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22.4.19

Nascono ad Alghero le nuove tavole da surf eco-friendly e con un’anima in sughero


da  https://www.galluranews.org/


innovazione, sostenibilità ambientale, performance: la rivoluzione del surf si chiama Alterego e parte da Alghero, in Sardegna.



Le tavole prodotte nella Riviera del Corallo sono pronte a segnare una linea di demarcazione tra passato e futuro. Finalmente il rispetto per la natura e la massima resa sportiva.L’obiettivo di Alterego è uno: realizzare un prodotto ad alta tecnologia, costruito su misura ed ecosostenibile. Nasce così in Sardegna, in una fabbrica di Alghero, una tavola da surf che impiega il sughero e i materiali più avanzati e a chilometro zero. Il risultato? Una tavola pronta a cavalcare le onde, che garantisce flessibilità e performance, ma con al suo interno un’anima green.

Alessandro Danese, general manager di Alterego
«Per noi la sostenibilità non è uno stile, ma una costante che è presente in tutti gli aspetti del nostro ciclo produttivo. La tavola sa surf viene creata da pani in Eps, il polistirene espanso sinterizzato, acquistato a Ottana. In azienda ricicliamo oltre l’ottanta per cento degli scarti di produzione. Ogni tavola viene quindi laminata con una bio-resina e la sua struttura portante, diciamo le sue fondamenta, sono costruite con il sughero. Materiale straordinario, duttile ed elastico, che viene comprato in Gallura».L’azienda ha sede nella zona industriale di Alghero, a una decina di minuti dalle spiagge della città e dalle onde del nord Sardegna.Un sogno diventato realtà nel 2017 grazie all'investimento dei fondatori della società Italian Waves e al contributo di Invitalia. 
Oggi nella factory Alterego si continua a fare ricerca, guidati da una mentalità ecologica e con l’obiettivo di produrre tavole veloci e stabili. E i riconoscimenti ufficiali sono già arrivati, l’azienda è stata infatti selezionata come finalista nella sezione Innovazione Blu del Premio Costa Smeralda 2019.


Impresa composta da giovani sardi

Il nostro team è composto da giovani sardi con delle solide esperienze professionali. La linea di produzione è diretta da Michele Piga, esperto di laminazione con un background professionale nel settore degli yacht. Le tavole da surfvengono testate in acqua continuamente da Giovanni Cossu, uno degli atleti più forti della Sardegna. Tra i tester anche Andrea Costa, giovane agonista ligure e il kitesurfer Fabrizio Piga. Questi ultimi due partecipano al campionato italiano. Una parte fondamentale della ricerca è stata affidata a Luca Oggiano, ingegnere che si divide tra la Norvegia e l’Australia. Non ci poniamo però confini e siamo in continuo movimento. Stringiamo e cerchiamo collaborazioni in Europa e nel mondo, dove i surfisti si contano a milioni. Infine, non nascondiamo che stiamo lavorando per poter offrire una tavola che sia al cento per cento riciclabile».Le tavole Alterego sono disponibili su misura dal sito internet alteregosurf.com e presto anche nei migliori surf shop e negozi specializzati d’Europa.



I propositi dell’azienda



«Puntiamo certamente ai surfisti italiani, ma soprattutto a quelli dell’oceano. Il nostro orizzonte è far crescere la factory vogliamo dimostrare che è possibile cambiare il modello produttivo delle tavole da surf, un mercato in costante espansione e che vale ogni anno di più. E far capire che abbandonare i materiali inquinanti e poco rispettosi dell’ambiente è possibile. Lo meritano i surfisti e lo meritano soprattutto il mare, l’oceano, le nostre spiagge e le nostre coste. I luoghi che i surfisti amano e frequentano intensamente, e che noi tutti abbiamo il dovere di preservare».

5.6.13

il sughero esempio d'industrializazione che non rovina e non snaturilizza ( o quasi ) gli antiche mestieri



in sotto fondo l'ecco  finale  della canzone  le radici e le  ali dei the  gang  e  a seguire la  canzone    Le radici ca tieni dei Sud sound system

stavo  scegliendo per fare  una  slideshow  sul mio  youtube  con  alcune  foto  della mostra  \ presentazione tenuta dall'amico  roberto  graffi  il  16\5\2013  alle  cantine surrau  ( arzachena  ) . Qui le  foto  di giancarlo deligios videoproduzioni autore  del filmato che trovate  sotto  




http://www.vignesurrau.it/  e  qui  la loro pagina  facebook   dove  è stata presentato il suo   lavoro  fotografico sul sughero  .  E mi è ritornato in mente  : 1)  che non  ho svelato l'oggetto   di tale  tempo fa   su queste pagine  ., 2)   che  la mia  video  intervista  su  una delle  sue precedenti mostre tenute  a   tempio pausania   dello  stesso lavoro  , ma  ambientazione diversa  ,quiz    che  feci nel lontano 2009  e   di cui parlai qui era per  sbaglio stata  cancellata  dal mio canale  di youtube  .

per  approfondire



  cosa  è il sughero  , lavorazione  , caratteri  botanici  ,  usi, ecc  


http://it.wikipedia.org/wiki/Quercus_suber  

http://www.centralsughero.it/pro-di-la.php    
http://www.allsardinia.it/sughero.htm
http://www.allsardinia.it/sughera.htm
http://www.allsardinia.it/varieta.htm  
http://www.softwareparadiso.it/studio/materiali-sughero.htm 
http://www.allsardinia.it/utilizzi.htm      
 http://www.sughero.org
 pannelli sughero
 sughero isolante 
pavimento sughero
http://www.haisentito.it/articolo/estate-insegna-sughero/1563/

  


Nel post  d'oggi oltre al reportage  della mostra  del 16\5\2013     trovate  una  nuova intervista  con le stesse  domande ed  altre  allo stesso roberto ( scusandomi per  la pessima  ripresa  , ma  avevo  una digitale  nuova  , una  G12  ( foto  a destra presa da  google  ) 



Iniziamo  però  con la  soluzione  , scusandomi per  il ritardo    del  quiz  che  proposi  qui L'oggetto  rappresentato   ( ripropongo qui  al centro  le due  foto   del post  in  questione    vedere  url   riga precedente  ) 



  esso  è la  classica   nappedda, costituita da un solo pezzo di sughero grezzo, è il recipiente più semplice usato nei tempi più antichi , Serviva   per attingere acqua di sorgente  fonte   (  da  http://www.allsardinia.it/sughero.htm  ).  Era  uno  dei tanti usi  del sughero   quando  l'economia  della sardegna  in particolare  in gallura  era  un economia di auto sussistenza  (  ne  riparleremo  nei  prossimi post  )   . Ed  era  uno  dei tanti  elementi   che  si    ricavavano dal sughero     gli esempi  più noti   sono  (  tratto da   http://forum.sardegnaland.it/topic-sardegna-IL-sughero-di-Sardegna
- lu bugnu, è un grosso cilindro di sughero grezzo munito di base, utilizzato già nell’antichità a seconda delle dimensioni come arnia per le api o come contenitore di derrate alimentari

- la jona, costituita da un mezzo cilindro di sughero grezzo munito di due semicerchi (cameddi) chiodati all’estremità con chiodi di ginepro, è un oggetto di origini antichissime usato nelle vendemmie per il trasporto dell’uva. Per la raccolta se ne utilizzava uno più piccolo chiamato junedda
- l’uppu, piegato con acqua bollente fino ad assumere una forma cilindrica e munito di base e di un manico di ginepro, veniva usato nell’antichità per attingere acqua
, piegato con acqua bollente fino ad assumere una forma cilindrica e munito di base e di un manico di ginepro, veniva usato nell’antichità per attingere acqua
- lu barili, costituito di sughero grezzo munito di basi chiodate con chiodi di ginepro, è un ottimo contenitore termico per acqua, vino e altre bevande
- lu banchittu, è un piccolo sgabello costituito da bande di sughero femmina chiodate fra loro ad incastro con due lastre piane dello stesso sughero chiodate alle basi
- la bancaredda, simile allu banchittu ma di dimensioni molto più grandi in modo da consentirne l’uso come tavolo, la base inferiore può anche mancare
- il sedile rustico, con la stessa struttura dellu banchittu ma con l’aggiunta di uno schienale e due poggia gomiti
- il porta lenza, costituito di sughero femmina, ha forma rettangolare dello spessore di qualche centimetro e un profilo "a vita" in modo da consentire l’avvolgimento del filo.
per  gli altri vedere url  sopra 

Roberto Grtaffi  è riuscito   con L'arte della lavorazione del sughero in Sardegna-The art of cork manufacturing in Sardinia. Con DVD è riuscito a bloccare un mondo quasi scomparso quello del sughero e della sua lavorazione che unisce artigianato e industria . concentrandosi sui tappi del sughero che è forse l'aspetto maggiormente conosciuto dei derivati del sughero.  << Un'avventura emozionante all'interno  >> http://www.inmondadori.it  << di un universo poco conosciuto: il sughero e la sua lavorazione. >> . Attraverso il filmato ( che ho ripreso con Download Hwelper opzione di mozzilla firefox  dalla  pagina di facebook del regista      )


e le  foto    che  trovate qui sul sito di roberto  Esso ( insieme al video  di Giancarlo.Deligios che vedete sopra )     risponde a  delle  domande    :  Chi sono gli uomini che confezionano manufatti con questo particolare materiale ?   Quali sono i metodi di lavoro  ?  Quale fatica si cela dietro ogni singolo pezzo, dal semplice tappo agli oggetti dell'artigianato  ?   Una galleria fotografica,ed un dvd  contenente  un excursus completo che rivela un mondo costellato di curiosità, industriosità e laboriosità. << L'autore  con le sue immagini, >>  sempre  secondo  inmondadori.it <<  si concentra sui volti, sulle gestualità, sui

8.3.12

dura esperienza femminile IN quello che 'era l'industria del sughero


DALLA NUOVA SARDEGNA DEL 7\3\2012

Nanneddha e le sue sorelle, "tappaie" senza tutela
di Tonio Biosa


 TEMPIO  PAUSANIA . 
Le donne e la fabbrica. Le celebrazioni dell'8 Marzo traggono spunto dalle vicende legate all'industrializzazione che coinvolse le donne. E in Sardegna le prime furono le operaie sugheriere di Tempio: le «tappaie», le addette alla produzione di tappi di sughero usati per molteplici impieghi, dall'enologia alla farmaceutica (i cosiddetti "medicinali", per turare boccette di vetro contenenti pastiglie o sciroppi). Le «tappaie» erano tante, costituivano una categoria distinta e battagliera, progressista e di sinistra. L'avvento della macchina ha poi soppiantato il loro ruolo mentre nel frattempo la presenza della donna in fabbrica è divenuta normale. Ma alla bella età di 91 anni, Giovanna "Nanneddha" Fresi, «tappaia» fin da ragazzina e per alcuni decenni, vivace e fiera, è una fonte preziosa di ricordi su un periodo che appare lontano. Dice tra le tempiesi quel lavoro si sviluppò a partire dal periodo fra le due guerre: «Eravamo cinque sorelle, e cominciammo tutte in giovanissima età». Spiega della durezza del lavoro e delle condizioni in cui si svolgeva, senza tutela sindacale o sanitaria: «D'estate o d'inverno, col caldo e con la neve, si entrava alle 6 del mattino e si faceva una pausa di mezz'ora alle 8 per poi continuare fino a mezzogiorno. Si riprendeva alle 13.30 e si usciva alle 18. E guai ad arrivare con un minuto di ritardo: ti sottraevano dalla paga mezz'ora o più di lavoro». Ricorda di quando le giovani madri ricevano in fabbrica i figli da allattare, ed altre ingiustizie. Di quando c'erano - regolarmente preannunciate ai padroni - le visite degli ispettori del lavoro, con le operaie costrette a nascondersi tra i depositi di sughero in cortile. «Una volta che gli ispettori giunsero senza preavviso - ricorda sorridendo - fecero calcolare le tariffe del salario e misero il padrone nella condizione di applicare quelle giuste. Il padrone ci diede gli arretrati proprio davanti agli ispettori. Il sabato successivo, quando venimmo pagate, quelle somme ci furono trattenute».
7 marzo 2012

29.7.09

“QUANDO STAPPI UNA BOTTIGLIA DI VINO, TI SEI MAI CHIESTO SE QUEL TAPPO HA UNA STORIA DA RACCONTARE?”









Mia  intervista   a roberto Graffi www.robertograffifotografo.it/ (  troverete  in flask le immagini della mostra    e   tutte le iniziative    del progetto in quanto esso non  è solo  foto ma cinema ,  musica  , libro  )     che il 24  luglio ha inaugurato  all'osteria numero mille ha inaugurato la  mostra fotografica intitolata  : << Viaggio alla scoperta della poesia nascosta del mondo del sughero  >>che sarà presente fino al 30 settembre . Il luogo è ass Culturale OSTERIA NUMERO MILLE  (  via Empoli, 11 traversa via Gramsci contatti    3348744790 osterianumeromille@gmail.com )  a Tempio Pausania (OT) dal 24 luglio al 30 settembre 2009.
Una mostra   stupenda  da  andare a vedere  ,  in quanto   con  le immagini e  con il corto  ( che viene proiettato  continuamente  )  ha  sublimato   e reso  immortale  ,  bloccandolo   e  salvandolo dall'usura   del tempo  e  dala polvere  (  ed è per  questo per  segnalare  il trapasso    di un mestiere  , di una cultura\identità  messa seriamente indiscussione da  una  globalizzazione  neoliberista  e\o  ecomnomia  canaglia  per  parafrasare il titolo di un famoso  saggio doi Loretta  Napol eni  qui recensito  . Infatti   si usa  sempre  meno sughero sardo  e  si ricorre  a  sughero  estero  o sintetico   che ho  filamto   l'intervista  non a  colori  , ma   usando il colore seppia  )  che tutto  copre   e  altera  dell'oblio , il lavoro  millenario   del sughero e la sua trasformazione   in ogetti quotidiani  ( un tem
po   fino a  gli anni  '60 )  e  oggi in tappi  da sughero , materiale  isolante   ( ed  altri oggetti  come dice  la voce sughero di  wikipedia  )  souvenir  e   vestiti     come  dimostrano questo due  foto tratte    da   questo sito in cui si parla   delle  creazioni  di Anna Grindi ( quyi la sua homepage  , dove  trovatre  anche i suoi contatti )   e  da  cui sono state  tratte    queste  due  foto   riportate  ai  lati   .
Sapevo  in
quanto un mio  antenato,era,allora  una professione  molto comune   da  noi  in Gallura  e soprattutto a tempio ( dove  è stata sostituita  quasi compeltamente   da Calangianus   ) dove  un mio prozio paterno   stato imnprenditore   del sughero   e qualcosa  avevo sentito    raccontare da mio padre   e mio zio  , e da  il padre  ( l'ultimo quadretaio artigianale   ,  cioè che fa  i  quadretti di sughero a  mano   e non industrialmente  rimasto nella mia   città )   di una mia   amica  e  dal  uno dei responsabili dela bottega del comercio equo e solidale  in cui  faccio il volontario  che il padre  è stato sugheraio   , ma  non sapevo che  ci  fossero storie   come  quelle  riprese nel  corto e nelle  foto  di Roberto  di fatica  ,  di lavoro   di  generazioni    .  Un lavoro  ormai sempre  più meccanzizzato  e mopolizzato da  grosso gruppi industriali ,  e  glia artigiani che ora  stanno scomparendo   con esempre meno potere contratuale   perchè  obbligati  o  venderlo solo ed  escluisivamente   o  le famiglia industriali  e a sottostare  alle  loro   condizioni sul prezzo  .
Ora    sia per  evitare  d'annoiarvi co
n la mia loggorea  , sia  perchè  non so  pù che  altro  dire  , chiudo   sulle note ( ma  canzone  cosi   azzeccata  )   de  La storia siamo noi  di   De  Gregori   ,  invitandovi ( per c hoii è di tempio  e dintorni  o  della sardegna o in vacanza  da  queste parti )  a vedere la mosttra  o  a chi non può  vederla online  al sito  di Robderto   .

per  approffondire

                                    cosa  è il sughero 


                               Usi


 

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...