La nascita del mito del vampiro
Cercare l’origine del mito del vampiro è un’impresa pressoché impossibile, in quanto esso è universalmente conosciuto, seppure con nomi e caratteristiche diverse.
Anche chiarire l’etimologia della parola ‘vampiro’ non è facile. L’ipotesi più probabile è che derivi dal magiaro ‘vàmpir’, una parola di origine slava che si ritrova nella stessa forma in russo, polacco, ceco, serbo e bulgaro. Nella sua forma ‘vampir’ (russo meridionale ‘upuir’, forma arcaica ‘upir’) è stato confrontato con il lituano ‘wempti’ = bere. Sono anche state rilevate affinità con la radice indoariana ‘ud’ o ‘wod’, da cui derivano il greco ‘udor’ e il serbocroato ‘voda’, cioè acqua. Le parole ‘delfino’ e ‘utero’ hanno lo stesso etimo. In Grecia, il termine attualmente in uso per indicare il vampiro è ‘brukòlakas’, che può essere traslitterato come ‘vrykolakas’, di origine slava. La parola slovena ‘volkodlak’ sarebbe infatti l’equivalente dell’inglese werewolf. L’unica lingua in cui questa parola viene associata al vampiro è il serbo, in quanto il popolo slavo (e soprattutto i serbi) crede che un uomo che è stato in vita un lupo mannaro può dopo morto diventare un vampiro.
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