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29.9.25

GAY A PRIMA VISTA Manifesto contro la semplificazione dell’identità voi che e pensate ?

  DI COSA  STOIAMO PARLANDO 

Nelle ultime ore la Rai è finita al centro di critiche per quanto andato in onda a Unomattina in famiglia, il programma del weekend di Rai1 durante il quale la conduttrice Ingrid Muccitelli, conversando con Concita Borrelli e Alessandro Cecchi Paone, ha parlato della manualità dei parrucchieri a seconda del loro orientamento sessuale, culminato in una domanda a dir poco spiazzante, su come sia possibile "riconoscere i gay". ..... continua su: https://www.fanpage.it/spettacolo/programmi-tv/la-frase-sui-gay-a-unomattina-in-famiglia-la-rai-chiarisce-si-criticava-con-ironia-una-cosa-surreale/
“Come si riconosce un gay?” Una domanda che sembra innocente, ma che porta con sé il peso di secoli di stereotipi, paure e semplificazioni. Non si riconosce un orientamento. Non si decifra un’anima. Non si etichetta una complessità.Questa domanda non cerca comprensione. Cerca controllo. Vuole ridurre l’identità a un gesto, a un tono di voce, a un colore di camicia. Ma l’identità non è un codice da decifrare. È una trama di esperienze, desideri, lotte e sogni.   Infatti    ha  ragione   questo editoriale  su    l'unione   sarda di oggi 29\9\2025



ecco quindi  che  ✊ Il pregiudizio si annida nella curiosità mal posta: Quando si presume che l’orientamento sia visibile. Quando si cerca di “scoprire” invece di ascoltare.Quando si confonde la diversità con l’anomalia.🔥 La risposta è resistenza:Essere gay non è un segno da riconoscere. È una voce da ascoltare. È una storia da rispettare. È una presenza che non chiede permesso, ma dignità.💬 E allora, cambiamo la domanda:Non “come si riconosce un gay”, ma “come si riconosce un pregiudizio travestito da curiosità?”


25.2.25

Raffaele Parisi, ballerino e insegnante originario di Molfetta,Primo uomo in Italia a danzare sulle punte. «Ho realizzato il mio sogno, ma sui social quanti commenti discriminatori»

 corriere dela sera tramite msn.it

Nel mondo della danza classica, la tecnica sulle punte è stata per secoli una prerogativa esclusivamente femminile. Tuttavia, Raffaele Parisi, ballerino e insegnante originario di Molfetta, ha infranto questa barriera diventando il primo uomo in Italia a ricevere la certificazione di danzatore sulle punte dalla Royal Academy of Dance di Londra. Un risultato che non solo segna un primato personale, ma rappresenta anche un'importante evoluzione nel panorama della danza. Parisi racconta il suo percorso, le difficoltà affrontate e le speranze per il futuro della disciplina.

Lei è il primo uomo in Italia ad aver ottenuto questa certificazione. Ci sono però altri uomini che ballano sulle punte?

«Quando si è diffusa la notizia del conseguimento della certificazione, in molti hanno pensato che fossi l'unico uomo a danzare sulle punte. In realtà altri uomini lo fanno già come allenamento nelle scuole private. La differenza è che nessuno prima di me aveva superato l'esame ufficiale per ottenere la certificazione. Infatti, quando ho inoltrato la richiesta, a Londra hanno pensato che stessi intraprendendo un percorso di transizione di genere. Ho dovuto spiegare che si trattava semplicemente della mia volontà di affrontare l'esame con il programma femminile. Dopo aver chiarito, mi è stata concessa l'autorizzazione e ho superato la prova con il massimo dei voti».

Cosa l'ha spinta a voler superare questa barriera?

«Fin da bambino ero spesso l'unico maschietto nelle classi di danza e sentivo ripetere che "i ragazzi non vanno sulle punte". Mi chiedevo sempre: "Perché no?". Ho continuato i miei studi come ballerino classico maschile, ma il desiderio di cimentarmi sulle punte è sempre rimasto. Quando ho iniziato il mio percorso presso la Faculty of Education della Royal Academy of Dance per diventare insegnante certificato, durante un seminario di 14 giorni ho posto una domanda a un'esaminatrice: "Se un uomo volesse praticare il programma femminile, potrebbe farlo?". Mi è stato risposto di sì. Questo mi ha dato la spinta per proseguire».

Dal punto di vista tecnico, quali sono le principali difficoltà per un uomo nel ballare sulle punte?

Ci sono differenze fisiche significative. La gamba femminile è più lineare e slanciata, il che facilita il lavoro sulle punte. Per un uomo, invece, il peso corporeo e la diversa distribuzione della massa muscolare rendono il movimento più complesso. Tuttavia, l'uomo ha generalmente una muscolatura più forte, che può offrire un vantaggio in termini di resistenza.

Pensa che questo possa aprire a un nuovo repertorio per i ballerini uomini?

«Potrebbe essere un'opportunità. Oggi, nel repertorio classico, il lavoro sulle punte è riservato esclusivamente alle donne. L'unica compagnia in cui gli uomini danzano sulle punte è il Ballets Trockadero de Monte Carlo, ma si tratta di uno spettacolo comico, con ballerini travestiti da donne. Questo dimostra che gli uomini possono padroneggiare la tecnica, ma ancora non si è esplorato un repertorio più ampio in contesti tradizionali».

Insegna la tecnica sulle punte nella sua scuola?

«Sì, insegno la tecnica sulle punte alle allieve. Dopo la notizia della mia certificazione, un ragazzo ha deciso di iscriversi per provare anche lui. Ha acquistato le sue prime scarpette da punta ed è stato entusiasta di iniziare questo percorso».

Ha ricevuto critiche per questa sua scelta?

«Sì, sui social ci sono stati commenti negativi, alcuni anche molto discriminatori. Ma non mi importa. So di non poter cambiare il mondo, ma se anche solo una persona trovasse ispirazione nella mia esperienza, per me sarebbe già una vittoria»

Crede che questa sua scelta possa influenzare il mondo della danza?

«Lo spero. Anche una mia collega ha manifestato il desiderio di affrontare il programma maschile, ma teme il giudizio degli altri. In molti si fanno condizionare dai pregiudizi. Io, invece, ho deciso di seguire la mia strada»

Quali sono i suoi progetti futuri?

«Mi sto preparando per il secondo livello dell'esame in punta, che sosterrò a novembre. Sarà una sfida ancora più difficile, ma sono determinato a superarla. Dopo questo livello non ci sono altre certificazioni, quindi è il massimo riconoscimento che posso ottenere»

Qual è il suo sogno?

»Il mio sogno l'ho già realizzato, essere il primo uomo in Italia a superare questo esame. Ma mi piacerebbe vedere più uomini sulle punte, senza paura dei pregiudizi .


Inoltre Nella mattinata di sabato 25 gennaio, ospite del Talk show "Mattino Norba Weekend" intervistato dal conduttore Maurizio Spaccavento. Quest'ultimo ha voluto capire cosa abbia spinto il danzatore a conquistare il certificato di balletto su punte, rendendolo unico in Italia e secondo a livello mondiale. Il direttore artistico della Les Dances Molfetta, dopo aver menzionato la sua formazione da ballerino con l'insegnante Francesca Rucci, ha fatto intendere ai telespettatori che tale certificato vuole essere un "inno al coraggio", a quella perseveranza a cui si è sempre ancorato per rifugiarsi dal bullismo di cui è stato vittima. Oltre che passione, amore sviscerato, per Raffaele la danza è stata scudo contro pregiudizi, omofobia, disuguaglianze di ogni genere. E grazie alla danza si è temprato. Si augura,dunque,di poter essere un prototipo per le giovani generazioni affinché non abbiano alcun timore a mostrare la loro natura e, attraverso l arte di ogni genere, possano mutare le loro insicurezze indotte, in sicurezze.

10.7.12

s-come-selen-sposa-s-come-sara-sex due destini che s'incrociano




Aveva ragione de Gregori quando cantava : 




un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memoria 
una storia d'altri tempi, di prima del motore 
quando si correva per rabbia o per amore 
ma fra rabbia ed amore il distacco già cresce 


(  da  il bandito e il campione  qui il resto del testo  ) 

  da http://blog.leiweb.it/novella2000/2012/07/09/


di 9 luglio 2012 - 18:24 in Vip TvVisti in tv 



Luce Caponegro  (  Selen )   e Sara Tommasi
Percorsi invertiti, destini che si incrociano.
Luce Caponegro, in arte Selen, ex pornostar in auge negli anni ’90, si è sposata ieri. Lo ha fatto in chiesa con un vaporoso abito bianco, come tradizione impone. Una scelta che ha fatto storcere il naso a molti, indignati perché fa strano, perché “oddio, una pornostar in chiesa”, perché l’abito bianco è simbolo di purezza e illibatezza, che non sono proprio una peculiarità dell’hard core. In realtà tutti sanno che oggi Luce fa la deejay, che col porno ha smesso molto tempo fa e che in questi anni si è avvicinata alla fede e alla spiritualità (grazie anche al neo marito, terapeuta tantrico). Selen resta solo uno scomodo nome d’arte che le rimarrà appiccicato addosso per sempre, legato a un periodo limitato e ormai confinato nell’immaginario dei cultori del genere vintage.
Sara Tommasi le carte per sfondare senza troppi compromessi ce le aveva tutte: una laurea alla Bocconi, un fisico da pin-up, una carriera televisiva avviata. Eppure ha scelto (perché è lei che ha scelto, e va detto) di mollare tutto e smontare la sua vita giorno dopo giorno, andando sempre più giù, sempre più in basso. Il sesso come arma per scioccare e per strappare consensi. Ma a chi?
Percorsi invertiti, destini che si incrociano.

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...