Un po' di silenzio non guasterebbe quando s'è davanti a fatti come questi . I genitori hano fatto benissimo .
repubblica 27\4\2022
Lo sdegno affidato al legale della famiglia di Umberto Sorrentino: "Vergogna, che degrado umano e civile". La sindaca di Cattolica: "Una tragedia di fronte alla quale non c’è sentimento di pietà nè di rispetto"
RIMINI - Si era intrufolato nel retro di un supermercato chiuso nel giorno di Pasquetta, a Cattolica, per rubare qualche bottiglia d'acqua, è morto schiacciato dalle casse che si sono ribaltate. Lo hanno trovato solo il giorno dopo, una tragedia quella di Umberto Sorrentino, 47 anni. Una esistenza ai margini, la sua.
Una persona in difficoltà che, da morta, è stata presa di mira dagli hater nei social: "Adesso un ladro di meno", "se l'è cercata", sono solo alcune delle espressioni usate e che ora l'avvocato della famiglia riporta in una lunga lettera che scuote le coscienze. E condanna i leoni da tastiera riservandosi querele: "Che schifo, che vergogna, non c'è pietà umana".
«Chiunque ha potuto leggere sui social giudizi su Umberto del tipo: “Era un ladro”, “adesso un ladro in meno”, “morire per una bottiglia d’acqua, se aveva sete poteva andare ad una fontanella”. E così di seguito ed anche peggio. In poco tempo queste espressioni sono diventate virali, ponendo in seconda luce i pochi commenti positivi che mostrano comprensione e reclamano pietà e rispetto per una morte atroce». Inizia così la lettera firmata dall’avvocato Massimo Vico, il legale che aveva assistito Umberto Sorrentino«Chiunque ha potuto leggere sui social giudizi su Umberto del tipo: “Era un ladro”, “adesso un ladro in meno”, “morire per una bottiglia d’acqua, se aveva sete poteva andare ad una fontanella”. E così di seguito ed anche peggio. In poco tempo queste espressioni sono diventate virali, ponendo in seconda luce i pochi commenti positivi che mostrano comprensione e reclamano pietà e rispetto per una morte atroce». Inizia così la lettera firmata dall’avvocato Massimo Vico, il legale che aveva assistito Umberto Sorrentino"Chiunque – si legge nella lettera che la famiglia di Sorrentino, attraverso l'avvocato Massimo Vico, ha indirizzato agli organi di informazione – ha potuto scorrere in questi giorni sui social giudizi su Umberto di questo tipo: ‘era un ladro’, ‘morire per una bottiglia d’acqua, se aveva sete poteva andare ad una fontanella’. E così di seguito ed anche peggio. In poco tempo queste espressioni sono diventate virali, ponendo in seconda luce, i pochi commenti positivi che mostrano comprensione e reclamano pietà e rispetto per una morte atroce. Che desolazione! Che Schifo! Che vergogna! Che ignoranza! Che volgarità! Che degrado umano e civile! I moderni strumenti di comunicazione sono di grande aiuto per l’umanità, ma se finiscono nelle mani degli ignoranti è come aver buttato le perle ai porci”.
Per i famigliari di Sorrentino, per la mamma Rosaria che ha perso suo figlio, "il gruppo degli haters non è interessato a considerare Umberto come persona, rifiuta di conoscere le condizioni di salute fisica e mentale, le sofferenze, le difficoltà affettive, i rapporti famigliari, le cause della sregolatezza, in sintesi la vita vera. Per questi ‘leoni da tastiera’, odiatori, Umberto è morto perché ha tentato di rubare qualche bottiglia d’acqua: tanto basta per farlo diventare un bersaglio di odio e di scherno".
Nella lettera la famiglia spiega la situazione di Sorrentino: "Umberto ha passato alcuni periodi della sua esistenza in comunità terapeutiche anche con limitazioni della libertà personale anche a seguito di azioni giudiziarie che lo sottoponevano all’obbligo di cure, assistito con scrupolosa competenza professionale e vera disposizione affettiva, dall’avvocato Massimo Vico, che continuerà ad assisterlo nelle conseguenze del tragico evento".
Non tutto il web ha reagito così. E nemmeno lo hanno fatto le istituzioni. "Sono molto amareggiata per quanto letto sui social – dice la sindaca Franca Foronchi –. E’ morta una persona, giovane, conosciuta in città. Una tragedia di fronte alla quale non c’è sentimento di pietà nè di rispetto". La vicesindaca di Rimini Chiara Bellini reagisce: "Bieco frasario dell’orrore scatenato sui social locali alla notizia della tragedia in cui ha perso la vita un uomo a Cattolica".
Parole di sdegno che ci sono state anche nei social, con diverse testimonianze: "Ero i comune, mentre attendevo il mio turno ho incrociato gli occhi della mamma di Umberto Sorrentino, sono andata verso di lei , l'ho abbracciata, le ho fatto le mie condoglianze e mi sono sentita di chiederle scusa: una mamma che ha subito il più grosso dei drammi ha anche dovuto subire violenza verbale, mi sono vergognata". E ancora: "Sono veramente sconcertata e indignata per i vari commenti che ho letto sui social".