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3.9.25

deunciare per educare il caso di martina sisti che denuncia un molestia fisica non solo con video internet ., Il borgo di Ottone ha perso il suo "Amazon". «Senza botteghe si muore»., Giappone, straniero profana cimitero via Instagram. Nell’arcipelago cresce la fobia del turista.,

lorenzo  tosa  

Questa ragazza si chiama Martina Sisti, studentessa universitaria di Bari.
Stava camminando nel quartiere Poggiofranco quando è stata affiancata da due ragazzi giovanissimi. Uno dei due l’ha schiaffeggiata sul sedere, scappando poi via in monopattino.
Martina ha deciso di denunciare il tutto giustamente due volte. Pubblicamente, con tanto di foto dei due ragazzi in fuga di spalle. E, soprattutto, ha denunciato la molestia in questura.
E ha fatto benissimo. Perché no, schiaffeggiare una donna sul sedere non è mai una goliardata. Si chiama  violenza.
Nel video-denuncia la ragazza ha sottolineato almeno due cose importanti.“Quando ti chiedono come eri vestita durante la molestia… Ecco, così” ha detto mostrando un semplicissimo completo sportivo.
Anche se qualunque altro vestito - chiariamolo - non sposta di una virgola, non giustifica e non cambia la gravità dell’atto.i ha aggiunto:
"Non mi interessa se avete 15 anni, non vi hanno insegnato a stare al mondo. E non iniziamo a dire che era solo un schiaffo sul c***, perchè è da quello schiaffo sul c*** che iniziano gli stupri, le violenze, le umiliazioni, per poi arrivare ai femminicidi".




Tranquilli: orde di maschi disagiati, negazionisti e minimizzatori di professione - tra cui, spiace dirlo, anche qualche donna - glielo stanno già dicendo.
La colpevolizzazione della vittima è già cominciata. Per com’era vestita. Per quello che ha fatto. Per come ha denunciato.
Anche per questo, da maschio soprattutto, sono ancora più vicino a Martina Sisti, a qualunque donna subisca una violenza, di qualunque genere.

 


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sempre  tosa  


Ci sarà anche lui, Claudio Locatelli, alias “il giornalista combattente”, che ha deciso di unirsi con una barca al fianco della Global Sumud Flotilla.
Locatelli ha messo in piedi da zero, in pochi giorni, un Vascello Stampa per rompere simbolicamente anche l’assedio sull’informazione da parte di Israele, che impedisce l’accesso della stampa internazionale a Gaza.
Ma anche, al tempo stesso, ricordare i 247 giornalisti morti ammazzati dall’esercito israeliano a Gaza
dal 7 ottobre 2023.
Questa barca è dedicata a ognuno di loro e ha ottenuto poco fa anche il supporto ufficiale della EFJ
European Federation of Journalists.
La partenza è prevista domani da Livorno, per poi unirsi alle imbarcazioni della Flotilla.
La barca si chiama “Vik Tekoser”, in memoria di due grandi italiani: il giornalista e attivista Vittorio Arrigoni detto Vik e il partigiano Lorenzo Orso Orsetti, nome di battaglia Tekoser, morto ammazzato combattendo al fianco della milizia curda nella guerra civile siriana.
Non potevi trovare nome migliore, Claudio.
Siamo con voi.







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  da  avvenire tramite  msn.it  

Il borgo di Ottone ha perso il suo "Amazon". «Senza botteghe si muore»



«Andiamo dall’Angelica, che sicuramente ce l’ha». Nei centri di montagna, una saracinesca che si abbassa equivale ad un lutto da elaborare. È quel che stanno vivendo gli abitanti di Ottone, in alta Valtrebbia, a cavallo tra Emilia e Liguria, di fronte al cartello “chiuso” sulla vetrina dello storico emporio. 






«Era il nostro Amazon», scrive qualcuno sui social, aprendo il concerto dei ricordi. Perché quel negozio – con l’articolo davanti al nome, come si usa fare da queste parti parlando delle persone che si hanno a cuore – era una parte pulsante del paese dal 1905, da quando cioè Angelica Canevari aprì in via Roma uno spazio dove si trovava davvero di tutto, dal formaggio agli attrezzi per l’orto.
Un po’ ferramenta, un po’ drogheria, un po’ garden e casalinghi, di Canevari in Canevari, ha attraversato le stagioni, visto un paese spopolarsi d’inverno e ripopolarsi d’estate. Senza mai fare un giorno di ferie. Adesso per la signora Jole, l’attuale titolare, è il tempo della pensione. Nonostante i tentativi, non ha trovato nessuno disponibile a continuare. A gennaio Ottone aveva perso un’altra storica realtà commerciale, la panetteria della “Rosannina”, Rosanna Valla, aperta dai genitori nel 1961. Ecco perché vedere la serranda abbassata «fa veramente male», conferma Rosella Ghilardelli, ottonese trapiantata a Genova, ma con le radici in val Trebbia. Ogni martedì prende il treno dal capoluogo ligure e va a scuola a Ronco Scrivia, dove insegna. Esce all’una, riprende il treno, torna a Genova, piglia la macchina e sale ad Ottone. Va a recuperare i ragazzi che alle 16.20 escono da scuola e li porta in oratorio per il catechismo.
«Ad aprile è nato il nipotino, quest’anno raddoppierò le salite in settimana». La figlia Giulia – che con il marito Fabio hanno regalato alla frazione di Truzzi il primo fiocco azzurro dopo settant’anni – è il suo braccio destro nelle attività parrocchiali. Le idee non mancano. Le ultime, la mostra sul Giubileo e il torneo di burraco benefico per il tetto della chiesa. Piccole cose, che servono a dire che la comunità c’è, è viva e vuole continuare ad esserlo. «Se iniziamo a dire siamo pochi – nell’ultimo biennio sono mancati tanti anziani che erano la nostra memoria storica – non si farà mai nulla». Riconosce che Ottone è fortunata: «C’è la farmacia, ci sono due market, c’è il medico, c’è la guardia medica, ci sono le poste, c’è la banca. Certo, l’Angelica è un pezzo di storia che se ne va: la famiglia Canevari è sempre stata di una disponibilità incredibile, un patrimonio di relazioni che con l’e-commerce si sta perdendo». Di bambini ce ne sono sempre meno. Quando Rosella frequentava le Medie, nel 1974, ad Ottone sulle tre classi c’erano 75 iscritti. Da due anni le Medie non ci sono più, sono rimaste l’Infanzia e la Primaria, rispettivamente cinque e una decina di iscritti.
«Un grande cruccio», definisce il sindaco Federico Beccia questo inverno demografico che in un Comune di 400 abitanti (sulla carta sono 670, ma il numero comprende gli emigrati iscritti all’Aire) picchia più forte. «Se chiude una scuola un paese muore». Eppure, lo conferma, i servizi di base non mancano. «Per iniziativa dell’Amministrazione comunale, ogni quindici giorni abbiamo anche il cardiologo gratuito per gli anziani e le fisioterapiste». Come invertire la rotta? «Sono sindaco da 11 anni: la mia impressione è che a livello governativo non si abbia idea di cosa vuol dire vivere in montagna. Un giovane che, per esempio, volesse ritirare l’Angelica, dovrebbe almeno poter avere la sicurezza di una fiscalità agevolata per 10, 15 anni. Non è pensabile pagare qui le stesse tasse di Rimini, non abbiamo lo stesso afflusso turistico. Se un tempo d’estate venivano 56mila persone, l’aria è cambiata ». Secondo: la questione casa. « A Ottone ce ne sono troppe vuote e ad affitti troppo alti, 400-450 euro al mese. Ho adottato una misura poco capita, spero lo sarà in futuro: ho aumentato di due punti l’Imu sulle seconde case e l’anno prossimo proporrò la defiscalizzazione per chi è disponibile ad affittare ad un prezzo equo».

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Il giappone   come  tutti i paesi va  rispettato   .  Cosi come la loro  cultura   e le  loro usanze  ed  i  loro cimiteri  


  repubblica  tramite  msn.it  
 

Giappone, straniero profana cimitero via Instagram. Nell’arcipelago cresce la fobia del turista



Giappone, turista internazionale profana un cimitero via Instagram, scatenando un mini-incidente diplomatico. Si tratta solo dell’ultimo, tra i sempre più frequenti “scontri” tra popolazione e turisti stranieri, in un Paese insulare storicamente isolato, che oggi, con il flusso di ospiti internazionali che macina record mese dopo mese, vive in modo particolarmente traumatico i pro – e i contro - degli overtourism.
L’episodio ha come protagonista un turista – che da indizi non confermati sembrerebbe di nazionalità

australiana. È stata infatti l’ambasciata a Tokyo del governo di Canberra ad aver esortato i propri connazionali a mantenere un "comportamento appropriato" durante i viaggi nell'arcipelago. Il tutto è accaduto dopo che un utente di Instagram ha bevuto offerte da una tomba giapponese, scatenando sdegno e rabbia a mezzo web.
Ultimo di una lunga serie di turisti stranieri in cerca di fama che irritano i giapponesi, Lochie Jones, presumibilmente australiano, visto che l’ambasciata australiana non ha confermato la nazionalità del protagonista della vicenda – pubblicato un video in cui beve da una lattina posta su una lapide come offerta, come in uso nel Paese del Sol Levante. Prima di farlo, l’individuo si premura di lanciare una moneta per decidere se aprire o o meno la bevanda, presumibilmente lasciata come dono per gli antenati. A seguire, per non farsi mancare nulla, si premura di emettere rutti davanti alla tomba.
Il video, pubblicato qualche tempo fa scorso, ha scatenato commenti arrabbiati sulla rete. "I cimiteri sono luoghi sacri in ogni paese... Vorrei che (il governo) si assicurasse che non possa mai più entrare in Giappone", ha esclamato furibondo un utente usando un linguaggio e contenuti in parte vietati a i minori.
Ieri, l'ambasciata australiana in Giappone ha scritto sulla sua pagina Facebook che i viaggiatori dovrebbero comportarsi "in modo appropriato" quando visitano l'arcipelago, senza fare riferimento al video. Ha aggiunto di "collaborare a stretto contatto con le autorità giapponesi per garantire che i viaggiatori australiani rispettino le leggi e i regolamenti locali". L'uomo si è scusato per l'incidente in un video pubblicato su Instagram.
In Giappone, l'incidente segue una serie di video provocatori pubblicati da influencer stranieri in cerca di pubblico, che hanno indotto un crescente disagio nella popolazione locale nei confronti degli stranieri e del turismo di massa.
Una città vicino al Monte Fuji aveva installato l'anno scorso una grande barriera per impedire che le foto scattate da un punto panoramico popolare accanto a un minimarket, dove le persone si avventuravano sempre più spesso sulla strada per ottenere lo "scatto perfetto" da pubblicare sui social media.

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