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4.10.25

I negozi che resistono all’onda online

unione  sarda  4\10\2025






In mezzo a tanti che chiudono, ci sono quelli che resistono. Sono i negozi storici incastonati nel centro e nel litorale che da anni accolgono generazioni di quartesi. Sono quelli che non si sono fatti spazzare via nemmeno dai grandi centri commerciali e dal boom degli acquisti online, forti del rapporto di familiarità instaurato con i clienti.
Geppetto fa 60 anni
In via Paganini, ha nei giorni scorsi festeggiato i sessant’anni il negozio di giocattoli Mastro Geppetto. Ad aprire l’attività fu Luisanna Vacca nel 1965. Per lei che aveva la passione per le bambole di porcellana fu quasi un sogno portarle nel suo negozio. A lei subentrò la figlia e poi il nipote Davide Orgiana 48 anni che è attualmente alla guida del negozio assieme alla moglie Stefania Siddi 47. «Dopo le bambole di porcellana nel negozio di mia nonna arrivò piano piano anche altro», racconta Orgiana, «prima le bambole di pezza, poi quelle in legno fino ad arrivare ai giocattoli vari». Fu la prima giocattoleria nell’hinterland. «Siamo arrivati alla terza generazione» aggiunge Orgiana, «ma oggi è cambiato tutto. Anche se i bambini hanno sempre quella meraviglia negli occhi quando entrano qui, è cambiata la mentalità dei genitori. Si preferiscono i giochi tecnologici. Le case sono più piccole non ci sta più tanto».
Abbigliamento dal 1950
Nel cuore del centro storico, in via Vittorio Emanuele, c’è uno dei pochi negozi di vestiti rimasti in città: l’Abbigliamento Caria, aperto da 75 anni.«Ad avviare l’attività fu mia mamma Elena Caria a cui siamo subentrati io e mio fratello» racconta Franco Ziri, «all’inizio vendeva di tutto: tessuti, vestiti, merceria. I clienti non sono mai mancati, ma quello che è inevitabilmente cambiato in tutti questi anni è il mercato. Soprattutto i negozi di abbigliamento chiudono con grande facilità perché molti si improvvisano. Io credo che il segreto per resistere sia la costanza. Essere al servizio della gente e non perdere mai la gentilezza». Aperto dal 1950 è anche il famosissimo negozio di stoffe Geppino in via Umberto, proprio davanti al mercato civico.E poi ci sono la pizzeria Vecchio Forno in via Diaz che a giugno ha festeggiato 70 anni e il negozio di elettrodomestici Murru in via Diaz.
L’ottantenne al comando
In via Umberto, si avvicina al traguardo dei sessant’anni la Ferramenta di Giorgio Cardia 80 anni: «Ho preso l’attività 57 anni fa. Prima non ci facevano tanti problemi e si poteva vedere di tutto, così c’era ferramenta ma anche generi alimentari. Erano gli anni del boom dell’edilizia quindi vendevamo tanto. Adesso, continuiamo a vendere ma i prezzi dei prodotti sono aumentati e i clienti fanno più fatica». Per andare avanti, «si lavora giorno e notte, perché i clienti sono esigenti e senza soldi». Con lui dietro il banco c’è suo figlio Andrea. «Mio figlio ha voluto seguirmi in questa attività. Peggio per lui. Io gli dico sempre che è come un condannato a morte. Tutto il giorno qui dentro».

25.5.22

peripezie in autobus di una donna al 8 mese di Ester Castano

Ottavo mese di gravidanza da un paio di giorni. Scelgo di prendere la 92 (è un autobus, per chi non fosse di Milano) per andare a fare una visita medica invece della macchina.
Nonostante tutto (ovvero:
* affollamento nelle ore di punta
* poche volte trovo posto seduta e aspetta e spera che la gente si alzi
* gli anziani che se sono seduta - ho una pancia relativamente piccola, lasciamogli il beneficio del dubbio - mi guardano male

* la gente viaggia senza mascherina anche se obbligatoria (ieri un tizio mi ha starnutito e tossito in faccia)
* gli autobus vetusti quanto l’asfalto della circonvalla che qui lo dico qui lo nego se non partorisci tra una frenata e una buca dissestata puoi ritenerti fortunata
* il biglietto del bus costa 2 euro anche per poche fermate, anche per una; il parcheggio - col benessere di arrivarci con l’aria condizionata - costa 2 euro. La spesa è uguale, ma l’ambiente ringrazia. E io all’ambiente ci tengo
Nonostante tutto, dicevo, in città scelgo di muovermi con i mezzi pubblici e questo farò finché potrò.
Arrivo a piedi alla fermata (zero pensiline, picchia il sole delle 14, fa caldo) e mi accorgo di essere senza contanti, ho solo il bancomat. E per fare un biglietto dal tabaccaio servono i contanti. È il 2022, w la tecnologia ma ok. Tra l’altro è l’unico rivenditore nell’arco di un chilometro circa. Impossibile raggiungerlo tra afa e panza, sono sveglia dalle 7.30 e ho appena controllato la pressione: è bassa.
Decido di fare il biglietto online, inviando un messaggio con scritto ATM al 48444. Due minuti dopo il bus passa, io salgo. Sale anche il controllore.
- biglietto prego
- ecco qua, le faccio vedere l’sms
- signorina vedo solo il suo invio al 48444 ma qui non c’è alcun biglietto di risposta. Doveva prima aspettare a terra che le arrivasse la conferma di aver ricevuto il biglietto, e solo dopo salire sul bus
- guardi, non so se nota: sono all’ottavo mese, ho un appuntamento medico, non c’era nemmeno una pensilina per ripararsi dal sole. Ho inviato l’sms come scritto sul sito di ATM e sono salita
- mi spiace ma finché non le arriva il biglietto in risposta al suo sms deve stare a terra e se non le arriva comprare il cartaceo, ecco una stazione dei treni, scenda e troverà le macchinette
E così è andata. Sono dovuta scendere, io e otto mesi di panza. Il caldo e l’afa. Il biglietto online non è mai arrivato (e già qui..). Sono entrata in stazione (due rampe di scale a piedi perché l’ascensore era rotto) e fare il biglietto cartaceo. Ovviamente non essendo una saetta ho perso la corsa successiva, e ho dovuto attendere al sole quella dopo.
Tutto bene, ho rispettato le regole e non chiedo sconti. Però mi domando per quale motivo in mezza Europa puoi fare agilmente i biglietti online (a Milano se non ho possibilità di scaricare app mi attacco) o a bordo del pullman (contactless, bancomat, contanti come già nelle metro), comprese altre città italiane, e nella modernissima civilissima avantisisma Milano no.
Ah, mentre vi scrivo davanti a me sul bus una donna mangia un gelato

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...