino.php  )  



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