DI COSA STOIAMO PARLANDO
Nelle ultime ore la Rai è finita al centro di critiche per quanto andato in onda a Unomattina in famiglia, il programma del weekend di Rai1 durante il quale la conduttrice Ingrid Muccitelli, conversando con Concita Borrelli e Alessandro Cecchi Paone, ha parlato della manualità dei parrucchieri a seconda del loro orientamento sessuale, culminato in una domanda a dir poco spiazzante, su come sia possibile "riconoscere i gay". ..... continua su: https://www.fanpage.it/spettacolo/programmi-tv/la-frase-sui-gay-a-unomattina-in-famiglia-la-rai-chiarisce-si-criticava-con-ironia-una-cosa-surreale/
“Come si riconosce un gay?”
Una domanda che sembra innocente, ma che porta con sé il peso di secoli di stereotipi, paure e semplificazioni.
Non si riconosce un orientamento. Non si decifra un’anima. Non si etichetta una complessità.Questa domanda non cerca comprensione. Cerca controllo.
Vuole ridurre l’identità a un gesto, a un tono di voce, a un colore di camicia.
Ma l’identità non è un codice da decifrare. È una trama di esperienze, desideri, lotte e sogni. Infatti ha ragione questo editoriale su l'unione sarda di oggi 29\9\2025
ecco quindi che ✊ Il pregiudizio si annida nella curiosità mal posta: Quando si presume che l’orientamento sia visibile. Quando si cerca di “scoprire” invece di ascoltare.Quando si confonde la diversità con l’anomalia.🔥 La risposta è resistenza:Essere gay non è un segno da riconoscere. È una voce da ascoltare. È una storia da rispettare. È una presenza che non chiede permesso, ma dignità.💬 E allora, cambiamo la domanda:Non “come si riconosce un gay”, ma “come si riconosce un pregiudizio travestito da curiosità?”
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